Storie di Venere e Adone. Bellezza, genere, desiderio. PDF

Title Storie di Venere e Adone. Bellezza, genere, desiderio.
Course Letterature comparate
Institution Università di Pisa
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Breve riassunto del saggio...


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STORIE DI VENERE E ADONE ! Il mito di Adone mette in scena un soggetto maschile che tenta di definirsi per distanziamento rispetto a una femminilità avvolgente e sovraordinata, ma fallisce per non essere riuscito a sottrarsi alle insidie del rapporto fuisonaleche da essa gli viene proposto come opzione privilegiata.! Ne emerge un monito culturale: la piena virilità trionfante si ottiene solo a patto di staccarsi dalla fusionalità emozionale della felicita amorosa.! Baudrillard “On peut faire l’hypothèse que le féminin est le seul sexe, et que le masculin n’existe qua par un effort surhumain pour en sortir.” Questa è la favola opposta a quella fallica, dove è la donna a derivare dall’uomo per sottrazione— qui è l’uomo che deriva dalla donna per emersione.! Strutturalismo —> principio che raccomanda di distinguere AZIONE (funzione) dal PERSONAGGIO o dall’OGGETTO che lo implementa.! L’azione dunque permane sull’attore.! In questo modo recuperiamo la subliminale caratterizzazione materna di Afrodite nel mito di Adone.! Afrodite, inducendo Mirra all’incesto con Cinira per punizione, causa indirettamente la sua morte, privando Adone della madre biologica, creando così un primo contatto con il bambino.! Afrodite recupera in neonato Adone perchè troppo bello e lo chiude in una cassa che affida successivamente a Persefone. ! Cassa—> bara (non a caso viene custodita dalla Dea dell’oltretomba)! Si presenta un dualismo tra Afrodite e Persefone, che sono rispettivamente, la Dea che dà la vita e colei che la toglie, rappresentando unite così la Donna in sé, colei che accompagna nella vita e fuori di essa.! Afrodite compie nei riguardi di Adone dunque, un gesto di impossessamento, anche se a prima analisi tutto ciò può sembrare un controsenso, dato che se ne libera rinchiudendolo in una cassa.! La psicologia del profondo spiega come mai l’impossessamento avviene tramite le due azioni speculari e apparentemente contraddittorie del:! • RIASSORBIRE NELL’UTERO—> prolungando così il rapporto fusionale! • SOSPINGERE NELLA BARA—> distruggendo e separando il neonato dalla “madre”! Possono entrambe sottolineare il tenere lontano l’oggetto del desiderio. ! Analizziamo ora una teoria di Jung che ha una prospettiva condivisa da Neumann.! La lettura Jungiana della dialettica madre-figlio come contrasto fra la dimensione fusionale dell’inconscio e la natura “maschile” della coscienza individuale è difficile da condividere in toto poiché presuppone l’accettazione integrale di un sistema di pensiero tanto suggestivo quanto poco rigoroso. ! IPOGAMIA FEMMINILE—> Con il termine ipogamia si intende una disparità di rango tra i membri di una coppia, quindi procediamo analizzando, attraverso l’uso di miti associabili a quello dell’Adone, cosa accade quando si presenta un caso in cui è la parte femminile a predominare sull’individuo maschile. ! • EOS (Aurora) —> Si innamora di Titono e domanda a Zeus di donargli l’immortalità, ma non chiede di offrirgli l’eterna giovinezza, così, quando vecchio, lo rinchiude all’interno della casa, lasciandogli vivere il suo eterno deterioramento.! SELENE —> Si reca alla grotta di Litmo in visita a Endimione, costretto al sonno eterno.! • Reclusione è segno in cui si manifesta la subordinazione statuaria, con vantaggi (tutela del rischio di morte) e svantaggi (limitazione della libertà e di autodeterminazione).! Zeus rapì Garimede così come Eos rapì Titono, ma Garimede viene valorizzato mentre Titono subisce una reificazione che illanguidisce e snatura.! Un microsistema di potere strutturalmente sbilanciato dalla parte della donna sembra avere come necessaria conseguenza la mancanza d’estrinsecazione al suo interno della forza virile.! Nella modellizzazione patriarcale il potere dell’uomo permette comunque alla donna di vivere, mentre il potere della donna sull’uomo finisce non solo per privarlo simbolicamente della virilità, ma della vita stessa (cadaveri virtuali).! Si individua il potere come un gioco a somma zero, in cui tanto più ce n’è da una parte, tanto meno deve essercene dall’altra.! Il caso paradigmatico degli effetti devirilizzanti e letali della donna dominante è rappresentato nella cultura greca da uno dei principali modelli negativi di femminilità: la Regina Clitennestra.! Elettra fa notare ad Egisto infatti, come tutti vedano i suoi figli come figli della madre, e come esso stesso sia marito suo e non Clitennestra sua moglie.!

L’ipogamia femminile dunque è negativa anche perchè nega alla prole di venir riconosciuta come erede della linea paterna. ! Valera Ugazo, psicologa, sviluppa la teoria delle polarità semantiche nel 1998, che rende conto delle dinamiche di equilibrio nei sistemi familiari:! I ruoli sono determinati in maniera sistemica e interattiva e le posizioni che un singolo membro può occupare dipendono da quelle che occupano gli altri membri.! È dunque ovvio che una donna con più potere rispetto al proprio uomo, con la sua forza avvolgente, lo riduca a puro simulacro.! Caso analogo quello di Odisseo e Calipso, anzitutto perché il luogo di incontro tra i due amanti è una grotta, che abbiamo già capito essere simbolo di un utero, e perchè la Dea cerca di avere potere sull’eroe promettendogli l’eterna giovinezza. Calipso è il soggetto del desiderio, mantre Odisseo ne è l’oggetto.! Solo nel momento della partenza dall’isola, appoggiata e incoraggiata da tutti gli altri Dei contro cui poi Calipso muoverà una protesta, Odisseo ritrova la sua dignità di soggetto decisionalmente autonomo. ! Maschile —> soggetto di volontà, ciò che in grado di inibire lo sviluppo di altre soggettività volitive. Perchè non è davvero poi fondamentale prendere e imporre decisioni, quanto non subire quelle degli altri. ! Quando è il femminile a occupare questa posizione, la mascolinità intesa come energia, svapora lasciando dietro sé un essere inanimato in senso proprio o metaforico.! In alcune versioni del mito, Eos è la madre stessa di Titono. ! Si segnala dunque indirettamente l’ambiguità della dominanza femminile, rivelandone le radici universali e originarie nel rapporto di PROTEZIONE-IDENTIFICAZIONE-COSTRIZIONE che ogni made intrattiene con il figlio neonato.! LE PREMURE DELLA MADRE AMANTE! Salomone rende giudizio a due donne in lite non per lo steso uomo ma per l’affidamento di un neonato. Questo perchè una donna nell’antichità non avrebbe potuto rivendicare un uomo perchè non sarebbe stato suo compito scegliere, in quanto non può essere SOGGETTO di desiderio, né tantomeno le è concesso esprimere tale desiderio.! Nel momento in cui una donna si presenta come soggetto del desiderio, non viene individuata come una donna perbene. ! Infatti, alla fine dell’ Inno ad Afrodite, la sola richiesta che fa la Dea ad Adone è di mantenere la riservatezza, perchè sarebbe un peccato aver esaudito il proprio desiderio. ! MATERNITÀ —> rappresenta l’unico modello di relazione che consente alla donna di amar legittimamente dall’alto, di porsi senza biasimo come soggetto dominante del desiderio. ! Dunque è facile in una società come quella greca collegare l’amore, il desiderio amoroso, soprattutto in un caso di ipogamia, al concetto di maternità.! Nei miti visti finora, quelli delle Dee Eos, Selene e Calipso, è forte ed esplicita la dimensione erotica, ora ci occupiamo invece di miti in cui è indubbiamente realmente la sfera materna. ! La Dea Atena, ancora vergine, subisce un tentativo di violenza sessuale da parte di Efesto, che non essendo riuscito a possederla, finisce o l’eiacularle su una gamba. La Dea, schifata, si deterge con un pezzo di lana gettandolo poi a terra. Dall’unione del seme di Efesto e della terra, nascerà successivamente Erittonio, destinato a divenire uno dei Re autoctoni di Atene.! Atena lo prelevò o lo allevò di nascosto dagli altri Dei (poiché restii ad accettare frutti di nuove apoteosi) affidandolo, una volta inserito in una cesta, a Pandroso, le cui sorelle, curiose di sapere che cosa contenesse, furono uccise dal serpente che giaceva accanto al bambino. ! Compariamo ora Atena e Afrodite:! • Né l’una, né l’altra sono le madri biologiche dei bambini che tutelano;! • Atena accetta la responsabilità di quella che sarebbe stata una maternità di sua competenza, mentre Afrodite subentra alla madre naturale dopo che la metamorfosi in pianta (causata indirettamente dalla sua volontà) ha impedito a Mirra di prendersi cura del bambino;! • Atena applica una protezione attiva, vuole ovvero rendere immortale Erittonio, e la cesta viene individuata come utero di gestazione all’immortalità. Per ciò che riguarda Afrodite non abbiamo materiale che ci suggerisca una protezione se non in Ovidio, che il bambino viene cosparso con le lacrime della madre (lacrimis parentis), ovvero di mirra, che veniva usata nel processo di imbalsamazione e che tutt’oggi viene utilizzata come ultimo unguento.! Allo stesso modo, Demofoonte, allevato da Demetra, viene cosparso di ambrosia e abbracciato per tutto il giorno dalla Dea che, solo la notte, lo cela nel fuoco come se fosse un tizzone. ! Tutti questi iti sono accomunati da:!

1. Una madre vicaria soprannaturale che punta all’immortalità del bambino;! 2. Segretezza, infatti tutte celano i bambini dagli altri Dei;! 3. Interferenza con un’altra donna, solitamente colei alla quale viene affidato il neonato;! 4. Fallimento progetto di eternizzazione del bambino.! Possiamo dunque forse affermare che si tratta di un modulo mitico con oggetto l’apoteosi mancata.! La trasformazione in Dio sembra legata all’idea di dissolvimento dell’identità mortale e presuppone il superamento “controllato” (da parte di qualcuno che già sia un Dio) della morte, una sorta di vaccino contro di essa, che avviene solitamente con il fuoco.! Allora non è un caso che Afrodite assegni Adone proprio alla dea degli inferi, anche se non sono mai state riportate chiaramente le sue intenzioni.! È da notare però che intatti i casi di apoteosi riuscita, il Dio che promuove la divinizzazione è uomo (come fa Zeus con Asclepio) mentre in tutti i casi falliti, il dio è femmina. ! Una Madre-amante ha come vero scopo l’estensione illimitata del rapporto fusionale col bambino prima della nascita, sottraendolo al suo divenire nella storia.! Dimensione egoistica della coercizione e dimensione altruistica della conservazione in vita si sovrappongono in un desiderio unico:! Eternizzare la felicità presente, impedendo che l’oggetto amato si stacchi da lei e intraprenda un cammino di sviluppo individuale che sarà inevitabilmente costellato da rischi e pericolo, fino all’irrevocabile momento della morte. ! Rifiuto del divenire in:! Adone —> tramite imbalsamazione e confini apotropaici nel regno dei morti! Endimione —> attuazione diretta della condizione fusionale! Erittonio —> progetto di apoteosi! Rifiuto inteso come messa in scena regressiva di un’azione comunque leggibile come tentativo di respingere il figlio amato dentro l’utero, invertendo il percorso temporale cominciato con la nascita.! Il mito di Altea, madre di Meleagro, espone che al momento della venuta delle Moire, coloro che prevedono il destino dei figli, la madre, raccoglie il tizzone presente sull’altare e lo rinchiude in una scatola. Meleagro cresce invincibile e in una battuta di caccia con a premio il vello dell’animale da uccidere, partendo con un gruppo di cacciatori, insiste perchè venga accettata la presenza di Atalanta, cacciatrice modello che sferra la prima freccia che colpisce l’animale, successivamente colpito dagli altri e che otterrà il colpo finale proprio da parte di Meleagro. Il giovane, esprime il desiderio di voler procreare con la cacciatrice e le dona così il vello ottenuto, facendo adirare gli zii partecipanti alla caccia e finendo con l’ucciderli. Altea adirata, si dirige verso il luogo in cui aveva nascosto la scatola e spegne il tizzone. Meleagro muore.! Tizzone—> sostituto metonimico, equivalente magico-simpatico del bambino.! L’elemento che emerge subito è l’occultamento della cassa contenente il tizzone, tramite il quale Altea tiene lontana la morte dal figlio, infatti, è facilmente intuibile ciò che le Moire le abbiano predetto, “questo neonato è destinato a vivere tanto poco quanto il tizzone che arde sull’altare). Meleagro è dunque intrappolato in una sospensione vitale, è sottratto alla storia, tanto lontano dalla morte.! Atalanta però è una Virago, una donna forte e cacciatrice.! L’ira di altea è indubbiamente nata dalla perdita dei fratelli e dallo spirito di vendetta che ne deriva, ma colpisce anche un pericoloso segnale di autonomia affettiva di Meleagro, che desidera una donna estranea al clan di provenienza per figliare, una donna non funzionalmente diversa dalla madre.! LA PROTEZIONE AVVIENE SOLO NELL’AMBITO DI UNA RELAZIONE FUSIONALE E INDISTINTA CHE NON METTA IN CRISI LA SUA ORIGINARIA DOMINANZA.! Perchè in caso contrario, la madre-amante userà il proprio potere, applicato sinora per tutelare ed eternizzare l’esistenza del bambino, per togliergli la stessa vita.! AL FIGLIO NON È CONCESSO DISTINGUERSI COME INDIVIDUO.! La condizione fusionale tende ad aggirare la morte nella misura in cui tende a prevenire l’individuazione. ! Mascolinità —> scelta fra la subordinazione fusionale al femminile o la taématofilia della cultura, fra l’esistenza indistinta dell’amante o l’eminenza puntiforme dell’eroe, anche se di breve durata.! Achille —> soggetto di apoteosi fallita: Teti tenta per ben due volte di renderlo invincibile, la prima, con l’immersione nello Stige e la seconda volta quando, per evitargli di ritrovarsi in battaglia, lo veste da ragazza. !

AMORE DI MAMMA ! La Môle, Volois, Isabella da Messina, tutte storie che si rifanno al mito di Adone indirettamente.! Si nota sempre una potente madre-amante che, nonostante l’amore, rende oggetto il maschio.! Adone non si auto evira ma il cinghiale mandato da Artemide per ferire Artemide, lo colpisce alla coscia, che per analogia è collegabile all’apparato riproduttore, e dunque più che evirazione si può parlare di femminizzazione, dato che la fuoriuscita inguinale di sangue è simbolo della femminilità.! L’inadeguatezza alla caccia lo rende inadeguato anche come uomo.! L’affetto della madre è dunque “pericoloso” in modo diretto e indiretto: l’attrazione all’interno di uno spazio regressivo impedisce di per sé al figlio, benchè in un regime di tenerezza e di complicità, di sviluppare una propria soggettività individuale indipendente; tuttavia questa forza, che è ancora ambiguamente sorretta da una volontà di conservare e proteggere, può degenerare in energia attivamente distruttiva quando si trova a dover impedire che il figlio compia passi concreti verso l’autodeterminazione. !

L’EROE AL BIVIO! MADRE-AMANTE E FEMME FATALE: MANTIDI A CONFRONTO! Nella linea “sentimentale” ovidiana, lo squilibrio tra maschile e femminile è risolto rivalutando la soggettività maschile, sia in termini generali (Adone è uomo e non un ragazzo) che funzionali (Adone è intrinsecamente seduttore e non oggetto di desiderio); In una linea matriarcale invece la normalizzazione ha luogo e contrario, attraverso l’esibizione di una prevalenza femminile aberrante e negativa:! La rappresentazione della femminilità dominante si costituisce all’interno di una vera e propria strategia demonizzante, che ne fa la causa di un sovvertimento patologico nell’ordine “naturale” delle cose. In termini generali, sarebbe gravemente immetodico ritenere che la visione demonizzante veicoli un ipotetico punto di vista matriarcale, cioè un sistema di valori fondato sulla prevalenza positiva o almeno aproblematica del femminile sul maschile; al contrario, questa prevalenza viene appunto percepita come un rischio di entità tale da non potersi neutralizzare con mezzi meno drastici della demonizzazione (censura, deformazione parodica o damnatio memoriae): qualcosa che non fa paura può essere oggetto di blanda repressione, mentre la demonizzazione estremizza i rischi di qualcosa che viene in potenza percepito come molto minaccioso.! Nell’universo patriarcale della cultura in cui siamo immersi da millenni, le contrapposizioni tra le ragioni del maschile e del femminile non hanno mai modo di esprimersi in uno scontro formalmente simmetrico.:! Al femminile dominante è impedito di esprimersi come soggetto autodeterminato, se non a patto di pesanti selezioni censorie o di una ancor più pesante deformazione demonizzante.! La tesi di Bachofen sul matriarcato (1861) aveva l’idea di una dialettica fra un femminile naturale, istintivo e materiale e un maschile culturale, razionale e spirituale. ! Otto Weininger in un saggio riporta alla luce la sintesi del pregiudizio positivissimo ottocentesco sulla differenza dei generi e il punto di irraggiamento di quelli dilaganti nel secolo successivo: la donna è ciò che àncora l’uomo alla terra (natura, materia e amore carnale), mentre l’uomo è spirito e ragione.! Erich Neumann sulla gRande Madre vede una mitizzazione archetipica del processo che conduce all’emergere della coscienza maschile- vale a dire della coscienza umana tout court, dal momento che il maschile viene identificato con il logos e il femminile con la natura e l’istinto.! Non è solo influenza diretta di un autore sull’altro, ma è il persistere di una delle idee più radicate della storia: quella che associala donna alla natura materiale della realtà e l’uomo al suo principio formale e alla ragione astratta.! Materies deriva infatti dalla parola mater, mentre virtus, non a caso dalla parola vir.! Si tratta di teorie visto da un punto di vista maschile che cerca di riequilibrare lo scomodo dato di partenza di una possibile prevalenza del femminile.! Sui miti si nota il disagio del punto di vita maschile di fronte alla minaccia di un femminile che sia soggetto attivo di desiderio.! Nella società patriarcale, l’uomo desidera e la donna iene desiderata, l’uomo è il soggetto e la donna l’oggetto; ma se questo rapporto viene invertito, origina deviazioni patologiche (blocco della crescita, morte precoce, impotenza, catalessi, ecc.).! FEMME FATALE —> In una relazione con la femme fatale, l’uomo rimane il solo soggetto desiderante, l’attitudine distruttiva di questa donna viene considerata come dato intrinseco della

sua stessa natura. Riusciamo a conoscerla solo a partire dagli effetti che la sua vicinanza produce sugli uomini, e il loro desiderio per lei è la sola pulsione psicologicamente articolata. La psicologia della femme fatale viene spiegata in termini di civetteria e incostanza, che rappresentano solo e unicamente un’etichetta di comodo con cui un punto di vista esterno “spiega” una dinamica psichica di cui non riesce a individuare i princìpi generali. È dunque un non-soggetto e viene rappresentata, come tale, solo in focalizzazione esterna, senza mai accedere al suo punto di vista.! MADRE-AMANTE —> È la portavoce di un desiderio femminile attivo, largamente censurato nella cultura occidentale. I suoi effetti distruttivi si collocano prima di quelli della femme fatale, in senso sia esistenziale che culturale:! • Sul piano dell’ontogenesi la madre-amante distrugge in quanto impedisce l’attuazione di potenzialità (figli rinchiusi) mentre la femme fatale agisce su uomini fatti, disgregando le attuazioni di quelle potenzialità, prima di tutte il patrimonio ( simmetria della contrapposizione: così come la vita esplica progressivamente in attività che trasformano il tempo in denaro, l’azione regressiva della femme fatale è la distruzione di quel denaro e con esso delle dinamiche su cui il maschio borghese fonda la sua identità)! • Sul piano culturale, la madre-amante sembra precedere la femme fatale nella misura in cui essa è ancora espressione di una soggettività femminile che in quest’ultima è completamente scomparsa! La donna può essere demonizzata a femme fatale a condizione che non si manifesti come soggetto del desiderio, sostanzialmente, è libera di distruggere, ma sempre come oggetto benchè pericoloso ma MAI come soggetto concorrenziale e prevalente.! TRADIZIONE ADONIA E PREVALENZA FEMMINILE! Per comprendere meglio il mito di Adone, analizziamo situazioni di prevalenza femminile sul maschile e ci imbattiamo i due differenti percorsi:! 1. Prevalenza femminile all’interno delle riscritture del mito! 2. Archetipo narrativo variamente attestato! In questo modo in mito di Adone si potrà considerare in prima istanza un caso particolare in cui viene declinata la struttura archetipica della madre-amante; ma se a...


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