Storia della Musica - Aversano PDF

Title Storia della Musica - Aversano
Course Storia della musica
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Riassunti Dispense integrati agli appunti...


Description

STORIA DELLA MUSICA RAPPORTO TRA SOLISTA E ORCHESTRA RAPPORTO  

VERTICALE (Sincronico): Quando solista e orchestra suonano SIMULTANEAMENTE ORIZZONTALE (Diacronico): Quando gli interventi del solista e dell’orchestra si SUCCEDONO ALTERNANDOSI come fossero battute di un colloquio

TIPO DI DIALOGO 

POLARITÀ: Implica DISTANZA tra due soggetti, non c’è dialogo né relazione = Rapporto ORIZZONTALE - VERTICALE



RECIPROCITÀ: Arte del DIALOGO, rapporto privilegiato da MOZART = Rapporto esclusivamente ORIZZONTALE



DIFFUSIVITÀ: NEGAZIONE del DUALISMO, orchestra e solista si fondono in un organismo timbrico onnicomprensivo = Rapporto VERTICALE, il solista non è più interlocutore, ma membro dell’orchestra.

COOPERAZIONE E REPLICA 

 

COOPERAZIONE/INTERSCAMBIO (Replay/InterReplay): - A livello ORIZZONTALE: Quando un’unica frase musicale viene distribuita tra solista e orchestra - A livello VERTICALE: Quando il solista suona una frase musicale all’unisono con l’orchestra o un’altra sezione REPLICA (Replay): Uno degli interlocutori risponde all’altro con lo stesso tema o motivo CONTROREPLICA (Conterplay): Uno degli interlocutori risponde con un tema differente

IL CONCERTO BAROCCO: Predilige POLARITÀ Il CONCERTO CLASSICO – ROMANTICO: Predilige RECIPROCITÀ Il CONCERTO MODERNO: Predilige la DIFFUSIVITÀ

CONCERTO   

Alla base dell’estetica del concerto vi è l’idea di armonizzare elementi diversi non omogenei Nonostante l’etimologia del termine rimandi al latino con-certare (combattere insieme), nell’uso volgare il termine è stato inteso nel senso di mettere insieme Nel ‘600 questo termine era generico e poteva indicare: - Insieme di strumenti e voci (=a cappella) - insieme di strumenti diversi - Insieme di pezzi, generi e stili diversi in una raccolta di composizioni NON indicava quindi ancora un genere specifico, né un evento musicale pubblico.

Lo stesso Concerto Grosso (genere specifico) indicava in origine solo il “ripieno”. La nascita del CONCERTO STRUMENALE deriva da un duplice impulso:



1. Il bisogno di contrapporre allo stile fugato della sinfonia, da cui derivava, uno stile concertante e dialogato. 2. Il bisogno di adattare la forma musicale alle differenze di status e di abilità all’interno dei membri dell’orchestra. STILE CONCERTANTE: 1. VIOLINO SOLISTA 2. CONCERTINO 3. CONCERTO GROSSO



CONCERTO SOLISTICO:



- Nasce dallo stile concertante, la sua origine viene fatta risalire a GIUSEPPE TORELLI e in particolare ai suoi “Concerti musicali a 4” dove per la prima volta appare, nelle parti del violino, le indicazioni SOLO e TUTTI. - Questo genere si perfeziona e giunge a maturazione con VIVALDI - Sulla carta si trattava di Quartet ( 2 violini, viola, violoncello e un cembalo per il basso continuo), ma potevano diventare un ensamble concertistico, moltiplicando il numero di suonatori, accentuando il divario tra solo e tutti. Il vero e proprio concerto solistico o barocco nasce nella prima metà del '700\'800: - Un solo violino prende il posto del concertino mentre il clavicembalo fa da basso continuo. Lo strumento solista è il violino perché il primo violino è anche il direttore d'orchestra; tuttavia con il tempo sarà preferito il clavicembalista come direttore d'orchestra, poiché aveva maggiori probabilità di avere le mani libere e quindi di dare gli attacchi agli orchestrali e ai cantanti d'opera. A metà 1700 nasce il concerto solistico per tastiera, che inizialmente era il clavicembalo poi sostituito dal pianoforte (= costruito nel 1698 da Bartolomeo Cristofori e dotato di un suono più caldo ed espressivo).

FATTORI DEL CONCERTO SOLISTICO VIVALDIANO: - Struttura a blocchi contrapposti (solo – tutti) con forti sbalzi dinamici - Suddivisione in 3 movimenti (Allegro – Adagio – Allegro) che divenne la normativa - La FORMA RITORNELLO LA FORMA RITORNELLO: R

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Ritornelli orchestrali fungono: - da colonne, riprendendo il tema principale e stabilizzando le varie tonalità toccate nel corso del brano - da cornice, inframmezzando i singoli interventi solistici Concerto Vivaldiano come essenza della POLARITÀ, non c’è né dialogo né reciprocità tra Solista e Orchestra, ma una diversificazione dei ruoli

es. LE 4 STAGIONI il cui contesto musicale è strettamente legato a un testo poetico. - I ritornelli orchestrali dipingono l’atmosfera generale del pezzo - Gli assoli dipingono le singole immagini evocate dal testo VIVALDI predilige la POLARITÀ BACH predilige la RECIPROCITÀ e contribuisce a sviluppare in modo determinante il CONCERTO PER TASTIERA.

LA RECIPROCITÀ NEL CONCERTO SOLISTICO LA RECIPROCITÀ era la via del futuro, BACH rimase ancorato ad una concezione più sinfonica e paritaria del concerto, dove il solista viene assorbito nel discorso musicale generale dell’orchestra Il dialogo sui motivi del ritornello sfuma le divisione tra il ritornello e gli episodi solistici.

TRAPASSO TRA CONCERTO BAROCCO E CONCERTO CLASSICO CONCERTO BAROCCO: Modello di relazione impostato sul sostanziale assorbimento del solista nel tessuto orchestrale CONCERTO CLASSICO: Modello di relazione dialettico 

IL CONCERTO CLASSICO - L’innesto di ciò che poi verrà codificato come FORMA-CLASSICA dalla FORMA-SONATA avviene più o meno a metà del ‘700 e si accompagna all’affermazione dello STILE GALANTE, che segna un mutamento di gusto, le cui parole d’ordine sono piacevolezza e semplicità. - Anche la FORMA del CONCERTO tende a semplificarsi, infatti la mutevole e flessibile Forma Barocca si normalizza in uno schema a 4 ritornelli, con un piano tonale abbastanza fisso. Nel cosiddetto periodo classico, si sviluppa la forma del concerto per pianoforte e orchestra: - Il solista è considerato quasi un eroe in lotta con l'orchestra. - Il concerto per violino perde quindi l'esclusività che aveva avuto nel periodo barocco.

MUSICA BAROCCA (1600 – 1750 morte di Bach) CARATTERI GENERALI: Il Barocco caratterizza tutte le arti, accumunandole in una ricerca elaborata del particolare, che puntava a stupire e a divertire l’ascoltatore. Caratteristici elementi della produzione musicale di questo periodo sono i cambi repentini di tempo, i passaggi di grande virtuosismo strumentale o vocale e l'uso del contrappunto, della fuga e del basso continuo, oltre a uno sviluppato senso dell' improvvisazione. In epoca barocca ebbero un ruolo particolarmente importante gli strumenti d'armonia dedicati all'esecuzione del basso continuo, che è il vero denominatore comune di tutta la produzione musicale. Fra questi, i due di uso prevalente erano l' organo e il clavicembalo. RUOLO DEL COMPOSITORE: Alle dipendenza di Nobili e Mecenati.

COMPOSITORI:    

Arcangelo CORELLI (1653 – 1713) Giuseppe TORELLI (1658 – 1709) Antonio VIVALDI (1678 – 1741) Johann Sebastian BACH (1685 – 1750)

MUSICA STRUMENTALE: 

CONCERTO GROSSO: è una forma di concerto della musica barocca italiana in cui il materiale musicale è trattato in un dialogo fra due sezioni di diversa dimensione, ovvero un piccolo gruppo di solisti, detto concertino o soli, e l'intera orchestra, detta ripieno, tutti o, appunto, concerto grosso. - Il concertino è composto, di norma, come nella sonata a tre, da: due violini e un violoncello come basso continuo. - Il concerto grosso è il gruppo completo degli archi: violini, divisi normalmente in due parti, una o due parti di viole, violoncelli e contrabbassi - insieme a uno o più strumenti che realizzano il basso continuo - clavicembalo, organo, arpa, liuto, arciliuto, tiorba o altri ancora. In Corelli è costante la scelta di un concertino formato da due violini e un violoncello e, come ripieno, di una sezione di archi, entrambi accompagnati dal basso continuo nelle combinazioni già citate. Per quanto riguarda la struttura, nel concerto grosso si alternano tempi lenti e veloci, in totale generalmente quattro, con la predilezione corelliana per la formula lento-veloce-lento-veloce.



CONCERTO SOLISTICO: è una forma di concerto nata con la musica barocca e prediletta nel periodo classico, in cui uno strumento solista dialoga con una piccola orchestra. Generalmente si individua in Antonio Vivaldi l'inventore del concetto di concerto solista, ossia, l'evoluzione del concerto grosso verso una forma musicale che prevede uno o più strumenti solisti ai quali si contrappone il resto degli strumenti cui è assegnata una parte obbligata, dedicata all'improvvisazione del solista.



LA SUITE: In musica, la suite (in francese successione) è un insieme di brani, per uno strumento solista, un complesso da camera o un'orchestra, correlati e pensati per essere suonati in sequenza . I pezzi che compongono una suite vengono chiamati tempi (o movimenti) e nella musica barocca sono tutti nella stessa tonalità. La struttura della suite è identica alla sonata da camera, sebbene non siano considerati la medesima cosa: nella sonata i singoli movimenti prendono il nome dall'indicazione di tempo iniziale (adagio, andante, allegro, etc.), mentre nella suite hanno nomi di danze. In concomitanza con la fine della musica barocca e l'affermarsi dello stile galante, il genere comincia sentire i segni del tempo, e i compositori iniziano a preferirgli la sonata e, in ambito orchestrale, la sinfonia ed il concerto.

A partire dall'Ottocento, il significato del termine suite si amplia, andando a definire: -



Una selezione strumentale da un brano più ampio (opera, balletto e, più tardi, musical e colonne sonore); Una sequenza di pezzi brevi aventi un tema in comune (come ad esempio le suite di Čajkovskij). Un pezzo che si rifà esplicitamente a temi barocchi

LA SONATA: La sonata (dal latino sonare) è una composizione eseguita da strumenti, in opposizione alla cantata (dal latino cantare), che sta a indicare un brano interpretato anche da voci. Il termine, pur nella sua vaghezza, si è naturalmente evoluto attraverso la storia della musica, designando una varietà di forme musicali precedenti all'era classica. Avrà un'importanza sempre maggiore nel periodo classico. È qui che l'ordito contrappuntistico della sonata rinascimentale si scioglie nelle sue due polarità nascoste: - da un lato il "basso continuo" - dall'altro il libero gioco improvvisativo delle voci superiori. Nasce così il prototipo della cosiddetta "sonata a tre", il cui organico è costituito dal continuo e da due strumenti melodici. A partire dalla seconda metà del Seicento la sonata a tre si divide in due forme complementari: - da un lato la " sonata da chiesa", inizialmente destinata a sostituire le parti mancanti della liturgia vocale e dunque caratterizzata da una severa scrittura contrappuntistica; - dall'altro la "sonata da camera", indirizzata originariamente all'intrattenimento e quindi segnata dalla scrittura ritmico-melodica tipica delle forme di danza.

MUSICA VOCALE: 

L’OPERA: Nasce a Firenze verso la fine del XVI secolo e, grazie a Claudio Monteverdi, ha enorme diffusione in età barocca. Spettacolo inizialmente riservato alle corti, e dunque destinato ad una élite di intellettuali e aristocratici, acquista carattere di intrattenimento a partire dall'apertura del primo teatro pubblico nel 1637: il Teatro San Cassiano di Venezia. Nel Settecento l'opera italiana è riformata dai poeti Apostolo Zeno e Pietro Metastasio, che stabiliscono una serie di canoni formali relativi all'impianto drammaturgico, come alla struttura metrica delle arie, applicando le cosiddette unità aristoteliche e dedicandosi esclusivamente al genere serio. Il melodramma metastasiano non ha di fronte a sé il pubblico secentesco degli aristocratici sussiegosi ma un pubblico più largo costituito da vasti strati borghesi in Europa e da gruppi di potere (aristocratici, funzionari di governo) : questo “nuovo pubblico” aspirava non all'eroismo ma a un surrogato che era il decoro un po' solenne il quale si trova soprattutto sulla scena che è sempre una sorta di specchio o di modello dei costumi di una società. La genialità di Metastasio consistette nella capacità di riformare il melodramma secondo i gusti del tempo e di dare a opere nate spesso per un teatro di corte dignità cortigiana nell'allestimento e nelle finalità morali, e mirabile e essenziale chiarezza psicologica agli stati d'animo e ai contrasti dei sentimenti. La scelta di Zeno e Metastasio di escludere ogni elemento comico dal teatro musicale serio

determina la nascita dell'opera comica, dapprima in forma di intermezzo, poi come opera buffa.



LA CANTATA: è una forma musicale vocale di origine italiana tipica della musica barocca, formata da una sequenza di brani come arie, recitativi, concertati e numeri corali. Ha una certa affinità con l'opera barocca, ma l'esecuzione avviene senza apparato scenico e senza costumi e lo spettacolo è di dimensioni minori. Le cantate possono essere sacre (o da chiesa), ispirate perlopiù a vicende tratte dalle Sacre Scritture, oppure profane (o da camera), solitamente con soggetto mitologico o storico, in latino o in volgare. Tra i maggiori compositori di cantate troviamo Scarlat e Vivaldi.



L’ORATORIO: Genere di cantata, sviluppatosi a partire dagli inizi del XVII secolo, specificamente destinato a rendere più attrattive e solenni delle riunioni di preghiera e predicazione, che si tenevano, al di fuori della liturgia, negli oratori di confraternite o congregazioni religiose. Dal luogo originario d'esecuzione questo genere di cantata prese il nome di oratorio. Come altre forme di poesia per musica, l'oratorio presenta versi per i recitativi e per le arie, e talvolta per i numeri corali. I soggetti dei testi sono tratti dal Sacre Scritture. Generalmente i testi sono in volgare, anche se esiste una minoranza di oratori in latino. Tra i maggiori compositori di oratori troviamo Scarlat e Bach.

CORELLI (1653 – 1713) e il Concerto Grosso Il CONCERTO GROSSO Si affermò nella seconda metà del ‘600, in particolare a Roma; saranno infatti le esperienze orchestrali romane maturate attorno a CORELLI, nel 1680 circa, a fissare coordinate e caratteri del CONCERTO GROSSO come GENERE AUTONOMO. La raccolta destinata a diventare PARADIGMA STILISTICO del GENERE fu: - “ CONCERTI GOSSI OP. VI” di CORELLI L’apporto del CONCERTO GROSSO (del ripieno) a sostegno del CONCERTINO, formato da 2 VIOLINI e 1 VIOLONCELLO, è opzionale: in questa DUPLICE MODALITÀ ESECUTIVA, CAMERATISTICA e ORCHESTRALE, si coglie la diretta derivazione del CONCERTO GROSSO ROMANO con la SONATA A 3. Della SONATA A 3 il CONCERTO GROSSO rappresenta la proiezione orchestrale attraverso l’amplificazione sonora di alcuni passaggi dati dal raddoppio delle parti solistiche dei ripienisti. Qualora non fossero disponibili i “ripienisti” o si preferisse una resa cameratistica, il CONCERTO GROSSO poteva essere eseguito come una normale SONATA A 3.

CORELLI più che un radicale innovatore può essere considerato un riformatore che offre una sintesi delle esperienze seicentesche, dopo averle sottoposte a un procedimento di ordinamento, stilizzazione e decantazione, e al contempo delinea una nuova ideale dimensione stilistica. I concerti dell’OP. VI si riveleranno più influenti nello STILE che non nelle soluzioni architettoniche e formali, molto meno dinamiche e progressive rispetto a quelle di VIVALDI. La tradizione del CONCERTO GROSSO ITALIANO rende occasionale il concorso di strumenti a fiato.

BRANO: “CONCERTO GROSSO FATTO PER LA NOTTE DI NATALE”: Strutturato su sei movimenti:





1. Vivace – Grave 2. Allegro 3. Adagio - Allegro – Adagio 4. Vivace 5. Allegro 6. Pastorale: Largo L'organico è quello tipico dei concerti grossi corelliani: - concertino formato da due violini e violoncello - concerto grosso a quattro parti (due violini, viola e basso continuo) che possono essere raddoppiati ad libitum a seconda delle circostanze.

ANTONIO VIVALDI (1678 – 1741) e le “Quattro Stagioni” 

Antonio Vivaldi nasce a Venezia (suo padre era violinista alla cappella di San Marco) il 4 marzo 1678, figura dominante nel panorama della musica del primo Settecento, che arricchì la scrittura strumentale, specie quella del violinista, in un gioco di chiarezza armonica, vitalità ritmica, immediatezza espressiva e semplificazione delle strutture formali.



Della sua frammentaria biografia sappiamo che lasciò la carriera ecclesiastica a causa della sua cagionevole salute e che visse soprattutto a Venezia per poi morire a Vienna in estrema povertà. Oltre all’insegnamento privato, si impegnò a fornire regolarmente nuove musiche, vocali e strumentali, agli Ospedali veneziani (specie a quello di Pietà): ospedali di beneficenza mantenuti con denaro pubblico e donazioni private riservati alle ragazze orfane povere. Oltre ad un mestiere, alle ragazze veniva insegnata la musica cantata e strumentata: le loro esibizioni fruttavano molti fondi alla struttura per il noleggio delle sedie.



All’epoca, la composizione di brani sempre nuovi (di rado venivano replicate musiche antecedenti) gravava sulle spalle dei Maestri di cappella, capaci di comporre, per questo motivo, con rapidità e in abbondanza. Molte opere di Vivaldi arrivarono oltralpe grazie ai copisti (in gran parte tedeschi) a cui venivano ordinate; Dresda, fra tutte, divenne il punto di diffusione delle opere vivaldiane in Germania. Le sue opere sono pervenute ai giorni nostri in forma manoscritta e non datata grazie ai copisti veneziani che lavoravano a stretto contatto con lo stesso compositore.



La produzione del compositore veneziano Antonio Vivaldi è enorme: quasi 500 concerti, di cui più di 200 per violino.



I concerti solistici (scaturiti dai seicenteschi concerti per orchestra) costituirono la percentuale maggiore della sua opera, certamente influenzata dallo stampo torelliano che con lui trova massima espressione. - All’interno dei concerti solistici, Vivaldi accentuò il contrasto tra i tempi allegri esterni e quelli centrali più lenti, dilatati ed espressivi, pieni di lirismo teatrale e paragonati alle arie d’opera qui, però, in forma strumentale (veloce-lento-veloce); - Nelle sue composizioni, assistiamo alla lotta fra il solista virtuoso, nettamente dominante, e massa orchestrale. 1. Il tessuto sonoro e semplice e snello, mediante raddoppi e unisoni. Le tessiture estremamente acute vengono affidate ai violini. Vivaldi predilige un tessuto orchestrale a strati sovrapposti in cui ad ognuno è destinato un compito, per cui il senso delle singole linee musicali si chiarisce soltanto nella complessività della partitura. 2. L’armonia è anch’essa semplice e gioca sul dualismo delle tonalità maggiori e minori, sfruttandone con drammaticità i netti contrasti. Il tema iniziale inizia in tonica, passa in dominante e ritorna alla tonica. 3. Melodia è connotata da motivi semplici sapientemente sviluppati in variazioni, ripetizioni incomplete e progressioni che prolungano il discorso musicale (vedi anche polarità). 4. Il ritmo è marcato, mediante il mezzo espressivo della sincope (nota lunga fra due più corte) che conferisce alla frase musicale una certa tensione, e lo sfruttamento di ritmi diversi svolti in contemporanea. Assistiamo a bruschi cambiamenti del ritmo armonico, lento e sincopato e poi improvvisamente repentino. Vengono qui aboliti i tradizionali procedimenti contrappuntistici. Tutto avviene in maniera casuale ed imprevedibile, non c’è un progetto dietro.



I motivi possono ripresentarsi integralmente, in parte oppure rielaborati; ciò scaturisce in una struttura a mosaico, mobile e flessibile, che da l’impressione di una grande varietà e ricchezza inventiva, che si specchia nei titoli delle sue più famose raccolte di concerti (es: Estro armonico). L’esposizione iniziale del tutti si articola in un numero ...


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