Appunti Sociologia Terzo Settore PDF PDF

Title Appunti Sociologia Terzo Settore PDF
Author Marta Piganzoli
Course Sociologia del terzo settore
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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SOCIOLOGIA DEL TERZO SET TORE CENNI DI STORIA La nascita del terzo settore è dovuta ad un’esigenza di ritrovarsi e associarsi; è un modo per realizzare il cambiamento che si voleva promuovere in prima persona;! Viene utilizzata la “pratica dell’obiettivo”: ci si mette in prima persona per raggiungere l’obiettivo che si ha a cuore (es. La povertà).! Aspetto negativo di questo approccio: questo è un atto di sfiducia verso le istituzioni che avevano il compito di risolvere determinati problemi. La spinta che si verifica ai nostri giorni è molto simile a quello che succedeva negli anni 70, anche ora infatti è presente una grande sfiducia nelle istituzioni. Gli enti di terzo settore per essere considerati tali devono essere iscritti al registro unico di enti del terzo settore (gli utili non possono essere ridistribuiti ai soci). Nell’ultima riforma è stata fatta una lista degli ambiti di intervento di cui un’organizzazione di terzo settore dovrebbe occuparsi (culturali, sportivi, ecc.).! Con la Riforma del Terzo Settore ci si concentra sul “cosa” a scapito del “come”. Il “come” era definito in modo formale, che definiva la struttura organizzativa e giuridica. Giovanni Nervo, fondatore della Caritas italiana, considera tre componenti del terzo settore: 1. Cooperativa (al proprio interno operatori sociali); 2. Volontariato (le persone retribuite devono essere meno della metà di tutti i componenti, in genere poche persone, piccole iniziative di livello locale); 3. Promozione sociale (ex. Arci; promuovere eventi e attività non rivolte a problemi grossi ma di animazione sociale e culturale come eventi/cinema).

FASI DEL TERZO SET TORE Perché in Italia c’è poco senso di rispetto verso le istituzioni ma tanto senso di terzo settore? Cè una cittadinanza attiva poco senso di fiducia verso istituzioni e stato. 1. Fase della modernità: nella seconda metà dell’800 si possono ritrovare inizi e origini del terzo settore; nasce il volontariato come fenomeno moderno che assume due tipi di forme: • iniziative filantropiche (elargizione di soldi da parte di borghesi, dirigenti); • iniziative di tipo mutualistico (versamento di una quota che va a coprire chi ne ha bisogno come forme di assicurazione; anche cooperative di acquisto; prima rosse e poi anche cattoliche). Si sviluppano sulla base di due nuovi elementi: • la forma associativa e organizzata; • basarsi su specifiche culture civili o credenze-etico religiose (cultura bianca e rossa). ! 2. Fase assistenziale: dagli anni 30 agli anni 60 in corrispondenza dell’espandersi del welfare sociale che in Italia è stato promosso dal fascismo. In questa fase vennero meno le funzioni economiche di filantropia e di mutuo soccorso (abolite dal fascismo e assunte dallo stato). Prende forma una politica di collateralismo (che le associazioni fossero la cinghia di trasmissione dei partiti come ex. Arci poiché i partiti, in questo caso comunisti, avessero bisogno di scuole per i nuovi politici e luoghi per il tempo libero dei comunisti). L’associazionismo in quel periodo fa da supporto e completamento dell’intervento pubblico: lo stato sociale si occupa dei bisogni primari, lo associazionismo dei servizi aggiuntivi (Beveridge). ! Il terzo settore si inizia ad occupare di più cose ex. Intervento in ambito sanitario grazie ! all’espansione di diverse tecnologie mediche. 3. Fase pionieristica: anni ’70: caratterizzata dall’arresto della crescita dello stato sociale e anche crisi fiscale. ! Si viene meno alla spinta propulsiva dei movimenti sociali (marcia dei 40.000 che sancisce la fine della protesta degli operai) i cui valori sociali continuano però a diffondersi in un clima più pronto a recepirli (nella pratica e in modo meno ideologico). 1

Si cerca di creare un nuovo volontariato che vuole prendere le distanze da ideologie ma si vuole sporcare le mani in maniera più concreta. ! Si passa dal dovere morale di donare (filantropia) al diritto di cittadinanza come orientamento prevalente: • riconoscimento sociale per tutti gli esclusi: condivisione della condizione degli ultimi per il loro reinserimento sociale (don mazzi); • erogazione di servizi che è allo stesso tempo promozione di un nuovo e più giusto modello di convivenza sociale. il non profit diventa laboratorio di sperimentazione e innovazione: nel senso di formazione di nuove forme di solidarietà; rispetto a politiche sociali pressoché inesistenti. Sociale come ambito politico primario. Messa in discussione della distinzione tra privato e politico.! 4. Fase del consolidamento: interesse per il caso italiano a causa della rapidità con cui, nel giro di pochi anni, si è passati dalla fase precedente a quella successiva. Un ruolo molto importante è stato svolto dai poteri pubblici che sono stati molto veloci nell’attribuire responsabilità gestionali e operative alle nuove organizzazioni.! Le leggi del 1991 rispondono alla necessità di formalizzare uno stato di fatto. A partire dal 1985 si ha una progressiva specializzazione e professionalizzazione dell’intervento. Nuovo clima: crescente rilevanza pubblica del volontariato • Legittimità in un clima politico di crescente disaffezione nei confronti dei partiti; • Riconoscimento giuridico (1991); • Sempre più peso nel welfare locale, che sfocerà nella legge 328/2000. ! Tre caratteristiche della fase del consolidamento: I. Crescita di autonomia del potere politico: viene meno il collateralismo; II. Consolidamento delle forme organizzative più formalizzate (strumenti di regolazione ! interna→statuti, bilanci sociali) più professionalizzate; III. Ritorna l’ancoraggio al mercato, attraverso la nascita di nuove forme organizzative ! (cooperative e imprese sociali). Fazzi: sottolinea il ruolo delle politiche pubbliche nella crescita, professionalizzazione e aumento di rilevanza del Terzo settore. Differenza nel rapporto causale tra Terzo Settore come first mover o Second mover. Qual è la rilevanza sociale del terzo settore tra la fase pioneristica e quella del consolidamento? ! C’è una rilevanza sociale (perché è importante) e una rilevanza sociologica (perché è un argomento sociologico). ! Due temi critici: • rischio che il terzo settore si burocratizzi e si conformi al pubblico; • modello del mutuo accomodamento: pericolo di riproduzione del clientelismo in altre forme. ! Due motivi che hanno fatto parlare molto del terzo settore negli anni 90: 1. Il terzo settore è utile per superare i limiti del welfare sociale (limiti economici ma anche perché non si giustifica più lo stato sociale es. sussidi, ecc: Ardigò: il welfare non viene visto come un aiuto a chi è in difficoltà ma solo un modo di favorire chi guadagna poco e non ha voglia di lavorare).! La causa della crisi del welfare è una deriva assistenzialistica del welfare che abitua solo a ricevere e a non dare nulla. Quindi, il terzo settore è visto come un tema di rilevanza sociale perché può sostituire il welfare sociale. ! Pierpaolo Donati promuove il privato sociale come è più attento nell’occuparsi dei bisogni. Zamagni dice che il terzo settore è incatenato dal pubblico e non si riesce a liberare e in questo modo non riesce a sopperire all’inefficienza del pubblico. rischio che il nostro welfare è un sistema clientelare (va avanti grazie alle conoscenze) e il terzo settore rappresenta un’alternativa a questa cosa. 2. Terzo settore non come settore di attività ma come modello sociale, principio di regolazione dei rapporti sociali: volontariato, solidarietà, mutualismo. Il fatto che il terzo settore sia basato sulla 2

promozione della solidarietà (ci si impegna per gli altri e si affrontano dei bisogni) è un fattore importante per chi crede che l’individualismo sia un male.

LET TURE Mondi vitali e privato sociale, Ranci Ardigò: democrazia cristiana è contro al divorzio. Costanti etiche e religiose. Egli esamina come negli anni ’70 è avvenuta una crisi del welfare sociale e culturale, welfare state come esito del contratto socioeconomico e ruolo fondamentale del volontariato. Donati: sociologia relazionale, radicalizzato la posizione di Ardigò, privato sociale come terzo settore. Privato sociale come sfera intermedia tra pubblico e privato. Dipendenza maggiore dei cittadini del welfare anche perché ha avuto dei momenti di grande ricchezza, cieco affidamento con la consapevolezza che esso avrebbe aiutato, ha creato una dipendenza dei cittadini dal welfare e un forte assistenzialismo. Oggi il ws va a stimolare l’empowerment dei cittadini Ascoli: analizza le caratteristiche del welfare sociale italiano, caratterizzato da assistenzialismo e particolarismo, lascia scoperte alcune categorie alcune categorie e si focalizza su altre. Terzo settore colma le mancanze che il pubblico sta dando, ha anche un ruolo educativo e di formazione. Spesso il terzo settore è importante rispetto al welfare state, è detto infatti second mover: i cambiamenti del terzo settore è legato ai cambiamenti del welfare state e delle politiche sociali. La solidarietà organizzata, Ranci e Ascoli Visione univoca dell’organizzazione, natura ambigua del volontariato tra libertà e univocità. Sirse: Monitorare l’organizzazione e il suo operato per migliorare le funzioni. Struttura interna divisi in attivazione\organizzazione volontariato (corso di formazione iniziale) e agenzia di servizio Billis: rivoluzionato il termine volontariato unito alla formazione professionale come volontario e attività più specializzata. Necessità di garantire la compresenza di volontari e di persone qualificate e che possano promuovere la qualità e l’efficienza dell’organizzazione. Concetto della natura ambigua deriva dalla presenza di conflitti che derivano dalla necessità che ogni decisione deve essere della stessa linea delle organizzative Il Corso di sociologia del terzo settore richiede di applicare immaginazione sociologica rispetto al terzo settore. Tramite l’analisi del fenomeno per come viene trattato e fare un processo di risalita in generalità (parlare di questioni astratte, a partire da un caso riuscire a sviluppare riflessioni su questioni generali).

CASO STUDIO PET THERAPY Rischio di perdita di autonomia, sistematizzare il terzo settore. Intervento in carcere: bando di fondazione Cariplo che finanzia una rete di soggetti con capofila un dipartimento universitario e di associazioni come associazione mite per un intervento di rieducazione. Si crea una dipendenza eccessiva economica del terzo settore nei confronti dei “bandi”, nel fatto che non è un intervento pubblico non da alcuna garanzia di universalità. Se fondazioni private come Cariplo finisse i soldi?? Adesso in Italia la maggior parte del terzo settore è finanziato da fondazioni private. Molte aziende come università finanziano molte altre aziende come gli asili nido, questo è necessario e accessorio? Questione generale: meccanismo concorrenziale (mercato) come principio di regolazione dei rapporti sociali enti di terzo settore (competizione, alleanze strategiche mirate a reperire fondi, legami strumentali piuttosto che espressivi) e all’interno di ognuno di esse (ricerca efficienza minimizzazione costi a danno dei più deboli). Autoreferenzialità: il primo obiettivo è sopravvivere economicamente, in alcuni territori ci sono tante associazioni ma ci sono tanti problemi di autoreferenzialità, ognuno si occupa del suo e non del problema che c’è effettivamente sul territorio al di fuori dei bandi presenti. Ne sorgono sempre nuovi problemi e il terzo settore deve intervenire sia sui bandi per fondi sia che sui problemi nuovi della società anche perché potrebbe arrivare prima delle istituzioni pubbliche. Questioni legate alla testimonianza di Maith Onlus: • al bando possono partecipare le associazioni con determinati requisiti anche se non tutte sono in grado di eseguire determinate attività, oppure si può accedere al bando per rientrare nel bilancio in parità a fine anno ma non sempre mettono in pratica al meglio quello per cui sono state 3

pagate. Viene svolta una valutazione di impatto: il terzo settore sia valutato nell’impatto che producono sulla società a cui dovrebbero essere fatti determinate offerte. Almeno la metà del loro lavoro consiste nella compilazione di questionari e rendicontazioni di quello che hanno fatto. Indicatore quantificabile es richiesta di morfina diminuita nell’hospice dove hanno fatto un progetto. Appiattimento sugli indicatori quantitativi: la metà delle cose che fa il terzo settore è come se non esiste, si basa sugli indicatori numerici. Spesso sono interventi solo qualitativi e quindi non valutabili quantitativamente. (questionario di qualità) • Oggi il ws è soprattutto locale e non più statale: oggi molte cose vengono affidate al comune o alle regioni. • Origine: fare un’associazione culturale per portare avanti un progetto professionale, non per cambiare il mondo, per dare un’affidabilità e spendibilità a competenze specifiche. La natura della spinta si differisce dalla periodizzazione della nascita dell’associazione stessa (maith fatta per portare avanti un progetto professionale perché nata negli ultimi anni) • Azione politica nel 3s: alcune organizzazioni riuscite a scrivere una carta Modena e avere una periodizzazione degli interventi e per fare questo si fanno facendo un’azione politica per includere la pet therapy come prestazione del ws. Non viene inserita in tali politiche perché c’è poca azione politica. Gramsci il terzo settore agisce politicamente quando riesce a imporre la propria visione del mondo in un’opinione pubblica e quindi nella politica, far capire che esiste ed è praticabile, imporre la propria visione del mondo come giusta. • Sfruttamento: sfruttamento economico perché gli operatori spesso sono sottopagati, è una sorta di autosfruttamento che in un sacco di lavori c’è perché ci si identifica nel proprio lavoro in quanto è presente una forte componente creativa. Se tu dai di più accumuli crediti e ti aspetti che venga riconosciuta, che ci sia un ritorno anche dalla parte dei dirigenti. • Intervento specializzato: il volontariato non è più una componente della singola organizzazione, crescente divisione tra volontariato e lavoro retribuito dove i lavoratori vengono pagati attraverso i bandi e i volontari vengono marginalizzati. Cosa accomuna l’associazione? Sono così particolari che non c’entra nulla con le altre e invece no stanno insieme e hanno dei nessi tra loro.

LET TURE Altri come noi, Melucci L’autore non riprende altri autori. È un sociologo italiano ed è stato un professore in università a Milano di psicologia e psicoterapia. Ha fondato il centro aria che si occupa di ricerca in ambito psicologico. Ha lavorato in diverse parti del mondo. Si è occupato al tema delle classi e poi ha spostato il focus sull’interdipendenza, sulla società collettiva che si raffronta all’individuo, ai movimenti civili e al fare comunità. Nel libro si occupa di affrontare un salto di coscienza dell’individuo. Si occupa del perché l’individuo agisce? Individuo inserito in una comunità, uomo vive in associazione agli altri e in dipendenza dalla comunità: la società serve all’uomo per avere una sicurezza, l’uomo è inserito in un contesto comune e responsabilmente agisco verso gli altri. Idea di essere nati in una parte del mondo avanzata carica l’individuo di responsabilità, anche di occuparsi della restante parte del pianeta che è più svantaggiata, altri come campanelli d’allarme altro come mancante di qualcosa. Parte dal singolo per arrivare all’analisi della collettività. Azione volontaria come individuo associato a una comunità esprime la volontà di agire volontariamente per una responsabilità nei confronti della comunità per avere un riconoscimento Interrogazione sulla funzione sociale dell’associazionismo: Melucci: anticipazione bisogni e nuove forme del volontariato sociale.! Schema articolato, all’incrocio fra due dimensioni: • Effetti della socializzazione prepolitica non sono gli unici possibili; • Uno schema a 4 quadranti che è anche un modo per tenere insieme realtà molto diverse. • Maith? • Limiti Valutazione d’impatto: effetti prodotti Le fonti di finanziamento. L’associazionismo nella società civile e la democrazia, Biorcio e Vitale introduzione generale le libro: si domandano come il mondo dell’associazionismo sia cambiato negli ultimi 25 anni, si è staccata dai partiti politici e oggi sono caratterizzati dalla diffusione di una cultura democratica e dall’universalismo. In questo libro spiegano quanto manca una cultura 4

generale sul mondo delle associazioni e come vengono universalizzate. Partono da una riflessione sulle associazioni partendo da Tocqueville per analizzare la partecipazione politica delle associazioni e come la finalità può variare in base alle idee delle associazioni. Riportano alcuni autori che anno trattato della democratizzazione delle associazioni come Pultham che tratta del capitale sociale e attraverso l’associazionismo si alimenta l’integrazione sociale e l’interventismo politico.

CONVEGNO PER PREMIO DAVOLIO CON TEMA “FARE COMUNITA’” Racconto dell’intervento di Citroni “Fare comunità. Insidie, opportunità e dilemmi dell’azione cooperativa”.! Fare comunità significa sviluppare un intervento sociale con queste quattro caratteristiche: 1. Superamento del dualismo utente-erogatore del servizio; 2. Attraverso un’attivazione di organizzazioni (anche economiche); 3. Che si fanno carico dei bisogni (almeno nel capirli e segnalarli); 4. Atto di responsabilizzazione. ! Alcune considerazioni:! 1. Rischi: intendere le parole usate (comunità, generatività, partecipazione, attivazione) in questo campo come vuote perché usate solo per partecipare ai bandi e di conseguenza non prenderle sul serio; è un rischio che si può evitare perché dipende dall’atteggiamento degli operatori e quindi sta a loro renderle pieni e non vuote.! 2. Prendere troppo sul serio le parole sopra citate e chiedere anche a chi non è in grado, di attivarsi e muoversi di gambe proprie; pensare che sia l’unico approccio che risolva tutti i problemi. Necessità di questo intervento secondo Citroni: racconto di una sua esperienza personale (via Padova); secondo lui il lavoro di comunità è importante e va praticato perché non lo si conosce a sufficienza.! Viene invocato un ritorno alle origini del terzo settore, modo di operare del non profit che caratterizzava gli anni 70.! Melucci: fare lavoro di comunità vuol dire prendersi cura e prendersi cura è l’opposto della guarigione. Nel secondo caso l’intervento è messo in atto da un esterno che interviene solo nel momento del bisogno, una tantum volta a risolvere il problema; mentre il primo è caratterizzato da una cura quotidiana e non finalizzato al risolvere qualcosa. Legami come comunità ci sono, anche negativi. Non d’accordo col paradosso assenza di legami nella comunità. !

DIFFERENZE CON ANNI ‘70

DILEMMI

Non inventare ex novo

Individualismo aumentato

Comunità come obiettivo?

Sviluppare politiche sociali

Rinnovare politiche sociali

Innovazione richiesta

Pianificare la sperimentazione?

Reciprocità

Condivisione di ritorno

Misurare efficacia

Misurare la reciprocità?

Cura come politica

Cura come etica

Cura come welfare locale

Fare quale comunità?

PRENDERSI CURA Non guarire

FARE COMUNITà

Proposta per uscire dalla negatività: non pensare che sia colpa del terzo settore sciogliere i nodi della tabella sopra; l’importante è fregarsene. ! Prospettive con cui vedere il terzo settore: 1. Prospettiva della politica sociale: le risposte dipendono dalle domande e soprattutto dipendono dalle politiche; 2. Dimensione organizzativa: qual è la specificità organizzativa delle organizzazioni del terzo settore? 3. Economia civile (cattolica): liberare il terzo settore dalle catene dello stato. 5

LET TURE Due o tre cosette sulle associazioni…Fare ricerca su contesti ibridi e ambigui, Cefai Parla delle utopie civiche e politiche delle varie associazioni e fa riferimento alle associazioni ma solo dal punto di vista normativo. Utopie riferibili all’approccio comunitario (le associazioni dovrebbero rivitalizzare le comunità famigliari) approccio repubblicano (…) e approccio eco...


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