Riassunto cavalieri e cavalleria nel medioevo PDF

Title Riassunto cavalieri e cavalleria nel medioevo
Course Filologia Romanza
Institution Università degli Studi di Messina
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riassunto del libro...


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PREMESSA La cavalleria e’ prima di tutto un mestiere, che viene esercitato, al servizio dei loro comandanti, dei loro signori o del loro re, da guerrieri scelti che combattono a cavallo. I particolari metodi di combattimento di questa cavalleria pesante la trasformano ben presto, a causa dell’elevato costo delle armi e dell’addestramento di cui ha bisogno, in un’elite aristocratica. Al vecchio codice deontologico della cavalleria guerriera dei primi tempi, basato sul dovere dell’ubbidienza al proprio signore, sul coraggio e sull’efficienza nel combattere, sono andate a mescolarsi le responsabilita relative alla difesa del paese e dei suoi abitanti, alla protezione dei deboli, delle vedove e degli orfani: responsabilita derivate dall’antica ideologia regia, che la Chiesa ha trasferito dai re ai cavalieri allorquando, in eta feudale, il declino del potere centrale ha fatto emergere il potere effettivo dei vari signori locali e dei loro cavalieri. Tale ideale ha ispirato anche la letteratura e ha fornito attraverso i suoi eroi, modelli di comportamento che hanno contribuito a formare l’ideologia cavalleresca.

CAPITOLO PRIMO 1-Terreno romano e sementi germaniche (III-IV sec) La cavalleria e’ preossoche assente in Occidente prima dell’ XI o XII secolo. Occorre pero tralasciare una panoramica delle modificazioni che ne hanno permesso la nascita: Nel periodo preso in considerazione in questo capitolo (III-IV sec) tre sono gli attori principali: -L’impero romano che costituisce il substrato culturale e fornisce la base demografica dell’Europa occidentale; -I popoli germanici che vi si introdussero, piu o meno pacificamente, prima di assumere il controllo politico -Il cristianesimo che fini per permeare entrambe le entita. Augusto fonda l’ordine equestre per contrastare il potere delle famiglie senatorie ostili. In questo modo l’amministrazione di militarizza e le funzioni pubbliche e civili si improntano sul modello dell’esercito. Con Costantino:  i membri dell’ordine equestre si fondono con l’aristocrazia senatoria.  Non vi e’ piu una separazione tra poteri civili e poteri militari in quanto i generali dominano l’amministrazione civile.  L’elemento barbarico nell’esercito e’ sempre piu importante Ci si orienta ormai verso un doppio sistema di protezione:  da un lato, alle frontiere, si aumenta il numero delle legioni  dall’altro, all’interno dell’impero, si crea un esercito formato da truppe scelte stanziate nelle citta, pronte ad affrontare gli invasori.

Questi due eserciti in progresso di tempo si sono fortemente germanizzati, favorendo un’interpenetrazione pacifica tra i due popoli, ancor prima delle cosiddette “invasioni germaniche”. La barbarizzazione dell’esercito si intensifica per due semplici motivi:  Da un lato i romani rifiutavano il servizio militare, che consideravano un peso insopportabile  Dall’altro, al contrario, i germani, che eccellono nella guerra, ambiscono a questi incarichi per i quali vengono addestrati fino dall’infanzia.  Non esiste dunque ne’ continuita ne’ filiazione fra i “cavalieri” romani, membri di un ordine equestre ormai fusosi nell’aristocrazia senatoria, e la cavalleria medievale, il cui carattere militare e’ originario. E’ possibile invece vedere proprio in quest’aristocrazia romana l’origine di almeno una parte dell’aristocrazia medievale, la futura nobilta. Non si puo cercare neanche nell’esercito romano un antenato della nostra cavalleria. A Roma la cavalleria non assume un carattere tradizionale, e meno ancora onorifico. Se in questo campo vi fu qualche progresso, fu dovuto ai barbari che poco a poco si infiltrarono a Roma e ne diventarono padroni. Vi sono alcuni segni che denotano un’alterazione della concezione dello Stato romano alla fine della sua esistenza. Tali segni esprimono l’onnipresenza quasi ossessiva dei problemi militari che prefigurano la formazione di una nuova societa:  



La crescente barbarizzazione dell’esercito. La societa rifugge lo stato che la grava di tasse. Per sfuggirvi, numerosi piccoli proprietari rurali liberi, rovinati oppure sfruttati, vendono le loro terre a potenti o le riprendono in affitto da costoro, entrando cosi alle loro dipendenze come coloni in una condizione simile alla schiavitu. Altri uomini liberi, contadini o artigiani per sfuggire alla leva o alle tasse, come pure all’insicurezza portata dal brigantaggio, si rifugiano nella VILLA (residenza rurale al centro di una grande proprieta) di un “grande” ricco proprietario fondiario. Questi contadini liberi entrano cosi nella cerchia dei loro fedeli, che implica la prestazione di servizi. I grandi proprietri terrieri possono cosi crearsi, grazie ad una parte dei loro protetti, vere e proprie clientele armate, guardie private che ubbidiscono.

Questi legami di dipendenza e privatizzazione del servizio miltare li ritroveremo poi nella societa medievale e qui porteranno alla nascita della cavalleria. 2- i valori germanici E’ nel mondo germanico che si manifestano le tracce embrionali della futura cavalleria. Ad esempio nel rito del Compagnonnage guerriero, che prevede la consegna delle armi e l’entrata del giovane in questione nel comitatus, antisegnano della societa feudale. La societa germanica, al contrario di quella romana, e’ una comunita di guerrieri, che esaltano le virtu militari e l’uso delle armi: alla spada veniva attribuita una grande sacralita. Il cavallo era venerato.

3- L’influenza della Chiesa La Chiesa delle origini giudicava la professione di soldato incompatibile con lo stato di cristiano. Le cose si evolvono con Costantino che accorda ai cristiani lo statuto di religione riconosciuta (Editto di Milano, 313). Da questo momento le conversioni di massa si moltiplicano. Teodosio, poi, con l’editto di Tessalonica (380) proclama il cristianesimo religione di Stato, e proibisce le pratiche pagane. Agli occhi della maggior parte dei cristiani, meravigliati da questo brusco passggio dalla persecuzione al favore, l’imperatore appare ora come un’opera di Dio. Le tendenze pacifiste e antimilitaristi diventano a questo punto sospette. Le autorita ecclesiastiche adottano deliberatamente un atteggiamento favorevole al servizio militare. Resistere alle invasioni diventa legittimo. Esse sono considerate come il castigo di Dio per mettere fine al nuovo mondo con un diluvio di popoli che maneggiavano il ferro e il fuoco. La guerra rimane sempre un male, ma a volte e’ un male necessario. La religione pagana praticata da queste popolazioni, non e’scoparsa per lasciare il posto a quella nuova (cristianesimo), ma vi si e’ mescolata, fusa. I barbari cristiani rimasero guerrieri nell’anima e nei fatti. La loro cultura rimase guerriera. Questa societa e’ ava della cavalleria. E’ al suo interno che si sono formati degli ideali che finirono per unirsi: l’ideale evangelico di una religione cristiana, e quello dei valori guerrieri di una societa germanica pagana.

CAPITOLO SECONDO Il radicamento (VI-Xsec.) 1-La fine dell’impero in Occidente Vi e’ un’onnipresenza di capi miltari germanici alla testa di truppe romane composte soprattutto di soldati barbari: sono i soli in grado di difendere l’impero. Sono istallati sulle frontiere con il sistema della federazione. All’unita romana, piu fittizia che reale, cominciano a sostituirsi in tutta l’Europa Occidentale, monarchie che si trasformeranno in regni: Anglo-Sassoni in Gran Bretagna; Ostrogoti in Italia; Visigoti in Spagna e Aquitania; Burgundi nella regione fra il Rodano e le Alpi Alamanni piu a nord, fino al Danubio, Franchi fra la Somme e il Reno. Quest’ultimi sono i piu importanti per il nostro scopo. Sranno i futuri dominatori dell’Europa ed e’ proprio presso di loro che si sono formate le strutture sociali che porteranno alla nascita della cavalleria.

2- Dall’impero romano all’impero carolingio L’instaurazione delle monarchie barbariche porta, in Francia, all’affermazione del potere dei Franchi sotto la dinastia merovingia, soppiantata alla meta dell’VIII sec dalla dinasta pipinide (da Pipino di Heristal), per giungere alla grande figura di Carlo Magno. Sotto Carlo Magno la cavalleria pesante comincia a sostituire la fanteria, per meglio contrastre la minaccia delle incursioni dei saraceni, normanni e ungari. Clodoveo re dei franhi compie la prma unificazione: -fanti con solide qualita guerriere -I Franchi sono rimasti i soli pagani La conversione di Clodoveo al cattolicesimo e’ un evento molto rilevante. Il sovrano segue questa direzione perche non e’ nel suo interesse inamicarsi il clero dei territori che controlla. Clodoveo, convertendosi, diventa un nuovo Costantino, fondatore della regalita franca e cattolica. Cio non significa che il sovrano sia sottomesso alla Chiesa. Al contrario si pone come il continuatore dell’impero romano realizzando una fusione sociale. La concezione politica merovingia e’ quella di un unico regno governato da molti re appartenenti alla medesima dinastia: in diversi campi, il regno franco presenta aspetti piu di continuita che di rottura con l’impero. In questo periodo vengono anche introdotte nuove caratteristiche della gestione del potere e dell’esercito.

3- sovranita e aristocrazia Per governare –oltre ai suoi compagni, fra i quali scegli i piu fidati-, il re ha bisogno della partecipazione delle potenti famiglie locali, sia germaniche che autoctone e particolarmente di quelle gallo-romane. Clodoveo e i suoi successori giocano dunque dal principio la carta della collaborazione che poco a poco conduce ad una fusione tra le due aristocrazie. Il problema non e piu etnico ma politico. Il potere del re deve ormai esercitarsi sull’insieme di popolazioni diverse che compongono la Gallia. Il solo a potergli assicurare questo potere e’ L’ESERCITO. Per disporre di tale forza, il re merovingio moltiplica, da un lato, i personaggi a lui legati da uno speciale vincolo di fedelta. D’altro canto il re cerca di estendere il servizio militare a tutti gli uomini liberi del regno, ivi comprese le popolazioni galloromane, di cui lega a se’ l’elite con la distribuzione di terrre, esigendo dai suo membri un giuramento di fedelta. Il reclutamento fra i barbari compete a tutti gli uomini liberi che devono servire il re con le proprie armi e a proprie spese, per tutta la durata della spedizione. I poteri dell’aristocrazia, fondati sulla proprieta della terra, sono diventati considerevoli, anche sul piano militare. A imitazione dei re, che si sono circondati di una milizia personale, i “grandi” hanno costituito a loro volta truppe di guerrieri domestici o clienti. Il termine VASSUS- che si imporra come definitivo per questi

personaggi- finisce per caratterizzare principalmente i servitori armati dei potenti, ossia la loro guardia privata o la loro scorta. Fra i Merovingi, le truppe convocate ogni anno sono ancora composte in maggioranza da pedoni. Tuttavia, forse a imitazione dei suoi avversari Saraceni, Goti, Avari, l’esercito franco si dota di una forza a cavallo. Questi guerrieri sono piu costosi e il re li recluta in special modo fra i grandi e i loro seguiti armati. L’equipaggiamento, la cavalcatura e il mantenimento degli armati a cavallo sono infatti a loro carico per tutta la durata della spedizione, di solito tre mesi. Con l’invenzione della STAFFA, siamo appena all’inizio dell’evoluzione che fara della tecnica del combattere a cavallo la regina delle battaglie medievali. Le modificazioni avvenute in questo periodo implicano anche alcune considerazioni di ordine militare. Per procurarsi guerrieri, nel momento in cui le conquiste di diradano e le vittorie, piu rare, non rendono i piu, i re merovingi sono stati spinti a dilapidare le proprie sostanze per assicurarsi servigi di “fedeli’ in armi: essi “acquistavano” il servizio di costoro con la distribuzione di terre, finendo cosi per impoverirsi. L’aristocrazia al contrario, si ritrovava rafforzata e le sue alleanze risultavano piu dubbie, in quanto rischiavano di abbandonare il re per rivolgersi verso altri. Nascono i regni di Aquitania, Borgogna Neustria e Austrasia che hanno una mentalita molto diversa tra loro e una forte presenza territoriale delle grandi famiglie aristocratiche che si considerano l’espressione dei regionalismi e e impongono la presenza di un maestro di palazzo, a fianco del re. La funzione del maestro di palazzo finisce per diventare ereditaria con la famiglia austrasiana dei Pipinidi, che governa di fatto. Il medesimo errore dei sovrani merovingi avrebbe potuto riprodursi anche nella nuova dinastia dei pipinidi/carolingi. Carlo Martello, pero, realizzo un altro metodo per procurarsi la fedelta senza intaccare le proprie immense risorse fondiarie personali: dota i suoi fedeli di terre ecclesiastiche: la Chiesa ne ha la nuda proprieta e vengono concesse in precaria (usufrutto) a chi le riceveva, in cambio della prestazione di servizi soprattutto militari, cosi diventavano vassalli del re. Fino a quel momento, la concessione di terre a vassalli come remunerazione per il servizio di guerra era stata assai rara al di fuori dell’ambito ecclesiastico. Carlo Martello e’ il primo a generalizzarla. 4- Chiesa e potere Nel 739 Gregorio III rivolge un appello ai maestri di palazzo contro i longobardi. In seguito il pontefice decide, perche l’ordine non venga turbato, di fare re Pipino, che viene unto e consacrato da Bonifacio: colpo di stato. Esiste una convergenza di interessi tra il papato e la dinastia carolingia. I due figli di Pipino, Carlo e Carlomanno, sono consacrati dal papa e nominti patrizi dei romani. Con Carlo i legami col papato si rafforzano ancora di piu, fino all’incoronazione imperiale avvenuta la notte di Natale dell’800.

Questo evento: - dilata la frattura fra Oriente e Occidente - e’ lo stesso Cristo a trasmettere il potere agli imperatori tramite il papa - conferma dell’autorita del sovrano franco in Italia, su Roma e sul suo vescovo Vengono valorizzati i soldati che combattono per gli interessi della Chiesa e vi e’ uno scivolamento progressivo verso la sacralizzazione di alcune guerre. Si sviluppa un’ideologia imperiale che fa del sovrano consacrato il protettore di deboli, vedove e orfani, il difensore della cristianita e della chiesa e laguida del popolo verso la salvezza. 5- vassallaggio e servizio militare L’impero carolingio e’ ben noto nella collettivita per molte cose tra cui la “rinascita carolingia”, ma anche e forse soprattutto per sue conquiste e per la potenza dei suoi eserciti. Uno dei principali ”servizi pubblici” richiesti era quello del servizio militare. Per ottenere guerriere ben equipaggiati, e soprattutto cavalieri con armamento pesante, Carlo Martello aveva concesso loro in precaria terre ecclesiastiche. Associando in questo modo la concessione di una terra a certe prestazioni militari, Carlo non innovava completamente, in quanto questo procedimento era gia in uso presso gli istituti ecclesiastici. Vescovi e abati, con tali concessioni che piu tardi si diranno infeudazioni, si erano gia provvisti di “milizie” ossia di rilevanti scorte militari. Carlo Martello, dunque, non ha fatto altro che utilizzare, in nome dello Stato, le ricchezze terriere della Chiesa. Oltre ai vassalli diretti dell’imperatore, i conti convocano anche i contingenti destinati all’esercito regio composti dai propri guerrieri, cosa che fanno anche i vescovi e gli abati. A partire da questo secolo la cavalleria pesante assume un’importanza sociale e militare crescente. L’equipaggiamento diventa allora piu costoso. I guerrieri, anche quelli a cavallo, non appartengono comunque tutti ai grandi, ai nobili o ai vassalli dotati di vaste proprieta. CAPITOLO TERZO Principi, signorie e cavalieri (X-XI sec.) Con la morte di Carlo Magno inizia il declino dell’impero carolingio: scontri armati e formazione dei grandi regni di Borgogna, Italia, Francia e Germania. Nella sua parte occidentale l’impero carolingio si e’ cosi trasformato in un mosaico di grandi principati territoriali che raggruppano molte contee, e infine di signorie autonome che governano le popolazioni dei dintorni basandosi sui castelli e sugli uomini in armi, i milites. Proprio tutto questo annuncia il tempo della cavalleria.

2- il peso delle invasioni Dalla fine del IX sec., con il pretesto di governare in nome del re, alcuni conti e duchi si creano dei principati, entita politiche coerenti; all’interno di essi, conti e duchi assumono ben presto il titolo di “princeps” che traduce la loro volonta di autonomia politica. -affermazione dei regionalismi -seconda ondate delle invasioni (saraceni, normanni e ungari) I castelli sono le sedi locali del potere pubblico piu possibili luoghi di rifugio per le popolazioni locali. Vassallaggio Doveri negativi: non nuocere al signore al quale il vassallo ha giurato fedelta, perche rappresenta l autorita pubblica delegata Doveri positivi: fornire al proprio signore consiglio e aiuto per apparire degno con il servizio militare, assistenza finanziaria ecc. Anche il signore deve fare lo stesso col suo fedele Ovunque si impone l’idea che il servizio armato sia la ragione d’essere della concessione delle terre. 3- dai principati alle signorie Assistiamo al moltiplicarsi dei castelli e la crescente comparsa in molteplici tipi di testi, di personaggi chiamati milites. Sono proprio costoro che formano cio che la lingua romanza definira ben presto cavalleria. Castrum (borgo fortificato) e castellum (castello) custoditi da un castellano, che esercita nel nome del conte il potere di banno e ha una guarnigione permanente di guerrieri (milites castri): spesso i castellani diventano signori autonomi e impongono alle popolazioni dei dintorni la loro autorita. -Molte signorie si creano dalla carica di advocatus (principe laico in protezione delle abbazie) - molte chiese e molti monasteri diventano fortezze e reclutano milites ecclesiae -la signoria fondiaria cerca di estendere i suoi diritti anche agli abitanti non vincolati a loro e diventa cosi signoria di banno. Ormai chi giudica il residente non e’ piu il conte ma il signore locale poiche ne ricava prestigio, reverenza, timori e guadagni. All’autonomia dei principi e dei conti acquisita nel X sec, subentra cosi quella dei signori. Dominati da questo signore che veglia su di loro e li osserva dal suo castello, gli abitanti della signoria locale, siano essi liberi o servi, prendono a poco a poco l’abitudine di pensare che il potere, che proviene da Dio, e’ esercitato a livello locale, dai signori che con l’appoggio dei milites, dentengono il potere di giudicare, comandare e punire e costringere. Lo sviluppo crescente della signoria non e’ generalizzato.

4- signori locali e milites Con la fioritura dei castelli, i punti di radicamento delle famiglie aristocratiche si sono moltiplicati; il nomadismo che le portava a vagare da un possedimento all’altro ha avuto termine. L’esercizio delegato poi usurpato del potere pubblico da parte di questi lontani discendenti dell’antica aristocrazia accresce la loro ricchezza, il loro potere, portandoli ad affermare la dignita e l’individualita del loro casato, nell’eccezione ormai ristretta della famiglia. Per conservare attraverso l’eredita gli honores, o il castello, le famiglie hanno preso l’abitudine di far sposare solo il figlio primogenito, erede della gran parte dei beni familiari e successore del proprio padre nella signoria. Viene cosi prediletto il lignaggio paterno. Da cio derivano gravi conseguenze sociali e umane. I cadetti di famiglia, privati dei beni propri, vivono alla corte del fratello o piu spesso dello zio, e vengono nutriti da costui in uno stato di semidomesticita che li avvicina ai vassalli. Privi di moglie, essi coltivano nelle corti amori illegittimi e vi generano figli bastardi. E’ in questo ambiente di giovani, in quanto non sposati, non sistemati, in cerca d’identita, di dignita, turbolenti e frustrati, che si creano le nuove ideologie cavalleresche, dirette contro chi possiede tutto, ovvero i loro padri e i loro parenti. Questi giovani predicano l’esaltazione dell’avventura, la ricerca della gloria, l’amore cosiddetto “cortese”. L’incastellamento produce una doppia frattura: - nella societa laica, separa chi esercita il banno (milites) da chi vi e’ sottomesso (i rustici) - Nell’aristocrazia, separa i detentori di fortezze (domini) da chi li serve (milites), a l...


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