Appunti su generatività - Psicologia Clinica dei Legami Familiari a.a. 2014/2015 PDF

Title Appunti su generatività - Psicologia Clinica dei Legami Familiari a.a. 2014/2015
Author Elisa Simeoni
Course Psicologia Clinica dei Legami Familiari
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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LA GENERATIVITA' (SCRITTO) Il contributo sulla generatività prende l'avvio da:  Apostolo Giovanni: connette le generazioni in nome dell'amore  Martha Nussbaum: sottolinea la vulnerabilità e fragilità del bene, che sarebbe dovuta sia alla sorte/fortuna che alle passioni che travagliano gli esseri umani (es: denaro, potenza..) Corpo (i sensi e le emozioni) e spirito (valore e dignità della persona) viaggiano accumunati. L'approccio dell'etica delle virtù attribuisce un ruolo centrale alle emozioni, ai sentimenti, alle motivazioni e alle azioni dell'uomo → noi seguiremo tale approccio inserendo il tema della generatività. L'uomo non solo riproduce ma genera anche menti: lo fa incrociando tra loro generi e generazioni e costruendo storia e cultura. In tale incrocio opera anche il caso (fortunato o sfortunato). Oggi nella cultura dell'Occidente e soprattutto in Italia: ● C'è un rischio generativo → i figli si hanno sempre più in avanti e il numero di figli decresce perchè viene considerato un impegno affettivo ed economico. → troviamo così uno scontro tra beni: da un lato i figli e dall'altro lato se stessi. La soluzione? Armonizzare i beni tra loro, ma oggi questo risulta difficile. ● C'è una crescente matrilinearità e le famiglie attribuiscono un valore assoluto alla realizzazione di sé dei figli (mito autorealizzativo) → i figli non si rendono conto che così allontanano il tempo delle decisioni e delle scelte cruciali → difficoltà a rappresentarsi la famiglia futura perchè l'unica tappa pensata è quella di trovare un lavoro e realizzarsi. ● Lo scambio generazionale è caratterizzato dall'idea che:  c'è sempre tempo per fare famiglia perchè prima c'è la realizzazione di se  si possa sempre contare sulla propria famiglia di origine La causa del dramma? Il fatto che la cultura familiare e sociale tengono lontane da sé il salto generazionale. Perchè? Per il dolore della perdita che il salto comporta e per il terrore di ciò che è nuovo. La transizione però comporta si perdite ma anche guadagni relazionali: il fatto è che si faticano a vedere i guadagni. Cosa succede? Si lotta contro la temporalità in nome del benessere-sicurezza. Questa azione rischiosa può portare alla patologia → ovvero la stagnazione che delinea la morte del mutamento (es: mancato salto generativo, rassegnazione depressiva, rancore) ● Nel caso in cui il salto generazionale si compia bisogna sempre esser pronti per accogliere l'imprevisto e l'inatteso. Le virtù che costituiscono lo scambio generazionale sono: la fiducia, la speranza e la giustizia → compiti materni e paterni che possono operare o meno nello scambio. Ciò che è stato fatto e ciò che è stato omesso è il centro dell'attenzione clinica. Messaggio della psicoterapia familiare orientata in senso generazionale: se queste virtù vengono esercitate nei confronti di qualche membro allora sarà anche il corpo familiare nel suo insieme a beneficiarne → ciò implica la cura di più membri di differenti generazioni. Aristotele → ciò che riluce è la capacità degli uomini di affrontare le difficoltà della vita Pindaro → analogia vegetale per descrivere la persona: è come una giovane pianta di vite, sottile, fragile e bisognosa di cura che viene dall'esterno perchè altrimenti non crescerebbe. Per pervenire al frutto però dev'essere però di buon ceppo e avere un giusto clima. → Bisogna perciò tenere a mente la sacralità della persona (sacralità connessa con la natura-cultura: i mutamenti del rapporto con la natura-cultura influenzano la persona) 1) Il buon ceppo sono le matrici familiari che possono avere affrontato le difficoltà della vita ed assaporato le gioie oppure essere state devastate dalle difficoltà e portare ferite non rimarginate → solo una visione familiari può permettere di considerare i ceppi → corrente sotterranea valoriale allo scambio generazionale: fiducia, sfiducia e giustizia oppure sfiducia, disperazione ed ingiustizia (nella gestione del conflitto e nell'azione compiuta emerge il valore-disvalore) 2) La fragilità bisognosa (piccolo e anziano) difficile attribuirla alla coppia ma così è impossibile prendersi cura delle coppie → l'Intervista lo fa perchè ha lo scopo di promuovere il bene possibile ed è un'occasione di cura, non dimenticandosi del male ma considerando ciascun membro familiare come colui che ha la responsabilità di fare qualcosa per l'altro. Bisogna quindi considerare la fragilità bisognosa come costitutiva dell'uomo 3) Clima = ambiente (società e comunità) nella quale la famiglia vive. La famiglia pensata come bene sociale ma fragile deve essere perciò sostenuta ma spesso le società (come la nostra) si tiene al di fuori (deresponsabilizzazione) e tutela solo i diritti dei singoli individui ma non le relazioni familiari → effetti negativi sull'organizzazione dei servizi e nello scambio generazionale. La nostra società attribuisce alla famiglia l'onnipotenza generativa negando la sua fragilità. → Autori parlano di intreccio tra generazioni mediato dai rapporti sociali (spesso la mediazione però è appunto negata) Programmi di ricerca basati sullo scambio tra le generazioni: 1) Teoria dell'attaccamento

- Esistenza di sistemi comportamentali biologicamente radicati sviluppati mediante la selezione naturale - Matrice di pensiero evoluzionista - Predisposizione innata del piccolo a cercare il contatto con la propria figura di accudimento e la predisposizione materna ad offrirlo → ciò assicura la sopravvivenza e la propagazione del patrimonio genetico - Continuum tra biologico, psichico e sociale: Studi sul cervello e il suo funzionamento articolati con quelli sul linguaggio e narrazione come veicolo dell'apprendimento culturale transgenerazionale → Tendenza delle nuove generazioni a rifarsi a modelli parentali di comportamento nell'affrontare situazioni (selezione naturale) → Tendenza ad utilizzare uno stile analogo a quello avuto con la propria figura di accudimento per accudire il figlio e proteggerlo dal pericolo (la diade è vincolante e determinista anche se possono intervenire cambiamenti dei MOI) = Il mediatore del passaggio dello stile relazionale sono la formazione dei MOI del sé → Integrazione della teoria dell'attaccamento con la ricerca sulle relazioni familiari funziona solo se il soggetto è considerato nelle varie fasi del ciclo familiare (percorso di sviluppo) con la presenza di altri famigliari significativi e non si considera la dinamica familiare specifica (es: considerare l'adolescente nei confronti dei loro genitori) → In ambito di psicoterapia familiare: combinazione dell'approccio strutturale di Minuchin con la teoria dell'attaccamento attraverso i family scripts o copioni → costituiti attraverso ripetute esperienze di scenari simili che creano aspettative condivise da parte dei membri familiari (il terapeuta deve mettere in scena i ruoli agiti e sollecitarne il cambiamento) Differenze tra teoria dell'attaccamento con una visione generazionale e teoria dei legami generazionali: 1) Punto di origine: - A: il soggetto in relazione (la diade all'origine) - L: la coppia generativa → lo scambio è in apparenza diadico perchè in realtà chiama in causa il terzo ovvero il contesto (es: rapporto con le famiglie di origine o con la comunità..) → si parla di triadi o triangoli 2) Focus: - A: sopravvivenza, pericolo, comportamento adattivo (focus biologico) - L: temi dell'eredità, debiti e crediti generazionali, rituali, qualità dello scambio generazionale, senso dei legami generazionali (focus culturale) 3) Passaggio generazionale: - A: valore alle diadi che si ripetono o che si incontrano (accoppiamento diadi) - B: valore all'incastro di coppia genitoriale → passaggio generazionale sulla base di punti di incrocio della vicenda generazionale (formazione di triangoli) Comunanze: 1) Relazionalità ontologica 2) Funzione svolta dalla memoria 3) Valore dello scambio generazionale 4) Metodologia di ricerca: articolare il modello clinico con quello osservativo 2) Teoria dei codici affettivi (Fornari) - Relazione tra ruoli nella mente dell'individuo iscritta nella specie e messa in azione dalla relazione familiare concreta - I gruppi parlano con la logica dei ruoli familiari (quello della madre, del padre, fratelli..) → perciò ogni gruppo ripropone tali ruoli familiari - Salute mentale = armonia tra i codici e il riconoscimento della dominanza temporanea di un codice (in quanto a seconda delle fasi dello sviluppo un ruolo può predominare sugli altri) Patologia relazionale = pensare che un codice possa essere totalitario vale a dire che occupi tutto il territorio mentale (es: maternalizzazione della società) Compito terapeutico? Ricomporre l'armonia tra i codici → come? Il terapeuta incontra singolarmente i membri familiari per poi ritrovarsi tutti insieme così da riformare il gruppo famiglia (i ruoli) - Matrice culturale innata: fin dalla nascita esistono i ruoli familiari in relazione tra loro nella mente (mente = teatro gruppale) - Metodo di ricerca: analisi della verbalizzazione di testi trascritti che denotano situazioni in cui i familiari o i gruppi devon prender decisioni. Il clinico tramite questa analisi può cogliere il processo decisionale e così la presenza della predominanza di un codice sugli altri oppure dell'armonia tra codici. Differenze: 1) Nascita - C: nascita come fondante in sé la relazione familiare - L: scambio attivato dalla coppia + nascita come fondante la relazione tra generare ed essere generati

(accadimento che mette in azione lo scambio tra più generazioni) 2) Relazioni: - C: innatismo mentale che caratterizza la relazione famigliare → famiglia interiore di cui il bambino deve fare esperienza - L: matrice etico-affettiva che caratterizza la relazione famigliare (storia delle relazioni → lo scambio generazionale avviene nel contesto di una storia e di una cultura) 3) Diversa visione del generazionale: - C: funzionamento inconscio della relazione: teatro interiore dell'individuo attraverso ruoli e codici - L: ciò che è accaduto nello scambio generazionale (transfert) 4) Metodo: povero per far emergere le caratteristiche della relazione Comunanze: 1) Rilievo attribuito al simbolico: anche se più che ai ruoli e ai codici (posizioni rigide) pensiamo alla presenza di funzioni (materne e paterne) → simbolico che assume la forma della spirale perchè si presenta costantemente nello scambio tra generanti e generati → conflitto generato non solo a livello orizzontale (tra i ruoli e codici) ma anche in verticale per noi (tra generazioni: stirpi di provenienza) 2) Rilievo della presa di decisione per vedere il legame tra i membri familiari (noi però pensiamo che la responsabilità che è singolare chiama comunque sempre in causa l'altro) 3) Gruppoanalisi francese - Interesse nei confronti dei gruppi - Visione soggettuale-gruppale: il soggetto è inteso come soggetto all'azione e al pensiero altrui (la storia generazionale) → due vie attraverso cui si viene al mondo: il corpo e il gruppo (appartenenza culturale e famigliare) - Quindi i sintomi sono pensati come manifestazioni dei conflitti intersoggettivi e gruppali e non solo corporeo-somatici - Modalità di passaggio dannose (transfert) → scopo dell'intervento terapeutico è quello di liberare i membri familiari dalle modalità nefaste di trasmissione (quando un membro familiare diventa il custode dell'indicibile derivante dall'antenato es: qualcosa di vergognoso) - Presenza di identificazioni alienanti inconsce con membri di generazioni lontane → ciò porta ad un attenzione rivolta al singolo individuo e al suo funzionamento mentale che viene però connesso alla linea generazionale di discendenza (3 generazioni) cogliendo identificazioni alienanti e legami narcisistici - Difficoltà relazionali = tentativi di riparare, correggere, padroneggiare gli antichi schemi relazionali - Passaggio generazionale avviene secondo 2 forme: 1- Intergenerazionale: polo positivo dello scambio → i vissuti trasmessi vengono gestiti dalle generazioni precedenti per poi essere rielaborati e ripresi da quelle successive ; compresenza benefica di processi di identificazione e di differenziazione generazionale 2- Transgenerazionale: polo negativo dello scambio → i vissuti rientrano nell'impensabile e non sono sensati ; compresenza malefica di incorporazione e di diniego che opera per ripetizione generazionale Differenze 1) Focus - G: Presentazione del caso clinico con focus sui fenomeni clinici senza considerare ciò che non è clinico - L: Si considera l'intersoggettività su base osservativa 2) G: Distinzione tra inter e transgenerazionale L: Non considera questa distinzione ma le azioni inerenti allo scambio generazionale che entrambe possono portare rischio o opportunità: 1- Trasmettere: passaggio del patrimonio genetico ed ereditario (dote, status) - traslocazione e deposito di diritti-doveri - dimensione chiave: spazialità - a un estremo c'è la saturazione mentale: ripetizione e il riconoscimento della differenza tra i membri è assente – all'altro estremo c'è la marginalità-ripudio: i membri sono messi ai margini ed estromessi dall'appartenenza familiare 2- Tramandare: passaggio delle origini familiari (nome-cognome, tratti caratteriali) - dimensione chiave: temporalità che collega le origini con il tempo attuale - a un estremo c'è il determinismo: il nome-identità come copia e replica – all'altro estremo c'è l'autogeneratività: il nome come identità autoriferita – al centro: rinnovamento delle origini 3) Transfert generazionale - G: Traumatico - L: Area incerta e critica Comunanze: attenzione al rapporto conscio-preconscio (nell'Intervista per fare emergere aspetti inconsapevoli dei sentimenti e delle azioni attraverso immagini, domande stimolo ambigue..) 4) Teoria della trasmissione generazionale dei processi emozionali (Murray Bowen) - Può essere applicata a tutte le famiglie e in tutte le culture

- Si basa su tre concetti: 1) Concetto di differenziazione del sé: differenziazione che opera a partire dal processo di trasmissione intergenerazionale 2) Concetto di processo multigenerazionale emozionale: trasmissione dei modelli relazionali caratterizzati da credenze, valori ed emozioni (quelli dei genitori sono predittivi di quelli dei figli). Modelli relazionali: esercizio della violenza, esposizione al divorzio, qualità della vita coniugale (non confermati dalla ricerca) 3) Concetto relativo al processo di proiezione familiare: gestione dell'ansia riferita a situazioni di angoscia e di pericolo (non generico stress) → i figli più esposti a tale processo e secondo l'ordine di nascita, correranno il rischio maggiore di avere una bassa differenziazione del sé Quindi: processo di differenziazione del sé individuale connesso a ciò che accade nello scambio generazionale (capacità o meno dei membri familiari di gestire l'ansia relazionale) - Obiettivo della terapia: sostenere il membro a modificare la qualità delle proprie appartenenze Differenza: E: Non esistono ricerche che supportano quanto dice la teoria di Bowen L: Intervista Generazionale come strumento valido in quanto si rivolge a coppie sia cliniche che non cliniche e che permette di essere utilizzato dai clinici anche con diversi orientamenti e fare una valutazione clinica efficace 5) Teoria del ciclo di vita - Teoria di sviluppo che individua per ciascuna fase del ciclo di vita dei cambiamenti necessari per lo sviluppo - Il ciclo di vita della famiglia: contesto naturale entro il quale si modellano l'identità e lo sviluppo della persona → contesto multigenerazionale che è sottoposto a mutamenti - Modello descrittivo-normativo più che comprensivo delle relazioni familiari - Il focus del modello è l'individuo considerato nelle sue relazioni - I sintomi e le disfunzioni relazionali → considerati all'interno del contesto sistemico: compresenza di più generazioni e in riferimento a ciò che la cultura considera normale (=funzionamento adattivo dalle varie fasi del ciclo di vita) relativamente al funzionamento familiare. - Non c'è una patologia o una salute relazionale in sé ma queste variano a seconda della capacità adattiva dei membri e del sistema nel suo insieme - I sistemi vengono compresi su due dimensioni temporali: 1) quella storica (eredità biologica e comportamentale) 2) quella evolutiva (sviluppo emozionale, cognitivo e fisico nel corso della vita) - Si sostiene la necessità di coaching ai singoli individui allo scopo di attuare cambiamenti di se nel contesto familiare - Scopo della terapia: sostenere l'individuo ad essere proattivo e a non cadere nelle trappole che ci possono essere all'interno della famiglia 6) Modello epigenetico (Wynne) - E' un approccio evolutivo - Concetto di epigenesi: criterio guida della qualità della relazione interpersonale. La qualità dipende da come in ciascuna fase evolutiva si ricombinano tra loro le influenze costituzionali con quelle esperienziali dando vita a nuove potenzialità - 4 fasi cruciali della crescita interpersonale in cui ci può essere sviluppo ma anche fallimento: 1) Attaccamento-accudimento 2) Comunicazione condivisa 3) Soluzione cognitiva dei problemi 4) Mutualità → possibilità sempre presente che l'individuo rinnovi l'impegno nella relazione con l'altro ; racchiude non solo gli aspetti affettivo-cognitivi ma anche quelli etici → condizione ideale della relazione Uso del modello epigenetico da parte di due autrici per coniugare la teoria dell'attaccamento e la teoria delle emozioni espresse con la visione epigenetica (ricerca di stampo integrativo) → per organizzare interventi terapeutici sul livello della qualità dell'attaccamento + emotività espressa → al fine di costituire l'intervista intergenerazionale: Scopo: riavvicinare genitori e figli modificando le rappresentazioni del paziente (spesso sono immagini polarizzate, immagini primitive del se e degli altri che poco hanno a che fare con le figure reali dei genitori → coazione a ripetere: tendenza a ripetere le antiche relazioni oggettuali così come sono state sperimentate dalle persone) Come: intervistando il genitore sulle sue prime esperienze di attaccamento nella famiglia di origine per favorire la mutualità ovvero il mutamento relazionale - Passaggio generazionale a canne d'organo (l'attacco negativo del genitore vs figlio dipende dall'attaccamento ricevuto) - Contro la visione negativa delle relazioni familiari (si parla di normalità) e la visione americana della famiglia con la suddivisione classica dei ruoli

Differenze: 1) E: Ricerca descrittiva con evidenze soprattutto cliniche mentre la traduzione empirica è carente (cioè poche ricerche effettuate) 2) E: Si utilizza la metafora del ciclo di vita L: Si utilizza la concezione drammatica e la relazione familiare non è ciclica (a parte le entrate e le uscite dei membri e il tema della differenza tra generi, generazioni e stirpi così come il registro simbolico che tornano nelle generazioni) 3) E: Si segue lo sviluppo del singolo individuo inserendolo in matrici sempre più ampie L: Ci interessa lo scambio generazionale e a questo scopo consideriamo gli assi dello scambio intesi come scenari relazionali (origini, coppia, genitorialità) e consideriamo il concetto di crisi intesa come processo di separazione-ricomposizione → che ha lo scopo di preparare nuovamente alla relazione con l'altro e ricomporre i legami. La separazione è un'invariante relazionale perchè opera all'interno di ciascun asse ognuno dei quali influenza gli altri per la compresenza del processo di separazione-ricomposizione (es: crisi della relazione di coppia che può dar vita a una separazione-ricomposizione al rapporto tra genitori e loro famiglie d'origine) Comunanze: 1) Attenzione ai passaggi/transizioni 2) Attenzione al family developmental orientation e allo scambio generazionale → i genitori di figli a loro volta sposati sono il ponte generazionale che connette tra loro le generazioni (occorre quindi fare i conti con 3 generazioni) 7) Teoria del processo triangolare normativo - Teoria che fa riferimento alla triangolazione → processo base dello sviluppo mentale che può avere effetti benefici o problematici ovvero capacità del soggetto di farsi un'idea del tessuto relazionale in cui è inserito - Fa riferimento anche al senso del noi → senso interiore della relazionalità che comprende sia il senso di partecipazione condivisa che quello osservativo dello scambio altrui - Il concetto è stato reso operante attraverso il gioco triadico di Losanna → unità di rilevazione: 1)...


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