Seconda Lezione Medicina Legale PDF

Title Seconda Lezione Medicina Legale
Author Maria Simone
Course Medica Legale
Institution Università degli Studi del Molise
Pages 6
File Size 501.4 KB
File Type PDF
Total Downloads 65
Total Views 139

Summary

Download Seconda Lezione Medicina Legale PDF


Description

MEDICINA LEGALE Prof.ssa Isabella Aquila Lezione 2 – 13/11/2020 Sbobinatore: Giada Rosa Gaeta Controllore: Razionale Esther Maria

Argomento: Patologia Pt.1 DALLA MEDICINA LEGALE ALLE SCIENZE FORENSI. Ad oggi si sono riunite tantissime branche sub-specialistiche, che afferiscono alla medicina legale, che hanno permesso di poter apportare delle novità in ambito tecnologico, ma anche come interpretazione dei dati che, dal punto di vista della patologia forense, sono importanti da poter analizzare. Grazie a tutto ciò, la medicina legale e le patologie forensi si sono evolute, così da ottenere una rete multidisciplinare, con tanti professionisti del settore. Così si passa dalla medicina legale classica, alle scienze forensi, ovvero scienze che convergono a creare una rete forense, capace di trasformare le opzioni forensi (provenienti da diversi back ground) che cooperano per la risoluzione dei casi forensi, il loro unico obiettivo.

TANATOLOGIA La TANATOLOGIA è lo studio dei fenomeni, utilizzata per accertare il decesso e lo studio dei fenomeni postmortali. In questo ambito, si fanno due distinzioni: la TANATODIAGNOSI e la TANATOCRONOLOGIA. (Così come riportato nella slide che segue.) Con la TANATODIAGNOSI, si stabilisce la causa e i mezzi che hanno provocato la morte. Con la TANATOCRONOLOGIA, si stabilisce quando (in qualità di tempo) un soggetto è deceduto.

MORTE RELATIVA. Nel momento in cui avviene la morte relativa, cessano le attività centrali dell’organismo (nervosa, respiratoria, circolatoria) e non vi è la possibilità ripresa spontanea, ma il soggetto si trova in uno stadio nel quale è possibile che venga riportato in vita tramite la rianimazione.

MORTE INTERMEDIA È la fase successiva alla morte relativa. Durante questa fase, le funzioni vitali sono definitivamente soppresse e non c’è possibilità di ripristino, anche dal punto di vista strumentale.

MORTE ASSOLUTA O BIOLOGICA È lo stadio finale, in cui terminano le attività e i meccanismi biologici e cellulari e le cellule iniziano l’autodistruzione.

MORTE REALE. Si svolgono alcuni accertamenti per comunicare la morte certa del soggetto: -Immobilità assoluta; -Cessazione movimenti toraco-addominali; -Silenzio ascoltatorio; -Assenza di polso; -Assenza di pressione arteriosa; -Perdita totale di coscienza e tono muscolare; -Assenza di riflessi; -Assenza di sensibilità. A distanza di alcune ore, compaiono i segni certi di morte: La presenza degli stessi indica che il soggetto è CERTAMENTE deceduto. -Raffreddamento del cadavere; -Ipostasi; -Rigidità muscolare; -Modificazioni oculari; -Fenomeni cadaverici trasformativi.

MORTE APPARENTE. Ci sono dei casi (MOLTO RARI) di morte apparente, in cui l’individuo esteriormente può sembrare deceduto, ma in realtà non lo è, perché ci sono ancora delle attività vitali residue. (Particolari condizioni: Sincope, commozioni celebrali, letargia isterica.) ES: casi di intossicazione acuta, possono provocare morte apparente. In questi casi ci sarà un’osservazione* della salma, per la quale vi sono disposizioni (in tema di polizia mortuaria precise), nelle quali sono previste delle specifiche condizioni circa le cause di morte e ai quadri infettivi. *N.B. Quando l’osservazione della salma non è possibile (nei casi in cui sono presenti malattie infettive, ecc…), è obbligatoria l’esecuzione di un elettrocardiogramma per almeno 20 minuti continuativi sul cadavere. FENOMENI AGONICI Il termine di agonia si riferisce al periodo PRE-MORTE, ed esprime la lotta e lo sforzo estremo che l’organismo compie per sopravvivere. (Corrisponde ad una grave compromissione delle funzioni vitali* con riduzione di ossigeno nei tessuti). A seconda della durata dell’agonia si distinguono: -una morte rapida (inferiore a 10 minuti); -morte lenta (maggiore di 10 minuti e meno di 24 ore); -morte ritardata (maggiore di 24 ore). Un esempio di morte lenta può essere il trauma cranico con il periodo libero. Il soggetto, inizialmente, non presenta sintomatologia specifica, ma a distanza di circa 12 ore può iniziare ad avere una sintomatologia legata, ad esempio, ad un’emorragia cerebrale. FUNZIONI VITALI Sono tre, chiamate: “tripode (triade) vitale di Bichat.” -Funzione cardiocircolatoria; -Funzione respiratoria; -Funzione nervosa. È fondamentale che ci siano queste tre funzioni, altrimenti avviene il decesso (morte legale del soggetto). FENOMENI CADAVERICI Possono essere fenomeni NEGATIVI: 1. IMMEDIATI: perdita di coscienza, sensibilità, motilità e del tono muscolare, silenzio cardiaco, cessazione del circolo e del respiro. 2. CONSECUTIVI: raffreddamento cadaverico, ipostasi, rigidità cadaverica, disidratazione, acidificazione, eccitabilità neuro – muscolare. Fenomeni trasformativi (POSITIVI): 1. Distruttivi: autolisi, autodigestione e putrefazione; 2. Speciali: mummificazione, macerazione, corificazione, e saponificazione. Per stabilire da quanto tempo un soggetto è deceduto, bisogna affidarsi alla presenza di determinati fenomeni.

TRIADE CLASSICA: ALGOR MORTIS (raffreddamento); LIVOR MORTIS (ipostasi); RIGOR MORTIS (rigidità).

ALGOR MORTIS Osservazioni sul modello di decremento termico cadaverico proposto da Greggio e Valtorta, suggeriscono che il raffreddamento cadaverico avviene seguendo tre distinte fasi: -Prime 3-4 ore dopo la morte: la temperatura decresce di 0.5°C/ora; -Successive 6-8 ore dopo la morte: decremento di 1° C/ora; -Nelle ore successive, per 12 o più ore si realizza un decremento termico sempre minore da una riduzione di ¾°C/ per ora; ½° C per ora; 1/3°C per ora; ¼°C per ora fino all’equilibrio termico nelle 24 ore. Con la morte, la termoregolazione viene meno (37°C) ed il cadavere va incontro ad un progressivo raffreddamento, fino al raggiungimento di una temperatura in equilibrio con quella esterna. (La temperatura che si prende in considerazione è quella rettale).

VARIABILI: FATTORI INTRINSECI: perdita di sostanza, rapporto massa/superficie, pannicolo adiposo, sottigliezza cutanea, posizione del cadavere, causa della morte, temperatura corporea al momento della morte. FATTORI ESTRINSECI: temperatura ambientale, umidità e ventilazione, presenza di indumenti, natura del mezzo ambiente (acqua, terra, ecc…)....


Similar Free PDFs