Un’arte che scompone il reale + il treno ha fischiato - trama PDF

Title Un’arte che scompone il reale + il treno ha fischiato - trama
Author _ Sistajehh
Course Letterature comparate
Institution Università degli Studi di Catania
Pages 1
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Summary

analisi dei singoli capitoli in questione del libro di Luigi Pirandello....


Description

Un’arte che scompone il reale da L’umorismo La definizione dell’umorismo➨ La prima parte del passo contiene la definizione dell’umorismo secondo Pirandello; l’umorismo riflette in sé il carattere non organico della realtà, la sua mancanza di unità e coerenza. Se la realtà per Pirandello è un fluire continuo, l’arte umoristica fa saltare le barriere fittizie. E’ l’arte che ha preso consapevolezza della fisionomia della realtà. L’umorismo e la crisi di una visione del mondo➨ L’ “umorismo” per Pirandello è manifestazione della realtà moderna. L’umorismo e la disgregazione della personalità➨ L’arte umoristica va a fondo nel disgregare la psicologia degli uomini, che non appare più come un insieme unitario e armonioso, ma altro non è che l’urtarsi di personalità diverse e di stati umani che si alternano. La scomposizione “umoristica” fa così emergere il volto oscuro della psiche umana che non sospettiamo di avere e in cui non ci riconosciamo. Il treno ha fischiato La novella narra dell’improvvisa follia di un impiegato modello, Belluca, che si ribella al capoufficio e viene portato in manicomio. La ragione del gesto sta nella rivelazione dell’esistenza di un’altra vita, della quale egli ha avuto l’improvvisa intuizione udendo il fischio di un treno, che provoca in lui la tendenza all’evasione nel mondo dell’immaginazione e della fantasia. La novella ha la struttura dell’inchiesta, cioè della ricerca di una verità che si cela dietro un evento insolito. L’inizio è in media res, cioè senza che vengano raccontati i fatti antecedenti alla vita di Belluca. Solo in un secondo momento si ottiene un ritratto compendiario del nostro protagonista. L’inchiesta comincia quando la voce narrante assume un volto. Si tratta di un narratore-testimone, che ben conosce l’eroe. La spiegazione del mistero è presentata infine dal punto di vista del protagonista stesso. L’inchiesta segue dunque un movimento che va dall’esterno all’interno del personaggio. La novella ritrae un tipico piccolo ambiente borghese, e Belluca è l’emblema di una eguale condizione metafisica dell’uomo: di colui che è imprigionato nella “trappola” della famiglia e del lavoro. In lui la “vita” è mortificata poiché è prigioniero di una famiglia opprimente e di un lavoro monotono e alienante. La causa che ha scatenato la follia in Belluca è la cosiddetta epifania, che scatta in questo caso in conseguenza ad un evento banale, il fischio di un treno. La “trappola” è simboleggiata dallo spazio ristretto, mentre la “vita” si presenta come un’ampia prospettiva spaziale: Firenze, Bologna, Torino, Venezia, poi Siberia, Congo, etc. Ma succede che dopo il gesto liberatorio, Belluca ritornerà entro i limiti del meccanismo al quale si è ribellato. Dunque torna al suo lavoro e ad essere il padre di famiglia. Egli può sopportare questo meccanicismo grazie alla valvola di sfogo quale è la fantasia. Come sempre, in Pirandello, nella follia c’è una logica organica che è contrapposta al sistema; questa logica smonta il meccanismo che è solo apparente; l’irrazionalità caso può in ogni istante farlo esplodere dall’interno, determinando il crollo di ogni costruzione fittizia....


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