Moderna - Lez 4 PDF

Title Moderna - Lez 4
Author mariachiara rossi
Course Storia dell’arte moderna
Institution Università degli Studi di Milano
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Arte moderna Lezione 4 - martedì 1 ottobre 2019

- Tema del puer mingens molto caro al 1400 quando risorge l’interesse per l’antichità classica: compaiono puntini detti “spiritelli” cioè creature la cui identità non è chiara. Non sono Gesù bambini, non sono erotico. Servono a indicare che siamo in un mondo all’antica, rari nel 1300

- Scultura Mannechen piss (bambino che fa pipì) in bronzo del 1619, ai confini del Manierismo simbolo della Bruxelles: scultore Jerome Dusquesnais. https://images.app.goo.gl/nFPjKW6tK5fawq9F6 L’originale è stato rubato, ora c’è una copia che viene usata come fontana e il bambino viene periodicamente rivestito. NB le immagini non sono neutre, utilizzo di immagini feticcio nelle pubblicità es. David di Michelangelo

- Dipinto di inizio 1700 di Giuseppe Maria Crespi, “Scena di cortile” squarcio di realtà della Bologna settecentesca: cortile di una casa umida, una donna lava il bucato e un uomo fa pipì di fronte a tutti, gatto esce dalla finestra, dimensione naturale https://images.app.goo.gl/HLb4B6R7d7YMNZap7

- 1743 scena di Roma siamo nel Foro romano, che ancora non era stato scavato, c’è una luce diversa: luce fredda vera e razionale (secolo illuminismo) autunnale, contrasti si fanno netti. Le antichità sono coperte. Quadro che sta a Melbourne in Australia realizzato da Bernardo Bellotto (lo chiede agli esami). Anche qui uno fa pipì sul Pag 1

muro. Dipinto realizzato utilizzando una CAMERA OTTICA che riproduce la realtà sul foglio di carta dove l’artista poi disegna in modo preciso (antimpressionistico). Effetto di realtà: anche qui in basso a sx dove ci sono le porte c’è una persona che fa pipì.

- Anche suo zio il Canaletto la utilizzava e i puristi della pittura (Accademia) lo guardavano storto, polemica che si riproporrà nel 1800 per la fotografia che non era considerata arte inizialmente. Anche oggi i

disegni fatti con l’iPad: il problema non è il mezzo ma la testa che ci sta dietro a chi la utilizza: vedi img dell’Arsenale di Venezia.

- Film di Bertolucci “Prima della rivoluzione” ha una scena che si svolge in una camera ottica. https://www.dailymotion.com/video/x709i7o Storia incestuosa tra zia e nipote che arrivano al castello di Fontanellato ed entrano nella camera ottica a dove c’è un gioco di lenti dove si riesce a vedere come funziona il procedimento. In sostanza anche Caravaggio l’ha usata, solo che non lo sappiamo mentre per Canaletto è documentato Pag 2

- Altro dipinto di Bellotto 1743 con porta di Santo Spirito che collega San Pietro con Trastevere: contro il muraglione qualcuno fa pipì. Per Bellotto fa “VITA”, non è da censurare

- Dipinto di Bellotto ambientato nel borgo di Gazzada (VA) che sta alla pinacoteca di Brera: luce fredda, alpi in lontananza. Qs quadro sta in coppia con quello della villa padronale dove lui era andato ospite alla villa dei marchesi Perabò

- Veduta di Villa Perabò a Gazzada: 1748 anch’essa a Brera oggi si chiama villa Cagnola, che fa capo alla Santa Sede e contiene una magnifica raccolta di quadri: dipinti toscani, senesi e fiorentini, “Madonna Cagnola” capolavoro. Sono stati modificati gli arredi al pianterreno ma al piano superiore è quella ottocentesca. Un dettaglio compare nell’edizione Einaudi de “La cognizione del dolore” di Carlo Emilio Gadda per volontà dell’autore: libro sul rapporto dei lombardi con il dolore, ha assorbito l’accezione (figlio che ha ucciso la madre).

- Bellotto e Canaletto usavano entrambi la camera ottica. Bellotto nasce a Venezia e muore in Polonia.

- Nel 1794 Bellotto viene a Milano (ci sono gli austriaci) e fa tre quadri, a lui dobbiamo le più belle immagini di Milano del 1700: 1) veduta del Castello Sforzesco, oggi sta in un castello della Repubblica Ceca, non si sa per chi Bellotto l’avesse dipinto, fatto sicuramente con la camera ottica. Lo vediamo con l’arco della pace alle spalle come se fossimo nel parco Sempione: oggi non ci sono più le mura spagnole (eliminate nel 1800), la porta cinquecentesca non c’è più, in centro c’è la torre di Bona Pag 3

di Savoia (non la torre del Filarete cinquecentesca, ricostruita dall’arch. Luca Beltrami a inizio 1900 che ha salvato il castello dalla speculazione edilizia). In età austriaca il castello era una caserma e un carcere.

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- Altro quadro di Bellotto del 1744 su Milano col 2) Palazzo dei Giureconsulti (architettura manierista) sulla sx e il Palazzo del Broletto sulla dx (dove si sente l’eco in piazza dei Mercanti), in fondo c’è il Duomo ma ha ancora il tiburio rinascimentale e manca ancora la guglia con la Madonnina che sarà costruita nella seconda metà del 1700. Bella l’idea dell’ombra del palazzo di dx (vecchie pescherie) proiettata sul quello di sx. Nella nicchia oggi c’è la statua di S. Ambrogio, prima ce n’era una di

Filippo II signore di Milano.

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- NB per anni lui aveva inserito nell’esame di Arte Moderna la lettura dei Promessi Sposi (!): edizione 1827 e 1840 (quarantana) tra l’una dell’altro cambio della lingua e risciacquatura panni in Arno. Capitolo 12 arriva Renzo a Milano all’inizio dei moti per il pane (ci legge da “già era di nuovo finita la fiamma” fino a “ora vengo io marmaglia”) e invece di andare al convento si ficca nella “strada di Pescheria vecchia” e da lì nella piazza dei Mercanti con la statua di Filippo II (re di Spagna e signore di Milano) di Andrea Biffi serio burbero accipigliato (siamo nel 1630). La statua non c’è più perchè nel 1800 quando a Milano arrivano i francesi l’hanno sostituita con il tirannicida Marco Bruto che ha ucciso Giulio Cesare, che fu anch’essa mutilata: le immagini non sono neutre, soprattutto quelle con valenza politica è soggetta alla damnatio memoriae quando muta il regime. Nel 1830 poi è diventato S. Ambrogio tardo neoclassico. Es. Busto di Mussolini scolpito da Wildt ora sta nelle cantine Unimi

- Vediamo l’illustrazione di Gonin della pagina dei Promessi Sposi della statua di Filippo II. Manzoni si convinse che un libro illustrato non poteva essere piratato.

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- Terzo quadro di Bellotto del 1744 con chiesa di S. Eufemia e S. Paolo Converso a Milano http://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/70484/Bellotto %20Bernardo%2C%20Veduta%20di%20Milano%20con%20le %20chiese%20di%20S.%20Eufemia%20e%20S.%20Paolo %20Converso#lg=1&slide=0 era di proprietà di Pietro Barilla poi nelle raccolte dell’arcivescovo Pozzobonelli a Milano oggi raccolti nel Museo Diocesano. C’era una carrozza di fronte ad un monastero femminile dell’ordine delle Angeliche fondato dalla contessa Guastalla, che occupava la chiesa di San Paolo Converso rappresentata sulla dx https://milano.corriere.it/foto-gallery/cronaca/16_dicembre_10/milanovista-bellotto-come-era-come-oggi-5bdd161a-bf08-11e6-b7f02f6636f68ecb.shtml?refresh_ce-cp

- Piazza S. Eufemia come è oggi: la facciata odierna è un’invenzione neoromanica del 1870 dell’architetto Terzaghi non è quella medievale vera. Non sempre lo stile coincide con l’epoca in cui i manufatti sono realizzati: c’è il fenomeno del revival, che sono sempre esistiti (“arcaismi”). In quell’epoca sono stati eliminati interi periodi storici perchè si pensava che solo il Rinascimento era degno di essere ricordato, il Medioevo no.

Pa

- Altra immagine cartolina di S. Eufemia dell’incisore bolognese Marcantonio dal Re: lui non è un grande incisore, fa stampe che sono poco più che cartoline postali ma sono importanti perché rappresentano tante chiese di Milano, una città che ha poche vedute e scarsa fortuna visiva (è una città che non ha mai giocato la carta della bellezza visiva e ha sempre avuto un complesso di inferiorità rispetto a Firenze e Roma), solo quelle di Bellotto

- Qui siamo nel 1744, atteggiamento di Bellotto illuminista nei cfr della realtà (aria fredda).

- Ma contemporaneamente nel 1750 c’era anche il rococò opera di Francesco Zuccarelli di Pitigliano rappresenta una delle isole Borromee e cioè l’isola Madre (quadro sta all’isola Bella) in modo più lieve.

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