Teorie DEL Conflitto E Della Mediazione PDF

Title Teorie DEL Conflitto E Della Mediazione
Course Sociologia dei processi culturali teoria del conflitto e della mediazione
Institution Università degli Studi di Firenze
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Appunti lezioni professor Scotto...


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TEORIE DEL CONFLITTO E DELLA MEDIAZIONE 22 febbraio 2021 Corso diviso in 2 parti, la prima parte sociologica e la seconda parte si porrà l’attenzione sul fenomeno del conflitto. Mediazione significa utilizzare una figura terza che aiuta a trovare soluzioni durante il fenomeno di studio tra le due parti. LINK ZOOM PER RICEVIMENTI Giovanni Scotto is inviting you to a scheduled Zoom meeting.

Topic: Giovanni Scotto's Personal Meeting Room

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Meeting ID: 637 530 3889 Passcode: 123456 FREQUENTANTI Manuali: Sociologia e processi culturali 2012 di Sciolla, Conflitti e mediazione 2003 di Scotto 1. Partecipazione attiva alle lezioni; 2. Stesura di un saggio breve (1 pagina o 2) e di una recensione su un libro (14 maggio) a scelta dall’elenco dei testi di approfondimento e la stesura di una relazione finale (2 pagine entro metà di maggio) (da fare prima della data dell’esame più o meno 4 gg prima); Esame: consisterà in una discussione della relazione e dei suoi nessi con gli argomenti trattati durante la lezione (2 domande: 1 quale secondo noi è stato il senso del corso, 2 il contenuto della relazione); Il saggio varrà il 20% del voto finale, scheda del libro 30%, relazione finale 50%. (tutto valutato in trentesimi). Testi a scelta: 1. 2. 3. 4.

Potere forte di Covelli; Auto-aiuto nei conflitti di Glasl; Speranza attiva di Macy e Johnstone; Viaggi alla ricerca di senso nel tempo della globalizzazione: logiche trasformative e conversioni di Scotti; 5. Realismo capitalismo di Fisher.

I testi disponibili su Moodle NON FREQUENTANTI Studio dei testi presenti nella dispensa su Moodle CONCETTI FONDAMENTALI 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Sociologia= utile per capire la società e a migliorarla Cultura= Conflitto= Mediazione= Pace= Crisi climatica e società= “se voi non siete preoccupati vuol dire che non ne sapete abbastanza”

CRISI CLIMATICA Quando si parla di cambiamento climatico ci si riferisce sia ad un innalzamento delle temperature ma anche ad un anomalo abbassamento in zone solitamente calde. Pacific Trash Vortex= è un isola di plastica, un enorme accumulo di spazzatura galleggiante situato nel pacifico.

26 febbraio 2021 ATTREZZI DI LAVORO Reperimento informazioni:     

catalogo e biblioteca di Scienze Sociali; Google Scholar; Google Books; Library Genesis; Z library.

POFESSIONISTA RIFLESSIVO È colui che non ha una soluzione a priori ma se la crea durante il corso dell’azione. Ci sono tre grandi aspetti che caratterizzano il professionista riflessivo: Consapevolezza= è consapevole delle proprie emozioni e bisogni, interessi e valori e del modo in cui il suoi mondo interiore influenza il suo agire. È consapevole delle teorie del cambiamento, proprie e dell’organizzazione in cui opera. È consapevole dei contesti in cui opera e del proprio ruolo, dei propri messaggi espliciti ed impliciti che convoglia in cosa fa e in come lo fa; Incertezza e creatività= è in grado di affrontare i conflitti con gli strumenti del negoziato integrativo, della mediazione, della nonviolenza. Affronta problemi aperti che non hanno risposte predefinite. Sviluppa conoscenza nel corso dell’azione;

Conflitto e Relazioni= è attento ai mondi possibili che si affacciano nel corso dell’ascolto e della trasformazione in positivo dei conflitto. Egli esplora con rispetto e attenzione il mondo dei suoi interlocutori in quanto lavora “insieme con” loro e non “su” di loro. MAPPA E TERRITORIO “La mappa non è mai il territorio” [Verso un’ecologia della mente, A. Korzibsky] Territorio è qualcosa che già esiste, la mappa invece Le mappe sono fatte con diversi obiettivi: -

Mercatore-> nel 500 la sviluppa per poter navigare; Peters-> nel 900 la sviluppa a fini didattici per poter fornire con maggior accuratezza una proporzione esatta dei vari continenti e paesi.

A seconda dell’agire sarà necessario costruire delle mappe differenti. Il mondo del futuro sarà radicalmente diverso da quello del presente e del recente passato: Come possiamo costruire mappe appropriate per prepararci ad attraversare il mondo nel futuro?

01 marzo 2021 CULTURA (I CAP Sciolla) Dimensioni e componenti della cultura. Sono presenti due problemi generali: a) Comprendere come in una società gli aspetti simbolici e culturali si connettono al funzionamento della struttura sociale; b) Comprendere le interazioni tra cultura, sistema sociale ed ecosistema all’interno del quale le società vivono. La concezione della cultura può essere divisa in: I.

II.

Concezione umanistica -> “quanto di meglio è stato pensati e conosciuto nell’arte, nella letteratura e nella filosofia” [Matthew Arnold XIX sec.] (ES: la cupola del Brunelleschi a Santa Maria del Fiore, Firenze); Concezione antropologica -> che vede la cultura come un insieme di caratteristiche peculiari di un determinato popolo (ES: favole, canzoni, proverbi popolari e cucina).

Nella disciplina dell’Antropologia le componenti della cultura si distinguono nei campi di:  Religione, morale e diritto -> complessi di norme e credenze esplicite;  Costumi ed abitudini -> caratterizzano il vivere sociale (ES: sessualità e famiglia, parentela, abbigliamento, cibo);  Artefatti -> prodotti oggettivati dal lavoro umano, non solo le opere d’arte ma anche gli oggetti di culto e quelli di uso quotidiano.

In antropologia si pensa alla cultura come una totalità sociale, nel senso che essa abbraccia ciò che gli individui pensano, ciò che fanno e ciò che producono. Essa è anche un elemento omogeneo che caratterizza una determinata società. La cultura in riferimento alla società primitiva è caratterizzata da una sostanziale stabilità. In sociologia invece si ha una distinzione tra società e cultura, è presente una differenziazione culturale all’interno di una società, tra diversi gruppi e nel corso del tempo. La cultura delle società moderne è caratterizzata da innovazione e cambiamento. Il dualismo tra sociologia (nasce per capire la modernità del nord globale) e antropologia, prevalente fino agli anni ‘50. Si dissolve progressivamente a causa di diversi fattori, tra i quali:  

Diffusione delle metodologie antropologiche ed etnografiche nello studio dei fenomeni sociali delle nostre società; Processi di globalizzazione -> Trasformazione e scomparsa delle società tradizionali del Sud globale e trasformazione delle società del Nord globale.

Olivier de Sardan ha condotto una critica sul concetto di cultura nell’antropologia dello sviluppo. Siamo in presenza di un insieme di concezioni condivise da gruppi di attori, ma tali insiemi di concezioni:    

Sono soggetti a evoluzione e cambiamento; Non possono essere attribuiti in maniera eguale a tutti i tipi di referenti; Non sono omogenei; Non sono necessariamente integrati in “visioni del mondo” e non sono necessariamente generati da valori fondamentali.

Elemento importante delle nostre società è la differenziazione simbolica, poiché le nostre società cambiano, si evolvono. Nelle società avanzate, la crescita della complessità sociale (specializzazione, differenziazione), ha come esito un aumento del grado di differenziazione simbolica: gli individui si confrontano con modelli culturali differenti, si moltiplicano i ruolo e i costrutti culturali ad essi collegati, aumentano le possibilità di scelta. A partire dalla fine degli anni Sessanta una nuova generazione di sociologi ha tematizzato delle contraddizioni all’interno del sistema culturale, il problema dell’innovazione nella cultura ed il rapporto tra cultura ed azione. La cultura non rappresenta solo un vincolo per gli individui, ma un rapporto di risorse, una “cassetta per gli attrezzi” (Swidler 1986 cit. in Sciolla 2002, p. 57)

5 marzo 2021 CULTURA NELLA SOCIOLOGIA CONTEMPORANEA

Nella sociologia della cultura sono principalmente due gli ambiti discussi, la coerenza e l’incoerenza. Gli elementi di una cultura, e la cultura nel suo complesso, differiscono sul piano della coerenza. La coerenza del sistema culturale e il grado di integrazione della società vanno tenuti distinti. (ES: la proposizioni normative che regolano la vita pubblica e la politica in Italia) Questo grado di maggiore o minore coerenza ha a che vedere con il grado di conflitto, in quanto potrebbero esserci diverse parti del sistema con coordinate culturali differenti in conflitto tra loro, ma la coerenza del sistema culturale va tenuto distinto dal grado di integrazione della società. Il conflitto ha sia una manifestazione come incoerenza culturale, sia una manifestazione come ordine. Insieme alla coerenza ed incoerenza, è possibile osservare all’interno della cultura anche l’oggettività e la soggettività. Secondo Durkheim il patrimonio culturale di una società si è sedimentato nel corso del tempo in istituzioni che esistono indipendentemente dagli individui, sono meccanismi o dispositivi di funzionamento (scuola, chiesa, università). Ogni individuo vive questo processo, ma con una differenziazione; per lo straniero si tratta di apprendimento di una cultura, mentre per il nativo si parla di socializzazione. [Ma è possibile tracciare una differenziazione netta?] Alcuni costrutti culturali hanno una natura esplicita (ES: la costituzione) o implicita, nel caso in cui non vengano apertamente detti (ES: parità tra uomo e donna). Un’importante traccia metodologica è far emergere le premesse implicite, la cultura implicita di un’azione, un messaggio, un’organizzazione, una comunità, una società. L’implicito e l’esplicito viaggiano su binari diversi, ed è sempre più importante riuscire a far emergere le premesse implicite.

COMPONENTI DELLA CULTURA 



Valori -> sono dei criteri generali di valutazione che influenzano l’azione con la selezione fra modi, mezzi e fini disponibili. La nozione di valore si scontra con la nozione di preferenza, ma la prima indica quello che dovremmo volere (dimensione normativa), mentre la preferenza indica quello che vogliamo (dimensione descrittiva). All’interno dei valori è possibile riconoscere altre dimensioni: affettiva che indica ciò che è desiderabile, cognitiva che riguarda la conoscenza ossia ciò che deve o può essere oggetto di discussione, ed infine selettiva la quale riguarda il modo in cui giudichiamo e scegliamo; Norme -> sono più specifiche dei valori e governano il comportamento di individui e gruppi, esse presentano un carattere cogente ossia sono socialmente imperative. La norma per essere efficace deve prevedere anche una sanzione, una punizione (sanzione negativa) o un premio



 

(sanzione positiva). Con il cambiamento dei valori si ha un conseguente cambiamento delle norme. Le norme si distinguono in costitutive e regolative. Le costitutive creano una pratica sociale (ES: regole del gioco, flash mob) o certificano la validità di una partica (ES: contrarre un matrimonio), le regolative disciplinano comportamenti e pratiche esistenti (ES: codice della strada). Esiste un grado di formalizzazione diverso delle norme e si distinguono in statuite e consuetudinarie; Concetti -> è una categoria estremamente ampia e riguarda tutto ciò che usiamo per comprendere la realtà attraverso le proposizioni descrittive. Fanno parte dei concetti anche le credenze sulla natura del sé, degli altri e del mondo, e addirittura le proposizioni analitiche; Simboli -> Il simbolo è un segno capace di evocare una relazione tra un oggetto; Repertori di azione -> i valori orientano a diversi corsi di azione; i repertori di azione costituiscono l’insieme delle possibilità di agire che un attore sociale percepisce di avere a disposizione in un dato momento. Questi repertori di azione sono determinati da:  Variabili strutturali: ES: urbanizzazione, esistenza o assenza di istituzioni democratiche;  Variabili culturali: grado di alfabetizzazione, esperienza pregressa, apprendimento, e in generale gli elementi grazie ai quali un attore individuale o collettivo percepisce essere possibile, legittimo e utile in un momento e in contesto dato;  Variabili tecnologiche: dispositivi, media e tecniche che possono essere impiegati per un corso di azione (ES: libri, stampa quotidiana, telefono, radio, tv, internet, web 2.0, armi, infrastrutture necessarie a gestire conflitti in forma violenta).

I primi quattro componenti sono reperibili sul manuale di Loredana Sciolla, mentre l’ultimo punto è un’aggiunta (v. Swidler 2009; Arielli/Scotto 2003, p 120-122).

8 marzo 2021 CULTURA E AZIONE SOCIALE (Swidler 2009) Cultura in Azione Tradizionalmente nel discorso sociologico si dice che la cultura sia quella cosa che agli agenti dà le coordinate sociali. In realtà, Ann Swidler, vede la cultura come “una cassetta degli attrezzi” che individui e gruppi (Swidler parla unicamente di individui) possono utilizzare per risolvere problemi connessi con l’azione sociale. Ci sono due modalità con cui la cultura si intreccia con le strutture sociali: 

In vite stabili -> la cultura costituisce un modello consolidato di esperienza per l’azione. Cultura e strutture sono strettamente connesse. La cultura costituisce un modello consolidato di esperienza per l’azione;



In vite instabili -> periodi di trasformazione sociale e conflitto. Valori, norme e strumenti vengono messi in questione. Si sviluppano nuove strategie e stili di azione. Nei periodi di trasformazione emergono ideologie, definite come “sistemi di significato espliciti, articolati e ben organizzati di tipo politico e religioso”.

La cultura modella direttamente l’azione in quanto le persone formulano, sviluppano e mettono in pratica nuovi modelli di azione. UNA TEORIA DELLA STRUTTURA (William Sewell) Il problema chiave del rapporto tra cultura, struttura sociale e agency (capacità di agire) Sewell parte dal sociologo Giddens che parla della dualità della struttura, secondo Giddens la struttura sociale è sia il mezzo che il risultato delle pratiche che costituiscono il sistema sociale. Riprendendo questa proposta, Sewell cerca di metterla a fuoco. Sewell distingue le regole dalle risorse, definendo le regole di Giddens “schemi”. Propone di considerare le strutture sociale come virtuali in grado di controllare e indirizzare l’uso di risorse reali. Le risorse umane sono un prodotto di schemi come la messa a valore delle risorse naturali dell’ecosistema (ed in questo caso si chiamano tangibili), della capacità di cooperare, del potere politico. Sewell dice “Per quanto le risorse possano essere distribuite in modo diseguale, una certa quantità di risorse sia mane sia non umane è controllata da tutti i membri della società, a prescindere da quanto siano indigenti od oppressi... Concepire gli esseri umani come agenti significa in parte concepirli come investiti di potere grazie all’accesso alle risorse di un tipo o dell’altro” Sewell partendo da Giddens incrocia Bourdieu, il quale si pone la stessa domanda, creando il concetto di Habitus definito come “un sistema di disposizioni durature e trasferibili che, integrando tutte le esperienze passate, funziona in ogni momento come matrice di percezioni, valutazioni e azioni e rende possibile la realizzazione di compiti infinitamente diversificati, grazie al trasferimento analogico di schemi che permettono la soluzione di problemi aventi la stessa forma”. Bourdieu evita il determinismo idealistico e quello materialistico, ma rende difficile pensare al cambiamento sociale. Sewell individua cinque fattori del cambiamento: -

-

Molteplicità delle strutture -> non esiste una struttura sociale, ma molteplici strutture come la chiesa cattolica, e addirittura movimenti sociali; Trasponibilità degli schemi (applicazione e adattamento di regole a contesti non familiari); Non prevedibilità dell’accumulazione delle risorse; Polisemia delle risorse -> vi possono essere più significati in una sola risorsa;

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Intersezione delle strutture -> le strutture non viaggiano parallelamente ma si intersecano (ES. capitalismo);

Questi cinque fattori creano un dinamismo facendo si che la struttura sociale muti, cambi. SINTESI GIOVANNI SCOTTO Paradigmi/ Orizzonti di senso Possiamo comprendere ogni fenomeno sociale all’interno di diversi livelliorizzonti di senso o paradigmi conoscitivi. In ciascun momento, anche ogni individuo o gruppo sociale può “leggere” ciò che accade ad esso e nella società a questi diversi livelli. In linea di principio, ciascuno dei livelli, influenza ed indirizza i livelli inferiori, e ne è a sua volta influenzato. Livelli: I. II. III.

IV.

V.

Sistema globale -> teorie della globalizzazione, sistema-mondo; Sistema sociale- Stato -> stato- teorie sociologiche “macro” (Durkheim, Weber, Marx); Sottosistema rilevante/organizzazione -> sociologia della religione/ dell’educazione/ della letteratura/ dei media, esperienza religiosa e educazione; Interazione comunicativa- relazione -> relazione come teorie del conflitto micro. Interazionismo simbolico (Mead), i rituali dell’interazione (Goffman), azione comunicativa (Habermas); Mondo della vita- vissuto quotidiano soggettivo della realtà sociale -> vissuto soggettivo degli attori come Teorie del “mondo della vita quotidiana” (Berger/Luckman).

A seconda dell’orizzonte che prenderà l’attore sociale, si scontrerà con cose diverse. Questi 5 livelli si intersecano e non è possibile affermare quale livello sia migliore degli altri e quale sia il peggiore.

12 marzo 2021 MONDO DELLA VITA QUOTIDIANA Mondo della vita La realtà della società è sempre allo stesso tempo: la realtà di strutture scoiali permanenti “al di fuori” dei soggetti. Berger e Luckmann attraverso “la realtà come costruzione sociale” mettono a fuoco il loro principale obiettivo, studiare il senso comune inteso come sistema

di significati e definizioni che gli individui danno della realtà ad un livello preteorico. “La nostra impresa è rivolta alla comprensione della realtà che costituisce l’oggetto della scienza empirica della sociologia, cioè il mondo della vita quotidiana”. Una sintesi tra le tradizioni del pragmatismo americano (Dewey) e quella della fenomenologia europea (Schutz). Per Berger e Luckmann è innanzitutto necessario chiarire i fondamenti della conoscenza nella vita quotidiana, le oggettivazioni dei processi e dei significati soggettivi per mezzo dei quali viene costruito il mondo del senso comune intersoggettivo. Partono dalla natura della coscienza. Rispetto ad altri pezzi di realtà, la realtà della vita quotidiana viene definita come realtà dominante, e ne facciamo esperienza come una realtà ordinata, in quanto organizzata intorno al qui ed ora. È anche in qualche modo oggettivizzata dagli strumenti che adopero per interagire con la realtà e dal linguaggio che utilizziamo. È un mondo intersoggettivo che condivido con altri, in particolare condivido con gli altri i significati. C’è una difficoltà nel mettere in discussione la vita quotidiana, essa si autoproclama, poiché composta da un insieme di routine e problemi al di fuori della routine. Quando si manifesta un problema, la realtà della vita quotidiana cerca di integrarlo in ciò che già esiste e che non è problematico. Quando parliamo di capacità di leggere me stesso nelle situazioni nelle quali mi trovo, attraverso un atteggiamento teoretico del filosofo, si parla di autoriflessività. Berger afferma che “La validità della mia conoscenza della vita quotidiana è data per scontata da me stesso e altri fino a nuovo avviso, cioè fino al sorgere di un problema che non può essere risolto nei suoi termini”. (ES: formazione attiva che è una produzione di problemi fittizi ma che mi creano disagio, permettendomi di rivedere alcuni miei atteggiamenti; conflitto sociale) La conoscenza con cui veno a contatto nella mia vita quotidiana è socialmente distribuita, è posseduta in misura diversa da diversi individui e tipi di individui Interazione Comunicativa Berger e Luckmann guardano le interazioni con gli altri, come l’interazione faccia a faccia che è il prototi...


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