Riassunto Antropologia della schiavitù - Meillassoux PDF

Title Riassunto Antropologia della schiavitù - Meillassoux
Author Celestine Cavelier
Course Antropologia
Institution Università di Bologna
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Summary

Riassunto del libro di Claude Meillassoux "Antropologia della schiavitù, Il parto del guerriero e del mercante" per l'esma e di antropologia sociale con il professore Jourdan....


Description

Antropologia della schiavitù - Claude Meillassoux INTRODUZIONE *Non è una teoria generale onnicomprensiva della schiavitù ma un saggio teorico basato sul terreno di ricerca, la zona sahelo-sudanese. *Schiavitù come antitesa alla parentela. *Glischiavisonostrumenti socialmente sterili. *Dissociazione tra momento produttivo e momentoriproduttivo nella società schiavista. PREFAZIONE Lo schiavo non può essere considerato come sempllice oggetto di proprietà in quanto viene scelto proprio per le sue caratteristiche umane. Il diritto, esprimendo il rapporto schiavisticoin terminiindividuali,è il riflesso di una concezione dell'autorità basaa sull'ideologia patriarcale sancito a vantaggio di chil'ha enunciato. →considera l'alienabilità inerente agli schiavi. In realtà, lo stato di schiavo si afferma nel cojntestodei quadri sociali istituzionalizzati, non nel rapporto à indiciduale con il padrone. L'autore si pone contro la teoria del continuum schiavitù-parentela di MIERS e KOPYTOFF. CAPITOLO INTRODUTTIVO: PARENTI E STRANIERI 1. NASCERE E CRESCERE INSIEME Quest'ipotesi di BENVENISTE si accorda con l'analisi dello sviluppo della comunità agricola domestica nel suo duplice proceso di produzione e riproduzione. (es: I Maninka esprimono la stessa "congenerazione") Nella comunità domestica l'uso agricolo della terra è il mezzo di lavoro. Questo tipo di lavoro e di produzione obbliga i memebri della comunità a rimanere insieme per tutta la durata del ciclo produttivo. La società domestica non è una società di classe (non si stabiliscono rapporti sull'appartenanza sociale). La distribuzione del sovraprodotto è gratuita ma diferita e segue il sistema patrilineare. Il ciclo produttivo e quello riproduttivo sono legati. (es: La parentela esprime il rango,in sintonia con il doppio ciclo della produzione materiale e della riproduzione umana.) → L'individuo che non si è formato in questo doppio ciclo produttivo e riproduttivo è lo straniero. (es: Donne nella comunità dello sposo) 2. I PARENTI La produttività del lavoro agricolo di sussistenza comanda le capacità di riproduzione e di crescita demografica della società. L'esistenza fisica di una società richiede almeno il ricambio delle genereazioni (=sovraprodotto per nutrire un sostituto fino all'età della produzione) .Nell'economia domestica di autosussistenza la totalità del sovraprodotto vieni reinvestita nella riproduzione della comunità (agricoltura + individui). Il trasferime,to del sovrapprodotto da un individuo verso la discendenza/gli anziani costituisce il contenuto materiale dei rapporti di filiazione. Il passaggio da uno status all'altro ( celibe → parente) permette di sostrarsi alla dipendenza nei confronti degli anziani e di acquisire i privileggi legati a esso. Gli individui privi di questi rapporti sono r ari dato il funzionamento organico della società e il moltiplicarsi di parfenti poveri nuocerebbe alla società. (es: I Dogon vendono questi direttamente come schiavi) 3. GLI STRANIERI Lo schiavo è lo straniero assoluto. Non basta però non fare parte di una data comunità per essere schiavo. La chiusura della comunità domestica non è totale. In effetti, siccome la riproduzione naturale all'interno di piccole unità demografiche è aleatoria, la comunità si trova quindi costretta a ricorrere a un reclutamento esterno. L'inserimentodi una donna accresce le capacità di riprduzione di una comunità. Proporzionalmente, gli uomini incrementano assai

debolmente questa capacità (a sex-ratio uguale, il 90% di essi sono inutili). Assume allora un ruolo nel sistema sociale in quanto riproduttore sociale e non naturale, creando i rapporti di filiazione che sostituiscono l'atto di fecondazione. La progenitura della donna è solo un apporto grezzeo alla comunità. → valorizzazione dei filgli maschi. Gli stranieri maschi non hanno però queste qualità. L'inserimento di uno straniero tramite il suo matrimonio con una ragazza della comunità (forma più praticata) presenta il vantaggio di mantenerre sotto l'autorità del decano una sposa, un dipendente maschio e le progeniture durante la prima generazione ma usurpa il posto di un cadetto nel ciclo riproduttivo. L'altra soluzione all'integrazione è l'adozione (quando i cadetti sono pochi o quando c'è un desequilibro tra sessi, in modo di rafforzare il lignaggio). →socializzazione attraverso legami di apparentamento (come cadeto o come affine) La progenitura nata dall'unione con uno straniero sarà sempre socialmente debole inquanto appartiene a un solo lignaggio e non due. L'appartenenza a due lignaggi è un elemento essenziale della civilizzazione e permette di ricorrere ad arbitrari di entrambi le parti (= giustizia civile). La sua situazione si normalizza col passare delle generazioni: atttraverso questo processo di amalgama, gli stranieri non si riproducono nella società domestica in quanto corpo sociale distinto. 4. LA NEGAZIONE DELLA PARENTELA Gli uomini che non beneficano dell'accoglienza sono in genere coloro che, non avendo alcun rapporto di parentela/affinità/vicinato, diventano oggetto di cattura. Il loro inserimento comporta difficoltà nella ripartizione della loro produzione materiale e umana,dimostrando l'incompatibilità tra economia domestica e schiavitù. Questi uomini diventano stranieri attraverso le guerre di vicinato (stessa area matrimoniale), aggressioni, scambi e recupero di affamati ma in nesun caso si tratta di un rifornimento sistematico e continuo di prigionieri visto che non vengono assorbiti regolarmente nella comunità. Questi individui non introdotti nel ciclo riproduttivo (solo produttivo) non possono essere chiamati "cadetti permanenti" come lo fanno molti autori,in quanto la nozione di cadetto sottointende quella di parente affiliato non appena l'essenza stessa della schiavitù sta nell'incapacità sociale dello schiavo a riprodursi socialmente. Questa incapacità, condizione organica virtuale dello sfruttamento del lavoro nell'economia domestica fa della schiavitù l'anti-parentela e il mezzo legale per la sottomissione dello schiavo. Nell'economia schiavista questa condizione non è quella di pochi individui occasionalmete sfruttati ma quella di una classe riprodotta con mezzi istituzionali. 5. UN ASSERVITO NON FA LA SCHIAVITÙ Lo sfrutamento dello straniero deriva più dalle limitate capacità della comunità di integrarlo socialmente come riproduttore genetico e sociale che da una volontà di utilizzarlo come elemento produttivo in quanto il sovrapprodotto non hauno sbocco esterno. Non c'è schiavitù, in quanto modo di sfruttamento, se non si forma una classe distinta di individui appartenenti a uno stesso stato sociale e che si rinnovano in maniera contiuna e istituzionalizzata. La riproduzione genetica di schiavi si scontra con un impossibilità organica e pratica. I mezzi per un rifornimento continuo di schiavi (incursoni continue, guerre organizzate e acquisto regolare) non sono sostenibili per un economia di autosussistenza e necessiterebbero la sua metamorfosi in un'altra forma di società. 6. GLI IMMOLATI Se lo straniero non viene impiegato in alcun modo,dieventa un oggento privo di qualsiasi funzione attiva ed è assimabile a un bene di prestigio. Potrà allora essere, secondo le usanze, essere immolato durante certe ceremonie. Raramente sono donne, il cui sacrificio comporta un'autentica perdita, visto il loro ruolo riproduttivo. 7. GLI SCHIAVI-PEGNO

In più società africane si registra la presenza di individui dati in pegno dalle loro famiglie a un creditore, il quale può utilizzarli gratuitamente fino al momento dell'estinzione del debito. Il debito presuppone l'esistenza della nozione di arrichimento quindi dissoluzione dell'uguaglianza tra famiglie che deriva dall'economia mercantile o dalla stessa schiavitù. L'individuo vive nella propria famiglia e la sua condizione è reversibile. In conclusione, la schiavitù, come sistema basato su rapporti di classe, può apparire: *Con la disgiunzione dei cicli produttivi e riproduttivi che fondano la parentela, dunque con l'avento dello straniero assoluto. *con ilcontinuo rinnovamento di questa categoria sociale esclusa dai rapporti di riproduzione parentali, dunque con a creazione di aparati che sostituiscono. La schiavitù trova origine al di fuori della parentela e della società domestica PARTE PRIMA: IL GREMBO MATERNO DIALETTICA DELLA SCHIAVITÙ CAPITOLO PRIMO: DIMENSIONE STORICA DELLA SCHIAVITÙ NELL'AFRICA OCCIDENTALE La schiavitù si sviluppa attraverso il contatto tra diverse civiltà e nel contesto sahelo-sudanese si iscrive all'interno di un contesto intercontinentale. 1. DAGLI IMPERI AI MERCANTI Le più antiche testimonianze scritte relative alla tratta sahelica rifuardcano il Fezzan e datano al VII s. . A partire dal IX s. , gli effetti di questo traffico sono segnalati nell'Africa occidentale. Le esportazioni di schiavi sono state segnalate in più momenti della storia del Magreb. I dati relativi allastoria della tratta in questa regione ci vengono di solito presentati in pochi passaggi: formazione di stati, saccheggi da parte di essi di popolazioni nere al sud del Sahara e orgnizzazione di unarete commerciale dal Sudan al Magreb. In questo Medioevo africano, tali Stati erano soprattutto strumenti per l'approvvigionamento di schiavi. Il Ghana (Stato sahelico) disponeva di grandi armate e di una cavalleria e anche altrove le guerre sono continue e vengono considerate sante. La tratta degli schiavi è, a partire da quest'epoca, una della maggiori attività e fra le principali risorse delle formazioni politiche e militari che si trovano nella regione sahelo-sudanese. Le cronache non sono precise sugli esiti di queste guerre, si parla di bottino ma non se ne conosce la composizione (gli schiavi sono tuttavia sempre presenti). I paesi d'origine degli schiavi, così come i patronimici delle popolazioni condotte o sottomese nel Songhai testimoniano di un grande mescolamento. Dopo il IX s. , queste guerre si caraterizzano per la loro crescente portata (gli effettivi e le distanze percorse sono grandi) ma non hanno tutte la stessa natura. Esistono i raid condotti da un numero ristretto di individui, le cavalcate con un gran numero di soldati, i regolamenti di conti, le grandi spedizioni etc. il cui obbietivo è sempre la cattura di schiavi. Le necessità di queste spedizioni (eserciti numerosi, cavalli...) misero in evidenzia la superiorità dei regni rispetto alle popolazioni pagane e rurali. Il perfezionarsi delle tattiche e degli armamenti contribuì all'emergere di sistemi difensivi più efficaci e di aristocrazie guerriere. I regni mossi, situati a sud degli sati sopra citati e separati dal Sahara, si presentano in una congiuntura diversa: tentarono più volte ad aprirsi un varco verso il nord e lo sbocco sahariano degli schiavi senza riuscirci. Si ripiegano allora su se stessi e diventano potentistati diffensivi. Grazie a questa funzione di protezione delle popolazioni dalla cattura da parte dei Saheliani, l'aristocrazia militar emossi riesce a realizzare un eccezionale integrazione sociale e politica di queste popolazioni. L'opportuna conversione all'Islam da parte dei principi sahelici forniva loro una giustificazione per combattere e asservire i pagani. Il commercio dell'oro giocò un ruolo, minore rispetto all'attività di cattura, nella costituzione di Stati aristocratici e guerrieri. La rovine degli "imperi" sudanesi elo spostamento verso es delle grandi formazioni politiche viene spiegato

dallo spopolamento dovuto alla fuga delle popolazioni sottoposte alle razzie (esaurimento della materia umana) e alla "civilizzazione" dellepopolazioni paganerismaste sul posto (esaurimento della materia sociale). L'espansione militare si conclude con un ampliamento dei territori sottomessi e la loro trasformazione da territori di razzia in territori amministrati cioè con un assoggettamento politico delle popolazioni che pasano da straniere( buone a essere catturate) a suddite (buone a essere sfruttate). Generalmente, la caratterstica degli stati forti e quella di proteggere i propri sudditi dall'asservimento. Questa area sahelo-sudanese, che ospitò i grandi Stati fornitori di schiavi destinati al Mediterraneo e al Sahara, che fu per lungo tempo sottoposto alle guerre, alle conquiste e al commercio, fu nello stesso tempo il luogo privilegiato dello sviluppo di una schiavitù adricana. (schiavitù di corte, militare, terriera, destinate al mantenimento della classe dominante e alla riproduzione dei suoi mezzi di dominazione : la guerra e la gestione di essa) 2. DALLE CITTÀ COMMERCIALI ALLE ARISTOCRAZIE MUSULMANE Parallelamente alla formazione degli imperi, si sviluppa una economia mercantile non solo legata al commercio dell'oro. La comparsa di città saheliche e sahariane crezano una domanda crescente per i prodotti del lavoro agricolo e artigianale sudanese. La civiltà islamo-sahelica siepande e assorbe le popolazioni all'interno di un tessuto sociale e politico sempre più complesso.Gli Stati, appoggiandosi sull'organizzazione militare, che consente loro di mettere sul mercato lo schiavo-merce, riescono ad avvantaggiarsi dell'esistenza del commercio. I mercanti si pongono quindi come classe alleata a quella militare ma acheconcorente nella ricerca di potere. Lo sviluppo delcommercio,di solito legato a la prosperità degli Stati, può costituire anche l'originedella loro rovina nel caso che essi non giungano ad esercitarne il controllo politico. Lo sviluppo della produzione schiavista fa sì che la schiavitù cesedi essere un privilegio di corte. Con l'indebolimento degli imperi, emergono borghi contiadini che cercano di sottrarsi alle tutele imperiali, tra i quali si difonde la produzione schiavistica. (commercio di prodotti → commercio di uomini) Lo sviluppodi una classe di mercanti in questa regione è l'effetto di una congiuntura economica non legata a predispozioni di certe razze. Nel XVI s. , l'economia mercantile ha preso forma: tratta degli schiavi erso il Nord,commercio dell'oro e traffico diffuso in tutto il Sahel di prodotti del lavoro agricolo e artigianali che crea una domanda locale di schiavi per la produzione. Le decentralizzazione del potere indica un devlino della vendita di schiavi e della tratta sahelica a vantaggio di una tratta subsahariana. L'assenza di cronache riguardo all'emergere dellesocietà borghesi è l'indice dell'indebolimento delle grandi aristocrazie militari. La tratta europea offre ai guerrieri l'occasione per riprendere posto sulla scena politica. La domanda di schiavi per la costa causa insicurezza: i villaggi si rapiscono a vicenda donne e bambini e si creano allora federazioni di banditi. Il potere mercantile si preoccupa dell'emergere di una potenza rivale fondata sulla guerra. Lo Stato di Segu si afferma come fornitore di prigioneri (gli uomini sono destinati alla tratta europea, le donne ei bambini alla tratta interna(=utilizzazione agricola e domestica))e la sua organizzazione sociale riflette quela militare. Lo Stato di Masina è uno stato teocratico musulmano che si pone come rifugio per una classe di mercanti e si colloca come alternativa ai poteri aristocratici. Tuttavia le disuguaglianze rimanevano: esistevano le caste, la schiavitù di stato e la schiavitù privata. Le guerre "ideologiche" (es: tempesta omariana nel Sudan alla metà del XIX s.) erano giustificate con pretesti religiosi insignificanti e erano in realtà mosse allo scopo di ottenere beni, principalmente schiavi. → rifornimento delle popolazioni saheliche di produttori-schavi. Nonostante il fatto che lo sboco della tratta atlantica fosse chiuso, l'irruenza e la vastità di queste guerre indica che lo sviluppo economico della regione sahelica era già in grado di offrire un mercato per una mercanzia così abbandante. L'intensificazione di queste guerre è anche dovuto all'abbassamento del loro rendimento ( gli uomini non trovano più sbocchi sul mercato europeo eve,gono massacrati) e all'abbassamento degli prezzi degli schiaviche portaanche a una domanda più ampia. La produttività della guerra diminuisce e la redditività dello schiavo aumenta. La classe dominante diventa quella di un aristocrazia musulmana e l'Islam diventa

l'ideologia dominante. Le guerre di el-Haj umar porterano a termine, sul finire del XIX s., il profondo mescolamento delle popolazioni che in questa regione era iniziato dieci secoli prima. I spostamenti indotti dalle deportazioni, guerre etc hanno formato un tessuto sociale simplettico, base per una società aperta a forme elaborate di potere nella quale ogni componente cerca di salvaguardare la sua libertà forgiando alleanze tattiche. 3. LA SCHIAVITÙ E LA COLONIZZAZIONE FRANCESE La conquista francese sopraggiunge quando le guerre, il commercio e la schiavitù sono al loro apice. I rapporti delgi amministratori coloniali sulla schiavitù ( 1894 e 1902) ne costituiscono testimonianze (anche se puramente indicativi visto l'imprecisione delle ciffre). Gli sbocchi principali dei traffici sono il vecchio mercato continentale e il nuovo mercato costiero che impega gli schiavi nella produzione dei prodotti richiesti della tratta. La riconversione dell'economia di tratta incoraggiò la schiavitù dove era rimasta limitata. A causa delle guerre e delle deportazioni di individui che esse comportano tra le regioni fornitrici dischiavie quele consumatrici, nel XIX s. la schiavitù si trova ripartita in modo molto disuguale. Questa grande variazione è dovuta alle diverse capacità di utilizzare una classe distinta di produttori e di stabilire con essa adeguati rapporti di produzione. La schiavitù ha svolto un ruolo primario nello sviluppo economico e politico della regione sahelosudanese e ha ancora conseguenze oggi. CAPITOLO SECONDO: ESTRANEITÀ 1. CONDIZIONAMENTO ALL'ESTRANEITÀ L'estraneità dello schiavo comincia con il suo esotismo e il suo valore aumenta con la distanza (fuga impossibile, elemento di alienazione). La distanza geografica prepara alla disanza sociale. Nel XIX s., quando si sviluppa la tratta africana tropicale, il trasferimento dei prigionieri resterà considerevole sebbene per essi non vi siano più sbocchi fuori del continente. L'economia schiavistica richiedeva un complesso e organizzato apparao di deportazione, commercializzazione, trasporto e mercati . 2. COSTITUZIONE DELLO SPAZIO SCHIAVISTICO La tratta europea inizia con uno schema che va generalizzandosi e organizzandosi a partire dal medioevo: una domanda esterna provoca la formazione di bande sul posto, poi di Stati predatori deditialla rapina, in modo continuativo o periodico,a danno di popolazioni sempre più lontane, dedicate a un modo di produzione domestico e vulnerabili. La loro difesa collettiva si basa su alleanze reseprecaie da conflitti fra clan. I racconti descrivono le rzzie come attacchi a sorpresa; altre popolazioni sottomesse sivedono imporretributi annuali in schiavi. Il stato generale di insicurezza che domina le zone sottoposte alle scorrerie favorisce la costituzionedi bande organizzate militarmente in modo di proteggersi e che dominano popolazioni contadine in cambio di questa protezione. → nuove formazioni politiche La schiavitù introduce un rapporto diretto tra una società schiavistica militare e le popolazioni predate, sul quale si fonda la crescita economica e sociale della prima. La schiavitù chiama dunque in causa: *società dove sono catturati gli schiavi, e che rappresentano l'ambiente nel quale essi vengono "prodotti" demograficamente ed economicamente; *società schiavistiche aristocratiche che dispongono di un apparato militare perlo sradicamento di questi esseri umani dal loro ambiente produttivo e riproduttivo; *società mercantili che controllano un apparato commerciale per lo smercio di prigionieri; *società mercantili consumatrici di schiavi =sistema sociale di produzione basato sul permanentetrasferimento di individui all'internodi questo spazio economico organicoe organizzato.

3. I RAPPORTI PRIMARI DELLA SCHIAVITÙ Per fare della schiavitù un sistema, occorre che vi sia contiuità nei rapporti schiavistici (anche se sembrano disuguali e brutali) e che essi si riproducano organicamente ed istutuzionalmente e il raporto padrone-schiavone è solo un sottoprodotto. I rapporti fra popoli razziati e popoli predatori permangono sulla base del non riconoscimento (inesistenza sociale e politica), conservando quindi un'alterità irriducibile necessaria alla preservazione del rapporto schiavistico, ne costit...


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