Struttura di edifici templari nell\' architettura greca PDF

Title Struttura di edifici templari nell\' architettura greca
Author CAMILLA SORRENTINO
Course Archeologia E Storia Dell'Arte Greca E Romana
Institution Università degli Studi di Siena
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Summary

Strutture ed evoluzioni tipiche dell'arte templare, passaggio da strutture lignee a strutture marmoree, ordine dorico, ordine ionico, correzioni ottiche...


Description

struttura di edifici templari 12 marzo 2018 architettura greca tempio in antis in cui i muri lunghi della cella proseguono oltre l’infresso e nello spazio tra i due prolungamenti ci sono delle colonne. se il prolungamento è anche sull’altro lato è deoppiamente in antis. se le colonne non sono allineate con le teste dei prolungamenti, ma sono avanzate, il tempio è prostilo. se la fila di colonne staccate dal prolungamento dei lati sono anche sul retro allora è anfiprostlio. il colonnato esterno gira intorna a tutta la cella è periptero. il giro di colonne può essere anche doppio e allora è dittero. templi circolari detti a tholos, che son molto piu rari. le parti del tempio: tempio periptero, rampa di acceso che porta sul piano di calpestio detto stilobate, ultimo piano di questa sopraelevazione su cui è imposto il tempio. dentro il gro di colnne ci sono il pronao, cella, opistodomo. pronao è davanti alla cella, l’ambiente prima della cella, delimitato dai prolungamenti dei muri laterali della cella che finiscono con ante davanti alle quali ci sono colonne. cella variamente strutturata, è luogo in cui si trova lastatua del dio. il terzo ambiente è dietro la cella, opistodomo, è come il pronao, è delimitato dai prolungamenti dai muri della cella con due ante e colonne comrprese tra ante, ma non comunica con la cella, quindi se devo entrare nell’opistodomo, devo passare da fuoei e girare fino a dietro. on si sa per cosa fossero usat qiesti spazi, forse erano una sorta di magazzini, depositi del tesoro del tempio. l’ingresso del lato principale è il lato orientale: entrata ad est dove sorge il sole. GLI ORDINI ARCHITETTONICI: DORICO, IONICO E CORINZIO. in realtà gli ordini piu imp sono dorico e ionico. corinzio dal 5 sec ac si diffonde in età ellenistica, si differenzia solo per il capitello molto elaborato con foglie di acanto e molto ricco, è molto bizzarro per i greci. ionico e dorico sono amati dai greci. corinzio fu apprezzato dai romani. DORICO tre parti che ci interessano: colonna, trabeazione e sima. colonna è elemento verticale portante. trab è orizzontale sul colonnato. sima è gli spioventi della copertura. colonna: è priva di base, ma poggia direttamente su stilobate. il fusto è scanalato, cioè ha rientranze non molto profonde e gli spigoli sono vivi, ha 20 scanalature. la colonna va rastremando verso l’alto: è piu larga in basso ed è sempre piu stretta verso l’alto. scanalando il fusto si fa fronte alla necessità di non riflettere il sole in maniera violenta. spezzano la luce ed impediscono i bagliori. nella parte superiore del fusto abbiamo sottili scanalature, cllarino e poi echino e abaco, che compongono il capitello. echino è un tronco di cono rovesciato, appoggiato al collarino e sopra ci si appoggia l’abaco, parallelepipedo molto schiacciato. è ttto uguale girandoci intorno. elemento su cui si scaricano tutte le spinte= colonna la trabeazione è composta dal basso: architrave, fregio e cornice. è elemento orizzontale appoggiato sulle colonne ed è caratterizzato da una tenia con delle regule, struttura ben visibile in sezione. l’architr è rientrante rspetto al capitello e la tenia è un listello sporgente nella parte sup dell’architr. sotto la tenia ci sono le regule, listelli ai quali sono attaccate 6 piccole protuberanze circolari= gocce. il fregio dorico è un fregio discontino perche composto dall’alternanza di metope e triglifi. metope sono lastre quasi quadrate che

possono essere lisce dipinte e poi decorate con rilievi piu recentemente. quando nel fregio è narrato un evento, la narrazione è discontinua. triglifi rettangolari con capitello, composte da 3 parti lisce e 2 scanalate (glifi). ci sono anche due emiglifi alle estremità lunghe del triglifo. il fregio è leggermente rientrante rispetto alla tenia sottostante, poi c’è la cornice. è composta da sotto cornice e gocciolatoio. la sottocornice ha profilo nclinato verso lesterno e presenta nella parte inf i mutuli, cioè degli elementi schiacciati che hanno la caratteristica di avere nella parte inf le gocce, come nelle regule, ma qui nei mutuli sono 3 file di 6 gocce. la sima corrisponde al terminale degli spioventi del tetto, tipo grondaia. a volte puo essere realizzata a parte con protomi leonine (decorazioni), nella parte sporgente ci sono teste leonine con bocche aperte da cui sgorga l’acqua. c’erano poi decorazioni pittoriche. mutulo triglifo cornice allineamneto fndamentale. ORDINE IONICO colonna trabeazione e sima la colonna ionica poggia su una base, composta da molti eleemtni a seconda del tipo. elemento paralelepipedo= plinto, su cui sta un elemento stondato, detto toro. poi su sta un elemento scavato verso l’interno scozia e poi un secondo toro, lavorato a simulare la corona d’alloro. questa sequenza è la piu semplice. ci possono essere sul plinto anche i tondini a separare i diversi scozia e toro. è anche essa scanalata, ma gli spigoli sono piu fitti 24, e sono scanalature piu profonde e le connessioni tra scanalature sono date da listelli piatti. capitello, è elemento discriminante trA ORdini. è piu articolato, composto da echino abaco, con introduzione del pulvino con volute molto elaborate. il profilo su due lati è diverso dagli altri due vedendoli dall’alto. elementi vegetali. nel pulvino ci sono palmette decorate, cornici nell’echino e abaco tipo astragali o ovuli, usati come riempitivi. la struttura serve per capire le peristasi in particolari le colonne ad angolo: un modo comune è quello di realizzare capitelli della colonna d’angolo in modo che le due parti con volute non siano contrapposte ma ad angolo retto tra loro, a vista. oppure si mette le volute su tutti e quattro i lati del capitello, eliminando i balaustrini. non bisogna disturbare l’occhio. la trabeazione: architrave fregio e cornice. architrave è composta da 3 elementi sempre piu aggettanti verso l’alto. elementi di raccordo col fregio tramite elementi vegetali o ovuli. il fregio è composto da un rilievo continuo, senza regule e mutuli, qui non esistono. il fregio è continuo, caratteristica fondamentale per distinguere i due ordini. la cornice è composta da gocciolatoio e cornice, sottocornice con dentelli= protuberanze parallelepipedali staccati l’uno dall’altro che simulano i denti. la sima è uguale. esistono templi che presentano entrambi i fregi,come nel partenon. l’rodine del tempio è dorico, poi pero ha due tipi di fregi diversi. perche hanno messo tutt sta roba? a che serve mettere mutulo e regule, a che servono le gocce? forse prima si usava il legno e il legno era lavorato a travi che reggono tutti i travetti laterali che fanno gli spiobenti. i grossi travi che pogiano sui apitelli, sono rientranti cioè larchitrave, perchè cosi ernao protette dalle piogge. poggiando sull’architrave i travetti trasversali, ernao protetti da lastre di terracotta per proteggere il taglio del legno ed evitare le infiltrazioni di animali e acqua. il travicello appoggia sullarchitrave in corrispondenza della colonna, in modo da non farla imbarcare. regule e mutuli con protuberanze sono cioe tasselli di legno inchiodati e da cui emergeva la testa del chiodo. architrave e fregio erano rientranti

rispetto ai capitelli e rispetto agli spioventi dl tetto, cosi il sistema ligneo è poi stato mantenuto nel passaggio da legno a marmo. col marmo sono accorgimenti inutili, a si mantengono per ricordare il tempio ligneo e terracotta. dal 7-6 sec si diffonde il marmo e quindi cambiano i rapporti di peso. cambia il materiale, ma non la struutra. CORREZIONI OTTICHE curvatura dello stilobate: il piano di calpestio si innalza verso l’alto al centro e poi alle estremita torna in basso. perche? motivi sono diversi. faceva colare meglio l’acqua che cosi non ristagnava. po se fosse stato fatto piatto, il tempio sarebbe sembrato sprofondare nel terreno, illusionisticamnete avrebbe disturbato la vista. per evitare cio usano l’innalzamento dello stilobate. in certi casi è impossibile da percepire, come nel partenone, eppure c’è. questa minima curvatura è perfettamente funzionale a evitare lo sprofondamento dello stilobate al centro. soprattutto nell’ordine dorico c’è il fenomeno dell’enthasis, cioe rigonfiamento del fusto della colonna a meta o a ¾ della colonna. la colonna sarebbe un tronco di cono, perche rastremata. ma a un certo punto le sue pareti si rigonfiano. normalmente non si nota ad occhio nufo. perche? forse perche il rigonfiamwnto serve ad evitare l’illusine ottica di un assottigliamento, grazie alla luce forte. rigonfiandole un po elimino il ristringimento. forse è un ricordo delle colonne lignee, che sorreggendo un peso enorme, si sarebbe allargata molto. inclinazione dellecolonne della peristasi verso linterno: l’asse delle colonne non è perfettamente verticale al pano dello stilobate, ma si inclina legeremnte verso l’interno del tempio. se le prolungassimo tantissimo in altezza, gli assi delle colonne, si toccherebbero, cosa che non succederebe se fossero perfettamente dritte al piano. se non si inclinasse l’asse, avremmo l’illusione di colnne che cadono addosso a noi. per eliminare questa illusionistica apertura, sinclinano verso l’inerno. tutto concorre a creare una struttura perfettamente regolare, perch si è corretto tutti i possibili difetti. conflitto angolare!!! problema che sorge che si verifica nel passaggio tra legno e marmo. nasce perche il armo è piu peso e l’architrave pesa davvero troppo. l’arcitrave deve aumentare le dimensioni per sorreggere il peso; si perde il rapporto tra larghezze e lunghezze della struttura lignea, i triglifi non sono più allineati con gli assi delle colonne. l'intercolumnio va cambiato e i triglifi non sono piu abbastanza per completare il fregio, rimane sempre dello spazio. se si vuole mantenere l’allineamento si puo mantenere l’ultimo triglifo sempre allineato con l’asse della colonna d’angolo e lo spazio rimasto si riempie con un pezzetto di metopa larga dallo spessore dell’architrave meno larghezza del triglifo diviso 2. oppure si lascia ad angolo lultimo triglifo non allineato con colonna d'angolo e lultima metopa è piu larga dele altre, della stessa misura data da spessore di architrave meno larghezza del triglifo diviso 2. oppure si lascia inalterato la grandezza dell’ultima metopa ad angolo ultimo triglifo e accorciare lo spazio tra le ultime due colonne. l’intercolumnio si accorcia sempre della stesa misura, è pero possibile diluirlo tra tutti gli intercolumni. nele cave si staccano si misurano e si abbozzano i pezzi, lasciando speroni per allacciarli con funi e facilitare il trasporto. si lavorava poi sul posto. marmo pentelico stava a 15 km da atene, dove si costrui il partenone. trasporto cmplesso. strumenti usati per sollevare i rocchi.

e argani e gru. lallineamento dei rocchi si facva tramite bastoni di legno infilati al centro per far coincidere i rocchi. propilei, acceso al’acropoli, qui si vedono gli speroni non scalpellati via perche scoppio la guerra del peloponneso. l’uso del piombo per fissare i rocchi: colavano il piombo fuso in elementi scavati nei blocchi, alloggiamenti per realizzare grappe di metallo, cosi stavano uniti i blocchi di marmo tra loro. ogni blocco che si realizza puo andare in un solo punto e in quello qualunque, perchè il rocco di colonna ad esempio non è un cilindro per correzioni ottiche applicate. quindi ogni pezzo di marmo aveva una sola destinazione, visto che erano pezzi unici, con correzioni minime, a efficaci nell’insieme. nei restauri del partenone prima del 2004, per le olimpiadi, sono intervenuti sul partenone. il tempio ha subito varie trasformazioni nei secoli. studio dettagliato di tutti i blocchi che ha portato a far ricostruire alcune perte dei rocchi danneggiati per tirare tutto un pochino piu su, cosi facendo si sono resi conto della complessità e dell'unicità dei pezzi marmorei. perfezione tecnica di architetti greci. manodopera schiavile era alla base delle costruzioni mooolto mooolto veloci per l’epoca. tecnologia rudimentale e forza lavoro basata su bestie ds traino e spinta dell’uomo è straordanaria la capacità di architetti che hanno preso certe misure e costruito determinati edifici. gli acroteri sono gruppi scultorei o statue singoli sugli angoli del tetto e sulla cima, in genere in terracotta. le decorazioni possono essere nei fregi, le antefisse, negli acroteri e nei frontoni, timpani. spazi triangolari all’interno dei quali si collocano dei gruppi scultorei. come si fa a riempire un...


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