5. Norbert Elias PDF

Title 5. Norbert Elias
Author Martina Forlani
Course Sociologia
Institution Università degli Studi di Milano
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ELIAS E IL PROCESSO DI CIVILIZZAZIONE Elias è un autore contemporaneo che si forma sulla scorta della sociologia tedesca (Weber e Simmel) Elias cerca di comprendere la società moderna sulla scorta di un processo di lungo periodo che egli vede partire dal Medioevo e arrivare sino ai giorni nostri, anche se non è possibile secondo lui trovare un punto di partenza preciso e assoluto a cui far corrispondere la nascita della società moderna. Tutti gli inizi sono arbitrari, perché la storia è un processo continuo (si potrebbe partire anche da un altro punto) NORBERT ELIAS 1897-1990 Studia il processo di civilizzazione (dal Medioevo a oggi) Considera la nostra società come una società profondamente individualizzata in cui i soggetti finiscono per essere molto spesso soli (soprattutto di fronte alla morte) Opere principali: Il processo di civilizzazione, La società degli individui, La solitudine del morente Critica del pensiero dicotomico: pensiero che divide natura e cultura, individuo e società; (individuo determina alcuni suoi aspetti attraverso le relazioni che costruisce all’interno della società). Individuo e società non sono opposti, vi è una sorta di interazione costante tra i 2, non si possono stabilire i confini tra essi: individualità e determinazione sociale sono due diverse funzioni di cui gli uomini dispongono nei loro rapporti reciproci, indipendentemente l’una dall’altra non hanno alcuna consistenza (individuo non esiste senza la società e la società non esiste senza individui, essi si costituiscono a vicenda). Enfasi sul rapporto tra strutture individuali e psicologiche (strutture della personalità) e le configurazioni che molti individui interdipendenti creano congiuntamente (strutture sociali). Le strutture della personalità sono fortemente connesse con le strutture sociali e le costituiscono. Questi tipi di strutture sono visti come mutabili e in mutamento, aspetti interdipendenti del medesimo sviluppo a lungo termine: tutto è sempre in divenire, la società, le strutture sociali e le strutture della personalità sono in divenire. La società è fatta di continui processi di strutture in continuo mutamento. Enfasi sulla natura processuale delle forme sociali (che sono in continuo divenire): critica la concezione dell’homo clausus, alla quale oppone la concezione di homines aperti (aperti all’interazione), caratterizzata da pluralità e processualità della costituzione della struttura della personalità. Non va studiato l’uomo come singolo, ma gli uomini al plurale come gruppo/società. Idea di configurazione: insieme di relazioni dinamiche tra individui interdipendenti che consente di studiare le irregolarità nel sociale (associate a regolarità nell’individuale); sottolinea che la dimensione processuale e quella relazionale sono alla base stessa della sociologia. Integrazione tra micro e macro nell’analisi dei processi sociali, in particolare del processo di civilizzazione come legato allo sviluppo di un ente monopolizzatore della violenza legittima, lo Stato (aspetto macro) e, allo stesso tempo, legato a un nuovo tipo di soggetto moderno dotato di maggiore auto-controllo (aspetti micro). Processo di individualizzazione: lega l’individualizzazione a nuove forme di affrontare la morte. Morte come momento di solitudine: nella società moderna la morte (altrui) non è più esperienza diretta e anche la nostra morte è vissuta sempre più in solitudine. Professionalizzazione delle attività che circondano la morte. Ne “Il processo di civilizzazione” Elias propone una grande sintesi dello sviluppo culturale moderno dei paesi nord-occidentali focalizzato sulla “civilizzazione” degli individui come

soggetti incorporati (modo in cui, in Occidente, si è sviluppata la cultura e il modo di vivere insieme dei soggetti): come e perché l’affettività del comportamento e dell’esperienza umana, il controllo delle emozioni da parte di freni esterni e interni, e quindi la struttura di tutte le forme umane di espressione, vengono alterati in una particolare direzione? Elias dà particolare risalto alle emozioni, all’affettività, ai sentimenti (aspetti micro). Attenzione a come il set-up affettivo del soggetto viene ad essere strutturato attraverso il processo di civilizzazione e a come viene modificato il controllo delle emozioni da parte di freni esterni ed interni, come cambiano le forme di espressione umana. Maniere della tavola come punto centrale per studiare fenomeni come il disgusto, la vergogna… INTEGRAZIONE MICRO E MACRO Integrazione tra aspetti micro (vergogna, imbarazzo, buone maniere, dimostrazione del rispetto e delle emozioni, presentazione di sé…) e macro (organizzazione politica, stato come ente monopolizzatore della violenza legittima). I cambiamenti a livello del controllo politico (insieme agli individui), sviluppati in base al meccanismo della monopolizzazione, hanno dato luogo allo stato moderno, e allo stesso tempo hanno reso gli individui meno soggetti alla violenza arbitraria e hanno permesso lo sviluppo della differenziazione funzionale. Tutto ciò a sua volta è scaturito in un cambiamento della personalità, poiché il tipo di paure che giocano una parte decisiva nella vita delle persona cambiano: i rischi cerimoniali diventano centrali. Prima si aveva paura di morire, di venire attaccati (paure fisiche), ora si ha paura di perdere la faccia, di essere considerati incapaci di stare alle regole cerimoniali. Elias esamina due diversi livelli su cui si costruisce il passaggio dalla società cortese a quella assolutistico-culturale: livello sociogenetico, con la formazione di uno stabile monopolio della violenza fisica (legittima in quanto monopolizzata dallo Stato), e livello psicogenetico, con la comparsa di uno stabile apparto di autocostrizione individuale (per controllarsi e poter gestire le espressioni nell’interazione sociale per controllare i rischi cerimoniali). RUOLO DELLO STATO Primato del politico sull’economico (diversamente da Smith e Marx) Il mercato si può sviluppare perché lo spazio sociale si è pacificato. I monopoli (sia quello della forza che quello fiscale) tendono a trasformarsi da privati in pubblici o statali: questa è per Elias una funzione dell’interdipendenza sociale. I governanti, che sono alla base dello sviluppo dello Stato, sono essi stessi esposti a rischi cerimoniali e quindi devono avere un forte autocontrollo emotivo. Lo stesso re dipende dall’etichetta e dalla nobiltà di corte, essendo quest’ultima indispensabile per la legittimazione del potere sovrano. Le buone maniere non sono un tratto superficiale: Elias descrive la civiltà come trasformazione dal comportamento umano, una trasformazione lenta e inarrestabile che coinvolge ogni singolo aspetto della vita quotidiana, riguardando prima di tutto il modo di presentarsi in pubblico (atteggiamenti del corpo, gesti, abbigliamento). Vengono pubblicati manuali che illustrano nel dettaglio il corretto modo di comportarsi, sia per quanto riguarda la tavola (galatei), la preparazione, la presentazione e il consumo dei cibi, sia per quanto riguarda l’igiene personale. C’è un maggior controllo di sé e un rispetto dell’altro. A poco a poco si viene a costruire un muro invisibile tra le persone, tra i loro corpi. Questo muro si manifesta come un sentimento di disgusto alla vista di molte funzioni fisiche altrui, oppure come un senso di vergogna al pensiero che le nostre personali funzioni fisiche possano essere esposte alla vista di altrui. Si arriva quindi fino al punto di censurare il proprio comportamento non soltanto quando ci si trova in pubblico, ma anche quando ci si trova

soli e nessuno in realtà può osservarci. La soglia del pudore e della vergogna si sposta, come il codice di comportamento si irrigidisce sempre di più, come aumentano il controllo sociale e la pressione esercitata dagli individui gli uni sugli altri. Separazione tra pubblico e privato, tra scena e retroscena. CONFIGURAZIONI Procedendo per tipologie abbiamo per diverse epoche diverse configurazioni (strutture processuali delle relazioni sociali): basate sul concetto di interdipendenza tra gli esseri umani, sono processi dinamici. Occorre quindi definitivamente superare, oltre alle concezioni statiche, anche la concezione dualistica che vede uomo e società contrapposti come due unità diverse e antagonistiche. Passaggio dalla società dei GUERRIERI alla società di CORTE (mediante meccanismi di monopolizzazione). Nella società dei guerrieri era diffusa la violenza e c’era una possibilità reale di essere soggetti a violenza, mentre nella società di corte si ha la possibilità di tenere sotto controllo la violenza e il crescente controllo da parte del soggetto sulle proprie emozioni. Passaggio dalla società di CORTE alla società dei MERCANTI (mediante meccanismi di diffusione imitativa e conflitto tra i gruppi). Set-up che implica maggiore controllo di sé si diffonde sempre più. Intensificazione del conflitto con gli strati borghesi, imitazione e autonomizzazione. Il guerriero e il borghese hanno una struttura della personalità molto diversa: il guerriero deve sfruttare le sue emozioni e deve saper essere violento, è meno attento alle piccole cerimonie della vita associata; mentre il borghese è incentrato sul controllo di sé e delle proprie emozioni e sulla capacità di veicolare le giuste impressioni nelle relazioni sociali. 1. Le paure fondamentali si legano all’esclusione sociale, all’incapacità di controllare e comprendere le lunghissime catene di interdipendenza tra le persone, alla difficoltà di interpretare le azioni e le intenzioni degli altri. (Esito del processo di civilizzazione; prima si temeva di essere attaccati fisicamente). La differenziazione funzionale, legata a sua volta allo sviluppo dello Stato, implica una più stretta cooperazione meno carica di emozioni: siamo in cooperazione, ma siamo emotivamente più distanti. Intellettualizzazione. 2. Psicologizzazione e razionalizzazione del modo di porsi, cioè una mutua identificazione e un’osservazione costante (di se stessi e degli altri): un autocontrollo sempre vigile e un’osservazione degli altri perpetua sono tra i prerequisiti elementari della preservazione della propria posizione sociale. Sappiamo controllare le emozioni in modo diverso a seconda dei contesti in cui ci troviamo. 3. I controlli esterni sono tradotti in auto-controllo (Foucault), siamo noi stessi che ci obblighiamo. La soglia della vergogna e del disgusto di innalza non solo in pubblico ma anche in privato: le maniere della tavola, la specializzazione delle stanze nelle case, il comportamento in pubblico… Elias analizza nel dettaglio il passaggio dalla costrizione sociale all’autocostrizione, osservando che man mano che il tessuto sociale si va differenziando e diviene sempre più stratificato e complesso, il meccanismo sociogenetico dell’autocontrollo psichico diviene a sua volta più differenziato (a seconda delle relazioni sociali), più universale (lo troviamo in tutte le relazioni sociali) e più stabile. Per lo strato sociale superiore una rigorosa codificazione del comportamento non è solo uno strumento di prestigio, ma è soprattutto un mezzo di dominio. Diventa quindi necessaria la collaborazione dei dominati, diventa indispensabile servirsi di loro stessi, modellando ciò che sentono di dover essere. (Modellare i dominati nella loro struttura della personalità è fondamentale per il governo)

Alcune cerimonie che si sono sviluppate nel corso della modernità sono state di fondamentale importanza per definire comportamenti “normali” e “per bene” e quindi una persona che può governare legittimamente e avere una posizione sociale elevata. Cerimonia del tè: il tè diventa il centro di alcune cerimonie sociali in Inghilterra per definire la buona società e le sue norme CONTROLLATO DE-CONTROLLO Non si tratta semplicemente di un autocontrollo più stringente, ma di un modello di autocontrollo che è allo stesso tempo più onnicomprensivo e più complesso. Nello spazio sociale pacificato, l’autocontrollo è allo stesso tempo più moderato e ineluttabile (non ci sono violente emozioni nei confronti di noi stesse, ma esse sono costanti), più spassionato e differenziato. Si creano spazio di controllato de-controllo delle emozioni, come per esempio negli sport. Gli sport moderni sono visti come momenti di eccitamento piacevole, in cui si possono rilassare i controlli negativi sul corpo e si possono sviluppare forme di controllo positivo: nelle nostre società prive di eccitazione non lasciamo spazio alla diretta eccitazione del corpo, intesa come eccitazione spontanea ed elementare, quindi la funzione compensatoria dell’eccitazione tipica del gioco cresce e diventa più importante. (Oggi anche con i videogiochi si possono de-controllare le emozioni ed esprimere emozioni violente) LA CIVILIZZAZIONE È IN DIVENIRE Diminuiscono i timori di una minaccia fisica diretta o della sopraffazione da parte di altri individui e aumentano le angosce automatiche interne, ossia le costrizioni che il singolo esercita su se stesso (individualizzazione). Le tensioni e le contraddizioni interne agli uomini potranno attenuarsi soltanto se si attenueranno le tensioni tra gli uomini, le contraddizioni insite nella struttura del consorzio umano. Allora non sarà più un’eccezione, ma la regola, il fatto che il singolo individuo trovi quell’equilibrio ottimale tra una piena armonia tra i compiti sociali, da un lato, e le sue personali tendenze ed esigenze, dall’altro. Soltanto quando la cooperazione tra gli uomini funzionerà in modo che tutti coloro i quali operano nella complessa catena dei compiti comuni possano almeno trovare questo equilibrio, soltanto allora gli uomini potranno davvero proclamare di essere civili. Ma fino a quel momento potranno dire nella migliore delle ipotesi che sono inseriti nel processo di civilizzazione. E fino ad allora dovranno ripetersi di continuo: la civilizzazione non è ancora compiuta, è in divenire. Il processo di civilizzazione sarà in divenire finché non si riuscirà a trovare un equilibrio perfetto tra individuo e società....


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