Riassunto Luigi XIV e la francia del suo tempo PDF

Title Riassunto Luigi XIV e la francia del suo tempo
Author Alice Farina
Course Storia Moderna
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Luigi XIV e la Francia del suo tempo 1) Il contesto storico: La situazione politica nel 1661 Sin dal 1635 la Francia aveva tentato di spezzare l’accerchiamento Asburgico e alla pace di Vestfalia del 1648 essa ottenne la sovranità su Metz, Toul, Verdun e su città dell’Alsazia. Infine la pace dei Pirenei nel 1659 con Spagna pose le basi per il matrimonio fra Maria Teresa e Luigi XIV. Lo stato era un insieme di diverse provincie, regioni e città. Recenti acquisizioni come la Bretagna, la Borgogna, La Provenza, il Rossiglione e l’Artois mantennero le loro istituzioni e il loro codice giuridico, e lo stesso fece la Normandia, la Linguadoca e la Guienna. Numerose erano le città con l’esenzione dalle tasse, i pays d’elections, organizzate in circoscrizioni fiscali, sottoposte al controllo di un regio funzionario, l’elu (eletto). Rivolte popolari scoppiarono fra il 1630 e il 1650, provocate dall’imposizione di una nuova tassa o dalla presenza di un agente delle tasse. Il fallimento di Mazzarino nello stipulare la pace con la Spagna, il desiderio di difendere privilegi e il risorgere delle ambizioni dei grands provocarono guerre civili fra il 1648 e il 1653 note come le guerre della Fronda. Economia e società: Le condizioni sociali ed economiche della Francia nella meta del XVII secolo limitarono possibilità politiche della monarchia. Popolazione, economia e gruppi sociali contribuirono a formare una società resistente a ogni imposizione di cambiamento che riuscì a condizionare e modellare lo stato monarchico francese. E impossibile fornire un dato sulla popolazione francese poiché nascite, matrimoni, e decessi erano registrati casualmente, e i funzionari erano tenuti a registrare solo i capifamiglia che pagavano le imposte. La maggior parte della popolazione viveva in campagna. La produzione nelle città era spesso artigianale. Fabbriche vere e proprie non esistevano ed erano concepite più come raggruppamento di lavoratori sotto lo stesso tetto, piuttosto che col termine moderno. La società era divisa in tre ordini o stati: 1. Clero, ordine separato che pretendeva diritto assoluto sui propri affari e l esenzione delle tasse. 2. Nobiltà. Anche se molti suoi membri erano di recente acquisizione, conservavano immensi privilegi specialmente nelle campagne, dove vigeva il prelievo signorile: Droit de champart (prelievo per circa il 10% del raccolto), canoni d enfiteusi, diritti di caccia, obbligo di usare il mulino e il torchio del signore e il privilegio di

amministrare la giustizia. La borghesia spesso acquistava terre fuori città: erano un investimento vantaggioso e i diritti che ne derivavano allineavano il proprietario alla nobiltà. 3. Terzo stato. Piccoli commercianti, artigiani, produttori e borghesia che godeva di diritti ed esenzioni, non era impegnata in attività produttive, bensì viveva dei propri investimenti e poteva essere un funzionario nell’amministrazione giudiziaria o finanziaria, o cittadina. La politica sociale della finanza reale: L unica entrata sicura era la taille imposta su case e terreni da cui clero e nobiltà erano esenti. Lo stato poteva raccogliere fondi in quattro modi: 1. 2. 3. 4. Affittanze del demanio reale Taille Imposte indirette Prestiti; Somme altissime provenivano poi dalla vendita delle cariche e questo spiega perché il governo fosse attratto dalla creazione di nuove cariche pubbliche e dal raddoppiamento delle esistenti. La giustizia: Per quanto riguarda la giustizia esisteva una gerarchia delle corti di giustizia con un sistema di appelli alle giurisdizioni più alte. I tribunali signorili dominavano nei villaggi, ma la giustizia reale era presente la dove vi erano i tribunali di balliage (tribunali di prima e seconda istanza). Al di sopra vi erano i parlements e infine il consiglio reale di stato. Alla base del sistema giudiziario non vi era il principio di punire ma di correggere attraverso ammende e conciliazioni. Gli elementi burocratici all interno delle corti erano gli intendenti, maitres des requetes nel consiglio del re. 2) Il Re, La Corte, I Ministri: Luigi XIV rimase l incarnazione della monarchia in tutto il suo splendore e in giovinezza poté contare sul migliore maestro dei suoi tempi: Mazzarino. Egli capi perfettamente i limiti imposti al potere monarchico (pratici e morali, leggi, privilegi e istituzioni) nonostante fosse stato istruito a credere nel diritto divino della monarchia. Le questioni finanziarie erano trattate nel consiglio delle finanze e presentate al consiglio per la ratifica ufficiale. Gli affari interni erano competenza del consiglio dei dispacci. In determinate epoche vi potevano essere altri consigli come il consiglio del Commercio o il consiglio degli Affari Ecclesiastici. Comparsa e sparizione dei consigli significano la tendenza a istituzionalizzare il tutto. Nel tardo seicento gran parte della nobiltà era di origine recente. Erano un nuovo gruppo che la monarchia aveva deciso di utilizzare, ricompensandolo con matrimoni che li legavano all antica e alta nobilita. La rivalità era una delle caratteristiche più importanti della vita politica e molte erano le fazioni a corte. La corte svolse sempre di più la

funzione di strumento di governo diventando il centro di tutto il sistema. Solo attraverso di essa si poteva chiedere favori per se e i propri clienti. In questo modo i nobili nelle provincie accrescevano il loro prestigio e l obbedienza verso il re. L’uso della protezione e dei favori era una pratica comune e Luigi la trasformo in uno strumento di scambio. 3) La Riforma del Regno: Nel 1661 la Francia era ancora in gravi difficoltà a causa della guerra contro la Spagna e dei debiti. Era necessario dunque rilanciare l economia, ridurre la pressione fiscale e combattere la corruzione. Le finanze Costosissimo era l apparato burocratico che riscuoteva le imposte e i creditori che vantavano rentes. Si istituii dunque una chambre de justice, una corte per multare chi si era appropriato di guadagni illeciti. Un processo contro gli illeciti nascondeva grandi motivazioni. Colbert infatti aveva contribuito ad accumulare le ricchezze di Mazzarino e se si fosse indagato la sua posizione sarebbe stata compromessa. Colbert inizio a lanciare accuse contro Fouquet che fu arrestato nel 166l. Altro obbiettivo fu quello di dissimulare una parziale bancarotta cancellando i debiti che la monarchia non era in grado di pagare. Decime, tasse, rendite: Nel 1658 Fouquet aveva introdotto la riduzione della taille perché i prestiti erano stati garantiti sulla base della taille e non potevano essere pagati con imposte inesistenti. Colbert ridusse il compenso delle decime e gli interessi sui prestiti della corona spostando la pressione fiscale sulle imposte indirette e riorganizzando il sistema di riscossione attraverso appalti in un contratto di concessione, noto come Ferme generale. L’ordine amministrativo: parlements, intendenti e assemblee provinciali. La riorganizzazione finanziaria andò di pari passo con quella amministrativa. Era impossibile evitare abusi nel sistema fiscale senza una rete informativa, ruolo che spettava agli intendenti. I parlaments furono rinominati alte corti, i salari degli ufficiali giudiziari decuriati e la struttura oligarchica rimase inalterata. Lo stesso accade per gli stati provinciali che dal 1630 1640 ostacolarono la corona nel aumento delle imposte. Quando il governo riuscì a imporre la sua supremazia le assemblee più piccole vennero eliminate, fatta eccezione per produttive regioni quali Linguadoca, Borgogna, Bretagna, Artois e Francia Contea dal momento che le strutture statali erano così ben radicate e così importanti nell’organizzazione provinciale che non fu possibile abbandonarle. L’ordine pubblico: le rivolte, la promulgazione dei nuovi codici: Rivolte

scoppiarono in Guascogna (1664), Rossiglione (1666), Vivarais (1670), Guienna (1674) e Bretagna. Le selvagge repressioni scoraggiarono l insorgere di nuove e insieme alla restaurazione dell’ordine pubblico ci fu la necessita di promulgare un corpus giuridico uniforme. Nel 1667 fu promulgato un decreto per la procedura civile, nel 1669 un decreto su fiumi e foreste, nel 1670 uno penale, nel 1673 uno per i commerci, nel 1672 e 1681 vari decreti marini e nel 1685 quello coloniale, ma queste innovazione furono ostacolate dai tribunali e mai messe in atto. L’unica riforma utile fu la creazione di una nuova giurisdizione ufficiale per Parigi, lo Chatelet, che ampliatasi a dismisura aveva sovrapposto giurisdizioni pubbliche e private. L’economia: Per Colbert era necessario attrarre capitali da altri stati e mantenerli all interno del paese tassando i prodotti stranieri per scoraggiare le importazioni e incoraggiare gli artigiani francesi a produrre gli stessi beni. Furono istituite compagnie commerciali d oltremare come la compagnia delle Indie Orientali (1664), Compagnia delle Indie Occidentali (1664), Compagnia del Levante, Compagnia del Nord. Luigi preferì sempre occuparsi dell’esercito terrestre escludendo la possibilità di creare un impero oltremare. Arte e architettura: l immaginario della glorie: La monarchia si era costruita un immagine mitica sfruttando le arti per i propri fini. Nella corte era radicata l’idea che immagini ed emblemi comunicassero meglio delle parole, fu perciò necessario per il re avere un motto: Nec pluribus impar; e un emblema, il sole. Scultura e architettura furono gli strumenti per imprimere la grandiosità della monarchia e all abbellimento di Parigi Luigi preferì un progetto ancora più grande: Versailles che si trasformo da piccola residenza di caccia in castello tra il 1661 e il 1689. L’Hotel des Invalides fu costruito tra il 1671-1675. La guerra franco-olandese rallentò i lavori negli anni Settanta, insieme alla guerra dei Nove anni e alla guerra di Successione. Questi palazzi reali avevano la statua del re al centro, i giardini fungevano spesso da palcoscenico per teatri e balletti. La combinazione perfetta di teatro, musica, poesia e danza si espresse prima nel balletto e poi nell’opera; Luigi in persona aveva partecipato a molti balletti. I dipinti ufficiali furono eseguiti da Le Brun, primo pittore del re. Versailles era il tempio di Luigi XIV ed era un progetto teso a sfruttare le risorse artistiche a suo favore. La magnificenza della sua corte rispecchiava lo stato barocco, con l’esterno classico e l’interni barocco. La nascita delle accademie sviluppò il mecenatismo.

Le più famose furono l’Accademia di Francia, l’Accademia di pittura e scultura, l’Accademia di incisione delle belle arti, l’Accademia delle scienze, l’Accademia reale di musica e l’Accademia reale di architettura. Lo scopo era distinguere le arti alte da quelle meccaniche attraverso metodologie adatte all’insegnamento delle discipline. Le arti però non riflettevano in modo veritiero la realtà del potere politico, era uno strumento di propaganda e glorificazione della monarchia. Il prezzo della gloria: Le riforme finanziare avevano permesso di far fronte alla guerra contro l’Olanda. Ciò che lo preoccupava era la politica reale nei periodi di pace. Colbert aveva fatto presente delle condizioni finanziarie del regno, che erano giuste, ma dovette comunque continuare a finanziare la glorie e anche se fallì nella sua impresa, fu comunque una delle figure più valenti del regno del Re Sole. Le riforme militari di Le Tellier e Louvois: Dal 1662 Le Tellier insieme al figlio Louvois trasformarono l’esercito in una macchina da guerra efficiente e organizzata. Dopo la morte di Colbert, Louvois acquistò la carica di sovrintendente all’edilizia. Prima di loro l’esercito era un insieme di soldati indisciplinati, mal nutriti e sottopagati. Così introdussero adeguati salari, migliori prospettive di promozioni e le pensioni a fine servizio. L’Hotel des Invalides venne costruito per ospitare invalidi di guerra. La cavalleria e la fanteria vennero organizzate in appositi reggimenti, L’organizzazione amministrativa dell’esercito prevedeva: ispezioni, addestramento, equipaggiamento e approvvigionamento. Nacque la milizia nazionale e rese possibile l’attuazione di una politica basata sulla forza militare. 4) La politica estera: l’interesse di Luigi XIV fu la politica estera perché aveva a che fare con la guerra, la difesa dello stato e gli interessi dinastici. La politica estera era il campo nel quale il re poteva esprimere meglio la sua gloire, la fama che il re aspirava avere nel mondo. Importanza fu data alle frontiere difendibili con l’obbiettivo, dato dai trattati di Westfalia, di confermare i diritti sull’Alsazia e le sue province. Luigi XIV scelse una tattica aggressiva, rinunciando alle strategie di Mazzarino. Astutamente quest’ultimo, per continuare la linea maschile diretta, aveva fatto sposare Luigi con la figlia di Filippo IV di Spagna nel 1660. Il re desiderava assicurarsi una posizione forte sotto il profilo politico, quindi l’acquisizione dell’Impero spagnolo non era tra gli obbiettivi principali. Le decisioni più importanti prese dal re vanno viste alla luce della psicologia personale: in mancanza di un corpo diplomatico

comprendeva il mondo attraverso il concetto delle “vere massime” ovvero gli interessi concreti degli stati. La sua visione pessimistica della natura umana lo condusse a confidare più sulle gratificazioni concesse a diplomatici e regnanti, che sull’attento esame dei loro interessi. La Spagna rimase il suo nemico più temibile. La guerra anglo-olandese (1665-1666) mise in difficoltà la Francia perché legata all’Olanda. Successivamente si trova a combattere la guerra di Devoluzione contro la Spagna. Alla morte di Filippo XIV i possedimenti vengono lasciati a tutti i figli tranne a Maria Teresa D’Asburgo-Spagna, così Luigi attua una campagna contro la Spagna. L’Inghilterra, l’Olanda e la Svezia stipulano la triplice alleanza. Con la pace di Aquisgrana la Francia ottenne 12 città nei paesi bassi spagnoli. La guerra francoolandese: i ministri che circondavano il re influenzavano le sue decisioni. Le cause dello scoppio della guerra furono si una vendetta con l’Olanda per la triplice alleanza ma fu spinto dall’influenza dei suoi ministri più stretti. La guerra fu uno dei suoi errori più gravi. La campagna militare fu un tale successo che l’Olanda dovette aprire le dighe e allagare il paese per proteggere Amsterdam. Così a fianco a Guglielmo D’Orange che prese il controllo della repubblica si affiancarono Spagna e Austria. Con la pace di Nimega alla Francia fu concessa alla Franca contea. La pace può essere considerata un compromesso teso a preservare le posizioni che la Francia era in grado di difendere dopo le difficoltà di una lunga guerra. Le riunificazioni: in politica interna fu il periodo delle persecuzioni degli ugonotti e del conflitto con il Papa. In politica estera il Re decise di ampliare i confini per aumentare i controlli sui territori. Fu così che intraprese la politica delle reunions, istituendo chambres des reunions, con lo scopo di stabilire le basi giuridiche per l’annessione dei possedimenti nei nuovi territori. Moltissimi territori furono annessi alla Francia, compreso il Lussemburgo. Nonostante le proteste nessuno osò intervenire e quando i Turchi assediarono Vienna nel 1683, la Spagna attaccò la Francia per impedire la perdita del Lussemburgo. La Spagna perse e con la tregua di Ratisbona riconobbe per 20 anni le conquiste francesi. La guerra dei Nove Anni: Gli altri capi di stato cominciarono a definire le alleanze diplomatiche per dissuadere la Francia da ulteriori mire espansionistiche. Inoltre Luigi XIV aveva perso l’aura di difensore della cristianità, così con la revoca dell’Editto di Nantes impaurì gli stati protestanti e facilitò la creazione di

una coalizione antifrancese. Dopo la sconfitta diplomatica del cardinale, la Francia invade il Palatinato e Colonia, già minacciata da Guglielmo d’Orange che nel novembre dl 1688 invase l’Inghilterra e divenne re. La guerra dei Nove Anni, o guerra della Lega Augusta (1688-97) fu la conseguenza di 20 anni di aggressioni francesi. Luigi si trovò a dover affrontare tutti gli stati d’Europa con una politica debole. Dopo la vittoria sul canale della Manica la Francia fece uscire dalla Grande Alleanza Vittorio Amedeo II di Savoia. Questo segnò la fine di due secoli di ambizioni territoriali francesi dall’Italia, ma fu il prezzo da pagare. Il Re Sole riconobbe Guglielmo re di Inghilterra e gli cedette il Palatinato e Colonia. Nel 1697 la Francia aveva bisogno della pace perché il sistema fiscale stava crollando e i contadini stavano sprofondando nella miseria. La guerra di Successione Spagnola: Né Luigi XIV né Guglielmo III volevano una guerra, dal 1698 stipularono trattative sulla spartizione. Il successore al trono deciso da Carlo II doveva essere l’elettore di Baviera, ma morì così la possibilità di pace svanì. Carlo II allora decise di optare per il pronipote di Luigi, Filippo. La guerra fu inevitabile per il Re Sole, infatti il re attaccò i Paesi Bassi e gli austriaci Milano nel 1701. Una delle cause principali fu il sistema politico in cui entrambe le parti on riuscirono a comunicare le rispettive intenzioni. All’epoca si pensava che l’ascesa di uno stato avrebbe provocato il declino dell’altro, perciò la guerra era una risorsa più semplice delle trattative. La guerra fu lunga e onerosa, la Francia aveva come alleati la Savoia e la Baviera, ma la Grande Alleanza beneficiò delle disponibilità finanziarie olandesi e inglesi. La guerra si combatteva su quattro fronti e la Francia inizialmente aveva perso su tutti e quattro. Quando Vittorio Amedeo passò all’alleanza, Luigi cominciò a negoziare con le forze alleate. In condizioni disperate, è pronto a rinunciare all’impero spagnolo per salvare l’onore. Così nel 1713 ci du la pace di Utrecht e nel 1714 quella di Rastadt con l’imperatore. L’Inghilterra e l’Austria furono gli unici a trarre profitti dalla pace. Con questa guerra si è compresa la mancanza di flessibilità mentale e l’incapacità di razionalizzare i mutamenti politico-economici. Nel 1715 la Francia era ormai sfinita. 5) Chiesa e Stato: Durante il regno di Luigi XIV la religione era ancora una questione di vitale importanza. La monarchia era ancora teocratica, perché si riteneva che il potere del re derivasse da Dio, cioè si credeva che il re avesse qualcosa di

divino. Il re aveva così il diritto divino di governare e la chiesa diventava il più forte sostegno morale e ideologico della monarchia. I vescovi ricoprivano un ruolo importante in vari aspetti del governo. Tuttavia era difficile tracciare un confine netto fra sfera spirituale e temporale, anche se i rispettivi ruoli erano definiti con il concordato di Bologna (1516). Il potere temporale della chiesa era considerevole. Possedeva grandi proprietà terriere,con notevoli introiti dagli affitti e decime clericali. Il 90% del clero era aristocratico dalla nascita. I benefici della chiesa servivano come un’immensa fonte di protezione reale per i figli e le figlie nobili. Sia la chiesa protestante che quella cattolica avevano subito cambiamenti dalla fine delle guerre di religione. Le due chiese continuavano ad esistere in Francia, in quanto la chiesa ugonotta era protetta dall’editto di Nantes. Per la chiesa cattolica fu il periodo del grande dinamismo. La riforma cattolica messa in moto dal concilio di Trento era in piena attuazione. La politica di Luigi nei confronti degli ugonotti deve essere interpretata nel contesto dei mutamenti delle strutture e degli atteggiamenti cattolici. Al suo interno la chiesa cattolica non era priva di conflitti: la Compagnia di Gesù esercitava una forte influenza nella politica ecclesiastica, soprattutto perché i confessori del re erano i gesuiti, i loro oppositori erano i giansenisti, che rappresentavano la forma più rigida del cattolicesimo. Se i gesuiti erano i propugnatori dell’autorità papale, in Francia c’era il gallicanesimo, un forte sentimento di indipendenza. Il papa era favorevole al giansenismo, ma difensore dei diritti papali, tanto da far scomunicare un arcivescovo che aveva protestato per gli editti fiscali. Luigi sfidò i proclami papali, il papa si oppose e allora Luigi occupò l’enclave papale ad Avignone. Ma aveva sottovalutato il potere del papato, infatti dovette cedere e restituire Avignone. AL culmine del contesto con Roma, Luigi revocò l’editto di Nantes. Quasi metà delle chiese ugonotte...


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