Teologia morale PDF

Title Teologia morale
Author Kia Kikka
Course Teologia morale
Institution Libera Università Maria Santissima Assunta
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Lezioni ...


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Teologia morale 18 ottobre 2018 Abbiamo dato alcune coordinate , l’etica normativa e abbiamo detto che sono livelli diversi della strutturazione del discorso. L’etica desccrittiva si limita ad osservare il dato senza interpretarlo mentre la normativa della formulazione della norma attravero un proc logico ed argomentaativo e deontoliga considerando i principi che nell’epoca normativa sono stati elaborati per tentare di risolvere situaz cong Etica parenetiica si avvale non di una riflessione teorica non di una riflessione logico razionale , l’etica parenetica si fa soprattutto vivendola , potremmo dire che è la comunicazione valoriale che passa non attraverso la mediazione intellettiva,non impiega una riflessione razionale, comunicazione della buona prassi. Quest’etica si fa tramite un linguaggio non verbale, un padre con un figlio a volte basta un’occhiata per censurare un’occhiataccia, linguaggio non verblale provata, comunicazione efficace che non passa tramite mediazione intellettiva. Per dirlo con un motto cito J.H. Human dell’800 che era un grande convertito che ci farà compagniia nella metaetica, il suo motto era il cuore parla al cuore e in fondo la parenesia è questo,da cuore a cuore. Pperchè la parenesi etica possa essere efficace è necessario che chi la fa ne abbia l’autorità,l’autorità è di tipo morale pena l’inefficacia della parenesi. L’autorità parenetica è sinonimo di credibilità quindi è necessario che i valori che si vogliono comunicare devono essere praticati in prima persona da chi fa la parenesi,non si può pretendere di comunicare qualcosa in cui non si crede, a pena l’inefficacia della parenesi. Un passo del vangelo dice medico cura te stesso. Quando parliamo di parenesi esortazione dobbiamo sforzarci di ridare a questo termine uno spessore semantico forte. Spesso siamo abituati a dare un termine esortazione con un significato debole,come se fosse una via come se fosse qualcosa che spinge semplicemente ad andare avanti quasi alla meno peggio, il termine parenesi nella nostra riflessione ha un significato forte, persinopiù forte di ciò che caratterizza il processo argomentativo dell’etica normativa. Chi fa parenesi? Chi ne ha l’autorità ,nelle relazioni umane anche tra docenti e studenti, fanno parenesi anche nella cultura greca gli eroi, i miti greci, la figura dell’eroe ha forte considerazione parenetica ,esorta a vivere quei valori per cui egli stesso ha speso la sua vita. Il corrispettivo dell’eroe nella vita cristiana è il santo che fa parenesi e se è sull’altare èperchè deve esortare a imitarlo. Ciò che caratterizza la parenesi etica, non c’è molto da dire, la parenesi si vive, si fa parenesi vivendo e praticando i valori che si intendono trasmettere e comunicare. Semplicemente aggiungiamo che nella riflesssione teologico morale l’apporto della fede all’etica è di tipo parenetico più che di tipo normativo ed è un grande pregiudizio che dobbiamo sforzarci di accantonare, siamo spesso convinti e le sensibilità ci spingono a qquesto, siamo convinti che l’etica in fondo graviti tutta nell’ambito del percorso normativo. Quando si parla di etica si parla di codici comportamentali, legati a norme comportamentali. La parenesi etica ce lo insegna, la parenesi si fa vivendo rpaticando i valori che si vogliono trasmettere,se i valori non sono adeguatamente vissuti allora perde di credibilità e diventa inefficace, il ruolo della.. cristiana è di tipo ermenetico)?= molti dicono che si caratterizza per norme specifiche. Andiamo direttamente al quarto livello, ultimo che conclude la nostra panoramica introduttiva legata alla strutturazione della riflessione etica. Iv ed ultimo livello del quadrifoglio, la metaetica. METAETICA Non dimenticate che ho comunicato un’immagine,l’etica è come un fiume e spesso conosciamo ciò che si vede, la foce, ma dobbiamo sforzarci di risalire fino alla sorgente, e soltanto se riusciamo ad individuare la sorgente riusciamo a dare senso compiuto alla strutturazione della riflessione etica e piena legittimazione. Qual è questa sorgente? Andare alla sorgente,intercettarla per poi sforzarsi di entrare in relazione e che tipo di elevazione è un problema, è un percorso faticoso perché è risalire il fiume e vuol dire andare controcorrente, qual è questa sorgente? Abbiamo visto che Kant parla di un cielo stellato e quindi è come se volesse invitare a sforzarsi di andare al di là dell’etica normativa. Il cielo stellato è il regno dei valori,che vanno contemplati,assaporati,vissuti che hanno una loro sorgente,origine che è il bene. Tutto ciò che gravita sul cielo stellato gli antichi lo chiamavano regno dei valori,sono essenze e ciò che richiama il regno dei valori semplicemente è chiamato ordo essendi per distinguerlo dal ordo conoscendi (piano categoriale ).

Cielo stellato:regno valori Valori sono rapportabili al bene che ne è la sorgente, motivo dominante,la causa di ogni valore perché tutti i valori rimandano al bene Il problema vero che riguarda i beni,valori,la questione fondamentale della metaetica è legata a questa domanda o a queste domande, i valori e soprattutto il bene che ne è la sorgente si possono conoscere? È possibile una relazione conoscitiva? Devo sapere cosa è il bene con tutto ciò che significa conoscere e ciò che ci ha insegnato la tradizione filosofica in relazione al rapporto conoscitivo. Se vi ricordate una formula che ha contrassegnato i vari approcci della relazione fisilogica riguardo il problema della conoscenza? Adeguatio intellectus ad rem o e rei (l’intelletto raggiunge l’oggetto da conoscere e lo adegua e lo osserva per intero e lo può descrivere c’è adeguatio e poi c’è un ritorno dell’intelletto in sé arricchito di una nozione ,l’oggetto mi è noto, ho fatto un apprendimento e una comprensione o appreso e ho compreso mi porto dentro)è una formula condivisa che vuol dire ?se devo conoscere un oggetto come avviene la relazione conoscitiva? Dentro mi porto la nozione così che anche quando non ho davanti l’oggetto ho la noizone, so cos’è anche se non l’ho davanti perché la nozione di penna l’ho compresa. Questa conoscenza e gli antichi avevano descritto con questa formula, antichi perché è formula ricorrente ma soprattutto nel medioevo, quando una espressione, un termine è citato davanti allora vuol dire che circola, è condiviso. Certamente è un percorso conoscitivo valido, percorso conoscitivo condiviso, ma questo riguarda una res che deve essere descrivibile deve essere un oggetto,un fenomeno. Per questo ho detto la conoscenza di tipo nozionistico , cioè della nozione, cioè intellettivo riguarda soprattutto le realtà gli oggetti descrivibili, per questo rappoorto conoscitivo di tipo intellettivo lo assognamo all’ordo cognoscendi cioè i fenomeni gli oggetti tutto ciò che riguarda vita pratica e materiale e le essenze i valori il bene questo rapporto conoscitivo di tipo intellettivo si può dire che funziona anche con le essenze? C’è un ostacolo, quando parliamo di essenza,valori,bene che è l’essenza per antonomasia certamente non possiamoparlare di adeguatio e relazione conoscitiva di tipo intellettivo perché le essenze sono inadeguabili, cioè irraggiungibili e soprattutto non si possono descrivere. Non è come la penna descrivibile. Le essenze sfuggono ad ogni tentativo di descrizione e come volere di sforzarsi di incapsulare qualcosa d più grande. Allroa cosa succede? Bisogna desistere? Concludere che le essenze non sono descrivibili e quindi non conoscibili e quindi la domanda il bene nella sua essenza se è vero che l’unico rapporto conoscitivo è intellettivo allora non si può conoscere. I valori nella loro essenza non si possono conoscere e allora non si può avere una relazione con essi. Queste sono le domande della metaetica ma sono fondamentali da cui poi dipende necessaariamente il resto perché se la risposta è il bene non si può conoscere allora è insignificante per l’etica e quindi anche legiferare diventa arbitrario. Non si può accontentare di rispondere che il bene non si può conoscere, chi è arrivato a qquesta conclusione ha dovuto corregere il tiro. Le scuole di pensiero rispetto a questa prospettiva:le due correnti le chiamiamo cognotivisti e non cognotivisti o meglio cognitivismo e decisionismo. Il cognitivsmo dice di si,si può conoscere. Chi risponde no è invece il non cognitivismo detta anche decisionismo,che devono poi correggersi perché non ci si può accontentare di dire no perché se il bene non è conoscibile allora dovremmo avere il caos anche nel legiferare. Cognitivismo Decisionismo o non cognitivismo: rispondono che il bene non si può connoscere e che le essenze non si possono cooscere perché ritengono che l’unico percorso conoscitivo valido sia quello intellettuale o razionale, razionale, adeguatio intellectus ad rem.l’unica facoltà conoscitiva è la ragione, non è sbagliato dire che l’intelletto sia facoltà conoscitiva il problema è se l’adeguatio è l’unica, se è l’unico percorso tutti dovremmo essere non cognotivisti ma in realtà ci sono i cognitivisti che obiettano, hanno da ridire che l’intelletto sia l’unica facoltà conoscitiva. Per capire perché cognitivisti rispondono si dobbiamo capire quali

sono le eventuali altre facoltà che possono essere ocnsiderate conoscitive e distinte dalla facoltà intellettiva. Se e come debbano essere considerate facoltà conoscitive....


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