RIASSUNTO DI OTHELLO CON SPIEGAZIONI ECC. PDF

Title RIASSUNTO DI OTHELLO CON SPIEGAZIONI ECC.
Course Letteratura Inglese II
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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RIASSUNTO DI OTHELLO CON SPIEGAZIONI ECC.
Punti di vista, e tutte le varie tematiche....


Description

OTELLO Composto intorno al 1604 è un’opera in cui attraverso uno studio della gelosia si giunge ad una rappresentazione dell’operare del male nel mondo, in cui la tragedia viene messa in scena dalla parola. La parola in Otello copre interamente lo spazio, agisce e patisce e viene affrontata in tutti i suoi aspetti. Attraverso di essa il male penetra nel mondo, lo corrompe e lo distrugge, e allo stesso modo funziona l’agire di Iago attraverso la parola. Si avvale della parola per intessere attorno ad Otello e agli altri personaggi la sua rete diabolica, per un suo tornaconto personale (cosa che afferma egli stesso più volte nell’opera). A rendere Otello cieco non è solo l’abilità linguistica di Iago ma anche il suo stesso rapporto con la parola, riesce a creare un muro tra lui e la realtà su basi praticamente infondate, ma che con le parole giuste sembrano essere il contrario. Il suo stesso amore per Desdemona e il contrario non nasce dalla realtà ma è dato dal linguaggio, dai racconti che lui fa in merito ad avventure passate (il suo elemento è il linguaggio nostalgico e della memoria). Solo alla fine la divaricazione tra passato e presente, illusione e conoscenza, viene saldata, ma avviene solo attraverso la morte: quella di Desdemona uccisa da Otello, e quella poco dopo di Otello stesso. La tragicità non è dettata da un fato esterno all’uomo, ma dalla sua incapacità a decifrare il linguaggio. I quattro aspetti a cui dovremmo prestare attenzione: La Blackness di Otello a Venezia: l'ideologia del colore. Questo spettacolo è ambientato fuori dall'Inghilterra, a Venezia, dove Otello ha la pelle nera, quindi è un uomo di colore che si trova in una città di bianchi. Otello e Desdemona: meticciato. Il colore è solo un colore, ma nel gioco c'è il significato della differenza. Questa differenza non è sempre negativa ma c'è un momento in cui è negativa: Otello è già membro della comunità, lui è un soldato, coraggioso e ben accetto ma quando un veneziano scopre che è segretamente sposato con Desdemona, le cose cambiano. Paura del meticciato. (mix di genere). Iago: L’improvvisazione del potere. Un ruolo importante è svolto da Iago. L'oscurità è solo una caratteristica superficiale che diventa una qualità negativa, perché qualcuno crea un discorso sull'oscurità e il personaggio che ha inventato questo discorso è Iago. Iago, che è considerato un amico di Otello, crea una cosa inesistente per "distruggere" Otello. Metatheatre: Uno spettacolo è metateatro quando lo spettacolo mostra anche una riflessione sul proprio status di gioco. E lo fa Iago che in primis parla con il pubblico svelando sin da subito le sue vere intenzioni, ammette di fare il doppio gioco con Otello e ammette di farlo solo per un tornaconto personale. Rivela al pubblico i suoi pensieri e sono gli unici momenti del dramma in cui Iago non mente. Da dove nasce questa nozione di "Moro"? C'è un esempio in un testo tedesco, "Feirefiz the Noble Moor”, Parzival, 13th Century. C'è un Moro che è nobile. (di solito abbiamo trovato il moro con un carattere negativo, qui invece è nobile). Il nobile moro era cugino di Parzival, quindi era di una "razza mista". Suo padre era un moro. E Shakespeare? Otello all'inizio è un nobile moro: è ben accetto, fa parte della comunità. Sappiamo che l'ambientazione di Otello è la battaglia di Lepanto con la quale Venezia perse Cipro. Otello è un uomo onesto; crede in qualunque cosa ascolti. Per questo crede in Iago anche quando gli mente. Otello è un'opera teatrale sulla verità e la sua rappresentazione nel linguaggio. È difficile in Othello stabilire se egli fosse nero africano di pelle o fosse ‘moro’ (come dimostrano alcuni ritratti) che potrebbe significare anche Turco, medio orientale, oppure di religione diversa, cioè Mussulmano e non potrebbe centrarci niente il colore della pelle. Non siamo in grado di stabilirlo perché Shakespeare ci lascia con il dubbio chiamando in causa una 1

serie di differenze: la differenza di razza, la differenza di religione, cultura, per farci riflettere se queste differenze siano essenziali o costruzioni. Da questa interpretazione diversa del colore della pelle, possiamo ricavare ancora una volta una visione di quello che pensavano le varie culture che sono venute dopo l’età di Shakespeare, cioè in base alle interpretazioni a teatro del Moro, possiamo capire come nelle varie epoche si è interpretata la distanza con quello definito ‘diverso’. I mori    

che Shakespeare ha inventato: Aaron in Titus Andronicus. The Prince of Morocco in The Merchant of Venice. The absent Moorish woman in The Merchant of Venice. The King of Tunis in The Tempest.

Lesly Filder scrive dei quattro mori di Shakespeare: a due vengono assegnate battute, ad altri due no. I personaggi nelle opere di Shakespeare senza parole non sono tantissimi ma ci sono e sono personaggi che possono fare un sacco di cose durante la rappresentazione perché possono rendersi presenti con dei movimenti che possono portare discredito a quello che dicono altri personaggi. Aaron è il precedente presente con delle battute rispetto ad Othello. È un personaggio cattivissimo, è un moro a seguito dei goti (i barbari rispetto ai romani) e Aaron è la differenza dentro la differenza. (nero fuori e nero dentro, inteso come cattivo). Perché è cattivo con le persone? Non per ripicca, ma proprio perché lui è contento di vedere il dolore nelle persone. Ci interessa perché così vediamo come Shakespeare è passato da un moro poco nobile ad un moro nobile. Shakespeare mette in scena l’emotività del moro. Noi non abbiamo sempre lo stesso punto di vista. The Price of Morocco è un moro che non capisce nulla; non indovina un certo enigma e scompare dalla scena. The absent Moorish woman: una donna mora, incinta, assente, e viene continuamente nominata in The Merchant of Venice. The King of Tunis: un altro assente che troviamo in The tempest. È Il Re a cui va in sposa Claribel. Anche qui si immagina una coppia mista che noi non vediamo in scena. In The Tempest c’è Caliban. Othello è una tragedia della conoscenza. Per Othello l’imperativo nel corso del dramma è ‘conoscere sé stesso’, perché lui parte con una certa idea di sé stesso e poi la cambia perché segue quello che Iago gli fa sospettare, però prima di sospettare dell’altro cioè di Desdemona (tragedia della gelosia), mette in discussione sé stesso e questo lo conduce alla rovina. Lui e Desdemona si sono sposati in segreto perché innamoratissimi, ma basterà poco per andare oltre a questo matrimonio che sembrava perfetto. E’ la tragedia di un uomo che ha un colore della pelle diverso e che deve imparare a conoscere sé stesso; la tragedia stessa come genere viene commentata negativamente per il fatto di avere Othello come protagonista, perché secondo Thomas Rymer non può esserci eroe tragico che sia un ‘Moor’. Charles Gildon quasi subito replica a Rymer e, dicendo che non è una tragedia sbagliata, perché le opere letterarie devono guardare al mondo come dovrebbero essere idealmente, non devono guardare al mondo come di fatto è. Il poeta ha il dovere di rappresentare il mondo ideale, dovrebbe rappresentare la realtà così come dovrebbe essere, cioè virtuosa. Ciò che dice Rymer è una questione che va avanti nei secoli, infatti Coleridge lo appoggia. Shakespeare è amato dai romantici ma Othello è definito un errore di Shakespeare e infatti Coleridge dice che non ci può essere tragedia. Lesley Fiedler: "The Stranger in Shakespeare": "Othello is one of the oddest of Skakespeare and one of the most difficult to interpret". Secondo lui questa tragedia nella sua struttura, 2

combina commedia e tragedia in una maniera strana, ovvero, inizia con l'evento che di solito chiude le commedie. La tragedia inizia con l'avvenuto matrimonio tra due che sono veramente innamorati e questa è proprio la conclusione delle commedie e così vissero felici e contenti. Se mettiamo quest'evento a inizio del dramma che raccontiamo dopo? Non possiamo mettere il vissero felici e contenti perché è banale, e allora metterlo all'inizio può solo significare che tutto il resto sarà rovina, perché siamo già all'apice strutturalmente, il più felice di tutti è già accaduto. Possiamo parlare di una domestic tragedy, domestica perché non si tratta più di re e regine. Otello, infatti, non è una vicenda che ha a che fare con gli affari di stato, non è l'azione di Macbeth, non deve uccidere l'altro re per prendere il suo posto, un'azione più domestica è infatti un dramma di gelosia che si consuma in tragedia. L'assassinio di un marito da parte della moglie e l'amante di lei. Il suo argomento lo rende ancora più domestico facendo riferimento, anche ad ambientazioni che sono letteralmente domestiche (avverrà tra le mura domestiche), ci sono una serie di riferimenti ad azioni condivise, che segnano l'intimità tra i protagonisti principali, come ad esempio al mangiare assieme, essere invitati a casa di. L'Otello non è il solo dramma Shakespeare a fare questo, lo vedremo più avanti anche con The Tempest, dove mette dentro i suoi drammi tanta narrazione, tanti racconti. In Othello (come anche in altri suoi drammi), c'è un passo relativamente lungo, di racconto del passato: il passato entra in scena attraverso il racconto, perché altrimenti il dramma inizierebbe sempre ad azione avviata, però poi qualcuno fa riferimento ad un evento passato per darci il contesto di quello che sta accadendo.

VENEZIA

Venezia fine 500 ed inizio 600: molto simile a Londra per estensione, per la presenza di una laguna e per il numero di abitanti. Entrambe le città erano molto importanti, essendo entrambe influenti città commerciali. Venezia è inoltre caratterizzata da una doppia etnicità: vi circolano beni provenienti da tutto il mondo; è la città dei grandi scambi commerciali, dove arrivano e da dove partono le novità. Proprio perché è un porto, attrae persone da tutto il mondo, e potrebbe essere definita “un crogiolo di razze” per quell’epoca. Al suo interno sono presenti varie religioni diverse, che siano o meno professate quando si è a Venezia, e di conseguenza vi sono diverse etnie. La Venezia di quest'epoca è la prima città europea al mondo che assegna uno spazio agli ebrei, il quartiere chiamato ghetto, da cui viene poi il nome “ghetto” ed i significati che ha assunto nel corso dei secoli. Inoltre, a Venezia era presente il concetto di Resident Aliens, ovvero le persone che non sono veneziane, ma che risiedono a Venezia. Venezia è anche una città a cui guardare per il suo ordinamento politico, infatti è vista positivamente anche per questo. Queste caratteristiche, secondo il critico Wondermes, sono tipiche di una Venezia che altro non è che una rappresentazione della Londra a Shakespeare contemporanea, è un modo per parlarne non esplicitamente per non incorrere nella censura. Il tempo In Othello, inoltre, tempo è spazio non sono univoci, ad esempio nell’atto I scena III vediamo, tramite un racconto del personaggio di Otello stesso, il passato entrare in scena attraverso il racconto. Abbiamo il tema del doppio tempo anche perché, mentre il primo atto si svolge a Venezia, gli altri quattro si svolgono a Cipro, e la tragedia si consuma in meno di 48 ore, circa 36. Tuttavia, i personaggi nelle loro battute fanno continuamente riferimento ad un tempo che sembrerebbe quasi infinito. Il tempo si dilata grazie a queste formule come, ad esempio, quando Emilia la moglie di Iago a un certo punto dice, “ah ecco qua mio marito, mi ha chiesto hundred times (rif al fazzoletto).”. Vanno sempre più indietro del momento iniziale del dramma stesso. Dunque, il doppio tempo è lungo nelle parole, ma molto breve nell’azione. Il tempo in Otello è indefinito ed indefinibile. 3

Di fatto il tempo in Othello è importante, è indefinito ed indefinibile, il tempo ricorre nelle battute di molti personaggi, soprattutto in quelle di Iago e Othello, si usano anche frasi proverbiali, per fare riferimento al tempo o per assoggettare le proprie azioni al tempo come se questo governasse tutto. La tragedia come genere La tragedia è quel genere dove le azioni diventano inevitabili non si può fare diversamente, Otello ad un certo punto dell'azione tragica ci fa vedere come se lui non avesse controllo delle proprie azioni, ma non perché sia pazzo -> c'è questo senso di INELUTTABILITA'. Il tempo è tiranno, sono quegli eventi che ci offre il tempo, questo senso di necessità che il tempo porta con sé è la stessa necessità che caratterizza la tragedia, quella delle azioni ineluttabili di cui non si può fare a meno. La gelosia Per quanto riguarda la gelosia, Othello è geloso o no? Questo è il dramma della gelosia che Iago definisce proprio in una conversazione con Othello come un mostro dagli occhi verdi (green-eyed monster pg 125) e i soggetti che sono gelosi poi diventano vittime poiché questa divora coloro che la esercitano. Lesley F. ci fa vedere, che questo dramma ci rivela che la gelosia altro non è che la conseguenza di una preoccupazione tutta maschile nei confronti della fedeltà o infedeltà della donna, visione caratteristica della misoginia di Iago. È un meccanismo che secondo Lesley F. si può esportare ad altre situazioni: la paura dell'altro mi porterà a dire che l'altro sarà violento, la paura dell'altro porta a costruire l'altro come qualcuno da lasciare dall'altra parte del muro, e questo mi una difficoltà nel relazionarmi con gli altri. Come è strutturato il testo? E’ un testo che lavora per opposizioni binarie, a partire tra l’onestà e tutto quello che può portare all'oscurità, è un'opposizione che si realizza anche nella divisione del setting: Venezia è la città dell'ordine dove entrano in scena senatori e doge e che sembrano risolvere e calmare la situazione. Opposta a Venezia, c'è Cipro, il luogo del disordine dove non vi sono regole. Crisi di categorie Altro aspetto, ad introduzione alla nostra lettura, è quella della crisi di categorie di Maggie Degar: In Otello ci sono tre personaggi principali ovvero Otello, Iago e Desdemona. Sono tre personaggi che mettono in scena questa crisi di categorie, ciascuno la propria di appartenenza, che sono rispettivamente: razza per Otello, genere per Desdemona; l'altra classe sociale per Iago. L'alfiere Iago che nell’epoca della mobilità sociale ( un mondo che si sta allontanando dal medioevo fatto di aristocrazia, feudi di classe ereditiera, per arrivare dd un mondo dove la classe mercantile diventerà classe borghese) vuole effettuare una scalata sociale diventando luogotenente, (passando in una classe superiore) tuttavia ciò non accade e da qui parte la sua gelosia. Desdemona si mostra, fin dall’inizio della tragedia, come un personaggio disobbediente, che non vuole sottostare alla parola del proprio padre. All’interno di una società patriarcale dalla quale tenta di distaccarsi. Otello viene messo in discussione poiché moro in mezzo ai bianchi e non riesce a distaccarsi tanto che ne sposa una. Poi, lei osserva che ciascuno di questi personaggi è caratterizzato da una qualità o aspetto in particolare, Otello è idealista perché vorrebbe, in uno spazio patriarcale come quello che viene messo in scena, che la donna rispettasse il ruolo obbediente e fedele, e in nome di questa purezza della donna che va preservata è pronto a sopprimere chi non rispetta quella purezza. È idealista senza però la capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che è 4

sbagliato, e Shakespeare gioca con la vista in senso metaforico, e ci fa vedere un Otello che dovrebbe proprio mettere gli occhiali, perché più di una volta, si rivolge a Iago, che è accanto a lui per chiedere cosa accade ad un uomo che sta alla sua stessa distanza dall'oggetto non visto e per di più a Iago si affida proprio a lui per farsi dire che succede laggiù (IRONIA del testo). ATTO PRIMO SCENA PRIMA Roderigo e Jago stanno nel bel mezzo di una conversazione, Roderigo dice a Iago di avergli fatto un’offesa sapendo qualcosa che non gli ha detto. Per far intendere la relazione tra lui e Iago fa riferimento ad un borsellino, dicendo che tu mi sei così vicino che addirittura reggi il cinturino, puoi metterci le mani quando vuoi, e ora mi nascondi le cose? La relazione tra questi due è sottolineata da questa cosa qui: siamo così vicini che puoi disporre del mio denaro. Non ci avreste mai fatto caso se non fosse che è la prima battuta. Iago insiste dicendo di non saperlo; Roderigo dice 'mi avevi detto che lo odiavi'. Iago: te lo confermo. Altra cosa che si può osservare è che si continua sullo stesso tono: un personaggio principale e un personaggio secondario stanno parlando, ma non è Iago il personaggio principale del dramma. In genere i personaggi principali sono raccontati da altri, qui l'altro è Iago che però non ha molto interesse a raccontarci di Otello. Cosa diversa accade con Richard III, entra in scena da solo, se la sente di affrontare il pubblico e si racconta. Neologismi Dicono che Otello sia un dramma, pieno di neologismi, di parole inventate this counter-caster – his Moorship's Ancient. A solo due versi di distanza vi sono due neologismi. Proprio in un testo di un matrimonio tra un moro e una bianca, che si sta evolvendo, dal punto di vista culturale, anche il linguaggio ha bisogno di evolversi, nel bene e nel male. Moorship a cosa assomiglia? È quasi dispregiativo, quasi a dire non sua altezza, ma la sua morosità è altra cosa in italiano, la sua morezza, fa riferimento al suo essere moro. Ancora non abbiamo il nome proprio. I.1 (7-9) Iago: In following him, I follow but myself; Heaven is my judge, not I for love and duty, But seeming so, for my peculiar end: For when my outward action doth demonstrate The native act and figure of my heart …I am not what I am. Qui c'è un discorso di classe, tuttavia riconosce due categorie di sudditi servitori: dice che ci sono alcuni che seguono come servitori e si comportano come asses, come bestie da soma con i loro padroni, in cambio di quel giusto per vivere, finché arriverà il tempo in cui saranno licenziati e perderanno anche questo. Lui dice però di appartenere ad un'altra categoria, coloro che non sono sopraffatti da questo ruolo di subordinazione, riescono a sfruttarlo per i propri interessi e a riempirsi le tasche. Iago si muove in questo spazio di realtà e apparenza e continua con una frase ironica, una sorta di paletitude: è chiaro che se fossi il Moro, non sarei Iago. È chiaro che se fossi il Moro, se avessi uno status maggiore, anche maggiore di quello di Iago, vorrei avere lo stesso quello di Iago (perchè il Moro è appunto moro). Linguaggio di Iago In questa prima scena si sta parlando di questioni di questo tempo, della mobilità sociale, di poter fare di più di passare da una classe sociale all'altra. Iago continua dicendo che Dio è testimone, per consolidare la sua affermazione, prima di arrivare a I am not what I am dà un’immagine quasi fisica di un cuore, semmai dovesse venire il giorno in cui le sue emozioni saranno allo scoperto, incluse le intenzioni, ci saranno solo conseguenze negative. Quella frase iniziale che abbiamo visto inizialmente, Heaven is my judge. Si offre l'immagine fisica

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di un cuore, come se avesse messo il cuore tra le mani, on my sleeve, pronto per essere pasto delle cornacchie. I am not what I am cosa ci ricorda? Shakespeare gli fa dire Heaven is my judge e lo fa entrare in un linguaggio legato alla sacralità dello spazio, dettate a Mosè da Dio direttamente. Iago si permette di appropriarsi di parole dell'unico creatore, almeno per la Bibbia. Sta anticipando quello che farà nello spazio dell'Otello, che manipolerà, quasi come un registra. Sottolinea qui ancora un'altra cosa di sé stesso, che per lui non è un valore essere onesti, la coincidenza tra quello che rappresento fuori di me stesso e ciò che sono dentro non ha senso. Iago sin dalle prime battute ci fa capire quali sono le sue caratteristiche attraverso queste battute. Il non voler condividere quest'interiorità non è anche un metodo di difesa? Si, tuttavia già da queste prime battute, sta presentando un aspetto di sé non bello. Il contesto della battuta di Iago ci fa vedere che in lui questa è un'intenzione negativa, poco nobile, è preludio a tutte le azioni successive. Da barbantio: BRABANTIO appears above, at a window BRABANTIO: What is the reason of this terrible summons? What is the matter there? RODERIGO: Signior, is all your...


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