Riassunto Cambi Cap.5 PDF

Title Riassunto Cambi Cap.5
Course Lettere Classiche
Institution Università degli Studi di Palermo
Pages 7
File Size 118.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 3
Total Views 146

Summary

Riassunto cap.5 "le pedagogie del novecento"...


Description

CAP. 5

CAMBI

LA PEDAGOGIA CRISTIANA E IL PERSONALISMO Nel pensiero pedagogico del Novecento, dopo l'eclisse subita nel secondo Ottocento a causa dell'egemonia laica in campo educativo, si è gradatamente affermata una ricca e articolata presenza di orientamenti di matrice cristiana. Ciò è avvenuto, da un lato per la battaglia tra modelli di cultura laica e concezioni tradizionali, dall'altro per il nuovo atteggiamento assunto da molte comunità cristiane verso il mondo moderno ed i suoi ideali antropologici e sociali. Tanto il primo atteggiamento di sfida quanto il secondo di dialogo, hanno rilanciato una riflessione impegnata sul terreno dell'educazione. Le soluzioni non sono state certamente omogenee, anche se,almeno sul versante cattolico, sono state tutte profondamente influenzate dalla Chiesa che si è impegnata a definire gli elementi essenziali ed irrinunciabili di una educazione di orientamento cristiano. Al di fuori, però, dei principi generali comuni le differenze tra le varie posizioni pedagogiche ispirate al Cristianesimo sono state assai sensibili. Il magistero ufficiale della Chiesa rivolse una prima attenzione verso il problema educativo sotto il pontificato di Leone XIII che, mentre guardava con simpatia al rinnovamento della cultura teologica e ad una sensibilizzazione verso la questione sociale, riconfermava con vigore la dottrina tradizionale della Chiesa in materia educativa. La posizione cattolica si fece più rigida sotto Pio X, il papa dell'antimodernismo, che varò il testo da memorizzare al catechismo. 1929 Pio XI elabora il testo fondamentale della Chiesa romana in campo educativo, testo che è rimasto alla base di ogni esperienza pedagogica cristiana. L'enciclica ribadiva che non può darsi adeguata e perfetta educazione se non l'educazione cristiana che ha importanza suprema per le famiglie e per tutta l'umana convivenza dal momento che essa sola garantisce una formazione integrale dell'uomo in relazione al fine ultimo della salvezza eterna; accanto alla Chiesa ha ruolo fondamentale nell'educazione la famiglia, mentre allo Stato è attribuito un ruolo marginale di protezione della scuola e della famiglia. Il testo pontificio auspica un pluralismo di scuole della cui libertà lo Stato deve farsi garante e sostiene una concezione dell'educazione pubblica come operante in funzione di una delega della famiglia. Questo testo, inoltre, condanna molti aspetti dell'educazione moderna quali la coeducazione dei sessi e l'educazione sessuale, ispirate da un naturalismo pedagogico falso e pernicioso che si appella ad una pretesa autonomia del fanciullo contro ogni autorità. Solo con il Concilio Vaticano II le prospettive di fondo della pedagogia cattolica, a livello ufficiale, mutano sensibilmente; l'educazione non è vista più come un diritto della Chiesa, ma viene legata al suo dovere di apostolato e a tale compito deve partecipare tutta la comunità ecclesiale. L'educazione diventa opera di collaborazione ed il suo fine ultimo viene individuato nella formazione della persona umana in vista del suo fine ultimo; si approva, inoltre, una positiva e prudente educazione sessuale e un avvio alla vita sociale, pur ribadendo il diritto della Chiesa a dirigere le scuole.

Alla luce del magistero cattolico si sviluppano una serie di forme di educazione che privilegiano l'associazionismo, presso le parrocchie o le diocesi, per iniziativa di gruppi o in modo istituzionalizzato. Si crea, così, una rete formativa che vuole risvegliare la coscienza cristiana e incanalarla al servizio di una società nutrita dei valori cristiani; da questi movimenti riceve un impulso la stessa parrocchia che si anima di nuovi compiti e funzioni educativi. I pedagogisti e gli educatori cattolici hanno sviluppato in forme diverse la dottrina ufficiale della Chiesa in materia educativa, pur senza troppo allontanarsi dal sentiero delle direttive pontificie e della tradizione. Nel corso del Novecento un orientamento assai significativo di dialogo con la pedagogia laica è stato rappresentato da quell'indirizzo che viene denominato dell'attivismo cristiano i cui nomi più significativi sono stati Andrés Manjon in Spagna e Eugène Devaud in Svizzera. Manjon nelle sue “Scuole dell'Ave Maria”, elabora un modello di educazione popolare cristiana che recepisce le istanze fondamentali delle scuole nuove europee, quali un'educazione all'aria aperta e a contatto con la natura, la valorizzazione del gioco, anche come strumento didattico, ed il richiamo alla centralità del lavoro. L'esperimento educativo di Manjon si dirigeva, soprattutto, verso i figli del popolo che devono essere, ad un tempo, istruiti e formati, in particolare attraverso l'educazione religiosa, in vista della loro salvezza. L'opera di Devaud fu, invece, soprattutto teorica e nelle sue ricerche ricerche raccolte in “Per una scuola attiva secondo l'ordine cristiano” (1934) e “Il metodo Decroly e la pedagogia cristiana” (1935) si oppose tanto al naturalismo pedagogico, colpevole di non aver tenuto conto di tutti i bisogni e le finalità della vita del soggetto umano comprimendo le sue più genuine esigenze spirituali, quanto al tecnicismo attivistico che risulta incapace di trasformare l'educazione in un effettivo processo di vita. Nelle sue proposte costruttive, però, Devaud non si allontana troppo dalle posizioni tradizionali della pedagogia cristiana, in quanto riconferma • la superiorità del maestro sull'allievo poichè più cosciente dei valori • il ruolo positivo dell'autorità L'integrazione tra attivismo e cristianesimo proposto da Devaud appare assai significativa per lo spazio di aggiornamento da parte del versante pedagogico cattolico che esso manifesta. Tuttava, lo sforzo più importante e organico per affermarsi come caratterizzata da una forte autonomia teorica ed in vista di una sintesi superiore rispetto alle correnti della pedagogia contemporanea, fu compiuto dalla pedagogia cristiana con il personalismo. Questo indirizzo pedagogico, tende a sviluppare una concezione totale dell'esperienza educativa, ponendo come centrale la dimensione dei valori, oggettivi e trascendenti, e vede attuarsi l'unità concreta tra valori ed esperienza nell'ambito della persona. Se la persona è valore radicato nella trascendenza, oltre che una realtà primaria nell'ordine esistenziale, il compito del personalismo, anche pedagogico, è quello di affermare il valore della persona, realizzarlo interamente in ogni ambito della vita.

Tuttavia, pur nell'unità della prospettiva fondamentale, gli approcci e gli sviluppi della pedagogia personalistica sono stati, nell'ambito cattolico, abbastanza articolati e difformi come dimostrano • l'orientamento neokantiano di Forster ed Hessen • l'orientamento neotomista (San Tommaso) di Maritan • l'orientamento esistenzialista di Mounier • l'orientamento eclettico degli Italiani come Stefanini, Catafalmo e Casotti Forester, formatosi a Berlino, fu profondamente influenzato dalla filosofia neokantiana e dagli ideali politici del socialismo. Tra le sue opere ricordiamo: • Dottrina della gioventù (1904) • Scuola e carattere (1907) • Autorità e libertà (1910) • Cristo e la vita umana (1921) Nelle sue opere conduce una serrata polemica contro la pedagogia tedesca, che dall'età di Bismarck si è allontanata dal suo spirito fondante approdando al nazionalismo e al militarismo, come pure una difesa dell'educazione in vista di una formazione universalmente umana dell'uomo che trova nell'etica il proprio momento fondamentale. L'etica, in quanto formazione del carattere, si definisce, secondo la tradizione del rigorismo kantiano, come un impegno rivolto verso valori trascendenti che trovano la loro fondazione nel divino. La pedagogia si definisce, quindi, attraverso l'indissolubile legame con la filosofia e la teologia e congiunge i problemi di tecnica scolastia ai problemi fondamentali della vita. La prospettiva sostenuta da Foster è quella di un'educazione integrale legata ad una valorizzazione dell'Ideale, che implica profonde trasformazioni anche nella pratica educativa, come • la coeducazione dei sessi • l'affermazione dell'importanza dell'educazione fisica e del lavoro • l'impegno sociale della scuola Opponendosi alla moderna pedagogia della libertà sostiene il valore dell'obbedienza, in quanto solo l'obbedienza educa il fanciullo a subordinare i propri impulsi disordinati ad un principio superiore, ovvero fare di una individualità una personalità. Il personalismo di Foster, fondato sull'appello alla responsabilità e all'impegno sociale vuole porsi soprattutto come orientamento capace di risolvere la crisi spirituale contemporanea, connessa all'esasperato individualismo del soggetto. Hessen si formò a contatto con la filosofia dei lavori che sottolineava la eternità e supremazia dei valori, ma soprattutto la loro unità fondamentale. Sue opere rimaste famose sono: • Fondamenti della pedagogia (1923) • Scuola e democrazia (1929) • Struttura e contenuti della scuola moderna (1933 – 1937) • Pedagogia e mondo economico (1949)

Egli tramanda un'immagine della pedagogia come teoria della cultura, rivolta a rendere partecipe l'individuo ai valori del gruppo sociale, ma, in particolare, di quelli spirituali che vengono vissuti nell'intimità della coscienza. Tale processo formativo esige un impegno creativo da parte del soggetto, oltre che un'apertura verso gli altri, e si definisce come un'autoeducazione della personalità, rivolta ad ascoltare il richiamo dei valori spirituali e a realizzarli nella vita. In tale prospettiva la pedagogia si caratterizza come una filosofia applicata che si alimenta delle varie scienze educative, ma che trova la propria organizzazione complessiva nella filosofia, intesa come teoria della morale e teoria della cultura. Tali convinzioni conducono Hessen a contrapporsi nettamente agli indirizzi dominanti nella pedagogia contemporanea,quali naturalismo biologico e sociologismo, accusati di allontanarsi da una concezione armonica ed integrale della personalità e mostrarne una rappresentazione unilaterale. Secondo Hessen l'educazione della persona deve promuovere una nostalgia dei valori che egli, richiamandosi a Platone, definisce Eros, ovvero amore per i valori e desiderio di realizzarli. Da questi presupposti, Hessen porta avanti anche una interpretazione della scuola contemporanea, sottolineando l'aspetto democratico e vedendola rivolta all'obiettivo di innalzare il limite dell'obbligo scolastico, attraverso la scuola unica, problema che infatti è stato posto al centro dei dibattiti educativi sia in Europa che negli Stati Uniti. Nella scuola correttamente democratica l'insegnamento deve avvenire secondo il principio di struttura che implica la presenza di tre caratteri fondamentali, il tutto, la gerarchia e l'autonomia, in ogni tipo di apprendimento. Maritain, legato nella sua elaborazione filosofica ai principi dell'antimoderno e dell'umanesimo integrale, oltre che alla ripresa del tomismo, ha svolto le sue riflessioni pedagogiche in due opere che appartengono alla piena maturità del suo pensiero e che riprendono la polemica contro il mondo moderno e la sua cultura e la teorizzazione di una concezione integrale della persona : • L'educazione al bivio (1943) • L'educazione della persona (1959) Secondo Marritain,la pedagogia deve, innanzitutto, ritrovare il proprio fondamento nella metafisica ed ispirarsi ad una visione della persona che mette in rilievo soprattutto il suo rapporto con i valori spirituali. L'educazione ha • un fine primario ►far conoscere la verità e sviluppare la capacità di pensare e di giudizio personale • un fine secondario ► subordinato al fine primario, assicurare la trasmissione dell'eredità di una data cultura In questa prospettiva umanistica, ma non naturalistica, l'educazione deve essere liberale e per tutti, ovvero orientata verso la sapienza, centrata sull'umanità, mirante a sviluppare negli spiriti la capacità di pensare con rettitudine e di godere della libertà e della bellezza; questa educazione liberarale dovrebbe protarsi fino a 18 anni e trovare il proprio centro nella filosofia e nella letteratura ispirandosi anche all'idea cristiana dell'uomo valorizzando una severa disciplina e un sano timore volti a perfezionare le

virtù naturali attraverso l'amore di Dio. Il personalismo di Mounier, rivolto a realizzare un ideale di uomo totalmente impegnato sia verso la storia sia verso i valori spirituali, manifesta una esplicita valenza pedagogica. Prima di tutto questa concezione dell'impegno deve avere le sue incidenze sull'educazione tradizionale negli ambienti dove sussiste la formazione dell'uomo spirituale, favorendo uno sviluppo dell'educazione in senso comunitario. La rivoluzione personalista è, infatti, essenzialmente, una trasformazione educativa volta a incrementare nel soggetto umano responsabilità, creatività e capacità di partecipazione sociale, attraverso l'armonizzazione delle tre tensioni che lo compongono, verso il basso: corpo, verso l'alto: spirito, verso il largo: comunione, all'interno di una determinata situazione storica che va accettata e sviluppata attraverso l'intervento dell'uomo persona. La pedagogia di Mounier pone al centro il momento dell'amore, visto come incontro genuino con l'altro uomoe impegno nella prospettiva di un dialogo costruttivo e comune, e quello dell'attività integrale, vista come il momento del fare donandosi agli altri. Tale uomo nuovo, che è compito dell'educazione elaborare, viene affermato come il modello a cui le stesse istituzioni educative e istruttive devono guardare e si caratterizza per il forte impegno personale rivolto a realizzare la propria integrale natura attraverso la formazione del carattere con un esercizio costante della volontà. Anche i pedagogisti italiani che si sono ispirati al personalismo hanno rivelato, all'interno di uno schieramento ideologicamente unitario, posizioni teoriche abbastanza differenziate. Luigi Stefanini è stato prevalentemente un filosofo, di orientamento spiritualista platonizzante, che ha fissato le linee fondamentali del suo pensiero nella sua opera Metafisica della persona (1950), ed ha toccato il problema pedagogico solo di scorcio. Muovendo da un'accentuazione della singolarità della persona, oltre che dalla sua unità metafisica, Stefanini propone un modello di educazione come maieutica della persona che vede al centro la figura del maestro quale guida intellettuale e morale del fanciullo e protagonista di ogni sperimentazione didattica. Mario Casotti muove da una concezione radicalmente pessimista dell'uomo e del fanciullo,segnato dal peccato originale e bisognoso dell'intervento della grazia. L'educazione dell'uomo come persona si compie quindi attraverso una limitazione della libertà e un rigorismo severo che conducono il fanciullo a trovare i valori superiori della vita che coincidono con quelli religiosi. Giuseppe Catalfamo si è richiamato ad un personalismo aperto che si ispira alla lezione di Mounier ed assume una comprensiva apertura critica verso l'attivismo, sottolineandone in particolare l'esigenza di socialità nell'educazione, anche se poi il suo personalismo teorizzato come processo di autoeducazione appare frenato da una concezione più tradizionale del rapporto educativo nel quale il maestro appare come figura dominante. Giuseppe Flores d'Arcais ha rivendicato alla pedagogia un impegno teorico che deve esplicitarsi come teoria della persona. Tale teorizzazione risulta adeguata soltanto nel Cristianesimo che spiega la persona dell'uomo richiamandosi alla Persona Divina e sviluppa un progetto educativo che valorizza il soggetto umano come fine in sé. Nell'ambito della pedagogia cattolica, durante il Novecento, si sono levate però anche

alcune voci di vivace dissenso rispetto alle posizioni ufficiali della Chiesa e delle teorie che ne hanno accompagnate e sostenute le rivendicazioni educative. Agli inizi del secolo si colloca quella crisi modernista che aveva auspicato un incontro più ristretto tra cattolicesimo e mondo moderno. In campo pedagogico alcune delle istanze fondamentali del modernismo furono raccolte da Laberhonnière nel suo saggio Teoria dell'educazione (1901). Egli sviluppò una concezione della pedagogia cattolica ispirata ai principi della solidarietà e della collaborazione alla luce dei quali interpretava il momento stesso dell'autorità, centrale in ogni incontro educativo, in quanto caratterizzato dalla carità, sottolineando con ciò l'importanza della libertà dell'allievo. L'educatore cristiano deve concorrere a formare coscienze libere, in modo che i pensieri e le credenze che loro ispira, si producano in esse quasi frutto di vita in tutto e per tutto personali; la stessa dottrina rivelata deve essere insegnata in maniera personale e viva. Un posto centrale in tale modello educativo viene occupato dalla formazione morale, che si compie in una lotta tra carne e spirito, nella quale si inserisce anche l'elemento religioso che deve suscitare un'adesione interiore e uno sforzo personale volontario da parte dell'allievo. Il ruolo che Laberthonnière riconosceva alla libertà e l'accento che egli pone nella partecipazione individuale mettevano la sua teoria educativa in sensibile contrasto rispetto alle posizioni ufficiali della Chiesa. Attorno al 1945 si ebbe, con Nomadelfia, una comunità educativa fondata a Fossoli da don Zeno Saltini e trasferitasi poi presso Grosseto, un'esperienza pedagogica alimentata da spirito profetico e da forte suggestione utopiche, che la collocano in posizione di aperto dissenso rispetto alle direttive della politica educativa cattolica del dopoguerra. Nomadelfia si ispira al modello della famiglia, piuttosto che a quello della scuola; i suoi obbiettivi sono di ridare la famiglia ai minorenni e di realizzare tra le famiglie un connubio volontario di giustizia. Ispirandosi ai principi del personalismo comunitario di Mounier, Nomadelfia si afferma come comunità educante nella quale l'istruzione coinvolge tutti i suoi membri, minori ed adulti, in uno sforzo di educazione permanente. Nella comunità si cerca di realizzare il ritorno dei cristiani allo Spirito del Vangelo. Fu soprattutto nei tardi anni Sessanta, dopo la conclusione del Concilio Vaticano II che aveva aperto nuove prospettive pastorali e sperimentazioni anche in campo telogico, che presero forma ed ebbero larghissima eco alcune esperienze di comunità ecclesiali che vennero impegnandosi anche sul terreno pedagogico. Alla base di queste esperienze va riconosciuta l'influenza dell'opera di don Lorenzo Milani che già negli anni Cinquanta, nella diocesi di Firenze, aveva avviato linee di pastorialità più aperte e socialmente impegnate e che, nel giugno 1967, aveva dato alla stampa la celeberrima Lettera a una professoressa che voleva essere tanto un'accusa contro la scuola pubblica perchè discriminatoria e classista, quanto un manifesto di istruzione alternativa comunitaria e di tutti. Miani rimprovera alla scuola il gran numero di ragazzi che perde con la bocciatura e il suo non tornare a cercarli.

Contro questa scuola don Milani fa alcune proposte radicali: • non bocciare • ai meno dotati fornire più ore di lezioni • agli svogliati dare uno scopo per interessati Per realizzare questa scuola alternativa don Milani esige l'impegno sia dello Stato ed intende che essa assuma un fine giusto, quello di dedicarsi al prossimo, diventando cioè una esperienza di collaborazione tra i ragazzi e di una solidarietà sociale fondata sulla giustizia. Anche i contenuti di questa scuola devono trasformarsi, devono legarsi al sociale e anche al politico, prendere le distanze da una tradizione aulica e letteraria pur offrendo al ragazzo gli strumenti per possederla e giudicarla. Un ruolo fondamentale viene così ad assumere l'educazione linguistica che deve conferire chiarezza al pensiero ed efficacia logica e comunicativa all'esposizione verbale o scritta. Certamente l'utopia pedagogica di don Milani sono presenti alcuni limiti e palesi insufficienze che riguardano sia il non aggiornamento della sua didattica o la marginalità in cui vengono mantenute le scienze, ma la sua denuncia resta un fatto centrale nella pedagogia italiana contemporanea e il suo modello alternativo di scuola si mostra ampiamente suggestivo....


Similar Free PDFs