Naturalismo Francese E Verismo Italiano PDF

Title Naturalismo Francese E Verismo Italiano
Author Giorgia Rinaldi
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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NATURALISMO FRANCESE E VERISMO ITALIANO Il Naturalismo è una corrente letteraria nata in Francia tra il 1870 e il 1890. Inizialmente venne confusa con il realismo, ma possiamo trarre le sostanziali differenze : Il Naturalismo risente del panorama filosofico e culturale positivista. Il POSITIVISMO è un movimento di pensiero che si diffonde a metà dell’800, espressione di una nuova organizzazione industriale borghese ma soprattutto dello sviluppo e della ricerca scientifica. Si contrappone in reazione ai movimenti idealistici soprattutto in ambito filosofico, per basarsi su una realtà reale. Sotto la spinta del positivismo,il Naturalismo: ● sottolinea il dominio del vero, ● fa propri i dati della scienza biologica e sociologica, ● si propone scopi di progresso sociale e umano. PRESUPPOSTI TEORICI Il Naturalismo francese si fonda su dei presupposti teorici ispirati dalle concezioni filosofiche di Auguste Comte che ritiene che l’evoluzione umana ha seguito tre stadi 1. teologico: l’uomo spiega i fenomeni naturali attribuendoli alla divinità 2. metafisico: sviluppo della ragione spiegando i fenomeni dalla contemplazione della natura 3. positivo : si arriva ad un’analisi scientifica della società e dei fenomeni. si individuano delle legge invariabili che guidano la società e la natura. Per questo grande rilevanza in questo periodo la trova la teoria dell’evoluzionismo di Charles Darwin, il quale la pubblica nell’opera L’Origine della Specie (1859). Secondo Darwin tutti gli essere viventi si evolvono nel tempo tramite la lotta per l’esistenza e tra le specie e gli individui sopravvive chi è più adatto ad acquisire e a sviluppare ciò che gli serve all’interno di un determinato contesto di vita. Emerge quindi il termine di ADATTAMENTO ALL’AMBIENTE. I precursori del naturalismo sono Balzac, Flaubert e i gemelli De concour. ● BALZAC: autore della Comédie humaine, un insieme di scritti che costituisce 137 opere, comprendenti novelle,romanzi,racconti e saggi. Questi testi sono classificati secondo l’ambiente sociale, i luoghi geografici, ma anche per le categorie psicologiche. Con la Comédie humaine Balzac rappresenta le classi sociali, osserva le classi sociali, classifica la realtà e crea dei prototipi nominati “tipi di domani”. ● GUSTAVE FLAUBERT: autore del romanzo Madame Bovary (1857), conosciuto per la sua teoria dell’impersonalità, è stato lo stesso Flaubert a dire che l'artista deve essere nella sua opera come Dio nella creazione: invisibile, onnipotente. Si deve sentire dappertutto ma non si deve mai vedere. Quindi l’arte deve andare al di sopra dei sentimenti personali tramite un metodo implacabile, precisa come le scienze. Madame Bovary è infatti un romanzo ispirato da un fatto di cronaca : Delphine Delamare, giovane donna della Normandia, dopo aver tradito il marito per più volte, si uccide col veleno. La protagonista del romanzo, Emma Bovary, è la moglie di Charles Bovary, cresciuta a pane e romanzi d’amore “letture sentimentali”, vuole una vita elegante. Ma la vita lenta nella provincia francese di Tostes e la banalità del marito la annoiano. Quando Charles si rende conto che la moglie è depressa e insoddisfatta, si trasferisce a Yonville, dove spera che la moglie si riprenda. Emma si innamora di un praticante notaio, Léon Dupuis, che la abbandona per completare gli



studi. La loro relazione è platonica e quando Léon se ne va e la abbandona Bovary cade nella noia e nel disgusto. L’aver messo al mondo una figlia con l’uomo che non ama la rende ancora più infelice, inizia una relazione clandestina con un proprietario terriero, Rodolphe Boulanger, con cui spera di scappare, ma anche lui la abbandona. Dopo essersi avvicinata alla religione, incontra di nuovo Léon e pensa di aver trovato il grande e vero amore: in realtà l’uomo non è più innamorato di lei e le spezza il cuore. Emma comincia a indebitarsi fino al collo, riempiendosi di debiti, i suoi amanti si rifiutano di aiutarla, così disperata si toglie la vita con l’Arsenico. Il marito ignaro quando viene a conoscenza dei tradimenti della moglie si chiude nel dolore. Ancora oggi quando utilizziamo il termine bovarismo intendiamo un’insoddisfazione spirituale, una tendenza psicologica a costruire una personalità fittizia, un desiderio smanioso di evadere dalla realtà. EDMOND E JULES DE GONCOURT: costruiscono i loro romanzi con una documentazione precisa degli ambienti sociali, sono attenti ai ceti inferiori e a fenomeni di degradazione umana e a casi patologici. Esemplare è il romanzo Germinie Lacerteux (1865) che analizza la degradazione fisica e psicologica di una serva isterica.

Tutti e tre sono degli autori realisti: ● rappresentano con la scrittura la realtà sociale del tempo ● prediligono la forma del romanzo ● adottano uno stile neutro comprensibile a tutti ● vogliono fornire un quadro oggettivo della realtà Il caposcuola del naturalismo francese è Emile Zola, figlio di un ingegnere francese e di una francese, nasce a Parigi nel 1840. Nel suo romanzo sperimentale (1880) sostiene che il metodo delle scienze debba essere applicato agli atti intellettuali e passionali dell’uomo. Quindi letteratura e filosofia devono far parte delle scienze e adottare un metodo sperimentale, il romanzo diventa come il resoconto di un’esperienza scientifica esposta al pubblico. La realtà è regolata secondo due principi per Zola 1. l’ereditarietà biologica 2. l’influsso esercitato dall’ambiente sociale Grazie alla scienza sperimentale noi uomini possiamo diventare padroni dei fenomeni per dominarli. Il romanziere ha un ne sociale importante ● aiutare le scienze politiche ed economiche nel regolare la società ad eliminare le sue storture ● fornire ai legislatori e ai politici gli strumenti per dirigere i fenomeni sociali Tra il 1871-1893 Zola scrive il ciclo dei Rougon-Macquart, venti romanzi dove l’autore si rifà alla Comédie humaine di Balzac, l’autore traccia un quadro della società francese del secondo Impero attraverso le vicende dei membri di una famiglia. Zola vuole dare un quadro della società francese in tutti i suoi strati sociali e in tutti i suoi ambienti caratteristici, quelli mondani e aristocratici, quelli politici, quelli artistici e letterari, il mondo del teatro, del giornalismo, i grandi magazzini, i mercati generali, i sobborghi operai, la Borsa, le campagne, le miniere, la vita militare.

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La figura di Emile Zola ha molto fortuna in Italia, infatti gli ambienti culturali milanesi di sinistra, repubblicani, socialisti, diffondo la sua opera. Tra gli intellettuali italiani di rilievo è la poetica dei due autori conservatori Verga e Capuana. Due intellettuali conservatori meridionali, che operano nello stesso ambiente milanese. Entrambi assorbono le sollecitazioni del Naturalismo francese e condividono l’ammirazione per Zola. Luigi Capuana è un critico letterario del Corriere della Sera, diffonde la conoscenza di Zola con le sue recensioni. Respinge alcuni aspetti del Naturalismo francese come la subordinazione della letteratura alla dimostrazione “sperimentale” di tesi scientifiche e l’impegno politico e sociale. Secondo Capuana la scientificità deve esprimersi nella tecnica con la quale l’autore rappresenta, che deve essere simile al metodo dell’osservazione scientifica. Il principio fondamentale della poetica Capuana e Verghiana è L'IMPERSONALITÀ DELL’OPERA D’ARTE. L’autore deve eclissarsi con il testo, deve scomparire la forma del narratore tradizionale che interviene, commenta e giudica.

LA POESIA DEL VERO Nei suoi interventi critici, Capuana parlava della necessità di una «poesia del vero», in grado di descrivere pienamente la realtà. Il verismo si interessa agli aspetti sociali ed economici dell’epoca, guardando in particolare alle condizioni delle classi popolari. Protagonisti dei romanzi e delle novelle veriste sono quindi pescatori, contadini, muratori, piccoli borghesi. Spesso sono inoltre ambientate nell’Italia meridionale, di cui viene mostrata l’arretratezza. Diversamente dai romantici (come Manzoni o Nievo), i veristi non partono da una visione idealizzata o religiosa della realtà. Al contrario, la descrivono in modo materialista e oggettivo, cercando, sull’esempio dei naturalisti, di adottare in letteratura il metodo scientifico. La realtà viene così mostrata in tutta la sua durezza Verga studia i meccanismi sociali e imposta una rivoluzionaria tecnica narrativa: ESPRIME UNA REALTÀ PESSIMISTICA E MATERIALISTICA. Anche se assorbe le sollecitazioni dell’ambiente milanese, resta un isolato. Si unirà a lui Capuana e De Roberto formando il Verismo italiano. Il VERISMO tuttavia è un’etichetta generica, che copre manifestazioni molto diverse, non si può dire che esista un verismo come scuola o movimento organizzato. La serie di scrittori veristi non si raggruppa intorno a un programma culturale comune, non fa riferimento alla stessa visione della realtà e a un omogenea concezione della letteratura e del ruolo intellettuale.

Giovann Verg VITA E FORMAZIONE Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840, da una famiglia di proprietari terrieri. Compie i primi studi dal letterato patriota Antonino Abate, da cui assorbe il fervente patriottismo. A 16 anni scrive “Amore e Patria” il suo primo romanzo. Si iscrive alla Facoltà di Legge a Catania, che per dedicarsi a letteratura e giornalismo. La formazione di Vergadifferisce dagli altri

autori italiani, più che leggere e studiare i classici italiani e latini, Verga si interessa di scrittori francesi moderni popolari come Alexandre Dumas (I tre moschettieri), Verga legge anche romanzi storici italiani. Nel 1865 Verga lascia la provincia e va a Firenze, capitale del Regno. Ci torna nel 1869 per entrare in contatto con la vera società letteraria italiani. Nel 1872 si trasferisce a Milano, dove si interessa alla Scapigliatura. Scrive tre romanzi “Era (1872), “Eros (1875)”, “Tigre reale (1875)”. ● Nel 1878 avviene la svolta verso il Verismo pubblica: “Rosso Malpelo (1878)”, Vita dei Campi (1880), I Malavoglia (1881), Mastro-don Gesualdo (1889). Soggiorna per lunghi periodi a Milano ma nel 1893 torna a vivere a Catania. Dopo il 1903, lo scrittore si chiude in un silenzio totale. Le sue posizioni politiche si fanno sempre più chiuse e conservatrici. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale è interventista e nel dopoguerra si schiera con i nazionalisti. Muore nel gennaio del 1922, l’anno che vedrà la marcia su Roma e la salita al potere del fascismo. QUALI SONO I SUOI ROMANZI PREVERISTI : ● Storia di una capinera 1871: narra di un amore impossibile e di una monacazione forzata ● Eva 1873: storia di un pittore siciliano che a Firenze brucia i suoi ideali artistici nell’amore per una ballerinetta, simbolo della corruzione di una società materialista. ● Eros 1875 : storia dell inaridirsi di un giovane aristocratico, corrotto dalla società ● Tigre reale 1875: segue il traviamento di un giovane innamorato di una donna divoratrice di uomini, e la sua redenzione segnata dal ritorno alla famiglia Questi romanzi sono: vicini alla Scapigliatura, anti-borghesi, denunciano la degradazione dell’arte. Nel 1878 pubblica una delle sue novelle più importanti: ROSSO MALPELO. POETICA E TECNICA NARRATIVA Si basa sul principio dell’impersonalità. Il racconto secondo Verga deve sembrare realmente accaduto, lo scrittore deve riportare documenti umani e raccontare in modo che il lettore sia posto “faccia a faccia nudo e schietto”. Lo scrittore deve eclissarsi, non sono presenti le sue reazioni soggettive, deve mettersi nella pelle dei suoi personaggi, vedere le cose con i loro occhi ed esprimerle con le loro parole. Per Verga il lettore deve avere l’impressione di assistere ai fatti che stanno accadendo mentre legge, inoltre deve essere introdotto nel mezzo degli avvenimenti, non vi deve essere una spiegazione degli antefatti e un quadro dei personaggi (Emile Zola, L’Assommoir) Dal 1878 applica i principi della sua poetica. Nelle opere di Verga non vi è più il narratore onnisciente, tradizionale che riproduce il livello culturale, i valori, i principi morali, il linguaggio dello scrittore stesso. La voce che racconta è allo stesso livello dei personaggi. Verga rappresenta ambienti popolari e rurali e mette in scena personaggi incolti e primitivi, contadini, pescatori, minatori, la cui visione e il cui linguaggio sono diversi da quello scrittore borghese. Verga non parlerebbe come i personaggi che pone lui stesso nei romanzi. Un esempio è fornito dall’inizio di Rosso Malpelo : “Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi: ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo” La logica dietro questa affermazione non è quella di un intellettuale borghese ma di un primitivo.

L’IDEOLOGIA VERGHIANA “Chi osserva questo spettacolo, ovvero la lotta per l’esistenza, non ha il diritto di giudicarlo: è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione, e rendere la scena nettamente con i colori adatti.” Verga ritiene che l’autore debba eclissarsi dall’opera perché non ha il diritto di giudicare la materia che rappresenta. Secondo Verga esprimere un giudizio non ha senso perché non ci sono alternative alla realtà esistente. Solo la fiducia nel poter modificare il reale giustifica il giudizio. Secondo Verga la società umana è dominata dal meccanismo della lotta per la vita, un concetto descritto dal filosofo Thomas Hobbes dallo stato di natura. Per stato di natura si intende uno stato senza leggi in cui i cittadini sono mossi dai loro istinti e danneggiano gli altri per soddisfare i loro sogni e desideri. Una società in cui tutti sono in guerra con tutti. Anche Verga arriva a dire che la generosità, l’altruismo sono solo sentimenti ideali e che gli uomini sono spinti dall’interesse e dall’egoismo personale. Ciò ci riporta alla visione della storia di Schopenhauer. FUNZIONE DELLO SCRITTORE E DELLA LETTERATURA Dato che è impossibile modificare l’esistente , lo scrittore riproduce la realtà così com'è. La letteratura non modifica la realtà, ma ha la funzione di studiare e riprodurre ciò che accade senza passione -- Hegel, filosofia come Nottola Di Minerva. IL VERISMO DI VERGA E IL NATURALISMO ZOLIANO Verismo verghiano e naturalismo zoliano sono molto diversi per ● tecniche narrative ● ideologie Nei romanzi di Zola la voce che racconta riproduce il modo di vedere e di esprimersi dell’autore. Un esempio dal Germinal 1885, la scena in cui i figli di un minatore fanno toeletta prima di recarsi al lavoro : “Le camicie volavano, mentre, ancora gonfi di sonno, facevano i loro bisogni senza vergogna, con la naturalezza tranquilla di una cucciolata di cagnolini” Qui Zola sottolinea la mancanza di pudore nei minatori, esprimendo la sua opinione di dissenteria da borghese. In Verga non accade mai. In altri casi in Zola il giudizio è implicito, ed è rivelato da un particolare termine che riflette la visione dell’autore. Lo si vede all’inizio di Germinal con la descrizione della cucina dei minatori : “Nonostante la pulizia, un odore di cipolle cotte, stagnante dal giorno prima, avvelenava l’aria calda” Il termine “avvelenava” non appartiene ai minatori, che si nutrono quotidianamente di cipolle, ma esprime il giudizio dello scrittore. L’impersonalità zoliana è diversa da quella di Verga: ●

ZOLA: assume il distacco dello scienziato, che si allontana dall’oggetto, per osservarlo dall’esterno e dall’alto



VERGA: si immerge e si eclissa nell’oggetto

CICLO DEI VINTI 1878 progettazione di un ciclo di romanzi che delinea un quadro generale della società italiana moderna in tutte le sue componenti: ● i ceti popolari -- MALAVOGLIA ● la borghesia terriera -- MASTRO DON GESUALDO ● l’aristocrazia nelle sue diverse fisionomie -- ONOREVOLE SCIPIONI e UOMO DI LUSSO Intento dell’autore dichiarato nella prefazione dei Malavoglia è illustrare la legge di sopraffazione che vige nella società, incentrando la narrazione sui “vinti”. La vicenda dei Malavoglia indica come la ricerca del benessere porti a una serie di tragedie che colpiscono i più deboli, soprattutto quando questi si arricchiscono fuori dal loro mondo chiuso, come prova a fare la famiglia dei Malavoglia con l’affare dei lupini -- FIUMANA DEL PROGRESSO : forza di un potere che assorbe tutto e tutti, per poi lasciare ogni individuo ai margini. Il mondo è pieno di persone sconfitte, cioè di vinti, e a essere sommersi sono soprattutto i deboli. VITA DEI CAMPI 1880 la nuova impostazione narrativa è continuata da Verga in una serie di racconti, pubblicati su varie riviste tra il 1879 e 80 e raccolgono: Rosso Malpelo, L’amante di Gramigna, Fantasticheria, Cavalleria rusticana, La lupa, Jeli il pastore, Guerra di Santi,Pentolaccia. FANTASTICHERIA E L’IDEALE DELL’OSTRICA è una sorta di lettera scritta da un protagonista maschile, indirizzata ad una donna dell’alta società fermatasi ad Aci Trezza, un villaggio di pescatori, da cui è affascinata. Dopo due giorni, presa dalla noia, la donna scappa dal paese. La dama non riesce a capire come si possa vivere per tutta la vita in un mondo chiuso, immobile e rassegnato. è possibile solo se si resta attaccati agli affetti familiari come l’ostrica allo scoglio, e si accetta di vivere nelle condizioni in cui il destino ci ha fatti nascere. Come ostriche possiamo vivere sereni, perché chi si stacca dal suo ambiente è destinato ad essere divorato da un pesce vorace....


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