Tesina diversità di genere PDF

Title Tesina diversità di genere
Author Maria Giovanna Gibertoni
Course Sociologia generale+Sociologia dell'educazione
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Scienze della cultura Sociologia dei processi culturali

DIVERSITA’DIGENERE

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INDICE INTRODUZIONE.....................................p. 3 OGGETTO DELLA RICERCA............................p. 4 DIVERSITA’ DI GENERE.............................p. 5 NORMATIVA A TUTELA DEL GENERE....................p. 8 DIVERSITA’ SESSUALI ALLO SCOPERTO................p.10 SVELAMENTO E COMING OUT..........................p.12 EVOLUZIONE DELLA FAMIGLIA*DINAMICHE RELAZIONALI..p.14 RICORDI DI IERI, REALTA’ DI OGGI.................p.15 CONCLUSIONE......................................p.17 BIBLIOGRAFIA.....................................P.18

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INTRODUZIONE La struttura di questo lavoro si articola in capitoli contenenti le informazioni inerenti i testi da cui ho tratto spunti, giungendo ad una riflessione su ricordi di ieri e la realtà di oggi, per concludere con la bibliografia. L’intendo è quello di trattare alcune particolarità riferite alle diversità di genere. Il lavoro è stato prodotto non solo attraverso la consultazione di testi scientifici, ma anche altri materiali come articoli di giornale, normative legislative, siti internet. Riporto, inoltre, alcune confidenze avute con un giovane omosessuale.

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OGGETTO DELLA RICERCA Si potrebbe pensare che oggi come oggi, in una società democratica, come quella nella quale viviamo, il dibattito in merito alle questioni di genere sia superato per effetto di norme nazionali e internazionali che sanciscono un principio di uguaglianza tra uomini e donne nei diversi ambiti di vita. In realtà, le disparità di genere rappresentano, nella società contemporanea, un tema di grande rilevanza che va a toccare ambiti sia di carattere scientifico che istituzionale e politico. Nonostante i significativi cambiamenti sociali, avvenuti negli ultimi decenni, uomini e donne continuano a trovarsi in posizioni asimmetriche e sempre a favore del maschio. E’ innegabile che le donne, oggi, sono più istruite e inserite nel mercato del lavoro, ma, quasi sempre, a parità di capacità professionali con guadagni inferiori a quelli dei colleghi maschi. Donne che devono lottare per poter raggiungere posizioni di vertice, spesso gravate, in contemporanea, dalla presa in carico, quasi esclusiva, del mondo familiare, in quanto i ruoli domestici rimangono legati a modelli asimmetrici tradizionali. Ma anche genere come diversità riferita alle inclinazioni sessuali; è innegabile l’esistenza biologica di due differenti sessi, è un fenomeno naturale. L’ineguaglianza genetica, anatomica e riproduttiva tra uomo e donna è universalmente riconosciuta da un punto di vista scientifico. Un elemento naturale come il sesso ha generato una categoria culturale come il genere che va a creare concetti quali mascolinità e femminilità: sesso, quindi inteso come differenza biologica, ma genere come aspetto che «riguarda il modo in cui la società si rapporta ai corpi umani e alla loro continuità, e i diversi effetti che questo ha sulle nostre vite personali e sul destino della nostra collettività» 1

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Connell R., (2011), Questioni di genere, Il Mulino, Bologna p. 47

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DIVERSITA’ DI GENERE

Dall’inizio dell’attuale millennio le differenze sociali di genere sono diventate una realtà molto concreta in Italia, a differenza di altri stati che già da tempo avevano iniziato un certo tipo di percorso; sconvolgente pensare di essere al settantaquattresimo posto, praticamente quasi alla pari del Gambia, in ordine al divario di genere, alla disuguaglianza tra uomo e donna. I dati Istat ci dicono che il tasso di occupazione femminile è decisamente inferiore rispetto alla maggioranza degli altri stati dell’Unione Europea, come pure uno studio che riguarda il problema della disparità di genere, “Le donne nel mondo 1995” 2, redatto in Italia dalla Commissione nazionale per la parità e le Pari opportunità, che, nella sezione riferita al lavoro, rileva che, spesso, le donne svolgono mestieri e professioni diversi da quelli degli uomini e che quasi sempre sono meno pagate rispetto ai colleghi maschi. Quando, poi, hanno modo di inserirsi in un contesto che consente loro di realizzarsi professionalmente ed economicamente, il più delle volte sono costrette ad «adattarsi ad un mondo maschile che, tipicamente, chiede loro di mettere in gioco qualità, attributi e comportamenti dissonanti con quelli che in altre sfere, e soprattutto in quella erotica o familiare, sono apprezzati nelle donne, prima fra tutte la capacità di cura» 3 . Non è certo di minor conto l’aspetto che riguarda l’impegno in ambito familiare, che per la maggior parte dei casi ricade sulle donne, come pure il cosiddetto lavoro di cura nei confronti dei figli e degli altri componenti della famiglia e questo tanto se la donna svolge un lavoro “fuori casa”, quanto se fa la “casalinga”. In più parti del mondo, molto spesso, quando la donna dipende economicamente dall’uomo, si evidenzia un fenomeno che vede trattare la donna come esclusiva proprietà dell’uomo e nelle situazioni più abnormi si assiste a episodi di inaudita violenza. Anche in ambito religioso, le cose non vanno meglio, da sempre esistono discriminazioni. Alcuni scritti di epoca medioevale, a carattere religioso, affermano, con forza, l’inferiorità fisica e mentale delle donne e di quanto queste potessero diventare pericolose se gli uomini avessero ceduto alle loro lusinghe. Venendo ai giorni nostri, tuttora, in parecchie società, le donne sono impossibilitate a ricoprire cariche religiose di primaria importanza. Parlare di differenze di genere non è fare riferimento solo all’aspetto che richiama alla mente la posizione tra uomo e donna. Il genere è un aspetto cruciale della vita personale, delle rela2 Presidenza del Consiglio dei Ministri-Commissione nazionale per la parità e le Pari opportunità tra uomo e donna, Le donne nel mondo 1995. Numeri e idee Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 1997 3 Connell R. , Questioni di genere, p.21

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zioni sociali e della cultura; si affronta quotidianamente in vari contesti ed è permeato di pregiudizi e ideologie che nascono prevalentemente da una marcata disinformazione. «Quando parliamo di “genere”, non stiamo parlando di semplici differenze, o di categorie fissate una volta per tutte. Parliamo di relazioni, linee di confine, di pratiche,, di identità e di immagini attivamente create nel corso di processi sociali» 4 . Essere uomo o donna non è una condizione stabilita una volta per tutte, è un quid molto attivo che si costruisce nel divenire; ogni giorno le persone si costruiscono come maschili o femminili. Vi è pieno scontro tra la visione essenzialista e quella costruzionalista: la prima vede la sessualità come una caratteristica legata unicamente a fattori biologici o psicologici, quindi l’orientamento sessuale non viene scelto dall’individuo e rimane inamovibile per tutto il tempo della vita. Visione decisamente diversa quella dei costruzionisti, che dà grande rilevanza a fattori sociali culturali, ritenendo che le preferenze sessuali si affermino a seguito dell’interazioni degli individui. E’ un orientamento che si costruisce socialmente, entro dati limiti viene scelto dall’individuo ed è mutevole nello spazio e nel tempo. Sono due visioni diametralmente opposte che nel tempo si sono riavvicinate per effetto di un mutamento delle condizioni iniziali; nella generalità dell’opinione pubblica è ancora dominante una posizione particolarmente rigida che non consente di comprendere la vita e il mondo omosessuale. Questo si pone in netto contrasto con l’inamovibilità professata dall’essenzialismo, che non riconosce il percorso storico della sessualità e che non tiene conto delle trasformazioni che hanno portato alla nascita degli omosessuali moderni5 . L’espressione “gender”, che proviene dal mondo anglosassone, è ormai divenuto termine di uso comune; è abitudine, pressoché consolidata, dividere uomini e donne sulla base della loro differenza biologica; nel sentire comune, infatti, il sesso e il genere sono un tutt’uno. Gli studi di genere volgono, invece, verso una suddivisione tra due aspetti: il sesso inteso come corredo genetico, come fatto anatomico che produce un binarismo maschio/femmina e il genere come costruzione culturale che dà vita allo status di uomo/ donna. La prima formulazione del concetto di genere risale al 1975 ad opera dell’antropologa Gayle Rubin che nel suo “The Traffic in Women” parla di sex-gender system, descrivendo l’elemento biologico visto come un sistema binario asimmetrico, dove il maschile è posizionato in modo privilegiato rispetto al femminile. Sesso e genere non sono dimensioni contrapposte, ma interdipendenti. Il rapporto tra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle varie culture di appartenenza; maschilità e femminilità sono concetti dinamici. 4

Ibid., p.74 Termine coniato nel 1869 volto ad indicare alcune caratteristiche di coloro che amano persone dello stesso sesso. «L’omo sessuale moderno è uno specifico attore sessuale, che nacque quando gli schemi interpretativi mutarono e questi stessi comportamenti cominciarono ad essere visti come i segni e le manifestazioni di un tipo particolare di inclinazione, di personalità, di identità sessualmente deviante». 5

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Penso si possa affermare che, per la maggioranza della popolazione, essere uomo o essere donna dipende da quelle che sono le esperienze personali di vita, come ci rapportiamo con gli altri, come sono le nostre esperienze sessuali. Indubbiamente, siamo posti all’interno di un meccanismo, più che consolidato, che vede bambine e bambini crescere nel rispetto di ruoli predeterminati, dove le bambine sono esseri dolci, sensibili, vestite in un dato modo, mentre i bambini hanno modi più bruschi, più aggressivi, i loro giochi si identificano con le pistole e i palloni. Questo è un percorso che li accompagnerà per buona parte della loro vita, anche perché esistono canoni ben definiti che trovano riscontro nell’ambiente sociale circostante a partire dalla famiglia, dalla scuola, dal posto di lavoro: si tratta di aspettative sociali, sono comportamenti che dapprima vengono insegnati, recepiti poi resi automatici. Il mancato adattamento a queste norme non scritte è sanzionato come socialmente non conforme, tanto che nei casi estremi si giunge fino alla violenza. Uno degli aspetti distintivi legato al genere nel contesto sociale, volto a rimarcare la differenza dall’essenza biologica, è il fatto che nella società siano state identificate categorie diverse, non solo uomini o donne; esisterebbe un terzo genere o più categorie di generi, con abitudini e pratiche sessuali che si differenziano anche in base ad aspetti tipicamente culturali. Interessante la ricerca della Connell nel porre in evidenza tali varietà e tanto per citarne una, la situazione esistente nell’isola di Giava dove vivono individui con corpi maschili che occupano una posizione sociale più femminile che maschile e che hanno un forte potere spirituale. È di facile comprensione che il genere non sia ovunque lo stesso; la sua stessa rappresentazione simbolica è fortemente influenzata da immagini dove mascolinità e femminilità sono condizionate dalle mode del momento, dalle diverse culture nel mondo.

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NORMATIVE A TUTELA DEL GENERE Judith Butler, nel suo “Fare e disfare il genere”, pone l’accento sul fatto che, attraverso le norme, si assiste ad una imposizione “del binarismo maschile e femminile”, nel senso che i corpi prendono una loro forma in quanto sessuati all’interno di tale sistema. Tutti coloro che non si conformano a tale binarismo (intersessuali e transessuali) vengono marcati come “abietti” e considerati “meno che umano”. Vi siano corpi e vite considerati come umani e quindi protetti e aiutati, in contrapposizione ad altri corpi e vite che vengono lasciati esposti alle violenze. Nonostante ciò, la Butler ritiene necessaria l’esistenza di norme (non si può sopravvivere senza direttive atte a riconoscerci), pur mantenendo un atteggiamento critico e trasformativo nei confronti della cornice normativa, in modo da poter dare una qualche possibilità a chi, fino ad ora, è rimasto ai margini. Questa critica può portare a dar vita alla possibilità di rigettare il paradigma maschile/femminile, pur non sapendo dove tale processo possa condurre. Per la filosofa si rende necessario dare evidenza di quanto le nostre vite siano “precarie” e i nostri corpi “vulnerabili”, poiché dipendiamo dalle norme e dalle relazioni con gli altri. E’ certamente un aspetto di grande complessità, che ha visto le istituzioni italiane dibattere (seppure con notevoli ritardi e lentezze rispetto ad altri Paesi), al fine di promuovere leggi che vietino le discriminazioni, senza tutelare unicamente le minoranze, ma tutta la popolazione. È di facile intuizione che le persone omosessuali e transgender sono maggiormente esposte al rischio di essere discriminate rispetto agli eterosessuali. La normativa italiana, a seguito del recepimento delle direttive europee, cerca di tutelare quella che è la discriminazione diretta, che si ha nel momento in cui una persona viene trattata in maniera diversa, unicamente perché è omosessuale o transgender o perlomeno viene percepita come tale. Forse, ancor più grave la discriminazione indiretta, quando una legge, una norma apparentemente neutrale, in realtà pone in una condizione di svantaggio le persone con orientamenti sessuali diversi. In tanti Paesi occidentali, le coppie dello stesso sesso vedono riconosciute le loro unioni tramite il matrimonio o attraverso istituti giuridici più o meno simili. In Italia, nonostante l’ampio dibattito e le numerose proposte legislative, che non hanno neppure concluso l’iter parlamentare, vi sono state sentenze che perlomeno hanno cominciato ad influire sulla materia. La più rilevante, anche se unicamente da un punto di vista prettamente simbolico, ha sentenziato che le coppie omosessuali hanno diritto al riconoscimento della propria vita familiare ed è stato chiesto al Parlamento di creare strumenti giuridici idonei al fine di garantire questo riconoscimento 6. Di due anni successiva è la sentenza della Corte di Cassazione, 6

Si tratta della sentenza n. 138 del 2010 della Corte Costituzionale. Alla Corte era stato chiesto se il fatto che solo le coppie eterosessuali possano sposarsi sia o meno incostituzionale.

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che stabilisce che anche le coppie dello stesso sesso, stabilmente conviventi, debbano veder riconosciuto il “diritto ad una vita familiare”7. È indubbio che si stia assistendo ad un cambiamento culturale, pur nel mantenimento di una grave carenza a tutela delle coppie omosessuali. Tale criticità si riverbera su aspetti anche di ordine economico, di diritto successorio, di diritto all’assistenza, non ultimo sulla possibilità di dare vita ad una famiglia con prole. Quest’ultimo è, infatti, un aspetto che ha generato prese di posizione abbastanza ostili da parte della politica, anche se, pure in questo caso si è in piena evoluzione. Per dare il senso della grande difficoltà e del complesso percorso che è stato intrapreso al fine di cercare di modificare aspetti culturali fortemente radicati, si riportano commenti di esponenti politici nel corso del tempo. Rosy Bindi (partito democratico)(13 marzo 2007) «Il desiderio di paternità o di maternità gli omosessuali se lo scordano. (….)E’ meglio che un bambino stia in Africa con la sua tribù, piuttosto che cresca con due uomini o due donne, con genitori gay» 8 Maurizio Gasparri (Forza Italia)(30 giugno 2014)«Bisogna rispettare i diritti , ma resto convinto che matrimoni gay e adozioni da parte di coppie gay siano una scelta sbagliata che non condivido. Oggi, come ieri.»9 Matteo Salvini (Lega Nord)(16 ottobre 2014) «Sul riconoscimento di alcuni diritti sulle copie di fatto eterosessuali e omosessuali sono disposto a parlarne. L’adozione e il matrimonio, però, sono un’altra cosa»10. Giorgia Meloni(Fratelli d’Italia)il 26 maggio 2015 scrive su Facebook: «No al matrimonio dello stesso sesso: sarebbe una spesa enorme per lo Stato e una inaccettabile apertura alle adozioni gay. Fratelli d’Italia si batterà in Parlamento contro il DDL Cirinnà che introduce la “stepchild adoption”11 e apre di fatto le porte all’utero in affitto. Per noi le priorità sono altre: sostenere la famiglia tradizionale e la natalità e difendere il sacrosanto diritto di un bambino ad avere un padre e una madre».

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Corte di Cassazione n. 4184 del 2012 Giovanna Casadei “La Repubblica”, 13 febbraio 2007 9 Paola di Caro, “Corriere.it”, 30giugno 2014 10 Anonimo, “ www.liberoquotidiano.it”, 16 ottobre 2014 11 Il DDL Cirinnà disciplina le convivenze tra persone dello stesso sesso ed estende alle unioni civili la cosiddetta stepchild adoption, ossia l’adozione del bambino che vive con una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due. 8

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DIVERSITA’ SESSUALI ALLO SCOPERTO Per un omosessuale uscire allo scoperto, a volte, risulta essere un compito particolarmente difficile, ma certamente inevitabile, pena il rischio di una mancata integrazione. C’è chi vive l’omosessualità non certo come una colpa, ma anche chi si sente diverso da come “dovrebbe essere” e che deve fare i conti con la colpa e la vergogna sociale. Le diversità sessuali, esistenti da sempre, hanno fatto sì che le persone coinvolte sono state spesso discriminate; si tratta di una questione che si scontra con una mentalità “tradizionalista”, con una visione particolarmente chiusa. Ne nasce un problema di diritti umani. Fino a dieci anni fa il mondo omosessuale era abbastanza sconosciuto, tanto che mancava qualsiasi informazione, qualsiasi collegamento che potesse congiungere la realtà di un paese in relazione ad altri: oggi, invece, c’è grande visibilità. Quanto accaduto nello Zimbabwe ad opera del Presidente dello stato, che ha tacciato gli omosessuali come individui «peggiori dei maiali e dei cani», ha varcato, immediatamente, le frontiere e ha fatto il giro del mondo. Ora, con la globalizzazione, la possibilità di comunicare si è ampliata notevolmente (internet è stato ed è tuttora un canale formidabile) e questo aspetto ha consentito di togliere dall’isolamento quelle minoranze sessuali che non avevano alcuna possibilità di confrontarsi, anche a causa delle forme restrittive dei loro governi. Nei paesi in cui domina il fondamentalismo religioso, attraverso la globalizzazione, è più forte la minaccia radicale contro la diversità sessuale, attraverso il rafforzamento dell’autoritarismo, patriarcato, nazionalismo e xenofobia e le vittime sono donne, minoranze sessuali e razziali. Negli anni sessanta i gay sono usciti allo scoperto, ma è molto difficile essere apertamente gay, lesbiche o transgender, in modo particolare per chi vive in povertà, quando poi, il più delle volte, non esiste neppure il supporto della famiglia. Questo non significa intendere che vi sia un netto confine tra Paesi ricchi dove visibilità e tolleranza sono presenti e Paesi poveri in condizioni diametralmente opposte. «Dobbiamo riconoscere una totale mancanza di uniformità e un’impressionate ricchezza della diversità» 12. Simbolicamente, in tutto il mondo moderno, sono i cosiddetti “moti di Stonewall” ad essere identificati come il momento di nascita del movimento di liberazione gay. Sono iniziati nella notte del 27 giugno 1969 dopo la mezzanotte ed è da qui che il 28 giugno di ogni anno viene celebrata la giornata mondiale dell’orgoglio LGBT13 o “Gay Pride”. È stato, però, il tedesco Karoly Maria Kertbeny, pioniere del movimento di liberazione omosessuale, che nel 1869, in una sua pubblicazione coniò il termine “omosessualità”, 12 13

Baird V., (2003), Le diversità sessuali, Carrocci Editore, Roma p.22 LGBT è un acronimo che sta per Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender.

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dal connubio del termine greco OMO – uguale e il termine latino SEXUALIS – sessuale. Il movimento femminista ha avuto un ruolo di primo piano nell’incitare uomini e donne a far sì che venisse dato rilievo alla problematicità della disuguaglianza, che prima era...


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