La Scapigliatura, il desiderio di scandalizzare PDF

Title La Scapigliatura, il desiderio di scandalizzare
Course Storia dell'arte
Institution Liceo (Italia)
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Summary

La Scapigliatura - Il desiderio di scandalizzare
• L'opposizione all'arte tradizionale.
• Gli scapigliati nell'arte e in letteratura....


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La Scapigliatura - Il desiderio di scandalizzare • L'opposizione all'arte tradizionale. • Gli scapigliati nell'arte e in letteratura. La scapigliatura costituisce un movimento di natura romantica: il gruppo degli scapigliati, infatti, si formò a Milano e comprese un insieme di artisti, pittori, scultori, letterati poeti i quali volevano un'arte scevra dalle regole della Stâel e lontana da ogni sentimentalismo, aderente per quanto possibile, alla realtà. Un ritorno a valori di vita sociale, sicuri che fossero capaci di permettere una aderenza alla vita del tempo. Per fare ciò amarono questi artisti, scandalizzare, apparire anarchici nelle loro idee, anticanonici per principio, atei e contrari ad ogni tradizione. Furono dunque dei ribelli sulla falsariga dei romantici tedeschi della prima generazione: come questi furono contrari ad ogni regola, parlarono di arbitrio in arte; come questi vollero imporre il loro punto di vista in arte e nell'ambito della vita che volevano forgiare a loro piacimento e misura. Ma non ebbero di quei romantici il sentimento vivo e acceso, il commosso modo di intendere la vita: avvenne così che mentre alcuni di essi finirono per la vita sregolata, con il suicidio e l'etisia; — non si sollevarono dalla mediocrità nel altri — e furono i più campo dell'arte. Comunque qualche principio nuovo venne portato dagli scapigliati e certo quel richiamo alla realtà doveva poi essere sfruttato e ripreso dai veristi, significando una reazione, non programmatica ma violenta, contro le esagerazioni dei romantici, della seconda generazione. Quegli artisti sostennero anche la nascita di un'arte che si sollevasse dai canoni fissati per i vari modi espressivi e che tutti tali modi riuscisse a contenere: l'arte è unitaria, dirà Carlo Dossi che tra gli scapigliati milanesi (altri gruppi di scapigliati vennero a formarsi in alta Italia ed a Pisa specialmente), fu l'aristocratico e l'uomo di maggiore cultura raffinata: è possibile, quindi, esprimerla in modo comprensivo; il poeta può, cioè, volendo, esprimersi pittoricamente, plasticamente, musicalmente; e nella ricerca degli argomenti di vita che gli scapigliati realizzavano nei loro programmi cercavano anche di aiutare tale modo di intendere l'arte. Di Carlo Dossi ricordiamo «Note Azzurre», una specie di zibaldone di pensieri e ricerche etimologiche molto interessanti anche oggi; mentre del de Marchi ricordiamo quel breve romanzo Demetrio Pianelli» che ebbe un certo successo nell'Italia umbertina. Altri scapigliati furono, nel campo della pittura Tranquillo Cremona, mentre fra i letterati molti passarono al verismo, dato che i due movimenti avevano in comune l'istanza di aderenza alla realtà, oltre accenni ai problemi sociali; ricordiamo poi nel campo del pensiero Boito, nel campo della scultura Medardo Rosso, che fu poi l'unico impressionista italiano. Per tutti tali motivi gli scapigliati adottarono in letteratura il genere della lunga novella e del breve romanzo perché questi meglio si prestavano a quella descrizione della realtà, della vita, che essi volevano attuare; ed anche in questo furono vicino ai veristi, i quali ebbero il merito, però-disprezzato dagli scapigliati — di formulare un vero e proprio programma antiromantico; mentre per gli scapigliati la sola formulazione di un programma significava falsare l'arte e la vita. Per quel loro proporre il tema della realtà, per quel porsi contro ogni regola, gli scapigliati ebbero, in un primo momento, l'approvazione del Carducci che, in un

secondo momento, li abbandonò al loro destino: finito il piccolo gruppo milanese, finì, infatti, anche il movimento scapigliato....


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