Cartesio Le passioni dell\'anima PDF

Title Cartesio Le passioni dell\'anima
Author Lucrezia Di Matteo
Course Storia della Filosofia
Institution Università degli Studi di Messina
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Cartesio- Dualismo cartesiano Res cogitans: è l’anima, lo spirito e il pensiero. Io ho la certezza di esistere come sostanza pensante perché dubitavo di tutto, ma tranne il fatto di esistere come sostanza pensante. La res cogitans è l’insieme di tutte le attività intellettive dell’uomo ed è tipicamente dell’uomo, i vegetali e gli animali non possiedono il pensiero. Res extensa: è la materia, il corpo. L’uomo è l’unione di pensiero e corpo e proprio per questo è una creatura unica e particolate nell’universo: insieme di anima e spirito e materia e corpo. Esse sono opposte: il pensiero è libero, inesteso e volontario; il corpo è meccanico, ha un’estensione ed è necessario. Rapporto tra anima, pensiero e corpo. Innanzitutto Cartesio è il sostenitore dell’idea dell’uomo come macchina: il corpo è una macchina guidata dai nervi che sono connessi alla ghiandola pineale. Il corpo è come se fosse un orologio in cui tutti i meccanismi sono equilibrati e in armonia. Dunque, i corpo sono automatici (riflessi), il corpo meccanico nella sua massima espressione è dato dal corpo degli animali (gli animali sono delle macchine senza anima, senza spirito e senza coscienza; idea diversa da Hobbes che sosteneva che gli animali sono dotati di una propria intelligenza). Gli uomini hanno un’anima, cioè un’intelligenza che si esprime attraverso il linguaggio, un linguaggio complesso e articolato che induce al ragionamento e permette all’uomo di essere libero. Il rapporto tra anima e corpo è dato dalla presenza di questo corpo fisico, cioè della ghiandola pineale, quella parte non doppia del cervello umano che raccoglie tutti gli input che derivano dai sensi all’uomo, i quali vengono sintetizzati. Quindi c’è un raccordo e un’interazione tra corpo e anima che avviene nella ghiandola pineale: quando il mio corpo mi dà un input, la mente e l’anima sono coinvolte dagli input che mi arrivano dal corpo (Cartesio dice che io e ilo mio corpo siamo uniti, non sto alloggiando in un battello). Come il corpo influenza la mente e come interagisce sulla mente? Domande prodotte da discipline con strumenti neuroscientifici di studio del corpo del corpo umano. Cartesio inizia in questo modo a studiare le Passioni dell’anima. L’uomo ha 2 funzioni: le azioni e le passioni. Le azioni sono volontarie, cioè l’anima comanda ai miei nervi di eseguire un’azione: la ghiandola pineale sollecita volontariamente gli spiriti vitali attraverso il sangue e i nervi. (Cartesio è l’anticipatore dell’IA). Le passioni, invece, non sono volontarie, ma involontarie, sono causate nell’anima da forze meccaniche involontarie che procedono senza il controllo. Le passioni sono costituite da percezioni, sentimenti o emozioni che non sono né nocive né positive, ma possono essere utili perché passioni come la gioia e la tristezza migliorano la vita e sono un ostacolo se finiscono per dominare l’intelletto. La gioia e la tristezza sono alcune delle emozioni principali. La tristezza avverte l’anima su ciò che danneggia il corpo e ciò che causa l’infelicità; la gioia, al contrario, avverte l’anima di ciò che è utile al corpo e perciò prova amore verso esse e desidera acquisirle e conservarle. Dunque le passioni possono indicare come vivere perché possono dare dei consigli. E il saggio è colui che ha il controllo della passione, perché esse rendono schiavi, bisogna con la volontà controllare le passioni per evitare le reazioni più smodate e più rischiose. Quindi la forza dell’anima consiste nel vincere le emozioni, mentre la sue debolezza consiste nel lasciarsi dominare dalle emozioni. Tuttavia le emozioni fanno apparire il Bene e il Male e induci l’uomo a fuggire dall’uno e cercare l’altro; per questo l’uomo non deve farsi guidare da esse, ma solo dall’esperienza e dalla ragione perché solo così potrà distinguere il Bene dal Male ed evitare gli eccessi. La saggezza consiste dunque nel dominio sulle emozioni e si ottiene estendendo il dominio della ragione, che restituisce all’uomo l’uso del libero arbitrio, chiaro e separandolo dal movimento del sangue e dagli spiriti vitali dai quali dipendono le emozioni. Cartesio individua alcune passioni semplici, da cui dipendono tutte le altre: meraviglia, amore, odio, desiderio, gioia, tristezza. Dal desiderio hanno origine la speranza e il timore, a seconda che consideriamo più o meno probabile il desiderio che stiamo osservando.

L'opera è divisa in 3 parti e ogni parte è divisa in articoli: 





La prima parte è costituita dai primi 50. Inizialmente si parla delle passioni in generale (1-6), della loro relazione con il corpo (7-16), della loro relazione con l'anima (17-29) e della loro relazione con l'unione di anima e corpo (30-50); La seconda parte consiste degli articoli 51-148 e tratta dei seguenti argomenti: cause e funzioni delle passioni (51-52), enumerazione delle passioni (53-68), le sei passioni fondamentali (69-95), fisiologia delle passioni (96-136), sull'uso delle passioni (137-148); Nell'ultima parte si propone una classificazione di tutte le passioni a partire dalle sei principali.

PRIMA PARTE-> delle passioni in generale e, incidentalmente, di tutta la natura dell’uomo. Art. 1: Ciò che è passione riguardo a un soggetto è sempre azione sotto qualche altro aspetto. Le scienze che abbiamo ricevuto dagli antichi in nulla dimostrano così bene la loro insufficienza quanto in ciò che riguarda le passioni. Se si ci vuole avvicinare al VERO si ci deve allontanare da tutto ciò che è stato detto dagli antichi. Bisogna azzerare il sapere per evitare che il sapere trascini con sé gli errori del passato. Art. 2: Per conoscere le passioni dell’anima occorre distinguere le sue funzioni da quelle del corpo. La regola per raggiungere questo scopo è il problema della DISTINZIONE, cioè per essere valida, una conoscenza deve essere distinta e non deve essere confusa. Art. 3: Specifica quale regola si deve seguire per questo scopo (per distinguere le funzioni del corpo e quelle dell’anima). Le prime sono quelle che noi sperimentiamo sul nostro corpo e sui corpi inanimati; le seconde sono tutto ciò che non si attribuisce al corpo. Art. 4: Il calore e il movimento delle membra derivano dal corpo; i pensieri dall’anima. Dato che non concepiamo che il corpo pensi, abbiamo ragione di credere che tutte le specie di pensiero che sono in noi appartengono dall’anima. E poiché non dubitiamo che ci siano corpi inanimati, i quali possono muoversi in altrettanti diversi modi quanti i nostri, dobbiamo credere che tutto il calore e tutti i movimenti che sono in noi, in quanto non dipendono dal pensiero, appartengono soltanto al corpo. Art. 5: E’ un errore credere che l’anima dia movimento e il calore al corpo. Esempio di un corpo morto: prima si pensava che quando c’è vita c’è anima e quando l’anima abbandonava il corpo questo moriva, quindi diventava privo di calore e movimento; e si è creduto così, che il nostro calore naturale e tutti movimenti del nostro corpo dipendano dall’anima, mentre si doveva pensare che, quando si muore, l’anima non è più presente solo perché cessa questo calore e gli organi che servono a muovere il corpo si corrompono. Art. 6: Quale differenza c’è tra corpo vivente e corpo morto. Al fine di evitare questo errore, consideriamo che la morte non giunge mai per difetto dell’anima, ma soltanto perché qualcuna delle parti principali del corpo si corrompe; e giudichiamo che il corpo di un uomo vivente differisce da quello di un uomo morto, come un orologio o un altro automa (cioè altra macchina che si muove da sé) quando è caricato e ha in sé il principio corporeo dei movimenti per i quali è costituito, con tutto ciò che è richiesto per la sua azione, differisce dallo stesso orologio, o altra macchina, quando è rotto e il principio del suo movimento cessa di agire. Art. 7: Breve spiegazione delle parti del corpo e di qualche sua funzione. Tutti i movimenti delle membra dipendono dai muscoli e che questi muscoli sono opposti gli uni agli altri, di modo che quando uno di essi si accorcia tra verso di sé la parte del corpo cui è attaccato, il che fa allungare nello stesso tempo il muscolo opposto. Se accade poi che in un altro movimento questo muscolo si accorci, fa sì che il primo si allunghi e ritragga verso di sé la parte cui essi sono attaccati. Si sa, infine, che tutti questi movimenti dei muscoli, come pure tutti i sensi, dipendono dai nervi, i quali sono come piccoli filamenti o cannelli, che vengono tutti dal cervello e contengono una certa aria o soffio sottilissimo che sono detti spiriti animali.

Art. 8: Qual è il principio di tutte queste funzioni. Non si sa in che modo questi spiriti animali e questi nervi contribuiscano al movimento e ai sensi, né quale sia il principio corporeo che li fa agire. Mentre viviamo c’è un calore continuo nel nostro cuore, una specie di fuoco che il sangue delle vene vi conserva e che questo fuoco è il principio corporeo di tutti i movimenti delle nostre membra. Art. 9: Come si produce il movimento del cuore. Il suo primo effetto è la dilatazione del sangue che riempie le cavità cardiache; per questo motivo questo sangue passa con impeto dalla cavità destra nella vena arteriosa e dalla sinistra nella grande arteria. Poi, cessando questa dilatazione, entra subito nuovo sangue dalla vena cava nella cavità destra del cuore e dall’arteria venosa nella sinistra. Ci sono infatti piccole pelli all’ingresso di questi 4 vasi, disposti in modo che il sangue non possa entrare nel cuore, se non dai due ultimi, né uscirne se non dagli altri due. Il sangue nuovo entrato nel cuore vi è subito rarefatto alla stessa maniera del precedente. Solamente questo dà al sangue il suo movimento e fa sì che scorra senza posa in modo velocissimo in tutte le arterei e le vene e porti così il calore a tutte le altre parti del corpo. Art. 10: Come gli spiriti animali sono prodotti nel cervello. Tutte le parti più vive e più sottili del sangue entrano in grande quantità nelle cavità del cervello. Questo perché tutto il sangue che esce dal cuore attraverso la grande arteria inizia il suo corso il linea retta verso il cervello, ma non potendoci essere tutto, dato che ci sono solo degli stretti passaggi, vi passano solamente quelle sue parti che sono più agitate e sottili, mentre il resto si diffonde in tutti gli altri luoghi del corpo. Queste parti sottilissime del sangue formano gli spiriti animali, corpi piccolissimi che si muovono in modo velocissimo in modo che non si arrestano in nessun luogo e man mano che alcuni entrano nelle cavità del cervello, altri ne escono attraverso i pori che si trovano nella sua sostanza cerebrale. Questi pori li conducono nei nervi e da qui nei muscoli, muovendo così il corpo in tutte le maniere in cui può essere mosso. Art. 16: Tutti i movimenti che noi facciamo senza il contributo della nostra volontà, dipendono soltanto dalla conformazione delle nostre membra e dal corso che gli spiriti, eccitati dal calore del cuore, seguono naturalmente nel cervello, nei nervi e nei muscoli allo stesso modo che il movimento di un orologio è prodotto dalla sola forza della sua carica e dalla forma dei suoi ingranaggi. Art. 17: Quali sono le funzioni dell’anima. Niente resta in noi da doversi attribuire alla nostra anima se non i pensieri; i quali sono principalmente di due tipi: gli uni costituiscono le AZIONI dell’anima; gli altri sono le sue PASSIONI. Le azioni dell’anima sono tutti gli atti volontari, atti che dipendono soltanto da essa; le passioni sono invece percezioni o conoscenze di ogni sorta che l’anima riceve dagli oggetti. Le AZIONI dell'anima sono tutti gli atti volontari che vengono direttamente dall'anima e dipendono da essa sola. Ne troviamo di quattro tipi: 1. Azioni dell'a. che terminano nell'anima stessa "Come quando vogliamo amare Dio o rivolgere il nostro pensiero a qualcosa di non materiale" 2. Azioni dell'a. che terminano nel corpo: "Dal solo fatto che vogliamo camminare, segue che le nostre gambe si muovano" 3. Immaginazioni (in un primo senso del termine): come quando immaginiamo un palazzo incantato o una chimera (ma lo facciamo in maniera attiva, non subendo le immagini più elementari ma unendole attivamente per formare immagini più complesse) 4. Pensieri Le PASSIONI dell'anima in senso lato o PERCEZIONI sono 2a) causate dall'anima stessa-> Cartesio sostiene che "Benché riguardo all'anima nostra sia un'azione il volere qualche cosa, si può dire che in essa è una passione accorgersi di ciò che si vuole". oppure

2b) causate dal corpo-> si dividono in quattro specie: riferite ad oggetti esterni, come nella percezione propriamente detta. riferite al nostro corpo, come nel caso della fame, della sete o del dolore immaginazioni (in un secondo senso): in esse non interviene la volontà; es. i sogni quando sembrano reali o le fantasticherie fatte da svegli e subite come qualcosa di passivo dall'anima. A questo proposito si vede come Cartesio, pur non possedendo il concetto di INCONSCIO, sia andato molto vicino all'idea che la parte cosciente della mente possa subire passivamente l'influenza di qualcosa che proviene da un'altra parte della stessa mente. Tuttavia, voglio ricordartelo, Cartesio avrebbe ritenuto il fondamentale concetto di volontà inconscia come un concetto contraddittorio. 2b4) riferite solo all'anima, come la gioia o la collera; sono le passioni in senso stretto. Art. 18: I nostri atti volontari sono di due specie: gli uni, sono azioni dell’anima che hanno il loro termine nell’anima stessa, gli altri sono azioni che hanno il loro termine nel nostro corpo. Art.19: Le nostre percezioni sono pure di due tipi, e le une hanno per causa l’anima, le altre il corpo. Hanno per causa l’anima le percezioni dei nostri atti volontari e di tutti gli atti immaginativi. Art. 21: Fra le percezioni causate dal corpo, la maggior parte dipende dai nervi. Art. 25: Le percezioni che si riferiscono esclusivamente all’anima son quelle i cui effetti si sentono come se fossero nell’anima stessa: tali i sentimenti, le passioni (dell’anima). Art. 26: Non è possibile ingannarsi a proposito delle passioni: esse sono tanto vicine e intime all’anima nostra, che essa non può sentirle senza che siano proprio come le avverte. Non sarebbe mai possibile sentirsi tristi o commossi da qualche passione, se non fosse perfettamente vero che l’anima ha in sé tale passione. Art. 27: Definizione delle passioni dell’anima. “Percezioni o sensazioni o emozioni dell’anima che si riferiscono a essa, in particolare sono causate dagli spiriti vitali”. Art. 28: chiarimento sulla definizione passioni dell’anima. Percezioni, emozioni e sensazioni sono termini che esprimono l’unione di anima e corpo, fanno riferimento a conoscenze “confuse e oscure”, a sentimenti ricevuti dall’esterno, a emozioni che mutano con forza lo stato dell’anima. E’ attraverso le passioni che si gioca l’unità dell’uomo (corpo e anima). Le percezioni sono pensieri che non sono azioni o atti di volontà, ma sono oscure e confuse a causa dello stretto legame con il corpo; sono delle conoscenze non evidenti. Le sensazioni (o sentimenti) sono ricevute dall’anima così come riceve gli oggetti esterni. Le emozioni sono pensieri che creano dei movimenti nell’anima, agitandola e scuotendola. Art. 29: Le passioni dell’anima si distinguono sia dalle sensazioni di oggetti esteriori, sia interiori al nostro corpo. Le passiono si riferiscono all’anima, ma non hanno in lei la loro causa, come le volizioni, bensì negli spiriti. Art.31, 32: Questi articoli sono dedicati alla GHIANDOLA PINEALE. Essa viene individuata da Cartesio come la cerniera di giuntura tra l’anima e il corpo. L’anima è congiunta con tutto il corpo, ma esercita le sue funzioni in modo più specifico soltanto in una sua parte. La parte de corpo in cui l’anima esercita immediatamente le sue funzioni non è affatto il cuore, e nemmeno tutto il cervello, ma solo la parte più interna di questo, che è una certa ghiandola molto piccola, situata in mezzo alla sua sostanza. Tutte le altre parti del cervello sono doppie, come son doppi tutti gli organi dei nostri sensi esterni. Poiché abbiamo d’una cosa, in un certo momento, un solo e semplice pensiero, è necessario che ci sia qualche luogo in cui le due immagini provenienti dai due occhi, o le altre duplici impressioni, si possano unificare prima di giungere all’anima, in modo che non le siano rappresentati due oggetti invece di uno: e si può concepire che queste impressioni, si riuniscano in questa ghiandola. Art. 33-37: La sede delle passioni non è nel cuore. Tutte le passioni sono causate principalmente dal movimento degli spiriti contenuti nelle cavità del cervello. Art. 39: Una stessa causa può eccitare diverse passioni in uomini diversi. Questo è dovuto dalla differente conformazione del cervello.

Art. 40: principale effetto delle passioni. Rapporto causa-effetto: la causa non spiega l’effetto. Partendo dagli effetti è più facile risalire alle cause. Le passioni servono a disporre l’anima a volere le cose a cui predispone il corpo. La passione prende il posto della volontà. Art. 41: Le azioni, cioè gli atti volontari, sono assolutamente dipendenti dall’anima e solo indirettamente possono essere modificate dal corpo; mentre le passioni solo indirettamente possono esser cambiate dall’anima, salvo che essa stessa ne sia la causa. Art. 44: volontà, ghiandola e abitudine. Possiamo per abitudine creare un diverso orientamento. Non è sempre la volontà a generare movimento, ma l’abitudine. (es. studio non perché mi piace farlo, ma perché mi piaci tu e te piace studiare e di conseguenza anche io mi impegno nello studio). Il rapporto anima-corpo rappresenta un’azione indiretta. Es. per guardare lontano la mia pupilla si allarga, mentre per guardare vicino la pupilla si restringe. Io non posso decidere se allargare o restringere la mia pupilla, ma posso decidere se guardare lontano o vicino. Il corpo può ottenere degli effetti che sono conseguenze di altre volontà. Le passioni possono agire solo indirettamente. La rappresentazione delle passioni ci fa orientare la volontà in un senso o in un altro. Art. 45: Le nostre passioni non possono essere direttamente eccitate o soppresse dall’azione della nostra volontà, ma possono esserlo indirettamente, dalla rappresentazione delle cose che abitualmente sono congiunte con le passioni che vogliamo avere, e che sono contrarie a quelle che vogliamo respingere. Averne la volontà, non basta a suscitare in sé il coraggio, e a soffocare la paura; bisogna invece soffermarsi a considerare le ragioni, gli oggetti o gli esempi che persuadono che il pericolo non è grande. Art. 47: Ogni lotta si riduce a questo: la piccola ghiandola posta al centro del cervello può essere mossa, da un lato dall’anima, e dall’altro dagli spiriti animali, che sono solo dei corpi; ora succede spesso che le due spinte siano contrastanti, e che la più forte impedisca l’effetto dell’altra. (per Cartesio l’anima non è una lotta all’interno, come per Platone, ma è una sola ed è razionale). Art. 48-49: Questi articoli riguardano la debolezza dell’anima. È dall’esito di questa lotta che ciascuno può misurare la forza o la debolezza della sua anima; perché coloro nei quali il volere trionfa sulle passioni, posseggono senza dubbio le anime più forti. Nelle anime più deboli la volontà non s’impegna a seguire i giudizi, ma si lascia sempre trascinare dalle passioni le quali, essendo spesso in contrasto fra loro, la fanno lottare con se stessa. (le anime deboli sono quelle che si lasciano trasportare dalle passioni, le anime forti sono quelle che combattono le passioni con le proprie armi, cioè con i giudizi basati sulla conoscenza razionale). Chi è in continuo contrasto e non sa scegliere ha un’anima schiava e infelice. Art. 50: Persino le anime più deboli, se ben guidate, potrebbero acquistare un assoluto dominio su tutte le passioni. L'abitudine e l'esercizio possono insegnare a separare certi movimenti della ghiandola pineale prodotti dagli spiriti animali dalle passioni corrispondenti, come quando, dice Descartes, si addestra un cane a non scappare se sente lo sparo del cacciatore. SECONDA PARTE-> del numero e dell’ordine delle passioni e spiegazione delle sei primitive. Art. 51 e 52: Cause e funzioni delle passioni. La funzione di tutte le passioni consiste solo nel disporre l’anima a volere ciò che la natura ci indica come utile, e a perseve...


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