Auriga DI Delfi PDF

Title Auriga DI Delfi
Course Storia e Media
Institution Università di Bologna
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Descrizione Auriga di Delfi...


Description

Auriga di Delfi L'Auriga di Delfi è una scultura greca bronzea in stile severo sviluppatosi in Grecia tra il 480 e il 450 a.C.,(h. 180 cm), databile al 475 a.C. e conservata nel Museo archeologico di Delfi. L'opera appartiene a Sotade di Tespie,il cui nome è stato letto su una base ritrovata in prossimità dell'Auriga. Fu realizzato per celebrare la vittoria di Hieron nella corsa dei carri,durante i Giochi Pitici, e donato al santuario di Apollo Delfico da Polizelo, tiranno di Gela. Essa faceva parte di un gruppo scultoreo più complesso comprendente quadriga, cavalli e due scudieri. Di tali elementi sono stati ritrovati solo pochissimi frammenti: il braccio di uno scudiere, parti dell’assale, del giogo e del timone del cocchio e frammenti delle zampe dei destrieri. L’opera mostra l’auriga fasciato da un classico chitone cilindrico che ricorda una colonna dorica con le sue scanalature e ad un gioco di luci e ombre in concomitanza con sporgenze e rientranze,stretto in vita e lungo fino alle caviglie: la lunghezza del chitone e/o il modo con cui questo veniva fissato, cioè appuntato a entrambe le spalle o solo a una, era un indicatore dello status di chi lo indossava. Il chitone lungo, come quello dell’auriga, era riservato solo ai i personaggi d’alto rango e alle donne, se monospalla designava invece l’appartenenza a ranghi inferiori. Al di sopra della vita la veste si arricchisce di pieghe diagonali che creano un fitto chiaroscuro. Il volto dall'espressione seria e concentrata, è incorniciato dai capelli finemente lavorati . Il busto è lievemente curvo all'indietro (sarebbe caduta in avanti altrimenti) mentre le spalle si flettono in avanti a bilanciare la trazione esercitata dalle redini. La tecnica di realizzazione è quella della cera persa con metodo diretto:consiste nel fondere le varie parti separatamente e successivamente unirle tra loro tramite perni o saldature. Infine un accurato lavoro di rifinitura nasconde i punti di giuntura e un'ulteriore levigatura dona al bronzo una tonalità molto scura. In particolare la tecnica è visibile in ciò che rimane del braccio sinistro che era fissato alla spalla e nascosto dalle pieghe del chitone e sono stati fusi separatamente anche i piedi e la testa e questo metodo regala esemplari unici dal momento che il modello in cera viene perduto e la forma viene rotta per estrarre la statua in bronzo. L’Auriga di Delfi è composto da 10 parti principali a cui si sommano pezzi più minuti soprattutto per i particolari del volto: rame per ciglia e labbra, applicazioni in argento per la benda tergisudore decorata a meandro (traslazione di un motivo ornamentale puntuale lungo tutto lo spazio orizzontale della suddetta fascia, in moda da formare un fregio comunemente detto “greca”) e poi materiali non metallici come pietre e pasta vitrea colorata per la cornea e le iridi. Sembrerebbe un paradosso, ma l’Auriga si è conservata grazie a un catastrofico terremoto scatenatosi nel 373 a.C.; ciò ha permesso di tenere la scultura ben nascosta tra le macerie e i detriti, salvandola così da razzie che ne avrebbero comportato di certo la fusione al fine di riciclare il materiale. -veste ricopre interamente la figura, non più in nudità eroica » opera non è più tensione tra natura e idea e ricerca della

perfezione e della bellezza formale e anatomica » non è rappresentato l’ideale atletico, ma l’individuo singolo » abbandono dell’ideale di raffigurare le virtù o modello umano - La statua era su un carro, uno schiavo guidava i cavalli » non c’è più la figura proporzionata a sé, ma posta in relazione con altri oggetti della realtà » tentativo di riproporre un’intera scena reale » si vuole raffigurare il movimento stesso, non la rappresentazione ideale del movimento -La posizione non è più stante » pieghe della tunica rompono l’apparente frontalità » torsione che parte dalla posizione obliqua dei piedi » capo lievemente rivolto a destra » busto ancora più ruotato del capo » i piedi vanno in due direzioni diverse, non sono + frontali e nudi che esprimono una grande vitalità che si cerca di trattenere,denotano uno straordinario realismo dato dai tendini e le vene in evidenza per lo sforzo appena compiuto. -Capigliatura » basette (mai riscontrate prima di quest’opera) » ciocche cesellate costituiscono i capelli, a riccioli sulla fronte » i capelli non presentano più la forma globulare modulare » porta sulla testa una fascetta di riconoscimento -Volto » sguardo non risulta vuoto, ma intenso e sereno e non c'è più il sorriso - Braccia per la prima volta sfondano i piani paralleli...


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