Storia dell\'africa riassunto Fa PDF

Title Storia dell\'africa riassunto Fa
Author Serena Arigoni
Course Storia e istituzioni dell'africa
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Riassunti di storia dell'Africa del Fage...


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STORIA DELL’AFRICA - FAGE INTRODUZIONE GENERALE AL COLONIALISMO IN AFRICA Nell'Africa nera esistevano vari stati africani indipendenti, alcuni erano semplici aggregati di tribù, altri autentiche entità politiche dall'antica e gloriosa civiltà. Tutti resistettero inutilmente alla penetrazione degli europei, interessati alle grandi risorse economiche africane. La penetrazione europea si espresse in due forme di colonialismo: il colonialismo commerciale e il colonialismo moderno. ESPLORAZIONE PORTOGHESE E TRATTA DEI NERI a) Primi contatti. Il principe Enrico il Navigatore fu il promotore delle scoperte geografiche fatte dal Portogallo nel 15 secolo. Egli ordinò che le sue carovelle andassero in Guinea dove la gente è estremamente nera, alla ricerca di cristiani e spezie. La tratta dei neri non è stata un’operazione premeditata, chi partiva per l’impresa delle rotta delle Indie e delle spezie sapeva costa cercava ma ignorava cosa avrebbe trovato e come lo avrebbe trovato. A quell’epoca l’Europa soffriva di una grande sete di oro, che proveniva soprattutto dall’Africa, per saldare gli acquisti di spezie in Asia. Nel viaggio dalla Malesia (nazione asiatica) all’Italia, le spezie passavano per le mani di numerosi mercanti avidi di denaro, quindi le spezie giungevano nelle cucine europee a prezzi molto elevati. Da qui l’idea di arginare i mercanti arabi circumnavigando l’Africa. Alla morte di Enrico il Navigatore le esplorazioni erano giunte fino alla Sierra Leone. Nel 1481 i portoghesi costruivano il forte di Sao Jorge de Mina e papa Giovanni II si proclamava signore della Guinea. La febbre delle scoperte contagiò la Spagna e fu per conto di questa che Cristoforo Colombo scoprì l’America nel 1492. Sei anni dopo il portoghese Vasco de Gama faceva la sua comparsa nelle isole della costa orientale dell’Africa. Fu l’inizio di un travaglio infinito: la rapina febbrile delle ricchezze dell’Africa, compresi gli uomini, durerà 4 secoli. b) La tratta dei neri. Dura 4 secoli, dal 15 al 19 secolo. Su come si è potuti giungere al commercio all’ingrosso degli africani, alcuni sostengono che gli Europei si sono limitati a imitare le pratiche correnti in quell’epoca in Africa, ma tale pratica non era esclusiva dell’Africa. Il termine schiavo deriva dal fatto che nel corso del Medioevo specialmente gli Slavi dell’Europa centrale erano oggetto di vendita. Indubbiamente in Africa la schiavitù aveva assunto un carattere di marcato sfruttamento, talvolta solo il principe o il grosso mercante possedevano da 100 a 200 schiavi, ma in primo luogo questi schiavi vivevano con le loro famiglie, si trattava piuttosto di servi della gleba legati a un fondo e in secondo luogo erano eccezioni molto circoscritte. Inoltre in Africa lo schiavo veniva integrato molto rapidamente nella famiglia: in Kongo lo schiavo fruiva dei diritti civili e di quelli sulla proprietà. Il padre chiamava lo schiavo “figlio” e il figlio vero “figlio del ventre”. Lo schiavo kongalese è quindi un elemento aggiuntivo della famiglia. Altrove la situazione non era sempre altrettanto favorevole, ma lo stadio comunitario impediva che lo schiavo nero fosse trattato come un bene. Esistevano addirittura delle tribù dove la schiavitù era sconosciuta. È quindi ridicolo pensare che gli europei non abbiano fatto altro che seguire una pratica preesistente. Numerosi neri catturati con la forza sulla costa dell’Africa furono trasportati in Portogallo. Allora lo scopo consisteva nel dimostrare che si era effettivamente arrivati fino al paese dei neri. Ben presto però i portoghesi si resero conto cdi quanto fosse proficuo riportare in patria oltre all’avorio, all’oro e alla gomma arabica anche degli schiavi neri per rivenderli. Diventò elegante, come più tardi in Francia e in Inghilterra, avere dei neri nell’equipaggio, nel salotto o nella scuderia. Le condizioni economiche erano tali che le altre potenze non tardarono a collegare le immense esigenze di manodopera con il vivaio immenso dei popoli africani. Gli spagnoli si rivolsero al Portogallo perché il papa aveva stabilito che i portoghesi avessero il monopolio sulla costa africana. Il papa pone fine al conflitto tracciando una linea sulla carta geografica che separava i possedimenti della Spagna (a occidente delle Azzorre) da quelli del Portogallo (a oriente delle Azzorre). Gli altri stati europei non tennero conto di questa divisione del tutto arbitraria. Tra gli europei scoppiarono allora furiose rivalità sulla costa. Gli Olandesi, che disponevano di una flotta agguerrita, presero il sopravvento nella seconda metà del 16 secolo, fino al momento in cui andarono incontro alla Francia, che prese il sopravvento nella seconda metà del 17 secolo. Fu allora che l’Inghilterra, inserita per ultima nella corsa, conquistò la supremazia nei mari, aggiudicandosi la leadership del commercio negriero.

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c) Metodi e mezzi di azione. Metodi di azione: veniva fatto ricordo alla propaganda psicologica che inducesse i neri a ritenere i bianchi appena sbarcati il popolo più potente d’Europa. Esistevano persino dei viaggi premio in Europa. Quando la diplomazia non riusciva, allora erano le armi a decidere: così gli Olandesi contesero ai portoghesi i porti del Kongo e dell’Angola e cannoneggiarono i villaggi che osavano commerciare con i francesi sulla costa del Senegal. Nel 1562 l’inglese John Hawkins giunse in Guinea, dove prese il carico di altre navi negriere e lo scambiò con uno stock di zucchero nelle Americhe. Presto egli diventò uno dei più ricchi mercanti d’Inghilterra. Strumenti della tratta: 1) le Compagnie, alcuni mercanti europei si associarono per far fronte ai rischi di un commercio che teneva le navi in mare da 8 a 10 mesi, le Compagnie così formate tendevano ad assicurarsi dei privilegi che arrivavano fino al monopolio. Ne furono un esempio la Compagnia delle Indie francese e olandese e la Company of Royal Traders inglese. I paesi scopritori dell’Africa e dell’America furono soppiantati per mancanza di flotte: infatti l’ Invencible armata spagnola fu dispersa, mentre i portoghesi non avevano mai disposto di un gran numero di navi. 2) la Flotta, le navi erano equipaggiate con un’attrezzatura speciale di ferri, chiodi e catene per domare e ammassare gli schiavi con il minor spreco di spazio possibile. Sulla costa africana i punti di attracco delle navi non avevano nulla dello splendore dei porti europei, c’era soltanto il centro commerciale difeso talvolta da un fortino. d) Il legno d’ebano. Oggetti della tratta: il ferro e l’acquavite costituivano la voce principale del commercio con l’Africa. Se si avevano questi due elementi si era certi di poter trattare ovunque oro, avorio e schiavi. Occorrevano inoltre le conterie (perle di vetro), che era la merce più a buon prezzo per gli scambi e sulla quale si poteva trarre il margine di profitto maggiore. L’ alcool venduto ai neri era spesso addizionato con sapone di Spagna, affinché emergesse una schiuma che per i negri costituiva una prova infallibile di buona qualità. In cambio di questi prodotti europei, i negrieri chiedevano pelli, gomma, oro e soprattutto schiavi. Gli schiavi migliori erano chiamati “capi d’India”, erano dei neri dai 15 ai 25 anni, senza difetti, con tutte le dita e tutti i denti, senza membrana sugli occhi e di salute eccellente. La tratta si svolgeva secondo una procedura sempre uguale, gli schiavi catturati venivano ammassati in specie di magazzini infetti chiamati “barracons”, intorno alle quali avvenivano scene infernali, in particolare in caso di separazione delle madri dai loro figli. I neri venivano marchiati a fuoco con le iniziali del proprietario. Al momento di abbandonare il suolo natale e varcare la passerella della nave molti, colti dalla disperazione, si buttavano in mare e annegavano o si strangolavano con le proprie mani. I restati iniziavano la grande traversata. Poiché la traversata durava due mesi non è difficile immagine la mortalità provocata dalle epidemie. Per porvi rimedio di giorno i negri venivano fatti uscire sul ponte allo scopo di prendere aria, si arrivava perfino a organizzare delle danze per sollevargli il morale. Nonostante tutte le rivolte furono molto frequenti, ma vennero annegate nel sangue (spesso comunque i condannati morivano felici, la vedevano come un pronto rimedio ai loro mali). Prima di arrivare, i malati, che rischiavano di non trovare un acquirente e sui quali si temeva di dover pagare comunque una tassa, venivano gettati in mare, questo avveniva in particolare per i bambini piccoli, più sensibili ai disagi della traversata. Prima di essere venduti in America, gli schiavi venivano rimpinzati e talvolta anche drogati affinché si presentassero in piena forma. Si arrivava al punto di assaggiare il sudore dello schiavo per verificare se la brillantezza della pelle fosse dovuta a qualche vernice superficiale. Quando infine lo schiavo veniva acquistato da un padrone il suo calvario non era ancora terminato. Lo schiavo veniva spogliato di ogni diritto e veniva considerato come un bene mobile, trasferibile e negoziabile. Il “legno d’ebano” è stato abbattuto, fatto a pezzi, venduto, trasportato e consegnato come vero e proprio legname.

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COLONIALISMO COMMERCIALE: COMMERCIO DEGLI SCHIAVI Fino al 1500 il continente africano presentava solo forme di colonialismo commerciale, diffuso lungo le coste. Portoghesi, inglesi, francesi e olandesi si erano limitati a fondare varie basi sulle coste africane. Esse, da un lato, servivano da supporto ai transatlantici in rotta lungo le grandi vie di comunicazione marittima e, dall'altro, fungevano da centri di smistamento e raccoglimento delle merci e dei prodotti africani (oro, pelli, avorio, legni pregiati, caffè, pietre preziose) destinati ad essere esportati in Europa. Importante aspetto del colonialismo commerciale è il commercio degli schiavi, che prospera tra il 15 e il 19 secolo. In questo periodo un grande numero di africani viene rastrellato con incursioni da alcune tribù africane più potenti (es. Ashanti) e rivenduti ai mercanti di schiavi, principalmente arabi, portoghesi e boeri (detti "negrieri"). Essi poi provvedono a portarli con le loro navi attraverso l'Oceano Atlantico per venderli ai grandi latifondisti delle Americhe come schiavi adibiti alla coltura delle piantagioni. Questo commercio darà grandi guadagni ai negrieri e cesserà solo nel corso del 700 e dell'800, quando si sancirà l'abolizione della schiavitù. Meno ricordato nell'ambito del commercio degli schiavi è il ruolo dello schiavismo arabo (9 secolo). I commercianti arabi, partendo dal Nord Africa, allacciarono anch'essi relazioni commerciali con tribù africane fino nell'Africa centrale. I viaggi degli Arabi in Africa portarono alla diffusione lenta e pacifica dell'Islam in vaste zone dell'Africa, ove esiste tuttora. L'attività commerciale araba cessò del tutto nel corso dell'800, quando venne soppiantata dalla penetrazione europea nel continente africano. 1) TRATTA TRANS-SAHARIANA (TRATTA NEGRIERA) La Tratta Trans-sahariana è la forma più antica di tratta degli schiavi in Africa. Gli storici stimano che 10-18 milioni di Africani furono fatti schiavi dai commercianti arabi e portati nel mondo islamico attraverso il deserto del Sahara tra il 650 e 1900, cui si deve aggiungere un numero perlomeno triplo di africani uccisi durante le depredazioni o morti durante la tratta. Sebbene le origini di questa pratica siano estremamente antiche, solo a partire dal 9 secolo, con l'introduzione dei dromedari dall'Arabia, essa assunse le connotazioni di una vera e propria rete commerciale. È estremamente difficile valutare l'entità precisa di questo commercio, ma secondo alcune stime gli schiavi deportati attraverso il Sahara furono almeno 6.000 o 7.000 all’anno, con conseguenze sulle etnie e popolazioni minori. La tratta trans-sahariana ha spostato lo stesso numero di schiavi della tratta atlantica, anche se in un lasso di tempo maggiore. Gli schiavi erano in prevalenza uomini, ma c’erano anche donne e queste furono assorbite dalle popolazioni riceventi in qualità di mogli o concubine. I viaggi degli Arabi in Africa portarono alla diffusione lenta e pacifica dell'Islam in vaste zone dell'Africa, ove esiste tuttora. L'attività commerciale araba cessò del tutto nel corso dell'800, quando venne soppiantata dalla penetrazione europea nel continente africano. Questa è stata la tratta più importante tra le minori. 2) TRATTA ORIENTALE (DALLE COSTE DEL MAR ROSSO ED OCEANO INDIANO) Fra il 9 e il 10 secolo, con la caduta dei regni cristiani della Nubia e l'acquisizione del controllo delle rette dell'Oceano Indiano, gli arabi furono in condizione di dare vita a un fiorente commercio di schiavi dall'Africa, attraverso l'Oceano Indiano, verso il Vicino Oriente e l'India. In questo caso, gli schiavi provenivano principalmente dalla costa orientale dell’Africa. All'aumentare della capacità e della velocità delle navi utilizzate per il commercio degli schiavi e della richiesta di manodopera proveniente dalle piantagioni in oriente, il numero di vittime degli schiavisti aumentò proporzionalmente, fino a diverse decine di migliaia all'anno.

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3) TRATTA ATLANTICA (1451-1867) L'espressione tratta atlantica degli schiavi africani si riferisce al commercio di schiavi africani attraverso l'Oceano Atlantico avvenuto fra il 16 e il 19 secolo verso le Americhe. Nel corso del 16 secolo le grandi potenze europee ( Spagna, Portogallo, Inghilterra e Paesi Bassi) iniziarono a creare colonie in America, dove era richiesta una grande quantità di manodopera da sfruttare nelle miniere di oro e argento, nonché nelle estese piantagioni di cotone, tabacco, canna da zucchero e caffè. i popoli indigeni del continente americano ( Indios) non erano molto adatti al lavoro a causa della loro debolezza fisica, quindi iniziò a prosperare un massiccio traffico di schiavi africani che venivano prelevati soprattutto dalle coste atlantiche dell'Africa e deportati sulle navi negriere verso le Americhe, per essere poi venduti ai latifondisti e proprietari terrieri. La tratta degli schiavi attraverso l'Atlantico assunse rapidamente proporzioni senza precedenti, dando origine nelle Americhe a vere e proprie "economie basate sullo schiavismo". Complessivamente, qualcosa come 12 milioni di schiavi attraversarono l'oceano, si tratta di una delle più grandi migrazioni della storia, di cui 9.500.000 arrivano a destinazione. Diverse compagnie commerciali (fra le molte l’inglese Royal African company e le compagnie francese e olandese delle Indie occidentali), si specializzarono in questo traffico transatlantico, che si inserì in logiche di triangolazione commerciale: i vascelli salpavano dai porti europei carichi di beni manufatti (armi e munizioni, tessuti, bevande alcoliche ecc.), che venivano scambiati con schiavi tratti dalle coste africane; a carico completato, le navi facevano rotta verso le Americhe, dove gli schiavi venivano venduti e dove venivano acquistate materie prime agricole per i mercati e le manifatture europee (zucchero, cotone ecc.). MOVIMENTO ABOLIZIONISTA DELLA SCHIAVITÙ Fin dal 18 secolo alcuni europei cominciarono a tubarsi per il genocidio provocato dalla tratta dei neri. Certi filosofi francesi del 700 come Voltaire, presero posizioni contro il traffico negriero e venne promossa un’intensa propaganda per la liberazione dei neri. La decisione presa in questo senso dalla Convenzione del 1794 sarà però annullata da Napoleone Bonaparte il quale, fin dalla prima spedizione in Egitto, aveva fatto acquistare numerosi negri che prestavano servizio militare nel suo grande esercito. I papi avevano dato inizialmente la loro benedizione alla tratta, a patto che gli schiavi venissero battezzati. Soltanto nel 19 secolo Roma intraprenderà una grande campagna antischiavista condotta in particolare contro la tratta orientale. La prima potenza coloniale a proclamare l’abolizione dello schiavismo e a impegnarsi attivamente per contrastare la tratta degli schiavi fu l’Inghilterra. L’Inghilterra, prima potenza europea ad aver realizzato la rivoluzione industriale, traboccava di manufatti e cercava sbocchi sicuri e regolari. I negri che interessavano non erano più i produttore manuali, ma i consumatori di stoffe, utensili e attrezzi. L’Inghilterra aveva una necessità assoluta di commerciare con tutto il mondo, compreso quello degli africani. Fu questo grande fiume di interessi a spingere l’Inghilterra a un’azione antischiavista molto energica. Dal 1772 l’Inghilterra proibì la schiavitù su tutto il territorio nazionale, nel 1807 vietò la tratta nelle colonie e nel 1834 liberò tutti gli schiavi dell’impero. Lo schiavismo continuò in molti paesi del Nuovo Mondo, come gli Stati Uniti e il Brasile (dove fu abolito nel 1888). Negli Stati Uniti l'abolizione ufficiale dello schiavismo si avrà solo nel 1865 con la guerra di secessione americana ad opera di Abraham Lincoln. Strascichi dello schiavismo e della discriminazione razziale si sono manifestati in America e nel resto del mondo nel 20 secolo con le leggi razziali e fenomeni di violenze sui neri (es. Ku Klux Klan) con nascita di movimenti anti-segregazione a partire dagli anni ‘60 del Novecento intorno a figure carismatiche come Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela. NUMERO DEGLI SCHIAVI DEPORTATI Per quanto riguarda la tratta Atlantica le cifre parlano di 11.500.000 persone partite dall’Africa per le America, di cui 9.500.000 arrivarono a destinazione. La tratta Trans-Sahariana avrebbe portato in giro per l’Africa lo stesso numero di schiavi di quella Atlantica, ma in un lasso di tempo molto maggiore. Per quanto riguarda la tratta Orientale, non abbiamo cifre precise, ma sappiamo che gli schiavi deportati erano in numero minore rispetto alle altre tratte.  I dati statistici che si possono ricavare dai libri di bordo delle navi e dei porti negrieri si limitano a fornire delle entità approssimative e quindi ampiamente discutibili. Molte sono le cifre ipotizzate, dalla summa delle quali è possibile ritenere che dal 15 secolo in poi da un minimo di 50 milioni a circa 100 milioni di uomini e donne furono strappati all’Africa. 4

CONSEGUENZE DELLA TRATTA DEGLI SCHIAVI  In Africa. Nel tentativo di minimizzare la tratta dei neri, alcuni storici europei tendono a barare sulle cifre, come se in un fenomeno di quest’ordine di grandezza 10 milioni in più o in meno potessero modificare la dimensione storica o il significato morale. Altri sostengono che le zone costiere dove la tratta si è fatta maggiormente sentire sono oggi le più popolose. Essi sembrano ignorare che oltre alle regioni costiere, dove la tratta veniva controllata da regni di un certo peso, vi sono, come a settentrione del territorio ashanti, delle vere e proprie no man’s land (terra di nessuno): le popolazioni che le abitavano sono state decimate e si sono spostate per ricadere talvolta nell’orbita di un’altra potenza coinvolta nella tratta. Alcune regioni della costa hanno beneficiato maggiormente delle nuove colture importate dall’America come mais, manioca, tabacco ecc. alcuni studiosi avanzano l’ipotesi che l’apporto di queste nuove colture abbia compensato le perdite provocate dalla tratta dei neri. Possiamo rispondere che comunque servivano delle braccia e del tempo libero per coltivare la manioca e il mais. La tratta inoltre induceva i popoli più forti alla guerra e alla rapina e spingeva alla fuga quelli più deboli, arrestando la produzione agricola. Inoltre i neri davano prodotti pregiati (oro, avorio e uomini) contro articoli da poco prezzo o nocivi (alcol con sapone). La tratta ha inoltre effettuato una scrematura della popolazione, poiché portava via soltanto i più forti, i più giovani e i più sani. La selezione portava via dunque gli elementi più adatti a produrre e a procreare. La tratta aumentò inoltre la mortalità infantile, in quanto i bambini venivano separati dalle madre o massacrati. Poiché le civiltà nere erano essenzialmente agricole, pertanto fondate su concetti di stabilità e permanenza, devono aver avuto un trauma a causa dei grandi spostamenti causati dalla tratta. Questi popoli sono stati trasformati 3feroci, fanno la guerra tra loro e si sterminano a vicenda soltanto per vendere i compatrioti a barbari padroni. La tratta ha quindi causato un trauma morale e ideologico a molti africani.  In Europa. L’Europa ha usato il negro lavoratore co...


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