Teorie Evoluzionistiche Fissismo lez PDF

Title Teorie Evoluzionistiche Fissismo lez
Course Psicologia dell'educazione e della formazione
Institution Università degli Studi di Palermo
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TEORIE EVOLUZIONISTICHE Fissismo : introduzione L'idea che risultò dominante fino alla seconda metà del XVIII secolo, fu quella della fissità delle specie, della sua immutabilità e della sua formazione per intervento divino (teoria che prende il nome di creazionismo). La teoria fissista è una concezione biologica di fissità della specie, secondo la quale le specie animali e vegetali sono immutabili e quindi non suscettibili di evolvere attraverso le generazioni. Pur essendo una delle tradizioni culturali più antiche di ogni popolo, il fissismo fu formulato da Carlo Linneo nella prima edizione del Systema naturae (1735) e nella Philosophia botanica (1751). Il pensiero fissista ha radici molto lontane: Aristotele fu il primo a credere che tutti gli esseri viventi potessero essere disposti in una scala gerarchica, cioè ordinata per complessità crescente. Nella Scala Naturae gli organismi più semplici occupano lo scalino più basso, l’uomo quello più alto e tutti gli altri organismi si trovano in una posizione intermedia. Tale teoria, oggi chiamata fissismo, arriva fino al tardo Ottocento, quando molti biologi sostenevano ancora che gli organismo non subissero mai variazioni nel corso del tempo. Aristotele pensava che gli organismi viventi fossero sempre esistiti, nonostante non facesse riferimento alla loro origine. Il concetto aristotelico, ripreso ed elaborato dalla scuola fissista, ha da sempre goduto dell’appoggio della chiesa e delle altre comunità religiose, motivo per cui è sempre stato ben radicato nella società. Fulcro di tale corrente di pensiero è che l'universo è un atto di creazione di un Dio creatore, che lo ha progettato in modo definitivo e statico. Ogni cambiamento è un evento eccezionale, che va a perturbare il progetto originale, dando vita a processi catastrofici che investono un mondo, andando a minare la libertà degli organismi. Molti esponenti delle scuole fissiste, basandosi sulle informazioni contenute nella Bibbia, avevano tracciato una linea temporale in cui veniva racchiusa l’intera storia della Terra, dalla sua creazione (avvenuta nel 4004 a.C.). La bibbia viene considerato come un testo dettagliato di tutti gli eventi accorsi all’umanità, per cui gli eventi biblici, come ad esempio il diluvio universale o la distruzione di Sodoma e Gomorra, sono inseriti nella linea temporale.

Questi studi permettevano di affermare l’autenticità delle dottrine religiose e degli eventi narrati nei testi sacri. Ma la cosa più importante è che rendevano vani tutti tentativi di inquadrare i fenomeni biologici da un punto di vista evolutivo, anche perché in un arco temporale di appena 5000 anni difficilmente potevano inserirsi fenomeni di cambiamento evolutivo. In accordo con gli insegnamenti del vecchio testamento, alcune correnti di pensiero sostenevano la teoria creazionista, ossia che tutti gli esseri viventi sono il frutto di una creazione divina così come sono oggi. Questa idea di immutabilità dei viventi presuppone cheogni forma vivente abbia iniziato la sua esistenza già con le sue caratteristiche attuali, create appositamente per potersi integrare perfettamente nel luogo in cui essa vive. Le teorie fissiste sono quindi legate ad un'interpretazione letterale della Genesi e ad una idea di un'unica creazione originaria di tutte le specie viventi. Fulcro del pensiero è la teoria della costanza delle specie, senza avanzare alcuna ipotesi sulla loro origine. Il fissismo fu sostenuto da Linneo, a cui si deve la classificazione scientifica degli organismi, da Georges Cuvier, considerato il padre fondatore della paleontologia, dall'anatomista Richard Owen. Lo studio dell’evoluzione, che si contrappone alle teorie fissiste, è lo studio del cambiamento e di come avviene, supportato dallo sviluppo della biologia molecolare e della genetica di popolazioni. Un passo importante per l’affermazione delle concezioni evoluzionistiche, che ha segnato il declino delle concezioni fissiste, è stata la scoperta di un tempo passato, definito «profondo», di cui prima si ignorava l’esistenza. Va ricordato che per gli uomini del Seicento la terra non aveva più di 6000 anni, per cui tutto quello che era successo prima era completamente sconosciuto. Carlo linneo

Nomina si nescis, perit et cognitio rerum Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose. Carlo Linneo, medico e naturalista svedese (1707 - 1778), è ricordato come il riformatore della nomenclatura e fondatore della moderna sistematica.

Infatti è a lui che si deve attribuire il metodo diclassificazione definito nomenclatura binomiale, che assegna agli organismi viventi due nomi, uno per il genere e uno per la specie. Viene considerato un esponente della scuola fissista, secondo la quale le specie animali e vegetali sono immutabili e quindi non suscettibili di evolvere attraverso le generazioni, la cosiddetta fissità della specie.

Il pensiero fissista è una corrente di pensiero che si contrappone al trasformismo, altra corrente di pensiero che culmina con l' evoluzionismo. Il fissismo fu formulato proprio da Linneo nella prima edizione del Systema naturae (1735) e nella Philosophia botanica (1751). In seguito, Linneo ammise la possibilità dell'emergere di specie nuove per ibridazione: è il momento in cui il fissismo viene abbandonato, dopo la pubblicazione di On the origin of species (1859) di Darwin e l'affermarsi della teoria dell'evoluzione. Linneo credeva fermamente alla fissità del mondo, secondo un disegno che rispecchiava l'Ordine Divino. Nonostante fu il primo a sottolineare che non tutto ciò che era sotto i suoi occhi era armonico e meraviglioso, considerò la lotta e la competizione necessarie per mantenere l'equilibrio della Natura. Parlò di guerra di tutti contro tutti e di una Natura descritta come un ceppo del macellaio, ma era ben lontano dal rilevare quella lotta per l'esistenza che un secolo dopo Darwin avrebbe posto come base dell'evoluzione. La lotta e la competizione sono necessarie per mantenere l'equilibrio, che si presenta come parte di un processo dinamico nell'immediato, ma che risulta statico nel corso delle ere geologiche.

LINNEO E LA SPECIE HOMO Nei suoi studi Linneo non trascurò la nostra specie, che nella X edizione di Systema Naturae (1759) viene collocato in un genere proprio, il genere Homo, che viene però incluso nello stesso ordine dei Primati assieme alle scimmie.

Questo fu un fatto straordinario per l’epoca perché pieno di implicazioni teologiche e non solo. Nonostante la tradizione religiosa desse all’uomo una posizione dominante e Linneo la seguisse con fede, la sua esperienza non gli permise di consideralo una creatura a parte .Secondo Linneo gli uomini e le scimmie, appartenenti ai generi Homo e Simia, erano accorpati in un unico ordine, quello dei Primati. Il genere Homo comprendeva: l’Homo ferus: un uomo che camminava sui quattro arti, non parlava ed era peloso; l’Homo troglodytes: simile all’Homo silvestris descritto da Tyson. All’interno della specie Homo sapiens sono presenti le razze americanus, europens, asiaticus, afer distinte in base al luogo di origine, ma sostanzialmente diverse e distinguibili in base a peculiari caratteristiche fisiche e comportamentali: nativi americani erano rossi, testardi e irascibili; africani neri e svogliati; asiatici pallidi, avari e distratti; europei bianchi, moderati e creativi del mondo. Si tratta di una discriminazione razziale che non ha nessun fondamento scientifico e che attribuiva agli europei caratteri virtuosi. Mentre per Linneo si trattava di una semplice descrizione della realtà oltre che del volere divino senza alcun’altra implicazione, per i colonialisti occidentali rappresentò invece il pretesto per giustificare le aggressioni nei confronti delle popolazioni indigene di ogni parte Anche l’accostamento tra uomo e scimmia per Linneo era una semplice descrizione della realtà senza alcun’altra implicazione, ma per i moralisti fu un grave attacco al loro credo sull’uomo come essere creato a immagine e somiglianza di Dio: secondo i contemporanei, Linneo non solo l’aveva sminuito, l’aveva degradato di livello.La polemica su questo punto divenne rovente e Linneo fu messo sotto pressione nonostante avesse dimostrato che, pur volendo mantenere separati gli uomini dal resto dei primati, lo studio comparato non gli aveva lasciato alcuna alternativa. Linneo, in quanto scienziato e uomo coerente non poteva che confermare le sue osservazioni, motivo per cui venne tacciato dalla chiesa di eresia e di empietà.

LINNEO E L’EVOLUZIONE L’inserimento dell’uomo fra i Primati mostra quanto Linneo fosse avanti, precorrendo secondo alcuni l’idea evolutiva: è il percorso maturativo del giovane e inesperto Linneo, che credeva che le specie non potessero modificarsi nel tempo.

Durante i suoi viaggi lo stesso poté notare che alcune piante si incrociavano dando origine a nuove forme: infatti su un’isola nei pressi di Uppsala, che ben conosceva dal punto di vista floristico, notò una nuova pianta aveva un aspetto simile alla linaria, ma ne differiva nella struttura dei fiori. La nuova pianta venne chiamata peloria, ossia mostruosa, dal momento che lo studioso credette di avere scoperto un ibrido tra la linaria stessa ed un’altra specie non conosciuta. Quello che Linneo non poteva sapere che la linaria e la peloria si differenziano per una mutazione epigenetica reversibile, per cui pensò di avere la prova che una nuova specie era nata.Partendo dall’osservazione e dagli esperimenti sull’impollinazione, Linneo ipotizzò che potevano esserci casi in cui nuove specie nascevano attraverso l’ibridazione all’interno di un genere. Quando venne chiamato a studiare l’adattamento di piante esotiche in Svezia, pensò che potessero incrociarsi, in modo da subire un’alterazione e acclimatarsi in ambienti diversi. Si era accorto della grande plasticità adattativa e si convinse della possibilità che non solo potessero nascere nuove specie, ma anche nuovi generi. Partendo da questi indizi alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che Linneo fosse proiettato verso una visione evoluzionistica. Certamente le sue idee erano in contrasto con la credenza diffusa della fissità delle specie, ma non perché pensasse a un processo naturale che portasse a trasformazioni radicali. Linneo era fermamente convinto che all’inizio del mondo Dio avesse creato le specie originali, le prime specie i e che da queste potessero nascerne altre; tuttavia questa eventualità era del tutto marginale. Nei suoi scritti emerge una possibilità evolutiva, in particolare a proposito dei fossili che per Linneo rappresentavano delle pietrificazioni che consentivano di «guardare all’indietro verso i tempi remoti», contrariamente al pensiero di molti naturalisti suoi contemporanei per i quali le estinzioni non erano neppure ipotizzabili perché avrebbero lasciato dei vuoti nella creazione di Dio. Si trattava di riflessione che apre alla consapevolezza di un mondo in cambiamento....


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