Riassunto Persone da 0 a 3 anni, crescere e lavorare nell\'ambiente del nido di Elinor Goldschmied – Sonia Jackson PDF

Title Riassunto Persone da 0 a 3 anni, crescere e lavorare nell\'ambiente del nido di Elinor Goldschmied – Sonia Jackson
Author Giulia Carminati
Course Didattica
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Elinor Goldschmied – Sonia Jackson

PERSONE DA 0 A 3 ANNI Crescere e lavorare nell’ambiente del nido

Capitolo 1 – VALORI E PRINCIPI Politica e pratica Chi lavora con i bambini ha bisogno di capire in che modo la sua professionalità si inserisce nella struttura complessiva dei servizi per le famiglie. Per poter offrire la migliore esperienza possibile ai bambini di cui si prende cura, chi lavora in questo campo deve anche essere in grado di prendere le distanze dalla contingenza dall’ambiente di lavoro per vedere le cose da una prospettiva più ampia. I servizi in età prescolare in Gran Bretagna sono così inadeguati e frammentari che la cura e l’educazione sono considerate questioni private dei genitori piuttosto che una responsabilità condivisa anche dall’intera società. In Svezia, Danimarca, Francia e Italia i genitori sono aiutati in diversi odi nel loro compito di allevare i figli. In Gran Bretagna i genitori sono aiutati solo quando è evidente che stanno sbagliando e hanno con tutta probabilità già nuociuto ai loro figli. Questa è una politica autodistruttiva dove l’assenza di un’offerta dei servizi per l’infanzia a un prezzo accessibile gioca un ruolo fondamentale. Un terzo dei bambini al di sotto dei cinque anni vive in povertà e in molti casi ciò è dovuto all’assenza di servizi. Cos’ come genitori e bambini, anche chi si occupa dei bambini negli asili soffre della stessa situazione. Gli operatori degli asili si trovano ad occuparsi prevalentemente di bambini provenienti da famiglie in difficoltà che mostrano sintomi di disturbo e ritardo nello sviluppo. Il Children Act del 1989 impone alle autorità locali di controllare e regolare i servizi privati, ma le ispezioni da sole non creeranno nuovi servizi, né miglioreranno la qualità di quelli già esistenti. Libertà e struttu ra Rousseau credeva che i bambini dovessero godere della massima libertà per far sbocciare e crescere le loro abilità naturali e la loro creatività; Locke sosteneva che la mente del fanciullo fosse una tabula rasa. I pionieri dell’educazione della prima infanzia furono fortemente influenzati dalle idee di Rousseau e fino a poco tempo fa hanno dominato il pensiero e la pratica in tutta la prima infanzia. L’adulto deve favorire piuttosto che dirigere le attività dl bambino. Gli adulti hanno un ruolo basilare nella formazione del comportamento dei bambini,ma essi possono decidere di svolgerlo assumendo un atteggiamento autoritario oppure di cooperazione, attraverso un comando o una negoziazione. L’importanza del gioco Nel passato il gioco era ciò che i bambini facevano quando non erano sotto il controllo degli adulti, nella migliore delle ipotesi serviva a riempire il tempo, ed era sempre in potenziale conflitto con la richiesta esplicitata della frase “Stai tranquillo e fai il bravo” con attività più utili. Ma come sostiene Meadows (1986) anche l’opinione opposta che dichiara “il gioco è il lavoro dei bambini” ha goduto un periodo di rilevante dominio nelle teorie psicologiche ed educative. Recentemente si sono avuti segni di un giudizio più critico sulla funzione del gioco e sul rapporto con l’apprendimento. Smith (1984) ha sottolineato che gli studi sperimentali non hanno provato in modo conclusivo che giocare di più intensifichi lo sviluppo del linguaggio, la capacità del problem-solving, la creatività o l’adattamento sociale. Le educatrici del nido e della scuola materna si sono sempre trovate di fronte al problema di convincere i genitori che il loro bambino è già ben occupato “solo giocando”. In molte culture non si dà molta importanza al gioco e i genitori non prestano attenzione alle attività dei bambini. Se osserviamo i gruppi etnici, che sembrano ottenere buoni risultati nella crescita dei loro bambini nonostante le avverse condizioni socio-economiche, potremmo identificare come aspetti

significativi, l’alto livello di interazione adulto-bambino, il coinvolgimento del bambino in attività domestiche, l’aperta espressione d’affetto, il rispetto per l’apprendimento e l’alfabetizzazione e il riconoscimento di come un successo scolastico sia determinante per avere buone occasioni nella vita. Questo indicherebbe che il gioco è solo un elemento nella crescita del bambino. Nonostante ciò le autrici pensano che il gioco debba essere considerato destramente importante da chi si prende cura di un bambino. È giusto e ragionevole dare maggior valore a certi giochi piuttosto che ad altri, creare situazioni nelle quali i bambini sono più propensi a scegliere certe attività piuttosto che altre, incoraggiarli a fare giochi complessi e di concentrazione piuttosto che saltare senza scopo da una cosa all’altra. Fare tutto ciò richiede di conoscere bene ogni bambino. La qualità del gioco che le autrici hanno osservato negli asili nido della Gran Bretagna è notevolmente inferiore a quella rilevata nelle scuole materne. La cura e l’educazione Il gioco viene qui considerato nel contesto dell’asilo nido, inteso come un ambiente globale in cui ogni aspetto dell’organizzazione e ogni attività proposta dà un contributo allo sviluppo e all’apprendimento del bambino. La Gran Bretagna non è il solo paese ad aver ereditato la spaccatura tra la cura offerta dai professionisti sanitari e l’istruzione fornita al servizio pubblico del corpo insegnante. È comunque l’unico paese dove questa distinzione esiste ancora oggi ed anzi si è intensificata nel tempo. Nel caso degli asili infantili e di chi si occupa dei bambini questo significa che proprio i bambini che più urgentemente hanno bisogno di cure e di contenuti educativi sono quelli che avranno meno possibilità di ottenerli. I centri nati col duplice scopo dell’accudimento e dell’educazione continuano a riflettere le divisioni professionali istituzionalizzate. Il personale dell’asilo nido deve comprendere l’importanza del proprio lavoro sotto il profilo educativo. Nella nostra cultura la chiave del successo scolastico è saper leggere e scrivere, per questo i bambini devono essere iniziati ai libri molto presto e vanno abituati a considerarli fonte di interesse e piacere. Una delle cose più utili che i nidi possono fare per i genitori è incoraggiarli a leggere delle storie ai loro bambini e a chiacchierare con loro su quello che si è letto sin dall’infanzia e mostrare loro come aiutare i bambini a leggere per se stessi appena manifestino questo interesse. Le relazioni nel nido Se i nidi non sono riusciti a fornire uno stimolante ambiente educativo, spesso non hanno nemmeno risposto ai bisogni emozionali dei bambini. Qui la nostra posizione teorica affonda le sue origini nel lavoro di Bowlby sull’attaccamento e la perdita. Questo significa che si dà grande importanza ai legami affettivi che nascono tra ogni bambino e gli adulti. Rutter più di ogni altro fu responsabile della rivalutazione delle originali tesi di Bowlby, accettò la sua opinione che non era dannoso per un bambino sotto i tre anni passare del tempo lontano dalla mamma, specificando il bisogno del bambino di creare relazioni sicure e stabili con una persona sostitutiva che si prende cura di lui. Gli studi sui nidi come sono oggi organizzati affermano che essi generalmente non riescono a offrire queste opportunità. Un certo numero di relazioni di ricerca dimostra che l’elevato numero di turnover del personale determina numerosi cambiamenti delle persone che si occupano di un bambino e un basso livello d’ interazione adulto-bambino. Tizard (1991) individua nel buon rapporto numerico tra educatrici e bambini l’elemento chiave per garantire la qualità di un nido, ma le autrici pensano che questa non sia una condizione sufficiente se l’organizzazione non assicura regolari occasioni in cui una specifica educatrice possa dare a un particolare bambino un’attenzione personale. Questo è specialmente importante per i bambini più piccoli per due ragioni: il loro continuo bisogno di cure del corpo e lo sviluppo delle capacità comunicative. La ricerca americana dimostra che i bambini inclusi nei programmi dei nidi con educatrici più premurose hanno un migliore sviluppo cognitivo e linguistico e che hanno una migliore qualità sociale. La qualità delle risposte individualizzate dipende dalla familiarità. Rouse e Griffin affermano che

chi lavora per lo sviluppo dei bambini vede la vita in gruppo di lavoro come un antidoto positivo alla soffocante attenzione materna e all’eccessivo attaccamento. Genitori e figli I genitori sono la risorsa più importante nella vita dei loro figli. Fino a qualche anno fa i testi di psicologia o le guide sull’assistenza all’infanzia indirizzati ai genitori davano grande importanza all’interazione tra madre e figlio, quasi escludendo altri rapporti, mentre la formazione degli insegnanti e delle educatrici quasi ignorava la famiglia del bambino. In questi ultimi anni, in Gran Bretagna, il lavoro delle educatrici è cambiato completamente dove l’aspettativa è che essi intraprendano un lavoro attivo con i genitori e questo di solito è specificato nell’enunciazione degli obiettivi. Sebbene ottenere una collaborazione attiva da parte dei genitori sia un’aspirazione generale, che appare in diverse enunciazioni degli scopi e degli obiettivi e nelle pubblicazioni, la realtà è differente, come è emerso da alcune ricerche. Termini come coinvolgimento e partecipazione possono assumere diversi significati. Il coinvolgimento non è visto come un modo per permettere ai genitori di avere una maggiore influenza sul lavoro dei nidi nei confronti dei loro figli, ma piuttosto come un modo per arricchire il loro modo di curare con il bambino e diventare “genitori migliori”. Troppo spesso, come affermano New w David questo può significare che le educatrici dei nidi impongano i loro comportamenti e i loro valori a persone la cui estrazione sociale e la cui cultura li porta ad avere priorità e preoccupazioni diverse. Il modello che preferiamo enfatizza l’importanza di una buona collaborazione con i genitori per il benessere del bambino, ma riconosce la priorità della famiglia nel mondo del bambino. Lo scopo è quello di ottenere continuità e coerenza nei suoi confronti, per cui la cosa importante è assicurare la miglior comunicazione e comprensione possibile tra le educatrici del nido e coloro che forniranno la maggioranza delle cure. Costruire buone relazioni è essenziale, ma è facile che il coinvolgimento dei genitori diventi un obiettivo a se stante, trascurando l’obiettivo primario che è quello di migliorare l’esperienza quotidiana dei bambini. è quindi questione sia di risorse che di atteggiamenti. Se il personale di un asilo tiene conto solo della cura personale dei bambini incontrerà difficoltà quando affronterà i momenti di consultazione, discussione e formazione. D’altro canto il nido è il fulcro naturale di un’intera gamma di servizi per l’educazione e la socializzazione degli adulti che può migliorare la qualità di vita dei genitori e indirettamente dei bambini. Per combattere la discriminazione Il termine genitore spesso si riferisce alla madre,e i professionisti dell’infanzia devono riconoscersi una certa responsabilità nell’aver rafforzato il concetto che la madre detiene il ruolo primario nelle cure del bambino. Il desiderio di includere gli uomini riflette un valore che la maggior parte degli autori condivide. La difficoltà è che spesso queste opinioni non sono condivise dalla popolazione.

Capitolo 2 – ORGANIZZARE LO SPAZIO PER VIVERE, IMPARARE E GIOCARE L’ambiente fisico esercita un’importante influenza su come le educatrici vivono il proprio lavoro e sulla qualità dell’esperienza che possono offrire ai bambini. nonostante i limiti di un edificio, c’è sempre qualcosa da fare per renderlo più confortevole e attraente agli adulti e ai bambini che i passano lunghe ore della loro giornata. Creare un ambiente soddisfacente Un nido è un luogo dove si vive, si lavora, si gioca. L’ambiente fisivco deve tenere conto di queste funzioni, deve combinare la comodità e la familiarità con l’organizzazione di una classe della scuola dell’infanzia ben gestita, che tuttavia è molta diversa da un nido. Il suo aspetto complessivo dovrebbe

offrire interesse e piacere sia ai bambini che agli adulti. La creazione di un ambiente che soddisfi l’occhio è qualcosa che si rinnova continuamente. Se si ha la possibilità di arredare una stanza partendo da zero, la cosa migliore è scegliere colori tenui o comunque non troppo brillanti, per i mobili di base: saranno poi le educatrici che utilizzeranno la loro creatività per adornarne i muri, mettere tende, mobiletti, ricoprire i cuscini, apendendo quadri e tante altre cose facili da spostare e sostituire. Pavimenti forniti di moquette assorbono il rumore, danno l’impressione di uno spazio ampio e invitano a sedersi. L’entrata Lo spazio che accoglie le persone che entrano al nido per la prima volta necessita di una cura particolare. Entrare in un luogo luminoso, con tappeti, sedie comode per l’attesa e piante dà una buona sensazione all’ingresso. È quindi fondamentale dedicare un’attenzione speciale all’impatto visivo di questa zona, sia per coloro che visitano il nido per la prima volta, sia per coloro che ci vanno tutti i giorni. L’entrata è il luogo che presenta al pubblico i valori e le scelte di un centro educativo. Alcuni nidi non fanno alcun riferimento al lavoro educativo con i bambini, creando quasi un mondo artificiale senza relazioni con ciò che accade all’esterno, mentre latri nidi fanno tentativi positivi per creare un ponte tra le famiglie e la comunità. La quantità di informazioni che il personale espone nell’entrata può essere in contrasto con l’obiettivo di mantenere questo spazio attraente e informale. L’impressione che riceviamo entrando in un luogo non è solo visiva ma anche acustica, bisogna quindi porre attenzione anche a questo aspetto. L’organizzazione del nido Alcuni nidi sono appositamente progettati con spazi interni aperti dove i bambini possono usare l’intera superficie e zone più piccole chiuse sui tre lati con la protezione di divisori. Questa idea permette di concentrare le diverse attività di gioco in aree separate. In Gran Bretagna la maggior parte dei nidi adotta il sistema del “gruppo familiare” nel quale i bambini di età diverse stanno nella stessa stanza, affidati a una o due educatrici. Il vantaggio di permettere ai fratelli di restare insieme, in base alle loro a caratteristiche personali piuttosto che in base all’età. I bambini si sviluppano in modi e con velocità diverse e alcuni possono non sentirsi pronti a spostarsi in un gruppo di bambini più grandi, pura avendo la loro stessa età. I gruppi familiari, come sottolinea Elsa Ferri portano analogamente con sé un elemento di idealizzazione. Che cosa potrebbe somigliare meno alla famiglia tipo degli anni 90 di un gruppo di dieci bambini di età diverse che passano tutto il giorno nella stessa stanza, affidati a due educatrici? La Ferri conclude che il sistema non riproduce nemmeno il contatto uno a uno tra il bambino e l’operatrice del gruppo familiare e può essere particolarmente svantaggioso per i bambini di due anni. I vantaggi pratici del raggruppamento per età sono sostanziali. Per un’educatrice è quasi sempre più facile governare un gruppo di bambini relativamente omogeneo piuttosto che un gruppo misto dove i livelli di sviluppo sono diversi; inoltre le permette di essere sempre attenta alle opportunità di gioco e di apprendimento appropriate alla loro età. Il ruolo dell’adulto nel gruppo sezione I nidi di solito comprendono uno o due alti che passano gran parte della giornata in sezione con un certo numero di bambini. Durante la giornata le educatrici assumono ruoli distinti, ma collegati tra loro, dai quali dipende il funzionamento del centro, quello di organizzare, facilitare e promuovere o avviare un’attività. In veste di organizzatrice un’educatrice è responsabile dell’uso dello spazio, della ventilazione, della disposizione dell’arredo, della comodità dei posti a sedere, dei luogo dove sistemare giochi e materiali, della pulizia e del buon uso dei materiali, il tempo di inizio e fine e attività, l’uso del bagno a turni, e la flessibilità per fare gli adattamenti necessari ad accogliere i bisogni non prevedibili di ogni bambino.

La realizzazione del ruolo del facilitatore dipenderà direttamente dalla suddivisione programmata del tempo, dello spazio e dei materiali. Preparando con fantasia e mettendo a disposizione il materiale l’adulto permette ai bambini di scegliere e sviluppare il gioco da soli o con altri. Nel ruolo di chi promuove o avvia un’attività, l’educatrice è più direttamente coinvolta. Non va confuso questo ruolo con quello del direttore di circolo che è necessario quando si deve tenere a bada un gruppo numeroso. Fino a un certo punto è questione di temperamento se un adulto preferisce avere i bambini sotto controllo e racconti intorno a sé oppure essere una figura che si pone come punto di riferimento rassicurante mentre i bambini giocano in autonomia. In un gruppetto di lavoro stabile le educatrici possono essere completamento una dell’altra. I responsabili e i coordinatori possono incoraggiare le educatrici a giocare in modo equilibrato queste tre funzioni. Organizzare il gruppo sezione Il modo in cui viene programmata la sezione fa una grande differenza nel modo in cui si svolgono le attività: se è gestita autonomamente dai bambini oppure se è richiesto io continuo ed estenuante intervento degli adulti. La mancanza di spazio e i continui cambiamenti possono rendere il lavoro estenuante, occorre riflettere su come ridurre questi problemi. L’aspetto della stanza É importante che tutte le educatrici sentano la propria sezione sufficientemente attraente e ben organizzata in modo da provare soddisfazione e piacere quando vi entrano. Una buona esposizione e disposizione del materiale di gioco è essenziale. Per permettere alle educatrici di esercitare il ruolo di facilitare l’attività dei bambini il materiale dovrebbe essere disposto in scaffali aperti. Un altro elemento è quello di avere almeno due sedie a misura d’adulto in ogni stanza, in modo da permettere all’educatrice e al genitore di stare comodamente seduti a chiacchierare. Ogni stanza dovrebbe avere una sedia adatta a permettere all’educatrice di tenere in braccio e confortare il bambino. I mobili più piccoli possono essere utilizzati come divisori. Una sezione di successo deve dare la sensazione di spaziosità, ma con angoli confortevoli. Anche la disposizione di ciò che viene appeso alle pareti deve essere curato attentamente. Per organizzare lo spazio nel modo più vantaggioso un buon esercizio è quello di osservare attentamente i movimenti dei bambini durante i diversi momenti della giornata. Coinvolgere i bambini nella cura e nella manutenzione dello spazio Mantenere l’ordine della stanza è uno dei compiti essenziali dell’educatrice nel suo ruolo di organizzatrice. Un riordino discreto e costante, la richiesta ai singoli bambini di aiutare è molto più efficace della pratica di lasciare che la stanza diventi caotica per poi intervenire con grandi repulisti due o tre volte al giorno. È quindi possibile organizzarsi in modo che adulti e bambini si aiutino e provino soddisfazione accompagnata da un senso di successo. Quando entrambi i genitori lavorano è abbastanza probabile che essi non abbiano né il tempo né la pazienza di coinvolgere i bambini in lavori domestici, così sarà l’educatrice ad arricchire questo aspetto dell’esperienza dei bambini con il vantaggio di offrire l’eccellente opportunità di un contatto uno a uno con l’adulto, che favorisce anche lo sviluppo del linguaggio. Come organizzare un gruppo sezione per i bambini più piccoli La stanza per i bambini più piccoli deve combinare il senso di spaziosità con quello di intimità, in modo da consentire movimenti liberi a quelli in grado si spostarsi da soli e un’area più tranquilla per quelli che non sono ancora in grado di farlo. L’assetto generale della stanza per questa età deve dare la possibilità di un’attività motoria globale che occupa la maggior parte dell’energia dei bambini nella fase di

passaggio dall’andare a carponi alla posizione eretta ai primi passi. I materassi vanno bene per i bebè che iniziano a stare seduti, ma appena fanno tentativi di andare a carponi avranno bisogno della superficie stabile di una moquette. La moquette è fondamentale per i bambini che i...


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