TEMA sull\'educazione PDF

Title TEMA sull\'educazione
Course Pedagogia
Institution Liceo (Italia)
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Tema sull'educazione...


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TEMA EDUCAZIONE L’educazione è un processo intenzionale ed esplicito che chi educa sviluppa verso colui che viene educato, per contribuire al processo di formazione e crescita dell’individuo per tutto l’arco della vita. Ogni azione educativa deve essere pensata con cura . La cura si presenta come gesto di disponibilità verso l’altro, seguendo la logica del dono e non dello scambio con secondi fini . Tutti coloro che agiscono e attuano la cura di sé e la cura dell’altro è come se pensassero per due. Pensare all’altro vuol dire sentire l’altro. Il processo educativo comincia con una presa di coscienza della persona verso sé stessa, per scoprire le proprie potenzialità, trasformare i vincoli in risorse e appropriarsi della propria esistenza. L’educatore deve quindi essere un bravo conoscitore di sé stesso per poi aiutare l’altro a conoscersi. A partire dalla relazione con sé, dove la cura si declina come cura dei propri stati mentali, fisici, emotivi, affettivi, per l’educatore diventa possibile entrare in rapporto con l’altro, avere cura dell’altro e dunque, anche del mondo. Essere educatori significa aver la capacità di creare relazioni autentiche con l’altro: essere presenti, con la propria mente, il proprio corpo e le proprie emozioni. Tutto questo richiede responsabilità, impegno, capacità di ascolto. Ascoltare significa fare silenzio, imparare ad ignorare i rumori di sottofondo e cominciare a sentire suoni diversi, significa comprendere la diversità che appartiene a ciascuno di noi. L’ascolto crea un legame, una relazione ed implica la capacità di mentalizzazione, ossia leggere i pensieri dell’altro, i suoi stati mentali. Mentalizzazione significa proprio pensare per due, è fondamentale per capire il proprio comportamento e quello altrui, così come le intenzioni ed i pensieri. È l’attenzione ad essere il punto di partenza da cui orientare il nostro atteggiamento di cura verso sé stessi, gli altri e il mondo. L’attenzione si lega all’ascolto, alla comunicazione e all’empatia. Attraverso di essa possiamo ascoltare l’altro nel profondo e riconoscerne il vissuto interiore, gli stati affettivi. Prestare attenzione all’altro significa disporsi intenzionalmente verso di lui. È proprio a partire da un atteggiamento di attenzione per l’altro che ha inizio la comunicazione formativa. È importante recuperare il valore della comunicazione poiché è attraverso di essa che l’uomo impara a capire sé stesso e gli altri. Cercare di capire è sinonimo di empatia, quella capacità tramite il quale si costruisce un legame che ci consente di avvicinarsi all’altro, senza sovrastarlo, cercando di comprenderne il vissuto interiore.

Essere empatici si, ma cercando di mantenere un certo distanziamento emotivo in quanto l’educatore mantenendo determinate distanze psicologiche, non si fa carico di un mondo interiore che è dell’altro e non suo. Bisogna in sostanza, saper gestire la distanza, dentro l’empatia. L’educazione punta alla massima valorizzazione dell’individuo, esso non va illuso ma va fatto crescere lucidamente al massimo delle sue potenzialità. Il carico d’aspettative e il disprezzamento non fanno crescere ma danneggiano e allo stesso modo il giudizio, in quanto pone una barriera tra me e l’altro. Colui che educa deve quindi permettere all’altro di guardarsi com’è, con oggettività. Il processo educativo non parte dal nulla, non è un disegno costituito, ma parte dalla persona che si ha davanti, prevede un incontro di disponibilità; non può essere imposto sennò parliamo di addestramento. Possiamo dire, in sostanza, che l’educatore è un testimone di possibilità che educa per la vita, infatti l’uomo viene accudito affinché un giorno possa essere libero, cioè autonomo, indipendente, membro attivo e protagonista nella società. L’educatore è quella figura professionale, che attraverso analisi di studi e confronti con gli attori sociali, progetta servizi ed interventi volti a soddisfare i bisogni individuali, organizzando quindi interventi preventivi, assistenziali e riabilitativi, pianificando le attività attraverso il confronto con il committente. Esso dona sostegno e supporto in un periodo della vita della persona a cui occorre un accompagnamento. L’educatore che sa aver giusta cura non si sostituisce mai all’altro, ma appena intuisce la possibilità, invita l’educando a farsi carico in prima persona dei propri bisogni. Esso tutela la diversità, in quanto risorsa per il singolo e per il gruppo, si occupa di prevenzione e promozione sociale, nella creazione di reti, sostegno alle famiglie, alla genitorialità, alla cittadinanza attiva ed è determinante per affrontare anche quei problemi di disagio e di devianza, in supporto ad amministrazioni comunali. Ogni persona ha dietro di sé una storia, fatta di continuità e discontinuità, di reti familiari e sociali, che interpreta, legge e narra dal suo punto di vista. Così quando per necessità entra in contatto con un servizio educativo territoriale, l’educatore deve farsi carico della ‘storia’ che l’ha portato lì e della sua interpretazione. Solo così così potrà rispondere in modo corretto ai suoi bisogni educativi utilizzando, quando necessario, anche tutta la rete dei servizi territoriali. I servizi educativi territoriali sono realtà complesse in cui agiscono équipe formate da diverse figure professionali e di cui l’educatore professionale è un membro, per

altro proprio quello che ha il compito di identificare quale possa essere il percorso educativo/rieducativo più adatto alla persona presa in carico e poi di seguirne l’evoluzione o in prima persona o inviandolo ad un servizio più idoneo ad affrontare i suoi problemi....


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