Riassunto del galasso prima lezione di storia moderna PDF

Title Riassunto del galasso prima lezione di storia moderna
Course Storia moderna
Institution Università degli Studi della Basilicata
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Riassunto del Galasso - Prima lezione di storia moderna Storia Moderna (Università degli Studi di Bari)

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GALASSO: PRIMA LEZIONE DI STORIA MODERNA DEFINIRE LA STORIA MODERNA (1) CONCETTO DI ETA’ ANTICA, MEDIEVALE E MODERNA

Storia: studio e narrazione di ciò che è accaduto nel passato. Moderna: di ora, del presente, del nostro tempo. L’Età Moderna è definita “positiva”, in contrapposizione al Medioevo, età di mezzo “negativa”, in quanto si regredisce a causa delle invasioni e influenze dei barbari che scombussolarono tutti gli ambiti, rispetto ai costumi degli antichi che sono arte pura ed elegante. La concezione di “Moderno” è anche di ordine estetico: artistico e letterario, come ritorno all’eccellenza dell’età Antica, che non si poteva superare, poiché essa imitava alla perfezione il regno della natura, definito insuperabile. La determinazione del “Moderno” la si vede anche nel XVI secolo con le riflessioni politiche dei grandi pensatori, come ad esempio Machiavelli (lezione delle cose antiche, unite all’esperienza delle cose moderne). Così come nel campo artistico, letterario e paesaggistico, anche in quello religioso vi è una prima età (antica) caratterizzata dalla purezza iniziale evangelica, una seconda della corruzione, adulterazione e della supremazia della Chiesa sullo Stato, e una terza che invita al ritorno al vero vangelo, puro, quello che nel loro tempo proponevano i riformatori. E’ evidente che il Medioevo è definito come un’”età oscura” fra quella antica e quella moderna per ciò che riguarda l’intero campo della vita civile, come apparirà principalmente nella storiografia dell’Illuminismo. Di conseguenza il Moderno è la sua antitesi, la luce che rischiara l’oscurità, il trionfo della ragione che comporta ordine e giustizia, ed elimina l’oppressione violenta, assieme alle immunità e ai privilegi giuridici. Per cui, quei tempi designano non soltanto un tempo, bensì anche una civiltà, con i suoi valori e i suoi istituti morali e materiali differenti. Il filologo Cristopher Keller, fu il primo nel XVII secolo ad avanzare formalmente la tripartizione cronologica della storia, che utilizziamo oggi. Da allora l’uso di tale terminologia appare ormai istituzionalizzato, su di esso si è fondato il valore periodizzante sul piano storiografico. MODERNO E CONTEMPORANEO: LA SCUOLA

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Per “Contemporanea” viene indicata, nel campo scolastico, la periodizzazione riguardante l’ultima parte della Storia Moderna, anche detta coda dell’età Moderna o tarda Età Moderna, quella che, essendo più vicina a noi, si dà per scontato che debba essere più e meglio conosciuta. L’insegnamento di storia nell’ultimo anno scolastico è stato concepito come studio del Novecento; e ciò ha ridato fra l’altro, a questo insegnamento, tipicamente di Storia Contemporanea, quella profondità di poco superiore, a un secolo che sembra corrispondere al criterio originario della sua distinzione dalla Storia Moderna. Per questo motivo dagli inizi del 1900, la partizione nelle scuole era: (1313/1453/1492 – 1713/1748/1789/1815 Moderna) mentre (1713/1748/1789/1815 — 1915/1945/XXIsec. Contemporanea). Con la prima partizione, si faceva iniziare l’Età Moderna nel 1313 e quindi con l’inizio dell’Umanesimo di Petrarca e Boccaccio. A tal punto il Rinascimento Italiano veniva a far parte della modernità, come in effetti è, dato che perdurerà, fino al XVI secolo e sarà la chiave di svolta. MODERNO E CONTEMPORANEO: L’UNIVERSITA’ Per quanto riguarda le università, per stabilire un criterio di distinzione disciplinare tra i due periodi, ci si è regolati sulla falsariga della divisione della materia stabilita nelle scuole secondarie. Si calcola che fino agli anni ’40 la Storia Contemporanea non esisteva come disciplina a sé e veniva studiato l’intero periodo Moderno in maniera unitaria a partire dal Rinascimento (1492-1945). Dagli anni ’50 sono usciti i primi concorsi e da allora la situazione è cambiata, con lo spartiacque netto del 1815. CONTEMPORANEO: LA STORIOGRAFIA E LE NUOVE TECNICHE Sulla falsariga di quanto detto, si può assumere che una distinzione sostanziale, fatta con criteri pratici di opportunità e funzionalità, come quella della scuola e delle università, sia del tutto improponibile dal punto di vista storiografico e del metodo storico, che si limitano ad attuare una differenziazione all’interno dello stesso blocco epocale, con i termini scritti in precedenza. (early/late modern history — Anglosassoni). La Storia Contemporanea si è avviata a costruire un corpus disciplinare diversificato dalla “Prima età Moderna”, anche grazie alle tecniche e gli strumenti di ricerca più precisi e ampi, e l’utilizzo delle scienze sociali. UN BLOCCO STORICO EPOCALE

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I nuovi metodi e gli strumenti materiali più efficienti, sono utilizzati per studiare in maniera più omogenea le problematiche, e più nello specifico, soprattutto per quanto riguarda la struttura critica (analisi e riflessione) del XX secolo. Tuttavia, tra entrambe le età, non appaiono in nessun modo fratture così definite, da essere in grado di delineare una diversa “filosofia” del loro significato e della loro dialettica storica, anche per la comunanza delle innovazioni economico-sociali dell’intero “blocco moderno”. Si può da ciò, inoltre dedurre che dal punto di vista linguistico corrente, l’idea di “contemporaneità” è inglobata in quella di “modernità”. IL POSTMODERNO Nasce a partire dalla seconda metà del XX secolo, inizialmente dal punto di vista artistico e letterario, poi si trasferisce su ambiziose implicazioni filosofiche, con nuove teorie e sistemi di critica della modernità. E’ questo il periodo di affermazione negli ambienti culturali ed accademici della “Storia Contemporanea” in campo disciplinare. MODERNITA’ E STORIA MODERNA Dal punto di vista storico, in base a ciascuna “rivoluzione culturale”, si accompagna immancabilmente una “rivoluzione storiografica” (e viceversa), come operazione innovativa che può anche sovvertire le visioni già consolidate del passato dei paesi e dei popoli; per cui cambia il modo e cambiano i contenuti delle nostre conoscenze, idee e concezioni storiche. E’ necessario dedurre che l’”idea di modernità” è nata dal corso storico stesso, servendo nel tempo e nel mondo in cui nacque a costruire, per quel mondo Europeo, la base di consapevolezza storica e ideologico-culturale, con cui la civiltà di allora si proiettava nel presente e nel futuro. La Modernità, dunque, non è un’idea formulata dai posteri, ma è presente già nella popolazione che l’ha vissuta, fondandosi come un valore nuovo rispetto al mondo precedente. PERIODIZZARE La storia non è una divisione in blocchi di epoche, ma una corrente ininterrotta e continua che non è lineare, ma sempre in movimento, per questo bisogna riconoscere le fasi e i cicli, per periodizzare gli eventi. FUORI D’ITALIA, FUORI DALL’EUROPA: IL MODERNO

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Fuori d’Italia la ripartizione disciplinare e didattica è simile a quella Italiana: nell’Europa Meridionale, Mediterranea, la durata e il peso della Storia Antica sono stati fortissimi e perciò, l’attribuzione del valore Moderno, come un ritorno alle origini tradizionali, uscendo dai “secoli bui” del Medioevo da loro definito, è stata decisiva. Nell’Europa Germanica la Storia Antica non presenta per nulla la densità dell’area Mediterranea, infatti è identificata proprio nella Caduta di Roma, mentre il Medioevo ha inizio più o meno dall’età di Carlo Magno. Ciò portò, quindi, al prolungamento dell’Alto Medioevo fino al 1250. Nell’Europa Orientale si sposta verso l’anno 1000 e anche più in la l’inizio del Medioevo. Nell’Europa Balcanica la situazione è decisamente diversa, in quanto con Costantinopoli, il mondo (antico) Romano, per questi popoli, ha continuato ad esistere fino al 1453, seppur in forme differenti da quello Occidentale, assieme alla cultura Ellenica; per questo motivo, in questa zona, la modernità sarebbe iniziata in un periodo già molto avanzato rispetto alle altre parti d’Europa. Per gli Arabi e l’Islam, come quest’ultimi, quelli che apparvero in Europa come “secoli bui”, sono i secoli della grandezza e della piena classicità. In altri mondi storici come Cina, India il problema è ancora maggiore, per le zone del “Nuovo Continente”, l’Africa e l’Oceania, il problema non si pone neppure. Un nesso fondamentale è l’Europeizzazione nell’Età Moderna, che si percepisce dal fatto che l’Europa ha unificato la storia del mondo e dell’umanità, e l’ha resa il fulcro principale degli avvenimenti importanti e ciò l’ha anche portata a dominare per qualche secolo la massima parte dei paesi extraeuropei, anche tramite il suo stile di vita e la sua lingua, che perdura ancora oggi. Questi Paesi hanno avuto a loro volta un forte impatto sulla stessa Europa, e soprattuto dal fine XIX / XX secolo hanno partecipato attivamente nel condizionare il corso della storia mondiale. STACCARE L’IDEA DI “MODERNO” DA QUELLA DI “MEDIEVALE” Sebbene si sia detto che l’Età Medievale e Moderna non si possano separare, perché mantengono necessariamente la correlazione ordinaria dell’antinomia, il termine “Moderno” ha acquistato via via una sua autonomia, come un valore riconosciuto e preminente, che ha finito per renderlo percepibile, pressoché in ogni parte del globo, soprattutto, ad esempio, il ruolo svolto dall’Europa nello scenario mondiale finale.

COME E QUANDO SI APRE L’ETA’ MODERNA (2)

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UNA SERIE DI EVENTI E DI SVILUPPI L’inizio dell’Età Moderna non è segnato in particolare da un evento, un fatto, che faccia scoccare tutto ad un tratto la scintilla del Moderno, ma da una sinergia di elementi separati, in vari ambiti (artistici,letterari,civili) che hanno fatto in modo che essa assumesse tutta la sua consistenza. UMANESIMO E RINASCIMENTO AGLI INIZI DELL’ETA’ MODERNA L’idea di Umanesimo e Rinascimento è stata sempre discussa e a volte negata sulla sua reale relazione al discorso di genesi e natura della Modernità; tuttavia ha sempre mantenuto un suo largo spazio storiografico come epoca definita di “transizione”. Ma non è sono solo questo, essi richiedono di essere considerati in piena autonomia, come un movimento e una fase storico-culturale di forte entità e rilievo. In questo modo è come se essi più che traghettarla, la inaugurassero (la Modernità), sotto forma di prima “rivoluzione culturale”; innovando la concezione dell’uomo, del suo ruolo nell’Universo, della sua essenza morale e razionale. Nessuna rottura religiosa, ma un’etica più semplice e l’idea di una “religione naturale”, espressa già nell’Antichità Classica, la quale si ricercava in ogni sua forma artistico-letteraria. L’uomo viene inteso come una cerniera fra le cose materiali ed inferiori e gli esseri celesti e spirituali, essendo dunque esaltato per la sua dignità e il ruolo. La vita terrena e il mondo non sono più visti come il segno della caduta del peccato originale, ma come luce positiva, “natura” creata da un essere divino. L’arte della parola fu vista come la più umana delle doti e grazie a ciò nacquero la critica moderna e la filologia, tipiche dello spirito laico (classico nell’uomo moderno). E’ anche da sottolineare che l’Umanesimo e il Rinascimento furono la trama centrale, ma nello stesso periodo vi furono altre correnti di pensiero e artistiche che contribuirono anch'esse alla formazione del Moderno. Non è possibile infine considerare separati i due termini, in quanto l’uno (R), ingloba l’altro (U). COLOMBO (E GLI ALTRI) La data in cui Colombo avvistò per la prima volta una terra Americana (12 Ottobre 1492) fu ritenuta una data quasi obbligata per fissare l’inizio dell’Età Moderna, incominciando a parlare di Nuovo Mondo distinto.

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Oltre al fatto che forse prima di lui i Vichinghi vi approdarono, ma senza alcun risultato concreto, con lui per la prima volta si tratta di una esplorazione geografica condotta sulla base concreta di un’ipotesi scientifica idealizzata: ossia la rotondità/sfericità della Terra, allora largamente contestata. Infatti il suo obbiettivo era approdare sulle terre Orientali dal versante opposto, liberandosi dalla intermediazione commerciale Islamica che governava i mari e dalla concorrenza Europea. Nel 1507, dopo gli approdi di altri navigatori e colonizzatori, il Nuovo Mondo, che ormai si era capito essere stato scoperto da Colombo ricevette il suo nome definitivo da Amerigo Vespucci. (America=terra di Amerigo), che la decretò in definitiva come “quarta parte del globo” indipendente. Così per la prima volta nella storia, la struttura fisica e geografica complessiva del pianeta Terra, si rivelavano all’uomo nella sua interezza (tranne Oceania, Antartide e Africa interna). “GUERRE D’ITALIA” E SISTEMI DEGLI STATI EUROPEI MODERNI Nello stesso periodo si avvia il ciclo bellico che in una 30ina d’anni determinò il quadro della grande politica Europea Moderna. La grande importanza storica dell’Impresa Italiana (1494-5) di Carlo VIII Valois fu nell’aver dato avvio al moderno sistema degli Stati Europei, segnando il momento in cui esso passò dalla pluralità degli Stati Regionali a un unico sistema continentale che da allora non fu più dissolto, questo perché tutti i sistemi regionali appaiono aver raggiunto uno stato di equilibrio interno, tale da consentire questa trasformazione. Per “Stati Europei” si intende ogni area politica nella quale i rapporti fra i vari organismi che la compongono siano regolari, continui, intensi e tali da toccare gli interessi di ciascun organismo, al punto che tutto ciò che accade in qualsiasi parte dell’area, interessa necessariamente le altre. l’Impresa intrapresa dai re Francesi, che tentarono di ottenere benevolenza tramite concessioni alle varie potenze, fu subito bloccata perché essi capirono, la modificazione di potere che il possesso o il controllo dell’Italia avrebbe apportato negli equilibri del sistema Europeo, di cui tutti avvertivano il peso nascente, ma già determinante. Queste lotte interne alla Penisola, si trasformarono a partire dal 1530, in lotte e guerre per il predominio o per l’equilibrio dell’intera Europa, con l’alternarsi del primato delle varie potenze, o gli equilibri multipolari, a seconda delle coalizioni. Ciò portò ad una gerarchia delle potenze stesse che venne poi individuata nel “concerto delle potenze” (grandi).

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Nel contesto Moderno emerse dunque l’adozione e la teorizzazione del “principio dell’equilibrio” come norma fondamentale della grande politica Europea, che spesso però non fu rispettata e ha visto, emergere e crollare, l’una dopo l’altra, chiunque provò ad erigersi in maniera egemonica. Ciò che a questo riguardo importa è la tendenza Europea a riluttare ogni forma forzata a una maggiore unità: la tendenza, cioè, a un pluralismo che nella storia Europea si è fatto valere in ogni campo (a partire da quello culturale e religioso); pluralismo che è presente non solo in relazione ai vari Stati, ma anche nei singoli Stati stessi. Una sorta di “carattere originale e originario” dello spirito Europeo che è stato per tutti un campo decisivo per la storia dell’intera umanità. EUROPA E MEDITERRANEO. LA PRIMA GLOBALIZZAZIONE. E LA CINA?

Il declassamento del rilievo dell’Italia come teatro dei grandi scontri e delle grandi potenze Europee, durò a lungo, anche perché, vi fu un generale abbassamento di importanza dell’intera Area Mediterranea (che da sempre è stata il perno della base storica della formazione dell’Europa e delle sue civiltà), dalla Scoperta dell’America, la cosiddetta “Via delle Indie” e altre scoperte/conoscenze del mondo, extraeuropee; utilizzando l’Atlantico Meridionale anche per arrivare nella zona Orientale, evitando così anche gli intoppi del mondo Islamico. Su questa base si venne realizzando quella che possiamo definire come la prima “mondializzazione della navigazione e dei traffici”. Il grande afflusso di metalli preziosi, inoltre, provocò la cosiddetta “rivoluzione dei prezzi” in tutta l’Europa, provocando una crisi nelle classi a reddito fisso. Il risultato di questo processo, definito anche “prima globalizzazione”, affermò: il primato e dominio Europeo (che prese l’iniziativa) nel mondo Moderno; la sua superiorità storica e lo scambio ineguale (naturalmente a proprio favore), come una sorta di rapporto fra centro e periferia, visibile anche dal punto di vista dello sviluppo tecnicoscientifico, nettamente superiore e l’affermazione del capitalismo moderno, che molte teorie Ottocentesche vedono come momento decisivo di formazione, in quanto in questo periodo emerse, come forma predominante negli sviluppi dell’economia: il capitale finanziario. La parte principale del movimento internazionale dell’economia moderna è assunta dal commercio. E’ bene sapere che la logica del dominio politico in Europa, da parte di una o più potenze, condiziona necessariamente i rapporti economici tra essa e il resto del mondo.

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Tutti questi sviluppi storici raggiungono la loro pienezza più o meno alla fine del XVIII secolo. Il paese extraeuropeo più avanzato fu senza dubbio la Cina, zona di massimo sviluppo, anche tecnologico, e secondo alcuni studiosi, anche in confronto all’Europa stessa. Alcune fonti ritengono che essi già dal XV secolo arrivarono sia sulle coste dell’Oceano Indiano, sia su quelle Sud-Americane. Impossibile è tuttavia recepire una tale visione della storia del mondo moderno, saldamente incentrata sull’iniziativa e gli straordinari progressi dell’Europa che mettono assolutamente fuori discussione non solo la centralità, ma la guida e (spesso) il monopolio Europeo nella questione di cui parliamo. LA QUESTIONE RELIGIOSA: LA RIFORMA PROTESTANTE Oltre ai fattori politici, economici ecc… altri fattori determinano il panorama storico degli inizi dell’Età Modena, come quello religioso, strettamente legato agli altri, che ebbe inizio nel 1517 con Martin Lutero che aggiunse alla confessione Cattolica e Ortodossa quella Protestante. Con tutte le modifiche e le abolizioni, incentrate sulla Chiesa Cattolica, egli attuò una vera e propria rifondazione non solo della Chiesa, ma anche del modo di intendere e di vivere il Cristianesimo. Col problema religioso si determinò, dopo la Dieta di Spira del 1529, anche un problema politico di primaria importanza che ebbe grande influenza in tutta la posteriore storia Europea, sia internamente che fuori dagli Stati. A seguito di ciò, la storiografia Protestante attribuì a Lutero il ruolo di iniziatore e fondatore della libertà di coscienza (religiosa, morale e civile) e del senso di soggettività dell’uomo nel mondo Moderno, che segnano un netto motivo di svolta, principalmente per il motivo Luterano del libero esame delle Sacre Scritture e del sacerdozio personale di ciascun fedele. Ciò conseguì ben presto una diffusione Europea, rapida e ampia che diede luogo ad altre iniziative di Riforma Protestante, dalle quali ugualmente venne un contributo di prim’ordine allo svolgimento della civiltà Europea dell’Età Moderna. (Calvino e Chiesa Calvinista). CONTRORIFORMA E RIFORMA CATTOLICA Lo spirito mondano che aveva caratterizzato la Chiesa Romana negli ultimi 2/3 secoli aveva sollevato sdegno in chi, come Girolamo Savonarola e Petrarca, critica la Curia pontificia durante il periodo della sua residenza ad Avignone e poi Roma, definendola “Empia Babilonia”.

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Anche perché dall’inizio dell’epoca Umanistico-Rinascimentale, il papato ebbe il suo massimo splendore e diede inizio all’epoca del “grande nepotismo”, durata circa un secolo, fino a Paolo III (1534), dove i papi puntavano solo a promuovere a un grado principesco e sovrano i loro parenti, che in più di un caso erano loro figli e successori. La Chiesa apparve come un’istituzione allora corrotta e corruttrice, anche a causa degli enormi redditi prodotti dal vastissimo patrimonio e dalle stesse attività spirituali e sacramentali (es: vendita delle indulgenze...


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