Cartesio-Le Passioni Dell\'Anima (Riassunto) PDF

Title Cartesio-Le Passioni Dell\'Anima (Riassunto)
Course Scienze dell educazione
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Cartesio, le passi passioni oni dell’anima: Cartesio è ritenuto il fondatore del pensiero filosofico moderno, in quanto fu il primo ad elaborare un sistema filosofico. Questa “nuova filosofia” doveva abbracciare sia il mondo fisico che quello della psiche umana. Per elaborare questa nuova scienza c’era bisogno di un metodo che aveva come punti fondamentali: evidenza, analisi, sintesi ed enumerazione. Evidenza→ procedimento che consisteva nel non considerare vera una cosa che ti lascia con qualche dubbio; Analisi→ procedimento che consisteva nell’ analizzare e dividere in parti ogni problema; Sintesi→ procedimento che consisteva nell’ organizzare ed ordinare i pensieri; Enumerazione→ procedimento che consisteva nel centrare i passaggi necessari per controllare che non ci si sia dimenticati nulla. Ogni percorso che conduce alla conoscenza deve passare per il dubbio, in quanto bisogno considerare ogni cosa provvisoriamente falsa per potersi accertare che sia vera sottoponendola quindi a dubbio. Il dubbio presuppone un pensiero, se dubito quindi penso, se penso sono un essere pensante e quindi esisto (Cogito ergo sum). Oltre all’idea di “io pensante” per Cartesio c’è appunto l’idea di Dio come essere eterno e perfetto che dà la prova che ogni idea vera a chiara dell’uomo ha origine in Dio. Cartesio quindi è sicuro dell’esistenza di Dio e che se la nostra ragione identifica le cose con chiarezza è appunto perché dio ci ha donato della capacità di discernere tra vero e falso. In altre parole, tutto ciò che ci appare chiaro ed evidente deve essere vero, perché Dio lo garantisce come tale. All’interno del suo pensiero filosofico Cartesio propone la differenza tra: Res cogitans→ realtà del pensiero; Res extensa→ realtà esterna. Nelle pubblicazioni precedenti le passioni sono intese come fenomeni corporei e legati agli istinti. La dottrina di Cartesio inizia a maturare dopo “Meditazioni” e da lì le passioni assumono un ruolo diverso, come stati della mente, provocati da movimenti corporei ma anche capaci di avere effetti sul corpo stesso (come il rossore della vergogna), con questo si capisce che le “passioni dell’anima” sono il luogo di un’interazione complessa tra corpo e anima. Cartesio iniziò nel 1645 a scrivere un elenco di passioni, nel 1649 esce il libro contemporaneamente in Olanda e in Francia. Il volume si apre con una lettera di un sedicenne amico dell’autore seguita dalle varie risposte di Cartesio. Il corpo principale del libro si divide in tre parti: 1. La prima sulle passioni in generale dal punto di vista fisiologico (artt. 150); 2. La seconda sulle passioni primitive e sul loro ordine (artt.51-148); 3. La terza sulle passioni particolari, derivate dalle precedenti e analizzate più in dettaglio (artt. 149-212). Secondo Cartesio l’uomo è costituito da Anima e Corpo, l’anima dotata di una volontà libera, considerata sostanza pensante e immortale, il corpo considerato come sostanza puramente estesa paragonabile ad un macchinario che funziona in base alle leggi della natura e di conseguenza mortale. Queste due componenti sono indipendenti l’una dall’altra ma influiscono l’una sull’altra, Cartesio si è preoccupato di spiegare questo fatto attraverso un contatto tra anima e corpo dovuto al fatto che l’anima risiederebbe in una ghiandola posta al centro della scatola cranica: la ghiandola pineale.

II parte: Si parte dall’articolo 51 (LI) dove Cartesio comincia a spiegare che le passioni non sono altro che causa di un meccanismo celebrale. Questa definizione però non ci permette di

distinguerle le une dalle altre e per questo dobbiamo capirne la causa e la provenienza. A questo punto Cartesio propone un elenco delle principali passioni dell’anima. (Elenco che va dall’art. 53 all’art. 68). Si comincia con la descrizione della meraviglia. La meraviglia si presenta dal momento in cui vedendo un oggetto per la prima volta ne siamo sorpresi, e lo giudichiamo nuovo, o molto diverso da quanto conoscevamo in precedenza, allora ce ne meravigliamo e ne siamo stupiti e poiché ciò può accadere prima che ci rendiamo conto se l’oggetto conviene o no, la meraviglia appare come la prima di tutte le passioni. Essa inoltre non ha nessun contrario, dal momento che se l’oggetto che si presenta non ha in se niente che ci sorprende, non si da al via a un’altra emozione contraria, come ad esempio la rabbia, ma lo affrontiamo semplicemente senza alcun tipo di emozione. Alla meraviglia si unisce la Stima o il Disprezzo a seconda che ci meravigliamo della grandezza o della piccolezza delle cose. E così, allo stesso modo, possiamo stimare o disprezzare noi stessi: da qui derivano le passioni di Magnanimità o d’Orgoglio e d’Umiltà o di Bassezza. Inoltre, dal momento in cui stimiamo o disprezziamo altri oggetti che sono in grado di agire liberamente, cioè sono in grado di fare del bene o del male, entrano in gioco la Venerazione o il Disdegno che prendono il posto di Stima o Disprezzo. Tutte le passioni precedenti possono essere eccitate in noi senza che avvertiamo in alcun modo se l’oggetto che le causa è buono o cattivo. Ma dal momento in cui, una cosa ci è rappresentata come buona nei nostri riguardi, ossia come a noi conveniente, ciò ci procura Amore per essa; e quando ci è rappresentata come cattiva o nociva, questo ci spinge all’Odio. Dall’amore e dall’odio nascono tutte le altre passioni come il Desiderio che ci porta a guardare il futuro e a desiderare qualcosa che probabilmente non vogliamo o vogliamo che accada o che vogliamo avere ma che ancora non abbiamo. Qui, oltre al desiderio però, bisogna tenere in considerazione la probabilità di ottenere quello che si desidera. Dal momento in cui, infatti c’è molta probabilità di raggiungere l’oggetto desiderato, in noi sopraggiunge la Speranza; al contrario se la probabilità di raggiungere l’oggetto desiderato è poca in noi sopraggiunge il Timore, dal quale molto spesso deriva la Gelosia. Inoltre, quando la speranza è fortissima, cambia natura e si denomina Sicurezza o assicurazione, al contrario il timore estremo diventa Disperazione. In questo modo la nostra anima può sperare o temere nonostante ciò che accada non dipenda da noi. Nel caso in cui questo “evento” dovesse dipendere da noi ci si potrebbe trovare spiazzati nel modo in cui risolvere la situazione nel senso che si può avere difficoltà nella scelta dei mezzi o nell’esecuzione. Dalla prima difficoltà deriva l’Irresolutezza, che ci permette di deliberare e riflettere; alla seconda difficoltà si oppongono il Coraggio o l’Ardimento, dalle quali deriva l’Emulazione, e la Codardia che è contraria al coraggio e dalla quale derivano la Paura o lo Spavento all’Ardimento. E se ci si è decisi a qualche azione, prima che fosse superata l’irresolutezza, ciò fa nascere il Rimorso, il quale non riguarda il futuro, come le passioni precedenti, ma il presente o il passato. E nel caso in cui il presente sia buono cresce in noi la Gioia, in caso contrario la Tristezza. Tutto questo però quando si tratta di un bene o di un male che ci è rappresentato come appartenente a noi, perché quando il bene e il male ci è rappresentato come riferito ad altri uomini, noi possiamo considerarli degni o indegni di ciò. Quando consideriamo l’altro degno in noi non può che svilupparsi la Gioia in quanto le cose vanno come devono. Questa gioia può essere seria in quanto proviene dal bene; mentre quella che proviene dal male è accompagnata dal Riso e dal Motteggio. Nel caso in cui consideriamo l’altro indegno, il bene suscita Invidia e il male Pietà, entrambi sintomi di Tristezza. E bisogna sottolineare che le stesse passioni che si rapportano ai beni o ai mali del presente, possono spesso essere riferite anche a quelli futuri, in quanto la convinzione che accadranno, li rappresenta come attuali. Il bene e il male, inoltre, se riferiti al passato e al presente, suscitano in noi anche Soddisfazione e Pentimento che sono le emozioni rispettivamente più dolce e più amara collegate al bene e al male. Inoltre, Il bene che è stato fatto da altri ci fa essere benevoli e “attiva” in noi Benevolenza per essi, se il bene inoltre che queste persone hanno fatto è “ricaduto” su di noi alla Benevolenza si unisce la Riconoscenza; nello stesso modo quando viene fatto del male ad altri proviamo Indignazione mentre quando il

male ci riguarda entra in atto anche la Collera. Quando quello che facciamo viene sottoposto ad opinione altrui in noi nascono Gloria se abbiamo fatto del bene e Vergogna se abbiamo fatto del male. In qualche caso il protrarsi del bene porta alla Noia o al Disgusto, mentre il protrarsi del male porta alla tristezza. Infine, dal bene passato deriva il Rimpianto, che è una specie di tristezza; e dal male passato viene l’Allegria, che è una specie di gioia. Successivamente Cartesio nell’art 69 afferma che tra tutte le passioni appena elencate, però, ci sono solo sei passioni primitive: La Meraviglia, l’Amore, l’Odio, il Desiderio, la Gioia, la Tristezza; e tutte le altre sono composte di qualcuna di queste sei, o ne sono delle specie. La meraviglia, spiegata dall’art 70 all’art 78: La Meraviglia è data da una sorpresa improvvisa dell’anima, causata innanzitutto dall’impressione che abbiamo nel cervello che ci fa pensare all’oggetto come una cosa rara, in seguito, dal movimento degli spiriti che sono disposti a tendere con grande forza verso l’area del cervello dove essa si trova, per rafforzarla e conservarla. Questa passione ha la caratteristica di non essere accompagnata da nessun cambiamento del cuore e del sangue non avendo oggetto bene o male ma soltanto la conoscenza della cosa di cui ci si meraviglia, quindi essa non ha relazione con il cuore e con il sangue, ma soltanto col cervello, dove stanno gli organi dei sensi che servono a questa conoscenza. E la sua forza dipende da due cose, cioè dalla novità, e dal fatto che il movimento che essa produce, ha fin dall’inizio tutta la sua forza. Infatti, è certo che un tale movimento ha efficacia maggiore di altri che, deboli dall’inizio, e crescendo solo a poco a poco, possono essere facilmente deviati. E inoltre, vero che gli oggetti dei sensi, quando sono nuovi, toccano il cervello in certe parti nelle quali non è solito essere toccato e ciò accresce l’effetto dei movimenti che essi vi suscitano. Dalla meraviglia deriva lo stupore. Lo Stupore è un eccesso di meraviglia, rappresenta qualcosa di positivo in quanto deriva da qualcosa di positivo, nel momento in cui rimaniamo stupefatti il cervello che controlla le nostre reazioni fa sì che rimaniamo immobili ad osservare l’oggetto che ci stupisce in modo da percepire l’oggetto per la prima impressione che ci dà. Da questa definizione, possiamo dunque apprendere che, le passioni sono utili per aiutarci a riflettere, per scacciare pensieri di cui non abbiamo bisogno e per incanalarne altri nella nostra mente che ci aiutino a guardare a qualcosa di nuovo. La Meraviglia in particolare ci serve perché ci da modo di conservare e apprendere le cose che fino ad ora avevamo ignorato. Tuttavia, anche se una cosa che ci era ignota si presenta al nostro intelletto o ai nostri sensi per la prima volta, non per forza la conserviamo nella nostra memoria, a meno che la nostra idea non sia rafforzata nel nostro cervello da qualche passione. Accade però che si abbia una reazione di meraviglia eccessiva, notando cose che non meritano questa passione e questo provoca la distorsione dell’uso della ragione e per questo dovremmo sforzarci di meravigliarci quando è davvero necessario. Inoltre, Cartesio spiega che coloro che sono più inclini alla meraviglia non sono né stupidi né intelligenti, ma sono semplicemente poco consapevoli delle proprie capacità. Infine, bisogna spiegare che questa passione sembra diminuire con la frequenza, dato che più cose rare si trovano di cui meravigliarsi più si ci abitua a smettere di meravigliarsene ed è questo che prolunga la malattia di chi è ciecamente curioso in quanto con il tempo essi diventano a poco a poco così inclini allo stupore, che cose di poca importanza saranno capaci di attrarli a discapito di altre la cui ricerca è più utile. L’amore e l’Odio, spiegati dall’art 79 all’art 85: L’amore è un’emozione dell’anima, causata dal movimento degli spiriti che la incita a unirsi volontariamente agli oggetti che sembra esserle conveniente. E l’odio, invece è un’emozione causata dagli spiriti che incita l’anima a voler essere separata dagli oggetti che si presentano ad essa come nocivi. Cartesio distingue due specie di amore, la prima è chiamata amore di benevolenza che incita a voler bene a ciò che si ama e l’altro

denominato amore di concupiscenza, che fa desiderare la cosa che si ama. Tuttavia, questa distinzione riguarda soltanto gli effetti dell’amore e non la sua essenza nel senso che appena ci si è uniti volontariamente a qualunque oggetto, di qualunque natura esso sia si ha benevolenza per esso e allo stesso tempo lo si desidera. Si può distinguere l’Amore attraverso la stima che si fa di ciò che si ama, in confronto a se stessi. Infatti quando si stima l’oggetto del proprio Amore meno di sé non si prova che semplice Affetto, quando invece lo consideriamo uguale a noi diviene Amicizia, quando lo stimiamo di più Devozione. Si può avere affetto per un fiore, per un uccello o per un cavallo, ma non si può avere amicizia che per gli uomini infatti essi sono l’oggetto di questa passione al punto tale che non c’è un uomo tanto imperfetto che non si possa avere per lui totale amicizia, quando si pensa di esserne amati. Per quanto riguarda invece la devozione, il suo oggetto principale è senza dubbio la sovrana divinità; tuttavia si può avere devozione anche per il proprio principe, per il proprio paese, per la propria città e persino per un uomo particolare quando lo si stima molto più di sé. La differenza che c’è tra questi tipi di amore sta nel fatto che, generalmente nel caso di semplice affetto, preferiamo sempre noi stessi a ciò che amiamo; e al contrario nella devozione, preferiamo talmente tanto la cosa amata a noi stessi, che non temiamo di morire per salvarla. Benché l’odio sia direttamente opposto all’amore non lo si distingue tuttavia in altrettante specie dato che non si nota tanto la differenza che c’è tra i mali da cui ci allontaniamo e i beni a cui siamo uniti. L’unica distinzione notevole comune all’uno e all’altro consiste nel fatto che gli oggetti, tanto dell’amore che dell’odio, possono essere rappresentati all’anima dai sensi esterni, oppure da quelli interni. Infatti, noi chiamiamo solitamente bene o male ciò che i nostri sensi interni o la nostra ragione ci fanno giudicare conveniente o contrario alla nostra natura; ma chiamiamo bello o brutto ciò che ci è rappresentato così dai nostri sensi esterni, soprattutto da quello della vista. Da qui traggono origine due specie di amore, e cioè quello che si ha per le cose buone e quello che si ha per le cose belle, a cui si può dare il nome di Gradimento. Da qui nascono analogamente due specie di odio, una delle quali si riferisce alle cose malvagie, l’altra a quelle che sono brutte e quest’ultima può essere chiamata Orrore o Avversione. Ma ciò che è più notevole è che queste passioni del gradimento e dell’orrore sono di solito più violente delle altre specie di amore e odio, perché ciò che giunge all’anima per mezzo dei sensi, la tocca più in profondità di ciò che le è rappresentato dalla sua ragione. Il desiderio, spiegato dall’art 86 all’art 90: Il Desiderio è una passione svolta dall’agitazione dell’anima controllata dagli spiriti che ci porta a volere le cose che ci sembrano convenienti. Il Desiderio è una passione che non trova contrari perché rappresenta sia bene che male; Rappresenta la continua ricerca del bene e la fuga del male che gli è contrario. Tutto è quindi mosso dal desiderio. Vi è soltanto una differenza: che il desiderio che abbiamo, quando tendiamo verso qualche bene, è accompagnato da amore e poi da speranza e da gioia; mentre lo stesso desiderio, quando si tende a fuggire dal male contrario a questo bene è accompagnato da odio, da paura e da tristezza. Ci sarebbe, poi, motivo di distinguere il desiderio in altrettante diverse specie, quanti sono i diversi oggetti che si ricercano. Infatti, per esempio, la curiosità, che rappresenta il desiderio di conoscere, differisce molto dal desiderio di gloria, o dal desiderio di vendetta e così via. Ma qui basta sapere che vi sono tanti tipi di desideri quanti sono i tipi di amore e di odio, e che i più notevoli e i più forti sono quelli che nascono dal gradimento e dall’orrore. Tuttavia, bisogna spiegare che il desiderio che nasce dal gradimento è molto diverso da quello che nasce dall’orrore. L’orrore, infatti, è costituito dalla Natura per rappresentare all’anima una morte improvvisa in modo che anche se qualche volta è solo il contatto con un qualcosa, ad esempio il contatto con un verme, che provoca orrore arriva una forte emozione al nostro cervello, come se un evidentissimo pericolo di morte si presentasse ai sensi, il che fa improvvisamente nascere in noi l’agitazione che porta l’anima a utilizzare tutte le proprie forze per evitare un male così presente: ed è questa la specie di desiderio che comunemente chiamiamo Fuga o Avversione. Al contrario, il Gradimento è istituito dalla Natura per rappresentare il

godimento di ciò che ci piace come il più grande di tutti i beni che appartengono all’uomo e ciò fa si che si desideri molto ardentemente questo godimento. A tal proposito Cartesio spiega che nel mondo vi sono diverse forme di godimento ma il principale è quello che viene dalle perfezioni che immaginiamo in una persona che riteniamo possa diventare un altro noi stessi: infatti, con la differenza di sesso, che la Natura ha posto negli uomini, cosi come negli animali irragionevoli, essa ha posto anche certe impressioni nel cervello, tali da far si che ad una certa età e in un certo periodo ci si considera come incompleti ed è come se ci fosse la metà di un tutto di cui l’altra persona dell’altro sesso deve essere l’altra metà. E benché si vedano molte persone di quest’altro sesso, non se ne desiderano comunque parecchie contemporaneamente, dato che la natura non ci fa immaginare di aver bisogno più di una metà. E questo desiderio che nasce dal gradimento è chiamato con il nome di Amore. La Gioia e la Tristezza, spiegate dall’art 91 all’art 94: La gioia consiste nel godimento da parte dell’anima del bene che le viene rappresentato come proprio. La tristezza al contrario consiste nel disagio che l’anima riceve dal male che le viene rappresentato come suo proprio. La gioia deriva dalle nostre opinioni di possedere un bene; la tristezza dalla nostra opinione di avere un male o un difetto, ma spesso accade anche di sentirsi contenti o tristi senza poter così distintamente rilevare il bene o il male che ne son causa. Di solito la gioia segue al piacere, il dolore produce la tristezza. Le 5 passioni appena citate sono unite o opposte ed è più semplice esaminarle insieme che singolarmente e la loro causa sta in tutto il corpo e non solo nella mente. La nostra anima è mossa da diverse esperienze e passioni come dall’amore che quando è solo è molto più forte rispetto a quando è accompagnato da Gioia o Tristezza o Desiderio tanto che il battito del polso è regolare e molto più ampio e forte del solito, che si sente un dolce calore nel petto e che la digestione dei cibi nello stomaco avviene molto rapidamente. Nell’Odio, al contrario, si avvertono brividi di freddo alternati ad un calore pungente nel petto, lo stomaco tende a rifiutare il cibo che viene ingerito e trasforma tutto in cattivo umore. Nella Goia il polso è regolare e più rapido del solito, ma non così forte come nell’Amore, si sente un piacevole calore che si diffonde in tutto il corpo e talvolta di perde anche appetito. Nella Tristezza il polso è debole e lento e i si sente stringere il cuore, si sente freddo nel resto del corpo e in alcuni casi si smette di avere appetito. Infine, Cartesio nota che nel caso si Desiderio il cuore si agita più violentemente di tutte le altre volte ci si sente più vivaci. Quando ci si trova davanti a qualche oggetto d’Amore, l’effetto che si ha nel cervello guida gli spiriti animali verso i nervi del sesto paio, verso i muscoli che si trovano intorno allo stomaco in modo che i succhi degli alimenti che mangiamo si trasformano direttamente in...


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