Wolfgang Behringer, Le streghe PDF

Title Wolfgang Behringer, Le streghe
Course Storia Moderna I
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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WOLFANG BEHRINGER, LE STREGHE INTRODUZIONE. Quella della stregoneria è una credenza comune a molte culture e si basa sul capovolgimento delle norme centrali di una società che porta, di conseguenza,all’applicazione di credenze fuorvianti quali l’avere il potere di fare del male ricorrendo a forze soprannaturali, godere di comportamenti sociali e sessuali fuorvianti e provare affinità per la notte o, comunque, per quanto è collegato al mondo notturno. Oggi gli studi sulle streghe si allontanano dalle credenze che per anni hanno avvolto questo mondo come, ad esempio, la dottrina cristiana del demonio o i vari processi inquisitori, e si concentrano su caratteri psicologici e storici. Analizzare la stregoneria da un punto di vista universale è, infatti, impossibile perché non è mai esistita una credenza universale e si può cogliere il carattere specifico della trattazione solo ponendosi in una prospettiva più ampia. Il mondo europeo ha trovato, nelle sue formulazioni, rapporti contrastanti tra il concetto di stregoneria e la sua rappresentazione e fondamentale è stata la demonologia cristiana:  Agostino (354-430):stregoneria collegata a un patto segreto con il diavolo;  Burchard di Worms(965-1025):stregoneria come attributo di poteri non posseduti;  Kramer (1430-1505):stregoneria come strumento cospiratorio permesso da Dio contro la società cristiana;  Johann Weyer (1515-1588): stregoneria come espressione della malinconia nei confronti della quale era necessario nutrire un atteggiamento indulgente e compassionevole;  Illuministi: stregoneria come meccanismo di fatto inesistente tanto da rendere vilipendiosa l’uccisione delle streghe;  Romantici: stregoneria come movimento di donne sagge messe a protezione dei segreti di un’antica cultura popolare; E’ possibile notare come a correnti sviluppate post-rivoluzioni (Illuminismo e Romanticismo) corrisponda un nuovo modo di vedere e interpretare la stregoneria: ecco che le streghe sono portatrici di un sapere antico che tendono a conservare e proteggere, come sostenuto da Emile Durkheim (1858-1917), mosse da moti pulsionali, che rimuove l’inconscio per deviare la propria aggressività e il fenomeno della caccia alle streghe come sintomo della società in crisi (da questo punto di vista, come sostenuto da Malinowski e Freud, la magia rappresenta lo strumento di realizzazione dei desideri più antichi propri, cioè, delle società primitive). Ma questo è un discorso che può essere applicato solo al mondo di ieri: oggi, la stessa lotta contro le streghe, è una lotta contro il male che permette di tergiversare, ma anche di rispondere sul perché esistano sofferenze, crudeltà, morte e disgrazie. La stregoneria non deve essere analizzata solo da un punto di vista storico perché, di fatto, storico è solo il contesto e non è un contesto limitato nel tempo che si esaurisce dopo un certo periodo: il fenomeno deve essere considerato nella sua interezza, antropologica e culturale, inserita all’interno di un quadro storico.

1.LA CREDENZA Le streghe e i loro accusatori sono persone che dovrebbero piacersi, ma in realtà non si piacciono. Nel 1975 il governo socialista del Benin promosse la stampa di un francobollo sul tema della lotta contro la stregoneria (La lutte contre la sorcellerie) affinchè venisse percepita una campagna delle streghe come una forma di lotta di classe: nell’Africa occidentale e nelle società tradizionali africane, la ricchezza è così lontana dalla disponibilità economica da essere ricondotta alla magia. In realtà questa campagna ebbe un effetto opposto collegato alla mancata propaganda a favore delle vaccinazioni: iniziarono a essere perseguitate e uccise molte donne anziane ritenute responsabili della diffusione di un’epidemia di tetano che aveva ucciso molto bambini. A questo deve essere aggiunta una finta dichiarazione radiofonica nella quale le donne avrebbero affermato di essersi trasformate in civette e di aver stregato i bambini, tramutate le loro anime in bestie e di essersi di queste cibate. L’episodio deve essere contestualizzato in un range culturale e religioso di un Paese in via di sviluppo e con un’alta mortalità infantile, dove la religione animistica andava per la maggiore; permette, inoltre, una correlazione con l’immaginario latino delle “strigae”e con quello americano e meridionale asiatico. Testimonianze sul principio delle rappresentazioni magiche delle metamorfosi degli animali e dei voli magici sono reperibili, limitatamente al mondo preistorico, nei manufatti, nelle pitture rupestri e in quelle parietali di carattere magico-religioso. Informazioni più precise e dettagliate arrivano, però, dopo l’invenzione della scrittura e permettono di rilevare come la stregoneria sia un tema presente sin dalla notte delle notti: la credenza nel mondo magico è un fatto tanto esterno e storico quanto interno e psichico tanto che tentativi di dare senso al mondo circostante senza far riferimento all’esperienza sono presenti dall’infanzia (è necessario pensare anche solo alle favole). L’esempio del Benin non deve indurci nella tentazione che in tutta l’Africa si attui una vera e propria caccia alle streghe perché in certe società la disgrazia viene semplicemente attribuita alle divinità. Uno studio condotto da Evans-Pritchard ha dimostrato come dalla credenza sulle streghe si strutturi l’organizzazione sociale: l’antropologo Max Marwick raccolse nella popolazione africana orientale dei Cewa 200 casi di disgrazie e dimostrò come il 100% degli analizzati facesse risalire la disgrazia al maleficio e solo in casi concreti si arrivava al 54%: ¼ riconduceva la disgrazia a cause naturali o a Dio, mentre il resto si divideva tra gli spiriti degli avi e le persone che non erano viste come streghe. È stato inoltre notato come nel 74% dei casi sia stato identificato il nome della strega, nel 78% vi sia stato un legame di parentela e nel 21% erano parenti alla lontana. Il Ghana il 41% degli studenti dava per probabile l’esistenza delle streghe, mentre il 35% la riteneva certa; in Zambia il 9% degli studenti di una scuola superiore negava un collegamento tra le streghe e le malattie, l’83% condivideva il collegamento e il 62% lo affermava con un elevato margine di certezza. Insistere sull’esistenza di un carattere magico è sinonimo di essere coscienti di un pericolo nascosto: Schapera fece notare che nel Botswana la stregoneria era sottoposta alla fgiustizia dei capi e che la persecuzione e la tortura facevano parte del diritto precoloniale. Certo è che dopo la decolonizzazione, in Africa crebbero i movimenti avversi alla stregoneria proprio come è stato dimostrato da Witchcraft in contemporary Tanzania di Mary Douglas e Max Marwick. Poco interesse di ricerca è stato suscitato dal mondo orientale dell’Asia, dell’Australia e dell’Oceania sebbene la ricerca che Malinowski condusse nel 1922, Argonauti del Pacifico occidentale, sul fenomeno del bwagau (mago cattivo) e dei mulukwausi (streghe volanti): risultato finale della ricerca fu la scoperta che ogni fase della vita, comprese le disgrazie, è riconducibile alla stregoneria. Philip Kuhn con Soulstealers. The Chinese sorcery scare of 1768 mostra un esempio di panico da stregoneria in una società progredita quale era quella orientale dove le comunità, per quanto fossero di diverse culture, conoscevano tutte l’immaginario della stregoneria. È bene sottolineare come, però, la credenza nella stregoneria non sia tipica di tutte le società e culture, ma anzi come venga da molte derisa. La cultura che ha esercitato una maggior influenza è quella africana che, mantenendosi incalzante nonostante gli sforzi dei missionari cristiani, ha portato nell’America meridionale a

un aumento delle religioni vodoo caratterizzate da una grande paura nei confronti delle streghe. In Navaho Witchcraft , Clyde Kluckhohn ha evidenziato i processi che hanno portato all0uccisione delle streghe: Messimo e Perù sono casi eccezionali sia perché esistono testimonianze risalenti al XVI secolo sia perché il nagualismo(fede negli spiriti animali) sopravvive a tal punto da rinunciare ai simboli degli evangelisti (aquila, toro e leone) perché non vengano idolatrati. La questione delle streghe è stata affrontata in Witchcraft and sorcery of the American native people:l’immaginario stregonesco nella regione PuebloIndiana è collegato all’aumento della rovina del raccolto, proprio come nell’antico regime europeo. Parimenti al Messico, dove le condanne a morte delle streghe erano realizzate anche senza l’autorizzazione governativa, l’abolizione del reato di stregoneria portò in Europa ad azioni illegali quali il linciaggio e il successivo omicidio delle presunte streghe e tutt’ora la credenza alla stregoneria è tendenzialmente in crescita (si parla di una percentuale compresa tra il 10% e il 30%), soprattutto nello stato tedesco. Ma questi dati permettono anche di notare un altro elemento che è il collegamento tra la credenza nelle streghe e il bigottismo, cioè una scarsa considerazione culturale e sociale. Uno studio del 10988 del Gallup Insitut ha dimostrato come il 66% della popolazione americana credi nelle streghe e come il 57% di quella irlandese faccia altrettanto, mentre in Germania la credenza in una personificazione del diavolo arriva al 24% ed è diffusa maggiormente tra coloro che frequentano gli ambienti religiosi, senza distinzione di fede. Stesso discorso non vale per i membri del clero nei confronti dei quali si riscontrano divergenze: Papa Giovanni Paolo II ha affermato più volte che la Chiesa dovesse rimanere fedele all’idea di personificazione del diavolo, idea condivisa in Germania dal 79% dei preti cattolici e dal 40% di quelli protestanti, mentre tra i fedeli non praticanti la percentuale scende notevolmente al 3% per entrambe le religioni. Credere nella stregoneria in età contemporanea è legato a meccanismi sociali: la strega è una risposta alle tensioni quotidiane e improvvise e alle domande alle quali l’uomo risponde con difficoltà. Queste relazioni sono state dimostrate da Evans-Pritchar in Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande che ha sottolineato la normalità del rapporto con la magia in una comunità rurale: in un contesto culturale e sociale di questo tipo, non si valutano cause diverse da quelle del maleficio (se un uomo, inciampando su una radice, cade e si rompe la gamba, la disgrazia viene attribuita a una strega e non si cercano altre spiegazioni). Ma non è finita qui visto che il ricorso a un withc-doctor permette di scoprire il responsabile della disgrazia: viene in questo modo affermato che la stregoneria è ereditaria perché ricondotta alla presenza di un organo ereditario che porta la strega a non essere direttamente responsabile della disgrazia. Anche in Europa esisteva questa figura e aveva il compito di giudice perché gli si spettava di convalidare l’accusa tramite il responso delle attività divinatorie da lui praticate, anche se nell’Europa contadina non si ricorreva ai tribunali. Questo non intervenire legalmente è dimostrato da documenti nei quali si leggono di famiglie sospettate da 40 anni, di famiglie nelle quali era risaputo che praticasse la stregoneria o di madri e nonne già sospettate di stregoneria. Piuttosto che con processi, si tentava di sconfiggere la stregoneria con caratteristiche che verrebbero oggi definite folkloristiche: campane sacre, oggetti santificati, processioni, benedizioni della casa e lo stesso segno della croce avevano un valore apotropaico e vennero aboliti, insieme ad altre forme di magia ecclesiastica, solo con l’Illuminismo. Una singolarità del genere, quindi, non suona strana al vecchio continente: Keith Thomas (La religione e il declino della magia) ha dimostrato come anche tutta l’Inghilterra dell’Antico Regime conoscesse il fenomeno di specialisti di magia e ha risollevato la questione circa l’esorcismo e il suo ruolo tutt’altro che rassicurante sull’assenza delle streghe. Inserito all’interno di una dimensione sociale, il fenomeno evidenzia anche la paura dell’altro (le denunce riguardavano principalmente vicini di casa) e il tentativo di difesa dei più ricchi dai più poveri, ritenuti una minaccia per l’ordine sociale. L’idea che la nascita del capitalismo e l’incremento della caccia alle streghe siano collegati, non regge: la stregoneria è multifunzionale e in perfetta sintonia con ogni aspetto civile, economico e sentimentale (quest’ultimo soprattutto se si pensa che alla base del fenomeno vi sono inimicizie, odio e avversità). Trascendendo da un’indagine sociologica, l’immaginario stregonesco ha permesso di creare un legame con lo sciamanesimo, fede presentata come realtà vivente in un contesto che non ha subito influenze estere(Sergej Shirokogorof, Psychomental complex of the tungus) e come proprio del circolo polare o dei

primi abitanti delle Americhe. Lo sciamanesimo indica, nella storia delle religioni, in antropologia culturale e in etnologia, un insieme di conoscenze, credenze, pratiche religiose, tecniche magico-rituali, estatiche ed etnomediche riscontrabili in varie culture e tradizioni. Ciò premesso, occorre ricordare con Mircea Eliade che “lo sciamanesimo in senso stretto è soprattutto un fenomeno religioso della Siberia e dell’Asia centrale”. Elemento comune di qualsiasi credenza è il volo magico, che è poi alla base di qualsiasi rappresentazione fiabesca: in Europa le rappresentazioni dei voli magici (connesse alla credenza che certe donne potessero viaggiare di notte per seguire la dea pagana Diana), vennero combattute dalla Chiesa perché si riteneva che i fedeli avrebbero potuto supporre l’esistenza di altre divinità oltre a Dio(ecco perché il Canon Episcopi di Reginone di Brum esortava i vescovi a procedere contro i maghi e le maghe nelle loro diocesi). L’importanza di testi di questo genere risiede nella comprensione della credenza nella stregoneria: già nell’XI secolo le streghe non erano più considerate come demonio, ma come persone in carne e ossa e un elemento propriamente europeo nella credenza delle streghe è rappresentato dall’interpretazione che si sviluppò a partire dalle dottrine teologiche cristiane della tarda antichità  Antichi romani: normale credere nella magia ed essere puniti in caso di maleficium;  Cristiani: giudizio negativo sul ricorso alla magia sia per buoni sia per cattivi fini;  Agostino: chi pratica azioni magiche si aspetta un’impossibile reazione fisica che può essere raggiunta solo grazie al demonio; Questi ragionamenti risultano più chiari se si considerano le società cristianizzate di recente: nelle antiche religioni, al binomio mago/incantesimo si contrapponeva quello sciamano/guarigione e sia il mago che lo sciamano traevano le loro forze da spiriti guaritori con la differenza che lo sciamano aveva capacità divinatorie e con la con la cristianizzazione ottocentesca il binomio venne sostituito da quello fra il prete cristiano e il Dio guaritore o diavolo. La cristianizzazione forzata, fatta sulla scorta della scelta tra il battesimo e la morte, non fu repressiva come quella nei confronti dei convertiti caduti negli errori di fede: nell’Alto Medioevo venivano puniti i maghi e coloro che vi credevano perché ritenuti in una condizione di errore religioso. Nel XIII secolo il cristianesimo assunse una posizione diversa e Tommaso D’Aquino (Summa contro gentiles), oltre a commentare le scritture e le parole di Agostino, diede anche l’impressione di credere che le streghe e il diavolo potessero realmente collaborare (i medesimi aspetti dei sacerdoti pagani quali fedeli del demonio vennero confermati dall’Inquisitore d’Aragona Nicolau Eymerich in Directorium Inquisitorium). Allo stato attuale è difficile ottenere una valutazione plausibile perché emergono tanto coloro che ricollegano l’operosità al diavolo quanto coloro che fanno riferimento all’effetto di cause naturali. È interessante notare come l’attività del diavolo non svolgesse un ruolo degno di nota, ma come anzi a essere rigettata fosse la magia nera, cioè quella compiuta da maghi e streghe. Il rapporto con la magia era determinato da un atteggiamento strumentale (Marcel Mauss, Teoria generale della magia) perché di fatto la magia in sé non era in contraddizione con la fede della Chiesa perché parimenti a essa accompagnava i momenti più importanti. Resta da chiarire perché nella maggior parte delle società fossero le donne a venire processate e perché, invece, gli uomini fossero visti come responsabili della contromagia: possibili chiarimenti arrivano dal cristianesimo dove le donne erano viste vittime più frequenti alle tentazioni, ma anche da una paura di carattere sociale dove il mezzo giudiziario era l’unico strumento che potesse tenere sotto controllo il potere effettivo e reale delle donne. La storica Christina Larner (1934-1983) ha dimostrato che l’aggressività verbale femminile faceva da contraccolpo all’aggressività fisica maschile e lo scagliarsi contro le donne anziane trova giustificazione nel fatto che abbiano sviluppato un risentimento maggiore e goduto di maggior libertà dal diretto controllo degli uomini, in virtù anche del maggior pericolo al quale erano sottoposte le vedove in assenza di protezione maschile. Heide Wunder ha notato come le accuse di stregoneria fossero sollevate da donne nei confronti di altre donne così come occupazione femminile erano le dicerie di paese che nascevano da conversazioni private. Dagli atti interrogatori della prima età moderna è stato rilevato (Lyndar Roper) che grande importanza nelle accuse era data dall’aspetto psichico e psicologico, anche se molti

aspetti antropologici come il menarca, le mestruazioni, la gravidanza, l’allattamento e la menopausa devono ancora essere presi in considerazione (James Sharpe). Monica Blocker ha suggerito di seguire la tesi strutturalista secondo cui nelle epoche premoderne ci sarebbe stata una correlazione tra la donna e la natura e, in particolare, tra la donna e l’aria, motivo per il quale spesso erano ritenute responsabili del cattivo tempo. Pur rappresentando uno studio in continua evoluzione, si tende al momento a ritenere valida la tesi di Christina Larner per la quale la stregoneria è in relazione al genere, ma non è da esso determinato. A un’analisi psicologica, la strega è l’altro volto della donna fertile: nell’etnopsichiatria viene studiato come la strega rappresenti la madre fallica e divoratrice della fase simbiotica sulla quale si proiettano l’individuo e la libido. Altro livello è occupato dallo studio psicologico su coloro che credono alle streghe in una prospettiva di ricerca sui pregiudizi: dopo Studies in prejudice, la superstizione e gli stereotipi indicano che la credenza in un destino individuale condizionato da forze oscure e il pensare secondo rigide categorie, sono caratteristiche della struttura mentale di una mente autoritaria. C’è, chiaramente, l’eco di Freud e del saggio del 1936 L’io e i meccanismi di difesa: il rossore cutaneo e le verruche erano il marchio d’identificazione delle streghe tanto da essere anche inseriti in processi penali.

LO SCIAMANESIMO. Il termine entrò nella lingua italiana nel 1838, mentre la prima attestazione in lingua occidentale del termine sciamano (schamane) è databile al 1698 quando il mercante di Lubecca Adam Brand lo riportò nel suo diario riguardante il viaggio compiuto tra Mosca e Pechino sotto la guida del mercante olandese Ydes. Entrato nella cultura russa e in quella europea nel corso del XVIII secolo, la nozione di sciamano ha inizialmente indicato un ciarlatano che, con la pretesa di guarire o risolvere problemi, mirava in realtà a guadagni economici. La prima attestazione di questa interpretazione la possiamo riscontrare negli appunti di viaggio del chimico tedesco Gmelin (1709-1755) che, dopo aver trascorso dieci anni in Siberia, descrisse le pratiche sciamaniche come ciarlatanerie. L’imperatrice russa Caterina la Grande (1729-1796) dipendeva per le sue informazioni sugli sciamani siberiani anche dai suoi esploratori e cartografi tanto che finì per farsi interprete della valutazione russa per mezzo dell’opera teatrale da lei stessa scritta e messa in scena nel 1786 a San Pietroburgo (Lo sciamano siberiano). Se la relazione della cultura illuminista fu improntata al disprezzo per queste forme della tradizione religiosa siberiana accompagnata, nel caso degli interpreti di fede cristiana, dal sospetto di rapporti dello sciamano co...


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