Riassunto Curtius - Letteratura europea e medioevo latino PDF

Title Riassunto Curtius - Letteratura europea e medioevo latino
Author Annalisa Silocchi
Course Cultura classica ed europea
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

Riassunto del libro di Ernst Curtius, una delle opere consigliate dal prof. Milanese in aggiunta al programma di Cultura Classica ed Europea....


Description

ISTITUZIONI CULTURALI E LETTERARIE EUROPEE Ernest Robert Curtius – Letteratura europea e Medio Evo latino 1) LETTERATURA EUROPEA Conoscenza della natura : grandissimi progressi visibili dal 19°secolo fino ad oggi. Conoscenza storia : progressi meno visibili che però modificano le forme di pensiero durante il processo conoscitivo, e portano ad un ampliamento e chiarificazione della coscienza. Peggior nemico del progresso morale e sociale = ristrettezza della conoscenza e inerzia intellettuale. Al progresso della conoscenza storica si partecipa solo con un atto di libera scelta. (esempi di lavoro scaturito da problematiche: Agostino, Machiavelli, Hegel, Nietzsche, Germania…) Archeologia = reperti (papiri) -> l’approfondimento dello storicismo diventa essenziale per l’europeismo. Toynbee – Pensiero storico contemporaneo -> studio sulle culture : le società, o culture, sono solo 21. Le culture emergono o soccombono messe alla prova con i problemi dell’umanità. (esempi città greche, Roma-Cortagine). Ogni cultura è unica, sceglie il comportamento. Movimenti culturali – isolati e indipendenti (Maya, Creta, ecc..) – dipendenti tra loro, uno continua a vivere nell’altro (cultura classica-cultura occidentale, cultura della Siria-cultura araba, ecc..) -> movimento non di progresso, ma di ASCESA. Europa : sarebbe solo un’indicazione geografica se non si considerasse il significato storico. Forma poetica molto vicina al concetto dello storicismo (Toynbee) -> la fantasia crea la narrazione, la fantasia creatrice è funzione primaria dell’uomo. Henri Bergson = con l’intelligenza nasce la superstizione -> la funzione fabulatrice è necessaria allo sviluppo della vita umana. (questa converge anche nel cristianesimo) Punto debole della teoria : derivazione solo da fattori biologici -> Scheler la supera : alcuni apparati si sono evoluti a una funzione extrabiologica. Funzione fabulatrice = fonte di tutte le grandi opere poetiche, in generale della Letteratura Europea. Quando inizia la letteratura europea? 1500 (quella nei volgari), quella prima non viene considerata europea perché in Latino. Ma è un errore: la letteratura dell’Europa moderna nasce da quella dell’Europa mediterranea, se quest’ultima non si considera è Omissione. (Stefan George, Goethe) Letteratura e storia dell’arte = divisione dei periodi o non divisione? Letteratura europea -> in generale dal 1000 (architettura germanica) Letteratura europea = stesso periodo della Cultura Europea: 26 secoli (da Omero a Goethe) Letteratura Latina dell’Alto Medio Evo -> punto chiave della letteratura europea. Concezione storica dell’Europa di quel tempo = anello di congiunzione fra mondo antico in decadenza e mondo occidentale moderno in via di sviluppo. [titolo del libro dovuto al fatto che è dal Medio Evo Latino che deve partire l’analisi storica della letteratura europea] Medio evo latino -> ancora in analisi, non del tutto conosciuto. Bergson -> letteratura europea come Unità Intellettuale (filologia classica + medievale + moderne). Letteratura diversa dall’arte perché produce pensieri, è libera, il pubblico è padrone e il passato è presente. (difficoltà di lingua e traduzioni) Filologia -> per comprendere i libri. Lo studio della letteratura europea si deve basare su elementi concreti e sulla comparazione delle letterature nella storia. Fondatore della letteratura europea = OMERO.

Ultimo autore universale europeo = GOETHE. 2) MEDIO EVO LATINO * DANTE E I POETI ANTICHI Dante – Divina Commedia: Limbo = accompagnato da Virgilio incontra i poeti antichi (Omero, Orazio, Ovidio, Lucano) Purgatorio = accompagnato da Virgilio incontra Stazio Paradiso = accompagnato da Bernardo di Chiaravalle Poeti antichi – fondamentali = legittimano la missione poetica di Dante. -> sono raggruppati a scuola = visione medievale dell’Antichità. Radici della Divina Commedia: nel Medio Evo Latino – strada romana dal mondo antico al moderno. *MONDO ANTICO E MONDO MODERNO Mondo Antico = da Omero alle Invasioni barbariche -> antichità nel medioevo: trasformazione e accettazione. Mondo Moderno = da popoli romano-germanici, Carlo Magno. (675 circa – ascesa dei Carolingi) Troeltsch -> mondo moderno fuso totalmente con l’antichità, impregnato di tutti i suoi aspetti, imprescindibili l’uno dall’altro. Toynbee -> cultura occidentale = cultura-figlia di quella ellenica (impero romano universale) *MEDIO EVO Medio Evo = termine umanistico italiano Inizio Medio Evo = fine Evo antico -> tra 3° e 7° secolo. (Toynbee e Pirenne – 675) Periodo tra Teodosio e Carlo Magno – fondamentale importanza per la tradizione europea (Girolamo, Agostino, Prudenzio, Orosio, Macrobio, Servio, Marziano Capella, Sidonio Apollinare, Cassidoro, Veneziano Fortunato, Gregorio Magno, Isidoro di Siviglia, Gregorio di Tours + inizio monachesimo con San Benedetto) Fine Medio Evo = date diverse – 1942, Stati nazionali, Rinascimento, Riforma, ecc… Età moderna vista come Progresso verso : illuminismo e democrazia (Francia, Inghilterra), stato nazionale (Italia, Germania) – termine del progresso con le Guerre Mondiali. *MEDIO EVO LATINO Inizia veramente solo con l’opera di Carlo Magno Invasioni del mondo tardo-antico -> Germani e Arabi Germani – si assimilano, nulla da contrapporre al cristianesimo, si romanizzano, lasciano come lingua parlata il latino, unico contributo: feudalesimo e orientamento urbano nordico (°) / Arabi – non si assimilano, la loro fede si contrappone al cristianesimo, convertono alla loro cultura, solo il clero rimane colto (casta ecclesiastica predominante sul potere statale), latino parlato solo dai dotti °eccezione: paesi Anglosassoni 12° e 13° secolo -> si sviluppano le letterature nazionali; la letteratura latina non arretra. Esistono due lingue: del popolo e dei dotti (latino – immutabile per Dante) Umanesimo (400-500) – il latino è quasi la lingua universale della cultura Roma fondatrice del Medio Evo, non solo per la sopravvivenza del latino (stato, Chiesa, cultura). Stato= stato universale – orbis/urbs Chiesa= cristianesimo religione di Stato Legato alla Chiesa e alla Cultura c’è Agostino= 3 concezioni – importanza dell’attesa di un Giudizio finale (anche in Dante). Roma ha portato al Medio Evo attraverso una continua opera di Renovatio e Translatio. *ROMANIA Romània = insieme dei paesi dove si parlano lingue romanze (antico impero romano) Parentela tra le lingue conosciuta nel Medio Evo Provenzale – creduto lingua madre per molto tempo = “lingua romana rustica”; poi Latino – base da cui si sono sviluppate autonomamente tutte le lingue romanze.

Romani nell’impero erano solo i cittadini delle classi dominanti – poi con l’editto di Caracalla la cittadinanza viene estesa a tutti -> necessità di un nome per il territorio da loro abitato (soprattutto durante invasioni) : Romània. Il termine cambia nel tempo – indica Italia e poi diventa Romagna. Bilinguismo – latino e lingua romana + lingua barbara (tedesco) -> il Medio Evo ha chiamato romanze le nuove lingue neolatine. Persiste una comunanza culturale tra i paesi della Romània -> molti conoscono le nuove lingue romanze. (*componimento di Raimbaut de Vaqueiras -> importante perché di 5 strofe in 5 lingue diverse – simbolo di unità) Dal 1300 in poi le lingue e le culture romanze si differenziano sempre più. Più antico documento linguistico romanzo = Giuramenti di Strasburgo (842) -> le opere letterarie romanze si diffondono più tardi (alternanza di dominio dell’una sulle altre – la Britannia si distacca nel periodo della Riforma, ma non diventa neppure germanica, rimane a sè) [inizio letteratura italiana: Cantico delle creature di san Francesco-1220) Latinismi frequenti nelle opere romanze ->indice del latino come riserva comune di tutte le lingue romanze. 3) LETTERATURA E ISTRUZIONE La letteratura è parte integrante della cultura: Greci -> la poesia era lo specchio ideale del loro passato, del loro essere e dei loro dei: la loro “tradizione” era Omero i cui testi venivano usati come testi scolastici e come testi sacri (non esistevano altri testi di riferimento). I valori e la funzione pedagogica si sono proprio affermati con Omero e con l’influenza esercitata dalle sue opere. Da questo momento in poi la letteratura rimarrà sempre materia di insegnamento e la continuità della letteratura europea sarà sempre legata alla scuola, sino al giorno d’oggi (soprattutto in Occidente). Romani -> riprendono esattamente il modello culturale dei Greci (es. traduzione ad uso scolastico dell’Odissea di Livio Andronico, metà III secolo a.C.). Partendo dal contenuto e dalla forma di Omero però, solo Virgilio compone un’epopea nazionale romana universalmente valida utilizzata come testo scolastico. Medioevo -> riprende dall’Antichità il legame tradizionale tra l’epica e la scuola: all’Eneide affiancavano poemi biblici che imitavano comunque la forma di Virgilio, senza poterlo sostituire. Virgilio da qui in poi rimase sempre la base dell’insegnamento latino, sino a tempi recentissimi, è perciò importante la conoscenza della struttura dell’istruzione europea. *LE ARTI LIBERALI Arti liberali = in greco significa “istruzione comune, quotidiana. Le basi fondanti del sistema formativo medievale risalgono all’Antichità greca – es: Ippia di Elide da inizio al metodo didattico fondato sulle arti liberali; Platone si opponeva a queste, voleva solo la filosofia come strumenti di formazione rifiutando anche la poesia di Omero; Isocrate considerava importanti sia la filosofia sia le arti liberali, considerando le materie di cultura generale propedeutiche alla filosofia (punto di vista che prevalse nell’Antichità). Seneca, epistola 88 – testimonianza del sistema scolastico -> affronta il problema delle artes liberales e degli studia liberalia, in cui liberalis significa degni di un uomo libero, che non tendono al guadagno (le attività manuali venivano così escluse) e ars significa dottrina, con legame anche al significato di “stretto”, che raccolgono tutto in rigide norme. Alla fine dell’Antichità il presupposto delle arti liberali come preparatorie alla filosofia crolla: la filosofia stessa perde il carattere scientifico e la funzione formativa, lasciando alle sole arti liberali il primato di fonti del sapere. Vennero identificate 7 arti liberali, poste in ordine progressivo: grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, musica, astronomia -> funzioni: 1-parla; 2-insegna il vero; 3dispone le parole; 4-canta; 5-conta; 6-misura; 7-studia gli astri. Queste vennero poi divise in due gruppi: le prime tre nel trivium, le altre quattro nel quadruvium o quadrivium.

[Marziano Capella, De nuptiis Philologiae et Mercurii – descrive le arti liberali all’interno di una “vicenda divina”: sono donate a Filologia, la neo-sposa di Mercurio; le arti sono descritte singolarmente (una per libro) e personificate, con attributi caratteristici che verranno poi ripresi nell’arte e nella poesia medievali. Il Medioevo apprezzava quest’opera per il contenuto dottrinale, per la ricchezza di figure allegoriche, e per il tema del viaggio celeste] *LA CONCEZIONE DELLE ARTES NEL MEDIOEVO Due diverse teorie sulle artes nell’insegnamento medievale: quella patristica e quella profana e scolastica, con origini differenti. Gli Ebrei di Alessandria avevano fatto propri il sapere e la filosofia della Grecia e si presentavano come allievi di Mosè; Giustino e i cristiani del II secolo tramandarono questa interpretazione ai teologi della scuola alessandrina; Clemente di Alessandria ne trae così la conclusione che la sapienza greca proviene da Dio e che i cristiani ne hanno quindi bisogno per comprendere la Scrittura; i Padri della Chiesa però si alternarono con posizioni differenti (Ambrogio da Milano fu oppositore, Girolamo fu sostenitore dell’importanza della “letteratura profana” e venne ripreso nel Medio Evo e anche nell’Umanesimo italiano); Agostino rappresenta un caso particolare avendo concentrato le sue ricerche sul rapporto tra scientia e sapientia, e se anche non arrivò mai ad una vera conclusione le sue idee rimasero dei capi saldi per tutto il Medioevo- idea della Bibbia allo stesso livello degli scritti letterari pagani, interpretabile come legittimazione delle artes antiche e come affermazione della loro origine divina; Cassiodoro creò il primo manuale cristiano di sapienza ecclesiastica di artes profane sostenendo sempre l’origine di queste ultime nella sapienza divina e nella Sacra Scrittura. Accanto a questa teoria patristica si afferma anche quella profana, che non ha carattere unitario ma incontra la prima in molti punti: l’origine delle artes profane fu vista, a seconda delle teorie, in , Giove, in Egitto.., oppure vennero messe in rapporto con i sette pilastri della saggezza, con la natura. Teodorico di Chartres fu l’ultimo a descrivere le artes prima dell’affermarsi dell’aristotelismo. L’unico fatto che mette in crisi le artes è l’incarnazione di Dio in Cristo, e il paradosso di Maria come vergine e madre al contempo. *LA GRAMMATICA Fra le sette artes, la Grammatica è la prima; il termine deriva dal greco, gramma = lettera. Aristotele e Platone la consideravano la scienza delle lettere, cioè solo dell’arte di leggere e di scrivere. Nell’età ellenistica si aggiunse il commento dei poeti-> Quintiliano la distinse in due parti, l’uso corretto della lingua e il commento dei poeti. Come sinonimo di grammatica era usato il termine litteratura, da littera, che quindi non aveva lo stesso significato che ha oggi. Il litteratus era un conoscitore di grammatica e di poesia ma non per forza uno scrittore, con significato positivo. Le arti del trivio, di cui la grammatica era la base, erano studiate molto più di quelle del quadrivio – la graduazione risulta già dall’enciclopedia di Isidoro, notando le pagine dedicate alle singole arti. Nel Medioevo lo studente di latino doveva sapere la lingua di Roma e doveva padroneggiarne anche l’uso scritto e orale, il che significava uno studio approfondito della grammatica. Verso il 1200 furono scritti due nuovi testi di grammatica per migliorare l’insegnamento. La grammatica romana aveva già attinto dalla scienza linguistica della Stoa greca; e così la grammatica medievale conteneva molti concetti di origine classica. [l’etimologia nella grammatica -> se si conosce l’origine di una parola se ne comprende più facilmente il valore, ma non sempre si può risalire all’etimologia di una parola; nell’indagine bisogna distinguere tra principi: ex causa, ex origine, ex contrariis] Gli errori di lingua e di pronuncia introdotti dai popoli barbari immigrati erano detti barbarismi -> solecismo = uso di un costrutto errato (inter nobis al posto di inter nos); metaplasmo = deviazione alle norme grammaticali concesse ai poeti per esigenze metriche (licentia poetarum) – parte della grammatica sono anche le figure retoriche e la metrica, erano infatti i grammatici a fare il commento dei poeti, la poesia invece è ora della grammatica, ora della retorica. *STUDI ANGLOSASSONI E CAROLINGI Nei “secoli scuri” la cultura grammaticale fu trasmessa con difficoltà: nel regno merovingio, dopo il 600, la lingua si era imbarbarita; sotto i Carolingi la grammatica fu mantenuta soprattutto dalla cultura latino-anglosassone seguendo gli insegnamenti di Adelmo, e

raggiunse il suo apice nel momento in cui la chiesa inglese raggiunse il livello culturale della cristianità celtica; l’Irlanda seguiva una propria strada sia religiosa che letteraria, creando una forma di latino fantasioso e astruso, da cui però Adelmo (rappresentante del rigorismo ecclesiastico) si distanziò poiché questa prevedeva arti non espressamente funzionali allo studio della Bibbia (antica teoria di Girolamo, Agostino, Cassidoro e Isidoro delle artes come indispensabili per la comprensione della Bibbia, con però il rifiuto dello studio degli auctores classici) -> emerge una valutazione negativa del latino Biblico, soprattutto nel passaggio dalla forma poetica alla prosa in un’altra lingua (possibile solo per i popoli che conoscevano il latino a prescindere dall’insegnamento della Chiesa, esclusi quindi il mondo irlandese e quello britannico-anglosassone. Colui che rafforzo questa teoria fu il Venerabile Beda, un monaco northumbrico che scrisse la storia della chiesa anglosassone e condusse al termine la ricerca sulla retorica classica applicata al testo biblico già iniziata da Agostino, Girolamo e Cassidoro: dichiarò il primato della Bibbia non solo per la sua autorevolezza e per il giovamento che arreca, ma anche per la sua arte retorica (nella quale trova 17 schemata e 13 tropi). Questa scienza delle figure retoriche applicata alla Bibbia si dilagò presto sino a sfociare nella “Rinascita carolina” nel regno dei Franchi, promossa dalla riforma della Chiesa già iniziata da Carlomanno e Pipino e continuata da Bonifacio. Carlo Magno si rese conto dell’ignoranza del clero, dell’abbandono dei luoghi sacri e della molteplicità di errori nei testi sacri nel mondo franco, così si rivolse ai grammatici italiani e allo studioso anglosassone Alcuino che divenne l’organizzatore della riforma culturale carolingia e di quella della scrittura. Egli partì dalla teoria di Beda e affermò l’essenzialità della scienza delle figure retoriche per la comprensione della Bibbia come pietra angolare della formazione letteraria -> la teoria patristica delle artes diviene quindi la base su cui un grande sovrano imposta il rinnovamento politico e spirituale del suo Stato. La formazione spirituale inizia a svolgere un ruolo fondamentale nell’organizzazione culturale e la figura del sovrano diventa centro d’attrazione di una nuova poesia. Questa riforma degli studi ha fecondato tutto il Medio Evo latino: per es. lo studio delle figure ha provocato un arricchimento del frasario poetico e una fioritura di metafore nella poesia latina dalla fine del XI secolo = genesi di grandi opere. *AUTORI LETTI NELLE SCUOLE L’insegnamento della grammatica coinvolgeva sia la lingua che la letteratura. Gli autori che si studiavano nelle scuole medievali erano sia pagani che cristiani; non si distingueva tra latinità aurea e argentea; il concetto di classicità era sconosciuto; tutti gli auctores erano autorevoli per sé. Alcuni degli autori già letti verso la fine del 900 erano Virgilio, Omero, Marziano Capella, Orazio, Persio, Giovenale, Boezio, Stazio, Terenzio e Lucano; ma già nel XIII secolo la lista era stata ampliata di molto, comprendendo oltre ad autori classici anche alcuni pagani e cristiani; successivamente vennero gradualmente aggiunte anche opere della poesia scolastica erudita (rinascita latina del XII). Non vengono considerati né l’ordine cronologico né il raggruppamento per materie, tutti gli auctores sono ugualmente importanti e non hanno età (caratteristica fondamentale dell’insegnamento letterario medievale). I grandi studiosi dell’alto Medio Evo conoscevano però molti più autori rispetto a quelli insegnati nelle scuole (es. Seneca il Vecchio, Plinio il Vecchio..). nel Medio Evo la venerazione per gli antichi era tale che qualsiasi fonte o notizia era presa per vera, anche perché non esistevano senso storico e critica -> per questo si formavano leggende attorno alle figure degli autori (es. Virgilio). Il Medio Evo sottopose a interpretazione allegorica sia la Bibbia sia gli autori profani (sapienti o filosofi) – anche Dante – in quanto l’insegnamento della grammatica e della retorica eleva gli autori al grado di “autorità”. Gli auctores vennero considerati a lungo come un riferimento, sino al XII secolo, momento in cui iniziarono a perdere di importanza a causa dell’affermazione della dialettica (logica, al tempo), applicata alla filosofia e alla teologia da alcuni o allo studio delle nuove scienze promosse dal “nuovo Aristotelismo”, e della ribellione dei giovani contro l’insegnamento scolastico tradizionale. Durante la rinascita del XII secolo nuove scuole di sempre maggiore importanza rispetto alle scuole monastiche dell’alto Medio Evo sorgono presso le cattedrali nei centri urbani; ciascuna era diretta da un monaco, lo scholasticus, da cui dipendeva il grado di sviluppo della scuola; in ciascuna si insegnano le sette arti liberali, la filosofia e la doctrina sacra (teologia), ma molta libertà è sciata alla scelta di maestri e direttori. Parigi era il centro principale degli studi teologici.

*LE UNIVERSITÀ L’affluire sempre più numeroso di studenti alle scuole parigine mostrò l’esige...


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