Ungaretti PDF

Title Ungaretti
Author Anna Braga
Course Italiano anno 5
Institution Liceo (Italia)
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Giuseppe Ungaret Poeta italiano del 900 che in una prima parte del suo tempo aderisce all’ermetismo e poi se ne distacca È un poeta ed intellettuale cosmopolita perché lui nasce alla fine dell’800 da genitori toscani che si erano trasferiti ad Alessandria d’Egitto, e in questo paesaggio esotico ascolta i racconti della madre ed è colpito nel cuore dal mito della terra d’origine, il padre lavorava per lo scavo del canale di Suez e la madre gestiva un forno, il padre morirà per un infortunio e continuerà a vivere con il desiderio di visitare prima o poi le terre dei suoi avi (Italia) Temi riguardanti la sua infanzia che ricorrono nelle sue poesie:  dimensione luce accecante  rumori sinistri della notte  sabbia, deserto  i contorni dei paesaggi del deserto che si modificano (senso di precarietà). Studia ad Alessandria e da giovane inizia ad avere contatti con molti intellettuali francesi tra cui anche anarchici A 24 anni, nel 1912 riesce ad andare a Parigi (città che desiderava visitare, dai racconti dei fuoriuscitimito di Parigi) che era la culla dell’avanguardia, per quanto riguarda la letteratura, la filosofia e l’arte. Gli anni parigini sono gli anni segnati dal bisogno di una ricerca interiore. Durante questo viaggio decide di fare una sosta in Italia (che non aveva mai conosciuto), si ferma a Lucca e per lui persino il paesaggio è completamente diverso, la montagna diventa una specie di mito di stabilità. Prosegue nel viaggio verso Parigi accompagnato da un amico Moammed Sceab (poesia dedicata a questo amico che muore suicida a Parigi, probabilmente perché questo giovane uomo si sentiva uno sradicato ovunque, problema di identità). Lui a Parigi incontra le avanguardie (gruppo di artisti che fa delle scelte molto oltre l’orizzonte culturale del loro paese) tra cui : filosofo Henry Bergson, artisti: Picasso, Modigliani, De Chirico e scrittori: Aldo Palazzeschi. La sua facilità di stringere rapporti denota il suo carattere cosmopolita. Ungaretti : poeta soldato (collegamento con inglese war poets) convinto della vittoria mutilata, attivo interventista, partirà volontario per la guerra (1915) spedito sull’altopiano friulano del Carso (trincea) come soldato semplice, lui sperimenterà le malattie, i pidocchi, il freddo, l’orrore e la crudeltà della guerra, che emergerà nelle sue poesie ( dichiara l’insensatezza della guerra), lui sostiene che scrivere poesie gli ha salvato l’anima perché è stato “l’unico momento in cui si è sentito vivo”. Stretto amicizia con un ufficiale: Ettore Serra Quando finisce la guerra, Ettore Serra aiuterà Ungaretti a pubblicare la sua prima raccolta di poesie (1916) “il porto sepolto”, che rielaborerà e colmerà e pubblicherà con un nuovo nome “allegria dei naufragi” e successivamente altra edizione “l’allegria”(L’edizione definitiva sarà del 1942) Nei primi anni aderisce al fascismo, Mussolini firma un’edizione del porto sepolto, dopo di che grazie ai suoi legami politici con il fascismo va a Roma e ottiene un impiego importante all’ufficio stampa del ministro degli esteri (visione politica molto oscillante tra anarchismo e fascismo). Le poesie del porto sepolto sono quelle più vicine all’ermetismo, poi nel 1933 esce una nuova raccolta più tradizionale legata all’ordine, alla misura “sentimento del tempo”. Ungaretti dopo diversi anni si avvicina al cattolicesimo. Lui pubblica saggi e gira il mondo e nel 1936 viene conferita la cattedra di letteratura italiana all’università di San paolo del brasile, si stabilisce li con la moglie e le figlie. Lui era molto interessato

alle culture altrui, tra cui anche quella sudamericana, fino a quando il figlio piccolo muore per una semplice appendicite e nel frattempo perde il fratello, questi due eventi segnano la sua vena poetica. Nel 1937 pubblica una nuova raccolta “il dolore”: dolore considerato una condanna per l’uomo. Nel 1942 Ungaretti torna in Italia, che viene accolto con delle onorificenze, riceve la cattedra di letteratura italiana presso l’università di Roma. Raccolta “vita di un uomo” comprende tutte quelle già pubblicate. Chiave interpretativa universale: il dolore è suo ma è anche ti tutti gli uomini che hanno perso qualcosa (è allo stesso tempo privato e universale). Dopo la caduta del regime Ungaretti si trova in difficoltà, tuttavia la sua fama sia in Italia che all’estero è così vasta che verrà, ben presto, superata la sua ostilità. VITA DI UN UOMO unica raccolta di testi che vogliono simboleggiare come vita e poesia siano sullo stesso piano, due elementi inscindibili, vuole sottolineare come dal particolare si possano trarre lezioni universali, sembra che la poesia permetta di interpretare le sue vicende biografiche (la letteratura ti permette di mettere a fuoco chi sei e cos’è la tua vita). PORTO SEPOLTO vari motivi di ispirazione: il paesaggio che è sia quello dell’infanzia di Ungaretti (paesaggio egiziano, piattezza del deserto), che quello dell’Italia (meta magica che non conosce e rivive tramite le storie dei suoi antenati raccontate dalla madre) apertura mentale che lui incontra a Parigi:  simbolismo e perché affascinato da tutto ciò che riguarda il mistero (soprattutto per l’uso dell’analogia)  futurismo perché lavora del modo tutto inedito sulla parola (accostamenti, disposizione, spazi , concretezza). Ungaretti sostiene che la letteratura dell’Ottocento, e in particolare la poesia, aveva cercato il conoscere reale in modo analitico, istituendo collegamenti chiari e immediatamente comprendibili tra i concetti . si tratta tuttavia di una conoscenza capace di rivelare solo gli aspetti immediati e superficiali della realtà e non la sua essenza profondacontrappone il suo nuovo modo di fare poesia, “rapido”, cioè sintetico che sa mettere in contatto immagini lontane (analogia) Il poeta con le parole dovrebbe fare come fa il selvaggio di fronte a un orologio (lo apre, lo smonta, guarda tutti i pezzi che lo compongono) Aspetti formali:  Particolare è il verso : talmente breve che i versi sono spesso singole parole, frutto di un lavoro di eliminazione, come se il poeta lavorasse togliendo le incrostazioni letterarie che nel corso degli anni hanno fossilizzato il linguaggio per andare a cercare la parola che meglio esprime quello che lui vuole: “la parola è scavo”. Le parole devono essere riportate alla purezza,dovrebbero rappresentare i segnali precisi, assoluti del sentimento del poeta.  Lui comunque considera due classici della letteratura italiana Leopardi e petrarca anche se operano in modo diverso da ungaretti.  non c’è più una struttura metrica definita (leopardi: verso libero) alcune parole così evocative da costituire un intero verso. La poesia di Ungaretti non è solo formale ma è secondo lui anche un’esigenza morale perché ritiene che la poesia abbia un compito di perfezionamento interiore, di ricerca della volontà; diventa una

forma di conoscenza (simbolisti: conoscenza alogica con utilizzo dell’analogia che ha una potenza evocativa che ha più valore del rapporto causa effetto) che viaggia su dei binari che non sono quelli consueti della razionalità ma sui binari dello scavo della ricerca che fa con le parole, lavoro faticoso “per me la tragedia è nel trasformarsi della parola in rivelazione, tutto il tormento dell’artista è li” stesso parto mentale che è nello scultore, lo sforzo di dare l’esatta forma di quello che lui ha in mente alla materia, il poeta è anche più sottile perché lui di materia ne ha tanta quindi deve togliere e cercare quello che per lui ha senso, quello che per lui significa. L’ALLEGRIA è una raccolta poetica che si concentra sul culto della parola: unisce le parole in modo inedito, la sintassi risulta sospesa, spezzettata; alcune parole sembrano essere messe per farle spiccare. Il titolo dell’opera: Il porto sepolto origine: deriva da un’antica legenda egiziana che gli avevano raccontato di una città antichissima sommersa dalle acque, il poeta doveva andare in profondità per recuperare i reperti (metaforicamente: il poeta doveva immergersi nel suo abisso interiore per recuperare i tesori delle parole per portarle in superfice) L’allegria di naufragi  ossimoro: la gioia della vita nel momento in cui ci si rende conto di uno scampato pericolo, mi accorgo di quanto sono attaccato alla vita proprio nel momento in cui provo più dolore e quindi cerco di recuperare una situazione di armomia con il mondo poesie parlano molto della sua esperienza di guerra ma anche della sua esperienza di poeta in maniera positiva. Poesie che presentano anche lo slancio vitalistico. Nelle poesie in cui parla dell’esperienza come volontario sul carso, emerge l’insensatezza della guerra, la crudeltà e nello stesso tempo il bisogno di vita che è proprio del poeta che lui colma con la poesia (slancio vitale), c’è una voglia di attaccamento alla vita (presenza della speranza che si possa cancellare il dolore almeno temporaneamente). Si parte dalla sua riflessione autobiografica per arrivare a una riflessione che è universale perché è vero che non tutti abbiamo passato una notte in trincea ma tutti nella vita proviamo momenti di dolore e lui spera che loro possano trovare il sentimento di attaccamento alla vita. Ricerca di un dio. Questa tensione dolore e vita è anche contraddistinta da un senso di inquietudine, straniamento, inadeguatezza proprio quello che sentiva il suo amico moamed sceab. Poesie non sono difficili da comprendere nonostante la sintesi, lui voleva essere compreso.

In memoria la poesia che apre la raccolta “Il porto sepolto”, è dedicata a Moammed Sceab, amico di Ungaretti durante l'infanzia trascorsa ad Alessandria d'Egitto ed emigrato come lui a Parigi. Moammed, però per sue problematiche personali legate all’individualità, all’identità e allo sradicamento, non riesce a sopportare la sua condizione di nomade senza patria e si suicida nel 1913 in una stanza dell’albergo di rue des Carmes dove alloggiava anche il poeta. In Vita di un uomo, Ungaretti definisce Moammed Sceab un ragazzo dalle idee chiare che – a differenza di lui, rimasto fedele a Mallarmé e Leopardi – prediligeva Baudelaire ed era addirittura soggiogato da Nietzsche, autori che spesso diventavano per i due amici occasione di discussioni interminabili. L’amico si trova in una situazione di ambiguità e non ha la salvezza che ha invece Ungaretti che è quella della scrittura.

IN MEMORIA. Locvizza il 30 settembre 1916. 1 Si chiamava Moammed Sceab Discendente di emiri di nomadi 5 suicida perché non aveva più Patria Amò la Francia e mutò nome 10 Fu Marcel ma non era Francese e non sapeva più vivere nella tenda dei suoi 15 dove si ascolta la cantilena del Corano gustando un caffè E non sapeva sciogliere 20 il canto del suo abbandono L’ho accompagnato insieme alla padrona dell’albergo dove abitavamo 25 a Parigi dal numero 5 della rue des Carmes appassito vicolo in discesa. Riposa nel camposanto d’Ivry 30 sobborgo che pare sempre in una giornata di una decomposta fiera 35 E forse io solo so ancora che visse

 Andamento esclusivamente verticale con delle parole isolate : “suicida”, “patria”, “vivere”, “il canto”.  Accostamento inedito di aggettivi e nomi che appartengono a diverse sfere di significato: 1) “appassito vicolo”senso di disfacimento e della povertà e precarietà della loro esistenza appassito appartiene alla sfera della botanica e invece ora è accostato in maniera inconsueta a vicolo, 2) “decomposta fiera”si parla di un sobborgo (“camposanto d’Ivry) a cui sono andati lui e la padrona di casa, un sobborgo che appare come la piazza di un mercato quando rimangono solo i rifiuti, quando è svuotata dalle persone e dai banchi che la animavano qualche momento prima.  Chiusura emblematica: “e forse io solo so ancora che visse” ci segnala due aspetti fondamentali per ungaretti: 1) l’importanza del canto, ciò della poesia che permette di ricordare, “poesia è un monumento per l’eternità” lo stesso Moammed Sceab può continuare a vivere in quanto ricordato 2) poesia come testimonianzasolo io so che lui visse, solo io sono il custode della sua esistenza peraltro dimenticata e passata inosservata agli occhi degli altri.  Tuttavia,nonostante il tono sia molto lucido, è un racconto anche piuttosto secco della povera esistenza di Moammed Sceab, non è un canto in cui si evince lo scoraggiamento del poeta e la voglia di farla finita anche lui, tutt’altro: la salvezza del poeta ed è quello che invece non ha salvato Moammed Sceab è che “non sapeva sciogliere il canto del suo abbandono” non sapeva come esprimere quel groviglio interiore di turbamento, dei dubbi, della fatica di vivere di integrazione che Ungaretti è riuscito ad esprimere con la poesia e invece il povero Moammed no.  Temi:  il suicidio ma soprattutto le ragioni del suicidio (v-6 fino a 21) un senza patria, colui che non ha saputo trovare le ragioni per continuare a vivere: naufragio di un’esistenza  rifugio consolatorio della poesia che permette di esprimere, trovare una ragione della propria esistenza, tirar fuori quello che si ha dentro e magari fa soffrire, è lo stesso atto di scrivere che è curativo (memoria di Petrarca = “sua scrittura forma di cura del suo tormento interiore”) (v.18-21)  qualità della scrittura: racconto secco con elementi tipici dell’ermetismo (parola verso, accostamento inedito), stile sobrio che ha anche un determinato ritmo (lento che ha la cadenza di una marcia funebre), ma non è incline all’urlo al patetismo, all’indignazione è molto contenuto e lucido perché c’è il dominio della ragione  v.18-21 e v.35-37 si possono collegare concettualmente secondo l’aspetto di poesia come capacità di espressio Mariano è una località sul carso ricordo e poesia com Inizialmente il titolo era soldato poi ha voluto cambiare il titolo in fratelli per rappresentare chi come lui aveva affrontato il grigiore della guerra, e perché la guerra aveva Parola tremante come se facesse una sorta di eco, ma allo stesso tempo docile e fragile come una foglia appena nata questo legame affettivo nell’orrore della guerra è fragile e tenero come una foglia appena nata Foglia appena nata = analogia

FRATELLI Mariano il 15 luglio 1916

Parola tremante = sinestesia parola tremula, bisbigliata È un fratello perché soffre insieme Ring composition  composizione che inizia con una parola e si conclude con la stessa parola

Di che reggimento siete Fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata1 Nell’aria spasimante2 involontaria rivolta3 dell’uomo presente alla sua4 fragilità NATALE

Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo5 di strade

Sto con le quattro capriole di fumo del focolare

Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi così come una cosa6 posata in un angolo e dimenticata Qui7 non si sente altro che il caldo buono

La domanda è banale per la situazione eccezionale, e la si fa aggiungendo la parola fratelli per creare subito legame, è una parola che crea immediatamente solidarietà perché questi due uomini soffrono insieme lo stesso dolore, si legge il dramma perché quello che soffro io lo soffre anche lui (ideale dell’humanitas,

NATALE Momento di licenza, la sua stanchezza è tale che lui vorrebbe essere come un soprammobile (posato da una parte e dimenticato), l’unica cosa importante per lui è stare al caldo con capriole di fumo (sua presenza e unica cosa che lo conforta) momento di depressione, di atrocità. Nella semplicità del titolo che rimanda a un momento felice c’è un contrasto tra il titolo e il suo sentimento (non ho voglia).

1 La parola “fratelli”è simbolo di una spontanea solidarietà tra gli uomini ed appare fragile e tremante 2 Che soffre, aria piena di rantolinotturno rumoroso carico di dolore 3 Nell'edizione del 1919 era “implorazione/sussurrata/di soccorso”. Più facilmente comprensibile, ma decisamente meno efficace.--> rivendicare la solidarietà umana appare quasi una trasgressione 4 Di fronte, la deve constatare la legge negli occhi dell’altro soldato 5 Groviglio 6 similitudine 7 Ovviamente è in contrapposizione ad un là...


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