Riassunto G. Galilei - Sidereus nuncius PDF

Title Riassunto G. Galilei - Sidereus nuncius
Course Storia contemporanea
Institution Università per Stranieri di Perugia
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SIDEREUS NUNCIUS Al Serenissimo Cosimo II de’ Medici, IV Granduca di Toscana. Il 12 marzo 1610 gli scrive una lettera in cui dice che gli dedica le 4 stelle che girano intorno a Giove: gli Astri Medicei. Per costruire il cannocchiale prende un tubo di piombo e applica 2 lenti alle estremità, piane da una parte e una convessa e una concava dall’altra. Accosta l’occhio alla concava e vede gli oggetti 3 volte più vicini e 9 volte più grandi. Per stabilire l’ingrandimento si traccia il contorno di 2 circoli di carta, di cui uno è 400 volte l’altro; poi da lontano si guardano le 2 superfici affisse sulla parete, la maggiore con un occhio al cannocchiale e la minore con l’altro occhio libero: le figure appaiono con la stessa grandezza se il cannocchiale moltiplica gli oggetti secondo la proporzione desiderata. Per misurare le distanze: i raggi senza lenti nel tubo andrebbero all’oggetto FG secondo le linee ECF e EDG, ma con le lenti andranno secondo le linee rifratte ECH e EDI, dirigendosi alla parte HI. Si stabilisce il rapporto della distanza EH alla linea HI e si trova la quantità dell’angolo fatto nell’occhio dall’oggetto HI, mediante la tavola dei seni. La faccia lunare rivolta al nostro sguardo, si distingue in una parte più chiara e una più oscura. La più chiara circonda e cosparge di sé tutto l’emisfero, la più oscura offusca la faccia stessa e la fa apparire macchiata. Le macchie grandi si conoscevano già, altre più piccole non si erano mai viste e sono così fitte da ricoprire tutta la superficie, specialmente la parte luminosa. Da esse capiamo che la superficie non è liscia ma disuguale con cavità e sporgenze. Già nel 4° o 5° giorno dopo la congiunzione, il termine che divide la parte oscura dalla luminosa è segnato da una linea disuguale. Come estendono nella parte oscura lucide escrescenze, così in quella luminosa s’inoltrano particelle oscure. Col crescere della parte luminosa diminuiscono le macchie lunari. Nella zona in ombra ci sono molte punte lucenti staccate dalla zona lucente, che aumentano di grandezza e luce e si uniscono alla parte luminosa, ampliandola. Mentre la luna si avvia verso la prima quadratura nella parte lucente s’inoltra un seno oscuro nel quale dopo 2 ore spunta un vertice luminoso. Esso si accresce e assume una forma triangolare; intorno iniziano a splendere 3 punte ed esso si unisce alla parte lucente. Nell’estremità dei corni emergono dei punti lucenti con macchie oscure nei corni (più grandi e oscure quelle vicine al termine, più sbiadite quelle lontane). Le macchie grandi sono più depresse delle plaghe più chiare perché nel crescere e nello scemare di esse si formano intorno ad esse gli orli della parte più lucida. La parte più lucida sporge soprattutto vicino alle macchie, in modo che intorno alla macchia della plaga superiore si sollevano sporgenze. Questa macchia prima della seconda quadratura è circonvallata da contorni scuri. La parte lucente diminuisce e sporgono i dorsi lucenti dei monti. Nel centro della luna c’è una cavità maggiore delle altre e rotonda, circondata da altre cime e con la parte in ombra verso il sole. Le grandi macchie sono simili per cavità e sporgenze, cambiano la luminosità in base a quanto sono obliqui i raggi solari. Nelle macchie della zona lucente è diverso: si stagliano con duri contrasti di luci e ombre e all’interno ci sono areole lucenti. Se le sporgenze e le cavità si protendessero secondo la periferia circolare terminante l’emisfero visibile, la luna dovrebbe mostrarsi come una ruota dentata; ma se molte file di monti sono disposte parallele all’estremo giro della luna l’occhio non può vedere il distacco tra sporgenze e cavità, perché gli intervalli dei monti disposti nella stessa serie sono occultati da altre elevazioni in altre file. Attorno alla luna c’è un involucro di sostanza più densa che riceve e riflette i raggi solari. Questo fa apparire la luna come una sfera più grande. È più profondo intorno alla periferia e può ostacolare la vista e nascondere la periferia esposta al sole: la parte lucente appare più grande di quella in ombra. Questo spiega perché le macchie grandi non si espandono fino all’orlo più estremo. Mentre la luna non è lontana dal sole, ci rivolge la parte con i corni lucenti e delinea l’orbita della parte in ombra con un tenue chiarore separandola dal campo più oscuro dell’etere. Si vede la faccia lunare albeggiare di una luce non esigua, questa luce deriva dal fatto che nelle congiunzioni è illuminata dai raggi solari nell’emisfero superiore, mentre quello inferiore è in ombra e non illumina la terra. Allontanandosi dal sole, la luna si illumina nell’emisfero inferiore e illumina la terra. L’illuminazione solare cresce nella luna e aumenta la riflessione della sua luce sulla terra. L’intero volto della luna è irradiato dal sole e la terra è illuminata da essa. Poi la luna decrescente manda i raggi più deboli sulla terra, fino alla congiunzione in cui è notte. Mentre la luna è sotto il sole nella congiunzione, ha di fronte la terra esposta al sole e riceve la luce da essa: per questo l’emisfero lunare inferiore privo di luce solare è lucente. Se si allontana dal sole di un quadrante, è illuminata solo metà della terra perché nell’altra metà è notte, quindi anche la luna è illuminata meno dalla terra. Se la luna è in opposizione al sole, ha di fronte la terra in ombra, e se si ha l’eclissi la luna è in ombra. Quando gli Astri sono guardati con la libera vista sono visti irradiati da fulgori e raggi chiomati e sembrano maggiori. Le stelle emergenti tra i primi crepuscoli al tramonto del sole appaiono meno esigue. In mezzo all’ombra gli astri sono chiomati, mentre la luce rade i crini. I pianeti hanno globi rotondi e delineati e appaiono orbicolari, le stelle fisse non si vedono terminate da una periferia circolare e sono come fulgori scintillanti. Galileo disegna la Costellazione della Cintura e Spada di Orione e quella delle Pleiadi. La Galassia è un insieme di stelle, in essa si nota un candore e areole di colore latteo. Le Nebulose sono greggi di piccole stelle disseminate in modo mirabile. Disegna la Nebulosa di Orione e la Presepe. Il 7 gennaio 1610 vede Giove con 3 stelle vicine, sull’esatta linea retta e parallele all’Eclittica. Continua le osservazioni e nota che si volgono in circoli disuguali intorno a Giove e compiono rivoluzioni intorno al sole ogni 12 anni. Scopre che sono più veloci i giri dei pianeti che descrivono circoli più stretti intorno a Giove, e il pianeta che traccia l’orbita più grande sembra avere periodi semi-mensili. Per l’interposizione dei vapori terrestri, il sole e la luna appaiono più grandi, ma le fisse e i pianeti appaiono più piccoli; le stelle di giorno e nei crepuscoli appaiono debolissime, la luna no....


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