Tesina nyaya vaisesika PDF

Title Tesina nyaya vaisesika
Author Daniela Mora
Course Filosofie dell'india e dell'asia orientale
Institution Università di Bologna
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Summary

filosofia indiana...


Description

IL NYAYA VAISESIKA

Le scuole brahmaniche Nyaya e Vaisesiska si fondono in una unica tradizione nel corso della seconda metà del primo millennio; i loro ambiti d’indagine sono rispettivamente la logica epistemologia e l’ontologia. La complementarietà delle loro dottrine permette di considerarle come una unica scuola filosofica. 1. Mezzi di conoscenza e struttura dell’Inferenza del Nyaya In ambito epistemologico la scuola bramhanica Nyaya individua quattro mezzi di conoscenza validi, attraverso i quali è possibile ottenere una conoscenza certa: la percezione diretta, l’inferenza, l’analogia e la parola autorevole. Soprattutto i primi due sono oggetto di un ampio dibattito tra le scuole filosofiche indiane 1. La percezione diretta non si riferisce solo alla conoscenza sensibile ma anche alla percezione delle emozioni e dei sentimenti, la sua peculiarità sta nell’essere quella modalità del conoscere che funziona in maniera diretta, cioè senza nessuna mediazione mentale e concettuale. Epistemologia e logica si trovano in rapporto di continuità nella filosofia indiana, come dimostrano anche le dottrine del Nyaya. Infatti l’inferenza è un ragionamento logico2, e si tratta di un processo mentale che stabilisce una concomitanza non casuale, dimostrata per somiglianza o dissimiglianza, attraverso la presentazione di un esempio facilmente riscontrabile nell’esperienza comune. La struttura dell’inferenza considerata valida dal Nyaya è composta da cinque membri 3: tesi, probans, esempio, applicazione e asserzione conclusiva. Proprio la presenza dell’esempio è ciò che rende il ragionamento logico connesso con la realtà. 2. Ontologia del Vaisesika Alcune posizioni del Vaisesica sui problemi di natura ontologica sono motivo di contrasto con altre scuole sia bramhaniche che buddhiste, in particolare la concezione della natura degli aggregati interi, che si ripercuote anche sul concetto di divenire. La scuola Vaisesika è realista e atomista, è interessata a catalogare tutto ciò che esiste, infatti tutto il reale può essere classificato in sei categorie: sostanza, qualità, movimento, universalità, particolarità e inerenza. La sua concezione atomista prevede che le prime quattro sostanze (aria, terra, fuoco, acqua) siano composte da atomi eterni, invisibili e diversi tra loro4. L’esistenza degli aggregati interi, che contrasta con le teorie buddhiste5, viene giustificata dal fatto che l’intero ha delle qualità nuove e diverse rispetto alle sue parti, ed è questo che ne attesta la realtà6. L’idea che dall’aggregazione degli atomi venga ad essere qualcosa che prima non c’era implica la concezione di un divenire che produce qualcos’altro, contrariamente alla visione classica indiana che intende il divenire come trasformazione di qualcosa che rimane sempre uguale a se stesso nella sua essenza 7. Non solo, la concezione del Vaisesika del divenire si riflette sulla 1 In particolare la scuola logico epistemologica buddhista ammette solo due mezzi di conoscenza, includendo l’analogia nell’inferenza e la parola autorevole nella percezione, e apporta inoltre delle modifiche e innovazioni. 2 Non va confuso con il sillogismo aristotelico che pertiene alla logica formale. 3 Non tutte le scuole concordano, in ambito buddhista lo schema inferenziale sarà ridotto a tre membri. Il Nyaya utilizza lo schema inferenziale per dimostrare la non eternità del suono in contrapposizione alla tesi della scuola Mimamsa. 4Anche il jainismo prevede l’esistenza degli atomi nella composizione della materia, ma per i jaina gli atomi sono tutti identici. 5 Uno degli insegnamenti più importanti del Buddha stabilisce che gli aggregati sono impermanenti e privi di sostanzialità. 6 Ad esempio un carro si può spingere e tirare a differenza dell’insieme delle sue parti, inoltre l’intero è diverso dagli atomi perché possiede la qualità di essere visibile. 7 Già nelle Upanisad antiche, dove viene affrontato il rapporto tra Essere (sat) e non-Essere (asat), viene affermato che dal non-Essere non può nascere l’Essere.

teoria della causalità, il fatto che l’aggregazione degli atomi abbia per effetto la nascita di una entità nuova e diversa smentisce la teoria della preesistenza dell’effetto nella causa8: perché l’effetto possa dirsi reale deve prima essere prodotto e conosciuto attraverso i mezzi di conoscenza, e ciò che è irreale può essere stabilito con un processo mentale procedendo per negazione.

Bibliografia Sferra, F. (a cura di), Filosofie dell’India, Roma. Carocci, 2018 Marchignoli, S., L’India filosofica: un percorso tra i temi e problemi del pensiero indiano, Bologna 2005 Torella, R., Il pensiero dell’India. Un’introduzione, Roma 2008

8 Nel Vaisesikasutra sulla cognizione dell’irrealtà viene confutata la teoria della preesistenza dell’effetto nella causa, sostenuta invece dalla scuola Samkhya....


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