Riassunto del libro \'\'Psicologia clinica\'\' di A. M. Kring, G. C. Davison, J. M. Neale e S. L. Johnson PDF

Title Riassunto del libro \'\'Psicologia clinica\'\' di A. M. Kring, G. C. Davison, J. M. Neale e S. L. Johnson
Course Teorie e tecniche di psicologia clinica
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Riassunto del libro ''Psicologia clinica'' di A. M. Kring, G. C. Davison, J. M. Neale e S. L. Johnson...


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PSICOLOGIA CLINICA cap1: INTRODUZIONE E CENNI STORICI Psicopatologia: disciplina che studia la natura, lo sviluppo e il trattamento dei disturbi psicologici Stigma: insieme di credenze e di atteggiamenti deleteri che la società sviluppa nei confronti dei gruppi devianti. Caratteristiche:  attribuzione di etichette (es: pazzo)  alle etichette si associano attributi che la società ritiene devianti o indesiderabili (pazzo: pericoloso)  le persone marchiate da etichette sono ritenute diverse dalle altre  le persone marchiate dall’etichetta sono oggetto di discriminazione sociale Comportamento anormale: definizione del DSM-IV-TR “Ogni disturbo mentale è definito come sindrome o modello comportamentale o psicologico clinicamente significativo, che si presenta in un individuo, ed è associato a disagio, a disabilità, ad un aumento significativo del rischio di morte, dolore o disabilità, o a un'importante limitazione della libertà. Questa sindrome non deve rappresentare una risposta attesa o culturalmente sancita a un particolare evento. Qualunque sia la causa esso deve essere considerato la manifestazione di una disfunzione comportamentale, psicologica o biologica dell'individuo.” Caratteristiche:  Disagio: non tutti i comportamenti che provocano disagio sono da ritenersi anormali (es: disagio dovuto a digiuno per motivi religiosi) e non tutti i comportamenti patologici provocano disagio (disturbo antisociale di personalità)  Disabilità: compromissione in qualche area importante della vita dell'individuo. Non si associa a tutti i disturbi mentali e caratteristiche considerate inabilitanti in certe situazioni non necessariamente ricadono nell’ambito dell’anormalità psichica.  Violazione delle norme sociali: standard osservati nella maggior parte degli individui, e da essi utilizzati per formulare giudizi. Esse variano di cultura in cultura. Criterio troppo ampio e al contempo troppo ristretto per definire il comportamento anormale (criminalità e prostituzione violano le norme sociali, ma non sono comportamenti patologici. Le persone ansiose non violano le norme sociali pur soffrendo di una patologia)  Disfunzione: compromissione o alterazione del funzionamento di un organo, di un sistema di organi, di un comportamento o di un processo cognitivo. Wakefield ha proposto di definire il disturbo mentale una disfunzione dannosa, definizione che si compone di due elementi: un sostantivo che esprime una condizione oggettiva e un attributo che esprime un giudizio di valore. La definizione ottenne numerose critiche perché la disfunzione non è oggettivamente identificabile quando si tratta di valutare un disturbo mentale, dato che molti meccanismi interni sono ancora sconosciuti. Il DSM-IV-TR utilizza un concetto di disfunzione più ampio che fa riferimento a disfunzioni comportamentali, psicologiche o biologiche sostenute da un corpo di evidenze. Nessuna delle caratteristiche è sufficiente da sola a delimitare il concetto di anormalità psicologica, benché ognuna sia una parte rilevante di una possibile definizione completa. L’anormalità è quindi di solito rilevata in base alla presenza simultanea di più caratteristiche. La storia della psicopatologia:  Epoche più antiche: prima della nascita dell’indagine scientifica per spiegare i comportamenti patologici si faceva riferimento alla demonologia, dottrina secondo cui un 1



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demone o uno spirito malvagio può abitare all'interno di una persona, controllandone mente e corpo (civiltà cinese, ebrea, egizia, babilonese e greca). Il trattamento avveniva tramite esorcismo. Ippocrate (V secolo a. C.): separa la medicina dalla magia, dalla religione e superstizione. Ritiene che le malattie sia fisiche che mentali dovevano avere una causa organica. In particolare pensieri e comportamenti devianti dovevano dipendere da una patologia del cervello, organo della coscienza, della vita intellettiva e delle emozioni, il cui funzionamento dipendeva dall’equilibrio tra quattro umori o fluidi corporei: sangue, bile nera, bile gialla e flemma. Secoli bui del Medio Evo: dalla morte di Galeno (130-200 d.C). Ritorno della credenza di cause soprannaturali nei disturbi mentali, a causa del potere della Chiesa. Persecuzione delle streghe (XIII secolo): si ricorre alla demonologia per spiegare pazzia, carestie, pestilenze. Il “malleus maleficarum”, il martello delle streghe, scritto da due monaci benedettini del XV sec., stabiliva le regole per individuare, interrogare e processare le streghe. Nella ricerca storiografica si diffuse l’idea che molti condannati per stregoneria fossero malati di mente, ma in realtà molte confessioni non fanno pensare a tali conclusioni. Processi per pazzia: dal XIII sec. gli ospedali cominciarono a passare sotto la giurisdizione secolare (nel XIV sec. fu fondato il Trinità Hospital di Salisbury) e si cominciarono a tenere processi per pazzia, fondati su diritto della Corona di proteggere le persone con problemi mentali. Comportamenti insoliti erano attribuiti a malattie mentali, danni fisici o shock emotivi. Il termine inglese per pazzia “lunacy” deriva da una teoria del medico svizzero Paracelo che attribuiva il comportamento anormale a un errato allineamento fra luna e stelle. Nascita dei manicomi: dal XV-XVI secolo i lebbrosari vengono trasformati in manicomi, dedicati alla custodia e all'accoglienza dei malati mentali, ma anche di molti mendicanti. Non si applicava nessun trattamento speciale, tranne che gli ospiti dovevano lavorare. In seguito i manicomi diventarono addirittura luoghi di attrazione turistica. I trattamenti erano brutali e dolorosi Nel 1700 Rush, considerato il padre della psichiatria americana, curava la malattia mentale prelevando enormi quantità di sangue dai malati o con grossi spaventi. Le riforma di Pinel: nel 1793 gli fu affidata la direzione di un grande manicomio di Parigi, la Bicetre. Sostenitore del movimento in favore del trattamento umanitario dei malati rinchiusi nei manicomi. presumeva che se la ragione li aveva abbandonati in conseguenza di gravi problemi sociali o personali, l’equilibrio poteva essere ristabilito attraverso un’ opera di sostegno o conforto che li indirizzasse verso attività utili. Quindi fece togliere le catene agli internati e sostituì le celle con camere ariose. Molti di loro diventarono docili e poterono essere dimessi. In realtà il trattamento umanitario era riservato ai pazienti delle classi più ricche. Il trattamento morale: dagli inizi del 1800 sorsero negli Stati Uniti vari istituti sul modello dello York Retreater, fondato da un ricco mercante inglese, William Tuke, luogo in cui vivere, lavorare e riposarsi in un’atmosfera tranquilla, dove i pazienti potevano parlare col personale dell’istituto che li intratteneva e incoraggiava a impegnarsi in attività utili. Una successiva revisione delle cartelle cliniche mostrò che però i trattamenti più utilizzati consistevano in sostanze psicotrope e che gli esiti non furono molto positivi. Dorothea Dix: insegnante di Boston, nella seconda metà del XIX sec. Portò avanti campagne di informazione perché i malati di mente potessero vivere in condizioni migliori in centri creati appositamente per assisterli, riuscendo a ottenere l’istituzione di 32 ospedali pubblici, che ospitavano i pazienti che i piccoli centri privati non riuscivano ad accogliere. Questo portò però al declino del trattamento morale, a causa del ridotto numero del personale, al sovraffollamento dei pazienti e all’interesse prevalente dei medici verso gli aspetti biologici, anziché psichici, della malattia 2



L’ospedale psichiatrico odierno negli USA: il trattamento offerto dalle strutture pubbliche è essenzialmente custodialistico: i pazienti vivono in ambiente protetto, ma ricevono scarso trattamento psicoterapeutico. Le strutture private hanno maggiori disponibilità finanziare, quindi attrezzature e assistenza migliori, ma le rette sono proibitive. In generale vengono offerte terapie di gruppo o individuali, ma perlopiù il trattamento è indirizzato alla farmacoterapia, anziché alla psicoterapia.

L’evoluzione del pensiero contemporaneo: primi sistemi di classificazione: Griesinger: dietro ogni disturbo mentale c'è un disturbo di natura biologica. Kraepelin: suo seguace, ravvisò la tendenza di certi complessi di sintomi, riuniti sotto il termine di sindrome, a manifestarsi insieme con sufficiente regolarità, così da far presumere che fossero attribuibili ad una stessa causa di natura biologica. Propose una classificazione delle malattie mentali gravi divisibili in due gruppi principali: la dementia precox, o schizofrenia, originata da uno squilibrio chimico, e la psicosi maniaco-depressiva, o disturbo bipolare, causata da un’irregolarità metabolica. Approcci biologici: La scoperta dell’origine biologica della paresi generale e della sifilide: nei decenni ’60 e ’70 dell’800 Pasteur elaborò la “teoria dei germi”, secondo la quale le malattie sono causate dalle infezioni del corpo da parte di microbi. Sulla base di questa teoria si arrivò a dimostrare una relazione tra la sifilide e la paresi generale, sindrome caratterizzata da deterioramento delle capacità fisiche e mentali, deliri di grandezza e paralisi progressiva. Nel 1905 fu scoperto il microrganismo che causa la sifilide. Per la prima volta fu possibile stabilire un nesso causale tra infezione, distruzione di particolari aree del cervello e una certa psicopatologia. La genetica: all’inizio del XX sec.i ricercatori si interessarono all’ipotesi dell’ereditabilità di certe malattie mentali. Tali ricerche favorirono il diffondersi del movimento per l’eugenetica, che mirava a eliminare dalla popolazione i caratteri indesiderabili limitando le capacità di procreazione dei portatori di tali caratteri. Queste pratiche, regolate da varie leggi, ebbero fine solo negli anni ’50. I trattamenti biologici: Sakel introdusse negli anni ’30 il metodo di indurre in coma mediante alte dosi di insulina pazienti affetti da schizofrenia. Ugo Cerletti e Lucino Bini idearono la ECT, terapia elettro-convulsivante o elettroshock, che funzionava tramite l'applicazione di scariche elettriche ai lati della testa, in pazienti umani, per provocare attacchi epilettici. Moniz introdusse come forma di trattamento la lobotomia prefrontale, intervento chirurgico che distrugge le connessioni nervose tra i lobi frontali e i centri più in profondità del cervello. Approcci psicologici: Dalla fine del XVIII sec. emersero approcci secondo cui i disturbi mentali sono dovuti a malfunzionamenti di natura psicologica. Tali teorie si diffusero in Francia e Austria e , in un secondo tempo, negli Stati Uniti. Mesmer: medico austriaco, riteneva che i disturbi isterici fossero dovuti alla particolare distribuzione nel corpo del fluido magnetico universale. La cura prevedeva l’uso di verghe di ferro che ne riequilibrassero la distribuzione. E’ considerato uno dei primi ad aver applicato le tecniche di ipnosi. Charcot: influenzato da Mesmer, si interesso dell’ipnosi applicata ai casi di isteria 3

Breuer e il metodo catartico: medico viennese, sosteneva che far rivivere un lontano trauma emotivo, rilasciando la tensione emozionale tramite la libera espressione di pensieri sull'evento, sotto ipnosi, faceva stare meglio i suoi pazienti con sintomi isterici. Ricordato è il caso di Anna O. Freud e la psicoanalisi: il comportamento umano è in gran parte determinato da forze inaccessibili alla coscienza, quindi la psicopatologia è il prodotto di conflitti inconsci. Distinse nella mente, o psiche , tre componenti principali, in competizione fra loro per il raggiungimento di scopi inconciliabili, la cui interazione, detta “psicodinamica” della personalità, determina il comportamento umano:  L’Es: già presente alla nascita, è il depositario dell'energia necessaria al funzionamento della psiche e degli impulsi fondamentali. Tale energia, o libido, è di natura biologica e completamente inconscia. L’Es richiede la gratificazione immediata dei suoi impulsi e opera secondo il principio di piacere. La mancata soddisfazione provoca tensioni che spingono l’individuo ad agire per eliminarle, anche attraverso una gratificazione sostitutiva dell’oggetto desiderato tramite l’immaginazione  L’Io: si sviluppa dai 6 mesi di vita a partire dall’Es. I suoi contenuti sono prevalentemente coscienti e opera secondo il principio di realtà, mediando fra le istanze che la realtà impone e il desiderio di gratificazione immediata dell’Es.  Il Super-Io: coscienza morale. Si sviluppa nel corso di tutta l’infanzia partendo dall’Io, quando i bambini introiettano i valori parentali allo scopo di assicurarsi il piacere derivante dall’approvazione dei genitori e evitarsi il dolore della disapprovazione. Le fasi dello sviluppo psicosessuale: lo sviluppo della personalità avviene attraverso fasi in cui una diversa parte del corpo è più sensibile all’eccitazione sessuale, e quindi in grado di dare all’Es gratificazione libidica  Fase orale: dalla nascita a 18 mesi. Esigenze soddisfatte tramite nutrizione e il succhiare e mordere associati.  Fase anale: fino ai 3 anni. Gratificazione dall’espulsione e ritenzione feci.  Fase fallica: fino ai 5-6 anni. La gratificazione proviene dalla stimolazione genitale.  Periodo di latenza: tra i 6 e i 12 anni. Le pulsioni dell’Es non hanno un ruolo primario nel motivare il comportamento.  Fase genitale: dominata dall’interesse per l’altro sesso. In ogni fase la persona deve risolvere conflitti fra ciò che l’Es desidera e ciò che l’ambiente può fornire. Il complesso di Edipo o di Elettra è un conflitto represso che prevede desiderio sessuale nei confronti del genitore dello stesso sesso e rivalità nei confronti di quello di sesso opposto ed è risolto tramite l’identificazione col genitore dello stesso sesso e l’adozione dei principi morali della società. Una persona che abbia esperito una gratificazione eccessiva o insufficiente in una determinata fase può sviluppare una fissazione e, sottoposta a stress, può regredire in quella fase Meccanismi di difesa: strategie messe in atto dall'Io per proteggersi dall'angoscia generata dal tentativo di risolvere i conflitti:  rimozione: tenere impulsi o desideri inaccettabili fuori dalla sfera cosciente  negazione: mancata accettazione cosciente di eventi oggettivi  proiezione: attribuire agli altri i propri pensieri o sentimenti inaccettabili  spostamento: risposte emozionali orientate dal vero bersaglio a un altro oggetto  formazione reattiva: trasformare un sentimento inaccettabile nel suo opposto  regressione: ritiro alle modalità comportamentali tipiche di una fase precedente dello sviluppo psicosessuale  razionalizzazione: inventarsi ragioni accettabili per spiegare azioni o atteggiamenti inaccettabili  sublimazione: convertire impulsi inaccettabili in comportamenti socialmente utili 4

Psicoanalisi o terapia psicoanalitica: il paziente viene aiutato a prendere coscienza dei conflitti infantili rimossi, che impediscono di giungere alla piena maturazione dell’Io, per analizzarli e poi risolverli. Tecniche:  associazioni libere: il paziente viene incoraggiato a lasciare libero corso ai suoi pensieri, verbalizzando tutto senza censura, per poi imparare utilizzare tali associazioni per comprendere i contenuti rimossi.  analisi del transfert: analisi delle risposte nei confronti dell'analista, che sembrano riflettere atteggiamenti e comportamenti che il paziente ha avuto verso figure importanti del suo passato.  interpretazione: il terapista mette in evidenza al paziente il vero significato dei suoi comportamenti, la loro natura difensiva, per stimolarne la consapevolezza. Teorie psicodinamiche neofreudiane: Jung e la psicologia analitica: integra spetti della psicologia freudiana con quella umanistica. Ipotizzò l’esistenza di un inconscio collettivo, che consiste di archetipi, categorie fondamentali di cui gli esseri umani si servono per concettualizzare il mondo. Riteneva che ogni persona consiste di tratti maschili e femminili, che i bisogni spirituali e religiosi sono altrettanto importanti di quelli dell’Es, e classificò la personalità in base a orientamenti opposti: introversione e estroversione. Non concentra la sua attenzione sul passato, ma sull’intenzionalità, la capacità di definire i propri scopi e prendere decisioni: per capire le persone bisogna conoscerne sogni e aspirazioni, non solo gli eventi passati. Adler e la psicologia individuale: le persone sono legate da vincoli sociali intrensicabili, perciò la piena realizzazione personale può essere raggiunta soltanto nell'agire per il bene comune Centrale nel suo lavoro è aiutare il paziente a modificare convinzioni e aspettative illogiche e erronee, acquistando maggior razionalità. Il suo interesse per il progresso sociale e la prevenzione di problemi psicologici portò alla creazione di centri per l’orientamento dei ragazzi e l’educazione dei genitori. La psicologia umanistica ed esistenziale (metà del XX Secolo): Rilievo alla libertà di scelta, dando assoluta importanza alla volontà dell'individuo. Si supera l’approccio strutturalista, secondo cui l’oggetto di indagine era il funzionamento della mente, attraverso l’analisi dei suoi elementi costitutivi, con procedure di introspezione e autosservazione Watson e la nascita del comportamentismo: approccio incentrato sull’apprendimento, basato sullo studio dei comportamenti osservabili. Proseguì il lavoro di Pavlov Pavlov e il condizionamento classico:(Pavlov): da esperimenti sulla salivazione dei cani trovò che in presenza di uno stimolo incondizionato (SI), si verifica una risposta incondizionata (RI). Uno stimolo condizionato (SC), dopo un certo numero di prove in cui viene abbinato allo SI, acquista la capacità di evocare una risposta condizionata (RC), che spesso è uguale alla RI. Il condizionamento classico è destinato all'estinzione, se allo SC non viene abbinato lo SI. Può stabilire una paura patologica, come dimostrato da un discutibile esperimento di Watson e Rayner con il piccolo Albert e un topolino bianco. Thorndike e la legge dell’effetto: un comportamento seguito da effetti gratificanti per l’organismo che lo mette in atto sarà ripetuto, mentre se seguito da effetti dannosi o spiacevoli

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verrà abbandonato. Esperimento con gatti rinchiusi in gabbia che imparavano ad aprire il chiavistello. Skinner e il condizionamento operante: riferito al comportamento che opera sull’ambiente. Incentra la legge dell’effetto non sulla relazione fra stimolo e risposta, ma tra la risposta e le sue conseguenze o contingenze: gli stimoli diventano occasione perché siano prodotte le risposte, se queste hanno ottenuto un rinforzo. La libertà di scelta è un mito e il comportamento è determinato dai rinforzi forniti dall’ambiente. Distinzione tra rinforzi positivi, rafforzamento della tendenza a produrre una certa risposta in virtù del verificarsi di un evento piacevole, e rinforzi negativi, rafforzamento di un risposta attraverso la rimozione di un evento spiacevole. Shaping o modellamento per approssimazioni successive: ricompensare una serie di risposte sempre più vicine a quella desiderata. Imitazione di modelli o modeling: l'apprendimento avviene anche in assenza di rinforzi, tramite l'osservazione e l'imitazione degli altri. Bandura e Menlove se ne servirono per far superare ai bambini la paura dei cani. Può spiegare anche l’acquisizione di comportamenti patologici. Entra a far parte della terapia comportamentale a partire dagli anni ’60. Terapia comportamentale o modificazione del comportamento: approccio terapeutico che si basa sui condizionamenti, per trattare problemi clinici. Tecniche:  Contro-condizionamento: evocare un nuovo tipo di risposta a un particolare stimolo. Mary Cover fece superare a un bambino la paura dei conigli dandogli da mangiare in loro presenza  Desensibilizzazione sistematica: contro-condizionamento basato sul rilassamento muscolare e l'esposizione graduale ad una serie di situazione temute dal soggetto. Tecnica sviluppata da Joseph Wolpe nel 1958.  Condizionamento aversivo: uno stimolo piacevole all'individuo viene abbinato ad uno stimolo spiacevole, nella speranza che lo stimolo assuma valenza negativa (per alcol o tabagismo). Criticato sul piano etico perché implica l’infligger...


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