29 - Letteratura francese I (Francesca Lorandini) PDF

Title 29 - Letteratura francese I (Francesca Lorandini)
Course Letteratura francese I
Institution Università degli Studi di Trento
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Romanzo realista (Ottocento). Balzac e Flaubert. Insegnante: Lorandini...


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Lingua e traduzione francese e letteratura francese I Ci sono più storie della letteratura: 1. la storia che si studia a scuola → seguendo la cronologia 2. la storia del romanzo ad esempio → una storia transnazionale, c'è chi dice da Rabelais 3. la storia del dialogo tra gli scrittori → negli ultimi anni la critica si sta molto concentrando sui diari, sugli appunti degli scrittori dove scopriamo che spesso si sono fatti ispirare da scrittori “impensabili” rispetto allo stile che hanno sviluppato e soprattutto di aree geografiche e di tempi molto diversi (storia circolare). L'800 è il secolo dell'ascesa del romanzo. Nel 600/700 era considerato un genere secondario rispetto alla poesia e al teatro e dannoso, perché metteva strane idee ai lettori e soprattutto alle lettrici. Prelati, professori e filosofi ammoniscono spesso i giovani dicendo di non leggere romanzi, poiché era considerata un'attività da signorine che non avrebbero fatto niente nella vita. Nel 600/700 furono scritti dei romanzi bellissimi (Choderlos de Laclos, «Les Liaisons Dangereuses»), che investigano le pieghe del cuore umano e sono spesso accompagnati da préfaces in cui l'autore afferma di voler scrivere una storia che però non è un esempio da seguire. «Les Liaisons Dangereuses» è romanzo epistolare del Settecento in cui i due protagonisti sono Madame de Marteuil e il visconte di Valmont, che sono due aristocratici che fanno a gara di seduzione che si divertono con estrema crudeltà a sparlare delle loro prede, come Madame de Tourvel. È un libro sadico e crudele, ma l'autore nella préface dice che l'ha scritto perché era qualcosa che andava testimoniato. Un altro romanzo francese, «La Princesse de Clèves» di Madame La Fayette, tratta di una donna sposata che si innamora di un uomo e tutta l'opera tratta della sua distruzione interiore per questo amore che sa che non dovrebbe provare. L'autrice dice che la protagonista sta facendo qualcosa di male. Le cose cambiano radicalmente nell'800: all'inizio del secolo si consolidano delle innovazioni fatte da autori come Richardson, Fielding, Rousseau, etc. (influenze transnazionali, non solo francesi) e il romanzo comincia ad avere una dignità sempre maggiore, fino a diventare un genere prestigioso. I narratori dell'800 esplorano l'universo della vita quotidiana di persone normali. La fortuna del romanzo nell'800 è che è un genere che non è codificato e quindi non ha norme, teorie o principi a cui si deve adeguare: il romanziere può permettersi di costruire il proprio romanzo secondo i gusti del pubblico e non è così per la poesia e per il teatro. (Corneille viene perseguitato per decenni perchè accusato di non essersi adeguato a quello che i teorici consideravano essere il teatro). Il romanzo è qualcosa che si fa e i nuovi libri diventano i modelli dei libri successivi. I romanzieri non si devono giustificare, tranne in certi casi (a Flaubert viene fatto un processo), però nel 600 i drammaturghi dovevano giustificarsi di fronte all'Académie Française, ai teorici della letteratura. I romanzieri dell'800 sono liberi di sperimentare, di mescolare generi e codici e la bella scrittura (lo stile) non è una componente sostanziale per il romanzo: ci sono i personaggi, la trama, altre cose su cui viene valutato romanziere. Il romanzo nasce quindi sostanzialmente da una miscela di generi letterari preesistenti (es. il racconto picaresco, l'epica cavalleresca, etc.) in cui vengono mescolati gli stili (alto, basso, sublime, etc.), perché la sua ambizione è rendere conto della realtà. Ci sono alcuni romanzieri che privilegiano l'interiorità, altri che privilegiano gli avvenimenti storici, altri l'esteriorità (es. Flaubert in «Madame Bovary» prevale l'interiorità, mentre in «Education Sentimentale» prevale l'esteriorità). Nei fatti artistici si sedimentano anche dei cambiamenti storici e sociali più grossi: tra 700 e 800 l'Europa subisce un profondo cambiamento dal punto di vista socioeconomico: la rivoluzione francese, che fa saltare la testa al re e mette in discussione l'ordine sociale dell'Ancien Régime (la nobiltà, il clero e il terzo stato, quello che ha un ruolo nella rivoluzione), quindi la borghesia che inizia a prendere il posto della nobiltà nel governo delle nazioni e poi la rivoluzione industriale, che cambia il sistema di produzione e coinvolge nella corsa verso il benessere alcuni ceti sociali che erano sempre stati esclusi, quindi cresce il numero di coloro che hanno accesso alla cultura; scrivere diventa un mestiere (la spinta di Balzac era anche economica) e questo ha delle conseguenze sulla produzione e sulla fruizione, ad esempio il romanzo

viene pubblicato a parti in rivista, l'autore può vedere subito la risposta del pubblico e se il pubblico apprezza l'autore potrà andare avanti con la scrittura (come le serie tv) in modo da avere guadagni sicuri e un pubblico fedele che ha seguito le parti dell'opera in rivista, che aspetta le nuove uscite e che poi comprerà forse il libro (Balzac e altri scrittori inglese scrivono prima in rivista e poi raccolgono l'opera in volume). Un tema che nasce sostanzialmente nell'800 è il tema della mobilità sociale. Una caratteristica tipica dei personaggi dell'800 è l'ambizione: sono nati in un certo luogo, in una certa situazione economica e vogliono emanciparsi. Un'altra questione importante è la questione della formazione dell'individuo, che è un tema che torna nei romanzi, ma spesso è una formazione che non si fa nei luoghi che socialmente vengono considerati luoghi dove ci si forma (es. la scuola, i seminari, l'orfanotrofio, etc.) bensì nei posti dell'orrore, della deformazione e la formazione l'individuo la fa da solo alla ricerca della sua strada. Nel 700 esistono romanzi gotici, sentimentali, etc. e una novità ottocentesca è anche il romanzo storico, che parla del passato (per Balzac sarà fondamentale un autore inglese, Walter Scott, considerato l'inventore del romanzo storico). Avvenimenti storici dell'800 Les événements historiques du XIXème siècle Le XVIII et le XIX siècles sont marqués par des évènements qui ont aussi des conséquences dans la littérature. L’Ancien régime qui se termine avec: Époque révolutionnaire : 1789 : Début de la Révolution. 1792 : Première République. 1793 : on coupe la tête au roi Louis XVI. La France est ensanglantée par l’Epoque de la Terreur jusqu’au 1794 : décapitation de Robespierre. 1795 : Le Directoire succède à la Terreur. C’est à cette époque qui s’affirme la popularité du jeune Bonaparte dans les campagnes d’Italie et d’Egypte. Cette période est représentative pour la dichotomie qui caractérise tout le XIX : d’un côté les idéaux de liberté de la Révolution, de l’autre la violence de la Terreur. De même façon ceux qui ont espoir dans un futur meilleur, s’opposent à ceux qui ne voient que le mal de l’expérience révolutionnaire (De Maistre et De Bonald). Époque Napoléonienne : 1799 : Coup d’Etat par Napoléon. On instaure le Consulat et Bonaparte devient le Premier Consul. 1802 : Napoléon se fait nommer Consul à vie. 1804 : Napoléon se couronne Empereur. Pendant 15 ans son esprit domine la France. Il est un génie militaire avec un élan exceptionnel et qui devient une figure mythique. Il crée la Grande Armée et réorganise tout le territoire national. Il arrange les finances et crée la Banque de France e le Code civil pour la défense des droits individuels et collectifs. Il donne aussi un fort impulse aux sciences comme la Chimie et la Biologie, tandis qu’il a un rapport conflictuel avec les sciences humaines et la littérature. Seulement les œuvres qui exaltent sa grandeur sont acceptées. Les écrivains différents de ceux officiels sont censurés. 1815 : La Bataille de Waterloo marque la fin de l’Empire de Napoléon. Restauration et Louis Philippe :

1815-1830 : il y a une période où on restaure tout ce qui existait avant Napoléon et la Révolution : c’est la Restauration. On instaure une monarchie constitutionnelle, mais les Français renversent le roi. C’est la Révolution de juillet, qui détermine l’ascension au pouvoir de Louis-Philippe d’Orléans. II République : 1848 : La Révolution renverse complètement la monarchie. On proclame la Deuxième république. II Empire, suivi par la III République : 1851 : Louis Napoléon Bonaparte se proclame Empereur avec un coup d’Etat. C’est le Deuxième Empire, qui s’étend jusqu’à la Défaite de Sedan en 1870. Cette-ci sera suivie par la Troisième République. Le XIX siècle est marqué par : -la nécessité d’achever la Révolution, du point de vue politique et sociale ; -la parabole de Napoléon, qui influencera l’œuvre des écrivains, fascinés par cette figure extraordinaire. Opere letterarie nell'Ottocento      

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1800 → Madame de Staël, «De la littérature» 1802 → François-René de Chateaubriand, «René» (uno dei primi romanzi dell'io) 1804 → Étienne Pivert, «Obermann» (uno dei romanzi che fondano il romanzo dell'io, in cui emerge l'insofferenza degli individui nei confronti della società in cui si trovano, si sentono inadeguati, sono malinconici e tutto questo porterà allo Spleen) 1816 → Benjamin Constant, «Adolphe» 1820 → traduzione del primo romanzo storico «Ivanhoé» di Walter Scott (tra fine 700 e inizio 800 c'è un circolare di traduzioni de «I Dolori del Giovane Werther») 1831 → Victor Hugo, «Notre Dame de Paris» et Honoré de Balzac, Préface de «La Peau de Chagrin» (prefazione importante perché qui Balzac spiega il suo metodo, la lungimiranza, la chiaroveggenza che può avere un romanziere, perché vede così bene nelle pieghe della realtà e ciò gli permette di capire cosa succederà) 1834 → Honoré de Balzac, «Père Goriot» 1835 → Honoré de Balzac, «La fille aux yeux d'or» (romanzo che parla di Parigi) 1839 → Stendhal, «La Chartreuse de Parme» 1842 → «Avant-propos de La Comédie Humaine», testo critico fondamentale di Balzac 1856 → Gustave Flaubert, «Madame Bovary» (nel 1857 subisce un processo per oltraggio alla morale pubblica e religiosa) 1871 → Émile Zola dà l'avvio al ciclo «Les Rougon-Macquart»

Romanticismo → a cavallo tra due secoli, fine 700 inizio 800 Realismo → da inizio 800 circa fino a Zola Decadentismo → da circa Zola in poi DEUX MYTHES FONDATEURS La Révolution Deux mythes fondateurs pour la littérature du 19e siècle : la Révolution Française et Napoléon. Hugo disait que le 19e siècle a un père, la Révolution, et qu’il avait son sang dans les veines. Il

semble, justement, que la littérature du 19e siècle se constitue à partir de la fracture révolutionnaire. Cette révolution est perçue à la fois comme une origine et comme une légende, donc comme mémoire à garder. Un écrivain comme Victor Hugo exalte la Révolution : pour lui elle représente la victoire du peuple, le symbole du progrès de l’humanité, elle signifie démocratie. Victor Hugo définit les dates de 1789 (prise de la Bastille) et de 1793 (Constitution) le Père et la mère du 19e siècle. Les Démocrates des idées, c’est-à-dire les révolutionnaires ont tous sucé de cette Mamelle, la liberté. La révolution peut être le sujet des romans, elle est aussi une allégorie ou un objet de questionnement politique et philosophique. Elle incarne l’histoire en marche. C’est à partir de la Révolution que le monde nouveau auquel elle a donné naissance acquiert son identité. Elle constitue, en outre, la matrice de l’évolution esthétique du 19e siècle. Donc la Révolution est considérée comme possibilité de progrès, mais ce n’est pas la même chose pour tout le monde. Il existe aussi un côté contrerévolutionnaire dans la littérature française. Un exemple est l’Essai de Chateaubriand du 1797. Il est moins enthousiaste, plus réflexif qu’Hugo car il est contemporain à la Révolution. Pour lui elle représente une réalité complexe qui partage le pays et les esprits. Ch veut dire que les choses ne sont pas claires. Les gens qui ont pris partit ne comprennent pas vraiment ce qui se passe (il fait référence au fleuve de l’histoire). Révolutionnaires et républicains qui ont anticipés les aspects positifs, sont utopiques ; ceux qui nient complétement le valeur de ce qui se passe, restent en arrière. La Bastille était prise, la république avait été proclamé, le roi avait été guillotiné, mais le monde nouveau qui surgit de ce cataclysme n’a pas la perception de lui-même. Les esprits sont tiraillés entre la conscience de la rupture et la peur de ce qui va se passer ou la difficulté d’appréhender ses conséquences. Tout le monde s’interroge : non seulement les nostalgiques de l’ordre ancien, mais aussi quelqu’un comme Chateaubriand qui est favorable au changement. Napoléon La peur est aussi liée à l’époque de la Terreur. On voit les conséquences du danger du pouvoir du peuple. Tout le monde a envie que la Révolution se termine déjà à la fin du 18e siècle. Elle se termine avec l’arrivée de Napoléon. D’une certaine manière Napoléon résout les problèmes engendrés par la Révolution (violences), mais il assume sur soi-même les conquis de la Révolution. Il rétablit un ordre qui est totalement différent de celui du passé. Dans l’extrait tiré des Chouans de B, son arrivée est décrite comme emblématique des contradictions et des ambiguïtés qui partagent la France. Napoléon incarne toute une série d’ambivalences. Il se présente comme la figure idéale qui peut sauver la nation et la réunir. N dans son discours dit que « la Révolution est bien enracinée dans ses principes et qu’elle est finie ». Donc ses principes sont garantis : liberté individuelle, égalité de tous devant la loi et les impôts ; garantie de la propriété ; l’accès à tous les charges ; unité nationale et souveraineté de l’état. Le coup d’état est proposé comme quelque chose qui peut faire de la France une grande nation basée sur les idéaux de la démocratie. Après dix ans de conflits Napoléon rétablit l’ordre, la paix et la prospérité. Le coup d’état signe aussi le début d’un âge d’or qui se termine vite. De 1804 à 1814 Napoléon étend son Empire, le prestige de la France traverse toute l’Europe. Il y a toute une série de victoires légendaires, représentée par des peintres comme David qui célèbrent la figure de Napoléon. Cependant après l’échec des Cent Jour, la Défaite à Waterloo et l’exile à sainte Helene le mythe napoléonien se constitue véritablement. La légende dorée et noire se forge. Cela se passe, car il se présente comme un mythe extrêmement humain : il crée un Empire, mais il est aussi très vulnérable. Chateaubriand le décrit, en 1850, comme un homme exceptionnel, un père fondateur et une sorte de Christ moderne. Il est devenu, même grâce sa défaite, une Figure légendaire. Il n’est plus un homme, car il exerce un Despotisme de la mémoire, plus fort du despotisme de la personne, parce que tout le monde l’admire. C’est impossible de surmonter ce qu’il a accompli, il est un modèle démocratique pour tous. Sa Gloire est absolue.

Hugo exalte Napoléon et les campagnes d’Egypte dans Les orientales. Il est tel qu’un Empereur romain. Balzac décrit Napoléon lorsqu’il était encore général. Il arrive à transmettre une vigueur, une force que les autres ne savent pas faire, il a quelque chose de divin. Le contexte du XIX siècle Le roman réaliste peut être compris, en analysant deux histoires : l’histoire des genres littéraires et l’histoire des idées. Il n’existe pas une seule histoire de la littérature. On trouve de différentes histoires de la littérature qui s’entrecroisent. Il y a une influence géographique, mais aussi une sorte de dialogue entre les écrivains. Au XIX siècle le roman s’affirme. Il s’agissait d’un genre secondaire pendant le 6/700 si on le compare au théâtre ou à la poésie, par exemple. Il pouvait conduire les gens à des comportements immorales et même les pousser à réfléchir. L’indépendance intellectuelle était dangereuse, surtout pour les femmes. Le caractère de l’individu devait se construire à travers d’autres expériences, mais pas à travers la lecture. Toutefois, on assiste, pendant le XVII et le XVIII siècles, à la création d’intéressants romans. Par exemple le roman épistolaire Les liaisons dangereuses par Choderlos de Laclos, dans lequel il décrit le défi entre deux aristocratiques pour séduire une femme d’une façon immorale et sadique. Au début du roman, cependant, l’auteur met en garde ses lecteurs, en leur disant qu’il ne faut pas imiter le mauvais exemple des protagonistes. Aussi Mme de Lafayette avait fait la même chose, en écrivant ses romans d’enquête intérieure, qui avaient comme protagonistes des femmes et qui étaient, à l’époque, immorales (par exemple La Princesse de Clèves). Mais au cours du XVIII siècle on assiste à un changement important dans la littérature : il y a beaucoup d’innovations apportées par Goethe, Richardson et Fielding, grâce à lesquelles le roman acquiert sa dignité et il devient un genre prestigieux. En effet, on peut affirmer qu’en France et en Angleterre le roman du XIX siècle devient l’archétype du roman classique, déjà au début du XXe siècle. En particulier, c’est le réalisme des années 20 du XIXe siècle qui sera considéré comme la forme canonique du roman. Les narrateurs explorent le quotidien, la vie des personnes normales et ils suivent le gout du public, en expérimentant un genre qui n’est pas codifié, un genre « bâtard ». On y exprime souvent les sentiments de l’homme, en décrivant surtout sa quête du bonheur. On trouve, dans les romans, un mélange de différents styles et registres, parce qu’on veut reproduire le langage du quotidien. Les auteurs sont souvent des bourgeois : pour eux l’écriture devient un véritable métier. Cela a une conséquence importante sur la production et sur la jouissance des œuvres, car leur écriture devient sérielle et ils doivent gagner leur vie grâce aux extraits publiés sur les journaux, en feuilletons. Mais on peut affirmer que l’Art soit le reflet du bouleversement historique, lié à la Révolution Française. La structure sociale de l’Ancien Régime n’existe plus. Donc, La bourgeoisie conquiert une importance fondamentale. En plus, la Révolution Industrielle permet aussi aux classes sociales les plus basses d’accéder à la culture. En outre la Révolution française marque la fin du roman libertin, qui s’était développé dès la seconde moitié du XVIIe siècle. Ce roman a comme objet d’abord une enquête sur l’homme et sur Dieu. Seulement en suite le terme « libertin » a commencé à désigner une certaine liberté des mœurs. C’était un roman typique de l’aristocratie, donc il connait sa fin justement avec la Révolution française qui bouleverse l’échelle sociale. Ce roman touche son sommet avec Restif de la Bretonne et surtout avec le Marquis de Sade. Ses œuvres sont publiées au début du 19e siècle. Elles révèlent les apories de la pensée des Lumières et montrent la présence constante de la Terreur même dans la recherche des idéaux révolutionnaires. Le pouvoir de la raison doit garantir l’émancipation des hommes, mais il est aussi lié à la violence. C’est pour cette raison que son esthétique se fonde sur des tableaux pornographiques, décrits par un langage sophistiquât et même très violents. Il s’agit de dissertations dans lesquelles il fait l’apologie du mal. Dans l’œuvre du Marquis de Sade on peut déjà apercevoir des caractéristiques typiques du roman gothique. Emporté de l’Angleterre, il connait un succès immédiat grâce aux traductions d’Anne Radcliffe et

Lewis. Le roman gothique introduit des stéréotypes humains et des lieux (par exemple châteaux hantés, mais aussi êtres humains au comportement monstrueux). Grace au roman gothique, on insère des éléments fantastiques dans une situation sérieuse. Une véritable mode gothique se développera. On donne des fêtes au style gothique, on s’habille en suivant ce style. Cette mode sera importante aussi pour l’activité d’Hugo et Balzac (dans ses ambiances). Les thèmes fondamentaux des romans du XIX sont : -La mobilité sociale ; -L’ambition, car les personnages veulent se racheter sur le plan sociale (c’est le cas de Rastignac de Le Père Goriot) ; -La construction de la personnalité de l’individu, qui ne s’achève pas dans les lieux traditionnels, comme l’école ou le couvant, mais dans les « lieux de l’horreur », puisque l’homme doit aller seul dans le monde. On assiste aussi au développement du roman historique, qui parait avec Walter Scott et qui raconte des évènements passés. Le roman Ivanhoé de S est publié en 1820 à Londres. Il a causé un véritable bo...


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