Scapigliatura: Emilio Praga, Arrigo Boito, IL Naturalismo Francese, IL Verismo Italiano, Verga, Carducci PDF

Title Scapigliatura: Emilio Praga, Arrigo Boito, IL Naturalismo Francese, IL Verismo Italiano, Verga, Carducci
Author Sandra Bernardelli
Course Letteratura Italiana e Letteratura Italiana Contemporanea
Institution Università degli Studi di Parma
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Scapigliatura: Emilio Praga, Arrigo Boito, Il Naturalismo Francese, Il Verismo Italiano, Verga, Carducci...


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SCAPIGLIATURA LA CONTESTAZIONE IDEOLOGICA E STILISTICA DEGLI SCAPIGLIATI Non è una scuola o un movimento organizzato, ma un gruppo che opera negli stessi anni (1860-70) e negli stessi ambienti accumunati da un’ insofferenza per le convenzioni letterarie contemporanee. Il nome fu scelto proprio per mostrare la ribellione alla loro classe di provenienza e il loro vivere eccentrico e disordinato. Il termine "Scapigliatura" fu proposto da Cletto Arrighi nel suo lavoro "La scapigliatura e il 6 febbraio" per designare un gruppo di intellettuali ribelli alla loro classe di provenienza. Come i bohéme parigini gli artisti sono in conflitto con la società. Con loro compare il conflitto tra artista e società e il rifiuto delle norme morali e delle convenzioni correnti. Essi si rifanno ai valori del passato e hanno un atteggiamento dualistico verso la tecnologia e la scienza:  rifiutano il progresso scientifico e tecnico;  rendendosi conto che questi ideali sono perduti si rassegnano a rappresentare il vero accettando la scienza che mette in luce gli aspetti materiali e osceni della realtà. Si sentono divisi tra Ideale e Vero (virtù e vizio, bello e orrendo…) e indagano su questa condizione di incertezza. Questa loro condizione li accomuna agli scrittori romantici di cui ne recuperano i temi:  esplorazione del fantastico e irrazionale;  il nero: percezione forze terribili scatenate nel mondo moderno (iniziano con l’unione italiana);  sogno, macabro, orrore. Si rifanno soprattutto ai romantici tedeschi ma soprattutto a Baudelaire, che cantò l’angoscia della vita moderna nelle grandi metropoli, il vuoto e il disgusto per questa vita e ideali irraggiungibili. Gli scapigliati con il loro culto del vero e l’attenzione all’orrido e deforme introducono in Italia il gusto del Naturalismo e anticipano il decadentismo. Gli scapigliati si sentono divisi tra ideale e vero, bene e male, virtù e vizio, bello e orrido senza possibilità di conciliazione. La loro Opera è l'Esplorazione di questa condizione di incertezza e disperazione esistenziale, dove c’è il recupero dei romantici stranieri: la situazione di disagio, rivolta, protesta, lacerazione porta a scoprire i temi dell’irrazionale, del fantastico, della dimensione del sogno, dell’allucinazione, i temi macabri e orridi, il satanismo, il culto ,mistico della bellezza, l’esotismo, gli atteggiamenti umoristici e ironici. Dualismo (Boito) è una poesia manifesto che definisce la condizione dell’avanguardia scapigliata. I temi sono simili al precedente. La vita moderna è sofferenza e bruttezza e l’uomo è la creatura di un dio del male che lo ha creato per compiacersi della sua sofferenza. Perciò rimpiange l’ideale che ormai è irraggiungibile. Da ciò arriva a una

dichiarazione di poetica: vuole realizzare un’arte che realizzi la bellezza ideale e assoluta contrapponendosi alla bruttezza moderna. Avevano le potenzialità di un gruppo di avanguardia ma mancò il coraggio perché cadono nella riproduzione del linguaggio e delle forme metriche del Romanticismo, gli strumenti espressivi non cambiano, l’atteggiamento è ribelle ma non rivoluzionario.

EMILIO PRAGA Emilio Praga nasce a Gorla (Milano) il 18 dicembre 1839 da una famiglia agiata. In gioventù si dedica alla pittura e viaggia in Europa, soggiornando a lungo a Parigi dove coltiva interessi letterari riguardo agli autori contemporanei, soprattutto Baudelaire e Musset. Si sposa nel 1862 ed ha un figlio. In difficoltà economiche per l'improvvisa morte del padre, cerca di mantenersi con i suoi quadri e le sue opere letterarie. PRELUDIO ANALISI TESTO La poesia “Preludio”, del 1864, fa parte della raccolta Penombre. Rappresenta una sorta di manifesto della Scapigliatura, in cui Praga descrive la condizione spirituale di un’intera generazione, successiva al Romanticismo che assume il ruolo coscienza critica dell’epoca. L’autore abbandona il naturalismo della sua precedente poetica, fatta di ritratti bozzettistici di paesaggi e figure, per penetrare nella sua irrequieta interiorità. Si possono distinguere nella poesia tre tematiche fondamentali: 

Nella prima parte il Poeta mira a delineare, in negativo, ciò che la sua generazione non è e non può più essere: essenzialmente fedele a degli ideali e alla fede, fonti delle

certezze umane. La sua generazione è priva della fede religiosa, fonte di tutti i valori. Per questo Praga esprime un duro rifiuto nei confronti di Manzoni, che ha fondato la sua vita e la sua opera sui valori cristiani. Nei confronti di Manzoni gli scapigliati hanno un rapporto ambivalente, di odio-amore, ammirazione-repulsione. Praga rifiuta l’impronta morale e cristiana di Manzoni ma non può liberarsi della sua lezione 

linguistica e letteraria, avvertendo la superiorità poetica. La seconda parte è costruttiva, definisce invece ciò che quella generazione è dopo la



perdita delle certezze a cui si era affidata. Si delinea la tematica baudelairiana della Noia (carnefice della tormentata anima moderna), la tensione verso l’ideale e nello stesso tempo nella perdizione del vizio e del male. L’ultimo verso (“canto il vero”) delinea l’intento della sua poetica: cantare senza finzioni la difficile condizione spirituale dell’uomo contemporaneo. La poesia deve rivelare in ogni suo brutale aspetto la realtà squallida e desolata della vita moderna , priva di fedi e ideali. Per questo la canzone è “misera”, perché dipinge senza falsi pudori la miseria della vita moderna.

ARRIGO BOITO

DUALISMO ANALISI TESTO Si tratta di un'altra poesia manifesto, che definisce da condizione spirituale dell'avanguardia scapigliata.. Anche qui è presente il tema del dualismo che è evidentemente il riflesso della condizione di crisi: nasce dalla consapevolezza di vivere una

età che nega i valori ideali, dominata dal criterio della pura economicità. È presente il tema del rifiuto dell'età moderna: l'uomo è la creatura di un buio zio del male, che la creata per compiacersi della sua sofferenza. Da questo rifiuto della vita moderna nasce in un impianto dell'ideale, che una condizione ormai irraggiungibile di purezza morale e di bellezza estetica. Per il poeta non resta che cantare il vero, la squallida realtà presente che ella negazione del io (“vero”) ideale.

IL NATURALISMO FRANCESE Il Naturalismo. si diffonde in Francia nella seconda metà dell’‘800; esso trova i propri fondamenti nel Positivismo, il pensiero basato sull’organizzazione industriale della nuova società borghese, pensiero che crede nel progresso della scienza e che crede che le applicazioni della scienza possano favorire la felicità dell’uomo. Tale filosofia è definita “Positivismo”, perché i pensatori positivisti credono solo nei fatti positivi, ovvero quelli che si possono misurare con gli strumenti scientifici, mentre ciò che è metafisico o spirituale non interessa o è considerato solo un prodotto della materia. La scienza diventa quindi lo strumento per conoscere e migliorare la realtà a favore dell’uomo, per spiegare oggettivamente la realtà e dominarla. Uno dei maggiori positivisti è Taine, per il quale la realtà umana è il frutto di tre fattori: la razza (fattori biologici), il momento storico e l’ambiente (fattori geografici e climatici). Taine affermò che “il vizio e la virtù non sono altro che due prodotti come lo zucchero e il vetriolo”. Taine è anche un critico letterario e propone una nuova funzione della letteratura: i romanzieri devono rappresentare la realtà con un’attenzione di tipo scientifico , senza censure ma con un’indagine caratterizzata dal massimo distacco. Egli propone alcuni modelli letterari: Balzac, Flaubert e i fratelli de Goncourt. • Flaubert, autore di “Madame Bovary” (personaggio colto, che si crea un’illusione della propria vita mediocre dalla quale cerca inutilmente di fuggire, illusione che si trasformerà in delusione portando la donna al suicidio), affermò che “lo scrittore nelle sue opere deve essere come Dio”, cioè lo si deve sentire ovunque ma non lo si deve mai vedere, non devono trasparire le sue idee e opinioni. Egli sostiene il principio dell’impersonalità, caratteristico anche del Verismo: le descrizioni vengono fatte attraverso la visione dei personaggi, non attraverso il punto di vista dell’autore. • I fratelli de Goncourt scrissero “Germinie Lacerteux”, la storia di una serva epilettica (gli autori si sono documentati anche su testi medici prima di iniziare l’opera), seguendo la vita del personaggio per arrivare alla sua rovina e alla sua morte. Nella prefazione del romanzo gli autori sostengono che nella descrizione della società francese non ci si può limitare alla borghesia, ma occorre prestare attenzione anche i ceti subalterni e dare spazio alle personalità patologiche, a tutti gli elementi della società, fornendo inoltre una descrizione minuziosa degli ambienti sociali.

POETICA DI ZOLA E IL CICLO DEI ROUGON-MACQUART Zola è il più importante naturalista francese e la sua opera, “Il romanzo sperimentale”, rappresenta perfettamente il movimento artistico. Nel “Il romanzo sperimentale” (1880) Zola sostiene che il romanzo deve applicare il metodo scientifico all’analisi della realtà ; come l’uomo è passato dallo studio della fisica (realtà inorganica) alla fisiologia (realtà organica), egli vuole studiare la realtà spirituale e passionale, determinata da leggi fisse come quelle che regolano la fisica e la biologia, quindi il compito del romanziere è quello di scoprire tali leggi. Il romanzo deve di conseguenza essere come la relazione di un esperimento scientifico condotto dallo scrittore, che prende un personaggio (un carattere) e lo pone in un determinato ambiente per osservare le sue reazioni (che daranno vita alla trama del romanzo). Vi è quindi il massimo distacco tra il romanziere e i personaggi. Zola individua due leggi della realtà spirituale, che determinano i comportamenti degli uomini; egli afferma però che ce ne sono molte altre, sta agli altri romanzieri-scienziati scoprirle:  legge dell’ereditarietà;  legge dell’ambiente. Le due leggi sono contenute e descritte nel ciclo di romanzi “ Rougon-Macquart”, nella quale l’autore analizza i discendenti di una famiglia collocati in vari strati sociali, fornendo una panoramica della società francese di fine ‘800, con una precisa e particolareggiata ricostruzione di spazi, costumi e modi di vivere, riguardanti vari tipi di ambienti. Zola si documenta con estremo scrupolo ed ha un atteggiamento polemico e critico verso i corrotti e ricchi ceti dirigenti e la piccola borghesia, mentre s’interessa dei ceti subalterni, ma sempre con lo scrupolo di uno scienziato: egli non idealizza gli ambienti popolari, anzi ne riproduce anche gli aspetti più ripugnanti e fu questo che gli assicurò fama e ricchezza anche se attraverso lo scandalo. Per Zola lo scrittore ha una finzione utile nella società (impegno sociale della letteratura) (visione progressista), poiché con il suo studio permette ai legislatori di conoscere meglio la società, in modo da poterla migliorare facendo leggi più adatte ad essa. Egli è un ottimista perché la società francese della seconda metà dell’‘800 è in continua crescita, quindi egli è fiducioso anche nel miglioramento delle condizioni delle classi più basse.

GLAUBERT MADAME BOVARY LA VICENDA  Il romanzo parla di una ragazza di provincia, Emma Rouault, che sposa un ufficiale sanitario, Charles Bovary, uomo ottuso e comune. La vita coniugale vuota a Tostes, contrasta con i suoi sogni di una vita lussuosa, aristocratica. Di tutto ciò la sua salute ne

risente, Charles, senza neanche immaginarsi le ragioni del tormento di Emma, decide di trasferirsi a Yonville l’Abbaye . Anche li Emma non si trova bene per l’ambiente provinciale a causa della gente meschina e ottusa come il farmacista Homais uomo democratico; ma comunque ebbe una relazione platonica con Lèon, un giovane praticante di un notaio, anch’egli un sognatore frustrato dall’esistenza di provincia; ma a causa della ripartenza di Lèon, Emma ricade nella noia e nel disgusto per ciò che la circondava. Tutto questo ricade nella relazione con Rodolphe ricco proprietario della zona che in breve tempo la delude, a causa della sua meschinità. Il ritrovo con Lèon , fa si che tra i due si allacci una relazione, ma ben presto subentra una delusione. Emma inizia a condurre dopo l’ultima delusione con Lèon una vita stravagante e dispendiosa, iniziandosi a indebitarsi con l’usuraio Lhereux. La situazione precipita con il sequestro giudiziario e anche la vita di Emma si interrompe quando la donna prende del veleno e muore dopo atroci sofferenze. Anche il marito Charles, sconvolto dalla morte della moglie, trascorre la sua vita in solitudine e muore con in mano una ciocca di capelli di Emma. La storia si conclude con il trionfo del farmacista Homais, perfetta immagine di stupidità borghese, che riuscirà ad ottenere la Legion d’onore. EMMA STRUMENTO E OGGETTO DI CRITICA  Madame Bovary è un’opera complessa, per un verso Emma con tutti i suoi sogni e le sue aspirazioni, esprime una forma di contestazione nei confronti dell’ambiente borghese di provincia. La sua figura oggettivamente ha una funzione critica poiché esprime tutta l’intollerabile negatività di quel mondo; dall’altro lato, soggettivamente, è anch’essa partecipe di quella stupidità che la circonda, poiché tutti i sogni da lei desiderati si degradano in lei al livello della mediocrità borghese, per questo Emma non è poi diversa dalla figura del farmacista Homais. Gli aspetti negativi del romanticismo degradato e della stupidità dell’ambiente di provincia si compensano l’uno con l’altro, in modo tale che non venga messa in risalto la negatività né dell’uno che dell’altro. L’opera a metà secolo segna una svolta fondamentale per il romanzo ottocentesco, aprendo la strada alle nuove ideologie future. LA COSTRUZIONE MARRATIVA  Con Flaubert tramonta il romanzo “autoriale”, fondato su un narratore onnisciente, che riesce a mantenere i fili della vicenda, intervenendo esplicitamente a spiegare, commentare e dialogare con il lettore, come i modelli di Manzoni, Scott e Balzac. In Madame Bovary il narratore è pressoché invisibile e la vicenda

“ f I I ne emerge un aspetto fondamentale: la donna piccolo borghese di provincia, insofferente del grigiore e del vuoto della sua esistenza, si crea mediante il sogno di un mondo parallelo, più splendido e affascinante. Questo sogno è costruito con materiali offerti dalla letteratura. Emma è accanita divoratrice di libri, in genere romanzi sentimentali di mediocre livello. La fuga dalla realtà a cui l’eroina si abbandona risponde a modelli culturali immediatamente individuabili, quelli romantici: è facile riconoscere. Questi motivi, però, nelle sue fantasie perdono l’autenticità della letteratura “alta”: ridotti al suo livello piccolo borghese, si irrigidiscono in luoghi comuni, in miseri stereotipi, e diventano falsi e ridicoli. L’impersonalità: Flaubert è feroce nel dare il senso di questa stupidità soffocante. La tecnica usata da Flaubert è la registrazione impassibile: lo scrittore si limita ad enumerare i motivi ricorrenti nei sogni di Emma e basta questa menzione perché la loro stupidità si dichiari da sé, in una luce crudele. LO SRITTORE COME OPERAIO DEL PROGRESSO SOCIALE Lo scrittore come operaio del progresso sociale è un'opera, o più precisamente, un romanzo sperimentale, nel quale Zola raccolse una serie di scritti teorici relativi al Naturalismo; al suo interno inserisce il nucleo centrale del suo pensiero. Egli riteneva che il romanzo dovesse fare proprio il metodo sperimentale della chimica, fisiologia, fisica, per poi applicarlo al campo della psicologia, agli atti intellettuali e passionali dell'uomo; Zola parte dal presupposto che questi atti sono nient'altro che produzioni di meccanismi deterministici, ma scopo dell'autore è quello di elencare le finalità del romanzo sperimentale facendo un paragone con la scienza, affermando che, come quest'ultima ha il fine di studiare tutti i fenomeni esistenti, così analogamente anche il romanzo sperimentale deve impadronirsi dei fenomeni intellettuali e morali per gestirli nel miglior modo possibile, facendo in modo che il romanziere pertanto, possa offrire la giusta cura alle patologie che colpiscono la società e costruire così uno stato migliore. Zola da un ruolo importante all'arte in quanto afferma che essa debba relazionarsi alla scienza in modo che la letteratura si basi sul metodo scientifico sperimentale. UN MANIFESTO DEL NATURALISMO

La Prefazione, datata ottobre 1864, è uno dei primi e più significativi ”manifesti” del Naturalismo francese. Il romanzo, uscito nel 1865, è la storia di una serva, malata di isteria, che si degrada progressivamente, fino alla morte, per una passione amorosa. Fu ispirato ad un caso vero, quello di una domestica dei due fratelli. Nel ricostruire la vicenda, essi si fondano su una rigorosa documentazione: si tratta dunque di un ”documento umano”, una formula che avrà poi molta fortuna nel Naturalismo. Riassunto  Chiede scusa al pubblico, perchè il suo scritto non rispetta le sue normali aspettative: Inizia chiedendo scusa al pubblico per il suo libro, perché il pubblico ama generalmente i romanzi falsi sul gran mondo, mentre il suo è vero ed ispirato alla strada. Il pubblico ama gli scritti pieni di malizia, di scandali, di cose infantili e di pettegolezzi, mentre il suo libro è puro e nasce per contrariare il pubblico. Ma il libro non è stato scritto "solo per offendere il lettore", ma per dare alle "classi inferiori", sempre disdegnate dagli autori, un romanzo in un periodo di "suffragio universale". Il libro cerca di dare una voce alle miserie degli umili e esaminare se "le lacrime che si piangono in basso possano far piangere come quelle che si piangono in alto".Da quest'idea era nata la voglia di raccontare la storia di Suor Filomena e ora di raccontare quella di Germinia Lacerteux. Poco importa se il libro verrà calunniato in un periodo in cui il romanzo è studiato può ricercare anche l'Arte e la Verità e può essere monito alla dame e ai benestanti di quello che hanno il coraggio di fare i più miseri, mettendo in luce la sofferenza umana per dare a tutti una nuova coscienza. Analisi testo  Da questo manifesto emergono alcuni punti essenziali della poetica del Naturalismo: -il rifiuto della narrativa di consumo, convenzionale, di evasione, ed il perseguimento di finalità serie, il proposito di non curarsi, in questa ricostruzione, dei gusti del pubblico, anzi, di andare provocatoriamente contro le sue abitudini;  acquisizione alla letteratura di una nuova zona del reale, esclusa dalla narrativa tradizionale: le classi inferiori, le loro miserie e i loro drammi, che vengono trattati in chiave seria;  l’attribuzione alla letteratura del rigore metodologico e dei fini della scienza, come prescriveva la contemporanea mentalità positivistica; viene dato per scontato che la forma per eccellenza di questa nuova letteratura è il romanzo;  l’intento dello studio sociale, dell’analisi di miserie della società, in nome di una visione umanitaria. Ciò che spingeva i due scrittori a rappresentare il popolo era soprattutto la ricerca del nuovo e del raro, di sapori inediti e forti, propria di un gusto ormai annoiato. Ciò che muove i due scrittori è un’attrazione sensuale, morbosa, per il brutto, il repellente, il patologico, qualche cosa che non ha nulla a che vedere con l’obiettività scientifica, ma rivela quelle tendenze decadenti di cui si diceva. E non vi è la volontà di inserire in una rappresentazione letteraria il proletariato operaio. Il romanzo tratta di una serva, che appartiene all’appendice della nobiltà e della borghesia.

IL VERISMO ITALIANO LA POETICA DI VERGA E CAPUANA Una teoria coerente e un nuovo linguaggio furono invece elaborati da due intellettuali meridionali che operavano in ambiente milanese ,dove assorbirono le istanze del naturalismo francese e di Zola e esposero le loro diverse prospettive: Verga e Capuana. Capuana come critico letterario del “corriere della sera” diffuse la conoscenza di Zola. Più che scrittore era giornalista. Egli respinge la subordinazione della letteratura all’analisi scientifica, e in questo concorda con Verga. Per lui la letteratura deve essere utile alla società. P...


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