Riassunto L\'inchiesta - capp. 1-2 PDF

Title Riassunto L\'inchiesta - capp. 1-2
Course Tecniche quantitative di analisi
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Riassunto del libro "L'inchiesta", capp. 1-2...


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6. IL CAMPIONAMENTO NON PROBABILISTICO SVANTAGGIO del campionamento non probabilistico  non essendo nota la probabilità di estrazione di ogni soggetto, il ricercatore non può affermare che il suo campione sia rappresentativo della popolazione. Ciò limita la possibilità di generalizzare i risultati al di là dello specifico campione studiato. VANTAGGIO del campionamento non probabilistico  è molto meno complicato, molto meno costoso e può essere realizzato senza la complessità statistica di un campione probabilistico. Il campionamento accidentale  il ricercatore si limita a scegliere come rispondenti le prime persone che capitano. Il campionamento per quote  equivale al campionamento stratificato, con l’ulteriore precisazione che ciascuno strato è generalmente rappresentato nel campione nella stessa proporzione che ha nella popolazione complessiva. Il campionamento per dimensioni  è una forma multidimensionale di campionamento per quote. Questo metodo è indicato per indagini in cui si desidera solo un piccolo campione. Se il campione è piccolo, esiste il pericolo che non siano rappresentati alcuni valori di variabili necessarie. Il campionamento per obiettivi  il ricercatore utilizza il proprio giudizio riguardo alla scelta dei rispondenti e utilizza solo quelli che corrispondono meglio alla finalità dell’indagine. VANTAGGIO: il ricercatore può utilizzare per scegliere gli intervistati le capacità, l’esperienza e la conoscenza che ha accumulato. Il campionamento a valanga  è considerato generalmente una tecnica di campionamento non probabilistica. Questo campionamento, sia probabilistico che non probabilistico, viene condotto in varie fasi. Nella prima fase vengono identificate e intervistate alcune persone dotate delle caratteristiche richieste. Queste persone sono utilizzate come informatori che servono ad identificare altri soggetti con le caratteristiche necessarie per essere inclusi nel campione. La seconda fase comporta la realizzazione di interviste a queste persone, che a loro volta consentono di avvicinare altre persone ancora che possono essere intervistate nella terza fase, e cosi via. 7. L’AMPIEZZA DEL CAMPIONE Di solito la dimensione del campione dipende dall’ampiezza della popolazione che deve essere campionata e dalla finalità dell’indagine. 30 casi circa sembrano essere il minimo assoluto per un’indagine. Molti ricercatori ritengono che il limite minimo sia 100. Il ricercatore deve anche ricordare che l’ampiezza decisa per il campione può anche essere notevolmente inferiore a causa dei rifiuti a farsi intervistare o della restituzione di questionari illeggibili o per altri motivi; dunque l’ampiezza del campione necessaria per l’analisi dei dati varia da domanda a domanda. Considerazioni statistiche sull’ampiezza del campione  il campionamento non probabilistico non fornisce alcuna base per stimare l’errore di campionamento, tale stima è possibile invece nel campionamento probabilistico. L’ampiezza del campione necessaria non dipende soltanto dall’ampiezza della popolazione stessa, ma anche dal grado di eterogeneità della variabile all’interno della popolazione. Per le popolazioni in cui non c’è variabilità o eterogeneità rispetto a una variabile, sarà sufficiente un campione di una qualsiasi ampiezza. Estraendo un gran numero di campioni di una data ampiezza da un’unica popolazione, possiamo creare una distribuzione campionaria  distribuzione di valori di una statistica del campione prodotta attraverso un campionamento casuale ripetuto. Ampiezza del campione e frazione di campionamento  la frazione di campionamento è la quota di popolazione totale inclusa nel campione. Ampiezza del campione per il campionamento stratificato  se estratto casualmente, il campione all’interno di ciascuno strato può essere considerato come un campione indipendente della popolazione di quello strato. il grado di errore di campionamento dipende non soltanto dall’ampiezza del campione, ma anche dal grado di eterogeneità della popolazione campionata. Il campionamento stratificato permette di dividere una popolazione

molto eterogenea in un certo numero di strati omogenei, ciascuno richiedente un campione piccolo. Il campione casuale stratificato è non proporzionale, si intende che uno strato rappresenta nel campione una proporzione più elevata rispetto a quella che lo strato ha nella popolazione mentre un altro una proporzione più bassa. Ampiezza del campione per il campionamento a grappoli  il campionamento a grappoli viene effettuato per motivi di efficienza e di economia. Non campioniamo ciascuno strato ma campioniamo tra gli strati. L’unica ampiezza del campione che veramente ci interessa è quella del campione finale di elementi del campionamento.

Capitolo 1: LA PREPARAZIONE DEL QUESTIONARIO Un’inchiesta consiste nel porre un certo numero di domande nello stesso momento ad un gruppo di soggetti scelti in modo da costruire una sezione rappresentativa dell’intera popolazione. Le domande possono essere poste tramite un questionario postale o direttamente da un intervistatore. Le inchieste sono realizzate su campioni per il semplice motivo che nella maggior parte dei casi ci si trova nell’impossibilità di intervistare l’intera popolazione. La raccolta dei dati deve essere completata nel più breve lasso di tempo possibile. L’inchiesta si distingue dagli altri metodi perché consente una precisa classificazione, così da rendere possibile confronti quantitativi.

1. La costruzione dei questionari Un buon modo per iniziare a scrivere il questionario, consiste nell’elencare le ragioni per cui l’intervistato potrebbe fornire informazioni errate o non rispondere. Alcuni dei problemi che possono sorgere sono: - l’intervistato può credere che l’intervista sia un espediente per vendergli qualcosa; - l’intervistato può temere che l’inchiesta invada la sua sfera privata (rimedio: omettere le domande delicate e garantire l’anonimato all’intervistato); - l’intervistato può appartenere ad una minoranza etnica, e rifiutare di essere intervistato; - l’intervistato può essere “sofisticato”, e sapere già che cosa il ricercatore vuole sentirsi dire; - L’intervistato può temere che le sue risposte lo facciano apparire poco intelligente (rimedio: sottolineare che non ci sono risposte giuste o sbagliate); - l’intervistato può non rispondere perché la domanda è troppo generale e vaga.

2. La rilevanza del questionario La parola chiave nella costruzione del questionario è la “rilevanza”. LA RILEVANZA DELL’INDAGINE  chiarire, spiegare e giustificare gli scopi dell’indagine all’intervistato e questo è uno degli obiettivi principali della lettera di accompagnamento al questionario. LA RILEVANZA DELLE DOMANDE PER L’INDAGINE  occorre anche persuaderli che tutte le domande del questionario sono rilevanti per gli scopi espliciti dello studio. Anche se il ricercatore gli garantisce che non ci sono risposte giuste o sbagliate, molti intervistati continueranno a considerare il questionario come una sorta di test e cercheranno di rispondere in modo da non apparire stupidi.

3. Le insidie che si presentano nella costruzione del questionario: la formulazione delle domande LE DOMANDE DOPPIE  non si devono includere due o più domande in una. LE DOMANDE AMBIGUE O IMPRECISE  A volte è difficile evitare l’ambiguità. Alcune parole sono di per se vaghe ed ambigue. Il significato di alcune parole può essere noto soltanto alle persone con un elevato livello di istruzione. I significati delle parole possono variare a seconda dell’area geografica. Tali differenze possono presentare problemi di comunicazione se il gruppo degli intervistati non è omogeneo. Evitare di usare il gergo nella formulazione delle domande. Un altro tipo di ambiguità può manifestarsi quando viene formulata una domanda come un’affermazione verso cui si deve dichiarare il proprio accordo o meno, o di cui si deve indicare la verità o la falsità. IL LIVELLO LINGUISTICO DELLE DOMANDE  le domande più lunghe portano via un tempo maggiore all’intervistato e accrescono la probabilità che egli non comprenda la domanda. Il ricercatore deve decidere quale livello di linguaggio è appropriato. Il livello di difficoltà del linguaggio dipende dal livello di istruzione degli intervistati. Molti ricercatori ritengono di dover formulare le domande nel linguaggio quotidiano dell’intervistato. Questo linguaggio può essere adatto se il questionario è indirizzato esclusivamente ad una piccola sottopopolazione, ma se l’indagine deve essere ripetuta su popolazioni non omogenee (età e area geografica), l’utilizzazione del gergo può nuocere alla comprensione del questionario.

DOMANDE ASTRATTE E CONCRETE le domande dovrebbero riferirsi a temi concreti e specifici ed avere risposte puntuali. Sono specifiche le domande che si riferiscono a caratteristiche come l’età oppure il sesso. È invece assai più difficile rispondere a domande che riguardano concetti astratti come la felicità, l’amore o la giustizia. Anche le domande tese a rilevare l’opinione dei soggetti possono far sorgere problemi. Spesso l’intervistato non ha proprie opinioni perché non ha mai riflettuto su quella particolare questione. LE DOMANDE VIZIATE  le domande dovrebbero essere strutturate al fine di minimizzare la probabilità di influenzare la risposta dell’intervistato. La domanda dovrebbe essere rivolta nella sua forma più neutrale. LE DOMANDE POTENZIALMETE IMBARAZZANTI O COMPROMETTENTI  argomenti delicati come la sessualità o il suicidio tendono a suscitare risposte normative, ossia risposte che sono coerenti con una norma anche quando ciò non corrisponde alla verità. Questo tipo di comportamento è conosciuto come distorsione dovuta a ciò che si ritiene socialmente accettabile. A volte l’intervistato semplicemente non conosce la risposta. Anche questa è una situazione che può produrre risposte normative.

4. Le domande aperte e chiuse LE DOMANDE CHIUSE  Vantaggi : le risposte sono standardizzate e consentono di confrontare i soggetti tra loro. Le risposte sono molto più facili da codificare ed analizzare. L’intervistato si fa spesso un’idea più chiara del significato della domanda. Svantaggi : potrebbe indurre un intervistato che non ha una propria opinione a cercare di indovinare la risposta appropriata o addirittura a rispondere a caso. Può accadere che le modalità di risposta da stampare sul questionario siano troppe. LE DOMANDE APERTE  vantaggi : consentono all’intervistato di rispondere in modo appropriato e dettagliato e di aggiungere tutte le precisazioni e i chiarimenti che desidera. Lasciano libero spazio alla creatività e alla espressione autonoma dell’intervistato. Svantaggi : possono portare alla raccolta di informazioni inutili e irrilevanti. La codifica è spesso molto laboriosa. Le domande aperte richiedono un’elevata capacità di esprimersi per iscritto. LE DOMANDE CHIUSE E APERTE A CONFRONTO  le domande chiuse sono più utili con campioni che abbiano un livello di istruzione basso e in generale sono considerate più adatte per i questionari postali. Le domande aperte sono utilizzate per formulare domande intorno ad argomenti complessi. Sono utilizzate per stimolare l’intervistato ad esprimere le sue specifiche opinioni.

5. La disposizione delle modalità di risposta Le modalità di risposta per le domande aperte consistono in generale soltanto di uno spazio bianco in cui l’intervistato può scrivere la propria risposta. Le modalità delle domande chiuse sono più complicate. È importante che si indichi come ci si deve comportare per rispondere alla domanda (es. con una crocetta). La disposizione più comune è quella che pone le categorie di risposta l’una al di sotto dell’altra, il che riduce notevolmente la confusione. Il difetto principale di questa disposizione è che richiede più spazio. Può anche far apparire il questionario più lungo e ciò può provocare rifiuto di intervista da parte dell’intervistato. IL NUMERO DELLE CATEGORIE  tutte le alternative son elencate su una scheda e vengono mostrate all’intervistato. LE VARIABILI ORDINALI  le categorie per una scala ordinale sono spesso più soggettive e devono essere definite dal ricercatore. LE SCALE A INTERVALLI  le variabili a intervalli sono per definizione continue ed hanno pertanto un elevato numero di possibili modalità di risposta. Il vantaggio di questa procedura consiste nel fatto che se un intervistato pensa che l’età precisa o il reddito esatto siano informazioni delicate, avrà minori difficoltà ad indicare un’età o un reddito all’interno di un determinato intervallo.

6. L’ordine delle domande Quando si mettono insieme le domande, il ricercatore deve decidere quante domande includere e in quale ordine presentarle. - mettete le domande delicate o imbarazzanti nell’ultima parte del questionario; - ponete per prime le domande a cui è facile rispondere;

- chiedete subito le informazioni che serviranno per le domande successive; - mettete le domande in ordine logico - variate la lunghezza e il tipo delle domande.

7. Le domande condizionate Una domanda contingente è una domanda la cui rilevanza per l’intervistato è determinata dalla sua risposta ad una precedente domanda filtro. I ricercatori ritengono che l’uso di un questionario con domande filtro e condizionate sia preferibile all’utilizzazione di due questionari che necessitano di lettere di presentazione di istruzioni.

8. La lettera di presentazione e la frase introduttiva Nella costruzione del questionario, dopo aver scritto le domande, resta ancora il compito di scrivere la frase introduttiva o la lettera di presentazione. Nel questionario con intervista è in generale una frase breve che viene letta all’intervistato. Nel caso del questionario postale, la frase introduttiva assume generalmente la forma di una lettera che accompagna il questionario. La frase introduttiva dovrebbe: individuare le persone o l’organizzazione che realizzano l’indagine; dire perché lo studio è importante ed è inutile svolgerlo; dire perché è importante che l’intervistato risponda al questionario; assicurare all’intervistato che non ci sono risposte giuste o sbagliate e che sarà garantito il suo anonimato. Nelle frasi introduttive molto spesso si sottolinea anche che non ci vorrà molto tempo per completare il questionario.

9. Le istruzioni per l’intervistatore e per gli intervistati Di solito in un questionario postale è necessario includere informazioni per i rispondenti. Le istruzioni di solito precisano che cosa debba fare l’intervistatore se l’intervistato risponde in un certo modo.

10. Il pretest Il pretest costituisce la fase finale della costruzione del questionario e una delle più importanti. Il campione per un pretest è costituito da un pubblico AD HOC, come i colleghi o i familiari. Oltre a porre tutte le domande come previsto, chiedo loro di analizzare tutti gli aspetti del questionario, come la formulazione delle domande, il loro ordine e le domande superflue. Il ricercatore non deve accettare tutte le raccomandazioni degli intervistati, ma questi commenti si rivelano utili. Quando una domanda provoca una forte quantità di mancate risposte, il ricercatore deve chiedersi se si tratta di una domanda condizionata. Il ricercatore dovrebbe anche cercare di individuare le domande che non determinano alcuna variazione nelle risposte....


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