Lesioni da Arma Bianca - Riassunto Medicina Legale PDF

Title Lesioni da Arma Bianca - Riassunto Medicina Legale
Author Beatrice Bugni
Course Medicina del lavoro e medicina legale can.a
Institution Università degli Studi di Torino
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Summary

Riassunto Lesioni da Arma Bianca ...


Description

Lesioni da Arma Bianca Per arma bianca si intende convenzionalmente qualsiasi strumento (eccetto le armi da sparo), la cui destinazione naturale è l’offesa alla persona, ossia comunque atta ad offendere. E’ una definizione ampia, che comprende anche l’azione di mezzi non specificamente costruiti per l’offesa, come anche alcuni utensili domestici, fili metallici, lamiere o frammenti di vetro, occasionalmente adoperati a scopo vulnerante. Le armi bianche agiscono attraverso meccanismi, singoli o variamente associati, di pressione e/o strisciamento: si procedono, pertanto, lesioni differenti (da taglio, da punta, da punta e taglio) a seconda che lo strumento feritore agisca mediante un’estremità acuminata (punta), il filtro di una superficie tagliente (taglio) o entrambi i meccanismi (punta e taglio), come nei casi di ferite da coltelli appuntiti. Si parla, infine, di “lesioni da fendente”, in caso di ferite da taglio prodotte da lame particolarmente pesanti, capaci di provocare, oltre la recisione dei tessuti, anche effetti di tipo contusivo e mutilante.

Lesioni da Taglio

Sono soluzione di continuo della cute ed eventualmente dei sottostanti tessuti molli, prodotta da strumenti taglienti dotati di lama con margine tagliente. Ci sono i:

 taglienti tipici, strumenti costruiti per essere destinati al taglio (rasoi, bisturi, coltelli, lamette da barba, );  taglienti atipici, strumenti che, pur non essendo propriamente destinati al taglio, presentano potere tagliente (frammenti di vetro, lamiere metalliche, schegge di coccio, fili metallici);  Taglienti impropri, strumenti il cui margine tagliente risulta seghettato (coltelli, seghe e motoseghe). In relazione all’inclinazione del tagliente rispetto al piano cutaneo si possono produrre: -

Abrasioni: quando il margine tagliente agisce tangenzialmente (orizzontale) sulla cute con asportazione strati superficiali del derma e formazione crosta ematica;

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Ferite lineari: quando la lama, in posizione perpendicolare rispetto alla cute, attraverso un meccanismo di pressione e scorrimento, penetra e scorre nei tessuti determinando una soluzione di continuo rettilinea o curvilinea. Se il tagliente agisce su cute sollevata in pieghe  ferita seghettata a zig-zag;

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Ferite a lembo: quando la lama agisce con posizione obliqua rispetto alla cute, attraverso un’azione di penetrazione e scorrimento, causa il distacco di un lembo di cute, a sezione triangolare e con un margine libero;

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Ferite mutilanti: ferite in cui la lama, agendo su parti corporee estroflesse e costituite da tessuti molli (padiglioni auricolari, pinne nasali, labbra, lingua, mammelle, pene, scroto e clitoride), ne causa il distacco completo. Caratteri comuni delle ferite da taglio

• Estensione in superficie più che in profondità • Regolarità dei margini, che combaciano perfettamente • Estremità delle ferite assumono sempre forma di angolo acuto • Fondo regolare, privo di ponti e tessuti • Presenza di codette  prolungamenti superficiali del taglio prodotti dal margine tagliente nella fase di penetrazione e/o di estrazione, che consentono di individuare la direzione con cui è stata inferta la ferita e la sua natura. Se la superficie cutanea è piana, si possono formare 2 codette: una di entrata => breve e tozza perché il tagliente penetra esercitando pressione; una di uscita => lunga e sottile perché viene estratto attraverso lo scorrimento. Se la superfi cie è curva, come il collo o gli arti, le codette mancano oppure sono invertite: quella di entrata è lunga, mentre quella di uscita è breve o assente. Dal punto di vista medico-legale, le ferite da taglio possono essere distinte in :  Ferite da difesa => indicative di omicidio, si producono sul palmo della mano della vittima durante i tentativi di resistenza all’aggressione, afferrando la lama per cercare di strappare l’arma all’aggressore o di proteggersi;  Ferite da svenamento => indicative di suicidio, si rilevano in zone autoaggredibili (polsi, pieghe dei gomiti, regioni inguinali), nelle quali i vasi decorrono in posizione relativamente superficiale e sono quindi raggiungibili dal mezzo tagliente. Sono, generalmente, multiple, ravvicinate tra loro, di profondità differente.;  Ferite da scannamento o da sgozzamento: si osservano nella regione cervicale e sono inferte mediante rasoi, lame di coltello, falci e cesoie. Risultano mortali in caso di taglio della carotide, che provoca intensa emorragia, con fuoriuscita di sangue a spruzzo e shock emorragico. Altre lesioni più lievi avvengono per penetrazione di sangue nelle vie respiratorie, oppure al contrario, per penetrazione di aria nella giugulare interna (embolia gassosa).

Lesioni Da Punta

Soluzioni di continuo delle parti molli superficiali e profonde (non si estendono in superficie bensì in profondità, a differenza di quelle da taglio)e sono prodotte da pungenti di forma allungata e un’estremità acuminata. I pungenti si distinguono in: • tipici, quando presentano estremità francamente acuminata (aghi, chiodi, spilli, forconi); • atipici, quando l’estremità è smussa (punte di bastone o di ombrello e asticciole di legno); • naturali, presenti nel regno animale o vegetale (spine vegetali, spicule ossee o corna di animali).

La produzione delle lesioni da punta avviene prevalentemente per pressione: l’estremità del pungente si infila nella cute e penetra nei tessuti sottostanti. La capacità di penetrazione del pungente è direttamente proporzionale alla forza viva impressa al mezzo ed è, certamente, maggiore per pungenti di piccolo calibro o che presentino estremità particolarmente acuminate. Il derma cutaneo è formato da fibre collagene ed elastiche disposte in fasci paralleli, che decorrono longitudinalmente nella cute degli arti e circonferenzialmente nella cute del collo e del tronco, provocando quindi ferite diverse a seconda della zona colpita, della fendibilità dei tessuti e dell’inclinazione dell’arma ( Penetrazione: parallela ai fasci fibrosi ferita stretta e allungata; perpendicolare  ferita a forma rotondeggiante; diagonale  ferita triangolare o poligonale). Nei casi di suicidio da pungente, le lesioni si riscontrano prevalentemente al precordio e all’addome. Nei casi di omicidio, le lesioni sono multiple, e possono interessare regioni sedi di organi vitali ed essere accompagnate da ferite da difesa.

Lesioni Da Punta e Taglio Le ferite da punta e taglio sono soluzioni di continuo della cute e dei tessuti sottostanti, provocate da strumenti dotati di estremità acuminata e di uno o più margini taglienti. Strumenti: • tipici  spade, pugnali, coltelli da cucina, coltelli da pesca ; • Atipici  schegge di vetro, frammenti ossei appuntiti e taglienti, forbici. Meccanismo: Si associano i due meccanismi lesivi => Con la punta si esercita una pressione che fa divaricare i tessuti e con il filo tagliente si recide tutto ciò che si incontra. Caratteristiche morfologiche: • Nettezza ed irregolarità dei margini; • Divaricazione dei margini e tessuti; •Prevalenza della profondità rispetto alla lunghezza. Arma monotagliente Ferita a triangolo isoscele, dove la lunghezza della ferita corrisponde all’altezza della lama (estremità acuta) ; la base del triangolo corrispondente al dorso della lama (estremità smussa). Unendo i margini si forma una T. Arma bitagliente  Ferita ad “asola”, come una specie di ovale. Arme tri- o quadritaglienti  Ferite di forma stellata. Forma: dipende dal movimento impresso all’arma nella penetrazione o nella sua estrazione, può essere: • A stampo: quando il mezzo entra ed esce dalla cute senza alcuno spostamento sull’asse di penetrazione; • Con codette: se la lama è stata tenuta inclinata, si forma una codetta, prodotta dallo strisciamento della lama sulla cute al momento dell’estrazione; • Con codetta laterale: per rotazione, della lama in uscita, sul proprio asse; • Con più incisure (o intaccature complementari a codetta): per più rotazioni.

Diverse sono le lesività cagionate dalle forbici, le cui branchie possono essere, al momento dell’infissione, chiuse (=> producono una soluzione di continuo a forma di losanga) o aperte (=> producono una soluzione di continuo di forma triangolare a due aperture simmetriche che si continuano in due tramiti divergenti). Anche l’osso o gli organi interni possono lesionarsi, se raggiunti da una lama  fratture a stampo. TEST PSICOLOGICO POST-MORTEM  Serve per capire se un soggetto era cosciente o meno durante l’aggressione, guardando le cellule della midollare del surrene. Se sono gonfie e hanno l’adrenalina al loro interno, vuol dire che il soggetto non era sottoposto a stress, era incosciente e non ha reagito. Se sono sgonfie, vuol dire che l’adrenalina è andata in circolo e il soggetto, cosciente, ha reagito.

Lesioni Da Fendente L’azione fendente si spiega attraverso un meccanismo combinato di tipo tagliente (espletato dal margine affilato) e di tipo contundente (esercitato dalla massa dello strumento). Rientrano tra i fendenti le mannaie, le sciabole, le roncole, le accette e i grossi coltelli. Le lesioni da fendente sono costituite da ferite lineari, da ferite a lembo o da ferite mutilanti. Sia le ferite lineari sia quelle a lembo presentano notevole estensione e profondità, margini netti e divaricati. Siccome queste lesioni dipendono anche dalla forza esercitata sullo strumento, si crea un’energia cinetica che causa aree di contusione, i bordi ecchimotici. -

Ferite lineari  quando il fendente agisce perpendicolarmente sul piano cutaneo; Ferite a lembo  quando il fendente agisce tangenzialmente o obliquamente sulla cute. In questi casi, le regioni corporee più frequentemente attinte sono il capo e il collo.

Il fendente viene prevalentemente utilizzato a scopo omicidario. Le lesioni letali si associano a ferite da difesa passiva o da schivamento. In alcuni casi, il fendente viene utilizzato anche dopo il decesso della vittima, per procedere al suo depezzamento e facilitarne l’occultamento e il trasporto. Il suicidio per mezzo di fendente è eccezionalmente osservato negli alienati e attuato mediante colpi autoinferti al vertice del capo....


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