Conflitti FRA Chiesa E Stato NEL Basso Medioevo PDF

Title Conflitti FRA Chiesa E Stato NEL Basso Medioevo
Author Rachele Bonfanti
Course Storia
Institution Liceo (Italia)
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Conflitti tra Chiesa e Stato nel Basso Medioevo...


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CONFLITTI FRA CHIESA E STATO NEL BASSO MEDIOEVO. La lotta per le investiture si concluse nel 1122 con il Concordato di Worms che stabiliva che l’investitura dei vescovi e degli abati avrebbe avuto due momenti diversi: uno religioso e uno politico. In Italia i vescovi avrebbero potuto ottenere incarichi dall’Imperatore solo sei mesi dopo la consacrazione da parte di un arcivescovo. In Germania, invece, l’imperatore poteva procedere immediatamente all’investitura temporale. Da un lato quindi la Chiesa otteneva un successo formale, perché veniva riconosciuto il principio secondo il quale il potere politico non poteva intervenire; dall’altro l’Impero, aveva comunque la possibilità di poter influenzare la scelta dei candidati. Questo conflitto durò per tutto il XII secolo e la Chiesa ne uscì rafforzata della sua autorità mentre l’Impero era entrato in crisi: il progetto di Federico I (Barbarossa), era stato ridimensionato dall’affermazione dei comuni. Alla sua morte gli succedette Enrico VI che regnò per sette anni e poi morì. Dal punto di vista territoriale l’Impero era cresciuto con l’unione di Enrico VI e Costanza d’Altavilla (unica erede la cui famiglia unificò il Meridione nel 1130), acquisendo il Regno di Sicilia: si era così realizzata l’aspirazione degli imperatori germanici, quella di unificare il meridione d’Italia. Nell’Impero permaneva però uno stato di debolezza dovuto sia alla precarietà della situazione politica e sia per la successione imperiale del figlio di Enrico VI, Federico II di Svevia. Alla morte di Enrico VI il figlio aveva tre anni per questo gli viene affiancato un tutore che è il Papa, per volere della madre. Il Papa, Innocenzo III, fu eletto nel 1198. Era un giurista, riprese lo stesso disegno di Gregorio VII,sostenendo la superiorità pontificia sul potere temporale in quanto lui fosse vicario di Cristo. Innocenzo da la sua versione di dottrina teocratica dicendo che il Papa fosse il sole e che l’Imperatore e gli altri poteri fossero la Luna (teocrazia). Nel 1197 il Papa, al momento dell’elezione dell’Imperatore, non sostiene Federico II perchè se fosse stato Imperatore il Papa sarebbe stato schiacciato da i possedimenti di Federico, allora sostiene la candidatura di Ottone di Brunswick a favore del partito guelfo. In questa maniera ebbe l’occasione di mettere in atto il suo concetto di teocrazia. Una volta eletto Imperatore Ottone primo invade alcuni territori dello Stato della Chiesa, dopo di questo ne seguì la scomunica da parte di Innocenzo III, il quale lo scomunicò organizzando contro di lui una coalizione armata e dove lo sconfisse a Bouvines nel 1214. Dopo ciò il Papa appoggia la candidatura di Federico II che diventa Imperatore nel 1220. In questo periodo il Papa diviene protagonista dell’influenza sulla politica che si estese a tutta l’Europa. Proseguì l’opera dei riformatori dei secoli XI/XII combattendo i vizi della Chiesa e ribadì la condanna nei confronti della simonia e del concubinato e si concentrò alla lotta alla corruzione. Le sue attività riformatori furono quello di istituire il matrimonio come un sacramento, che nessun laico potesse interferire nella scelta di un vescovo o di un altro prelato: inoltre il Papa ottenne, da parte di Federico II, la rinuncia di quanto stabilito nel concordato di Worms ovvero che prevedeva l’intervento dell’imperatore nelle elezioni di vescovi e abati in Germania. Durante il suo papato si istaurò una vera e propria monarchia papale, basata sul controllo centralizzato di tutti gli aspetti della Chiesa. A distanza di un secolo, il desiderio della Chiesa di liberarsi dalle ingerenze dei laici aveva suscitato reazioni delle più larghe fasce nel coinvolgimento della Chiesa negli affari politici, oltre alla ricchezza e alla corruzione delle altre sfere ecclesiastiche e soprattutto della sede pontificia.

CATARI E VALDESI: Tutta questa situazione aveva provocato la presenza di nuovi movimenti religiosi fuori dalla Chiesa che andavano contro di essa, come i càtari e i valdesi, e anche la presenza di ordini interni alla Chiesa che promuovevano una riforma della Chiesa come l’ordine dei mendicanti di cui facevano parte i francescani e i dominicani. I càtari erano sostenitori di una vita ispirata alla povertà evangelica, che praticavano in gruppi itineranti. La visione spirituale dei càtari si fondava sul dualismo, cioè sull’opposizione tra i principi del bene e del male. I catari si allontanarono presto dalla fede cattolica, benché identificassero il bene in Cristo: infatti negavano l’incarnazione di Dio. Le loro comunità si diedero un’organizzazione ecclesiastica alternativa da quella cattolica. Un altro movimento religioso del XII secolo furono i valdesi fondati da Pietro Valdo che aveva cominciato a predicare un ideale di ritorno alla povertà assoluta della Chiesa. Nel 1179

ottennero dal Papa Alessandro III la libertà di praticare una vita comunitaria in povertà, e si diedero alla predicazione itinerante sostituendosi ai sacerdoti nell’insegnamento delle Sacre Scritture. Il movimento si organizzò in una chiesa autonoma rifugiandosi in alcune aree montane.

CROCIATA CONTRO GLI ALBIGESI: Nel 1208 il Papa indisse una crociata contro i catari della Francia meridionale, gli albigesi. La prima spedizione si ebbe nel 1209 dove si fece una strage della popolazione. Questa crociata rappresentò inoltre l’occasione per molti signori del Nord della Francia di impadronirsi di terre e di beni per avere un vantaggio economico. Le violenze contro i catari furono percepite con disagio anche dall’Impero latino d’Oriente. Il termine crociata passò da spedizione per liberare il sepolcro di Cristo a guerra contro popolazioni cristiane non cattoliche (ortodossi). Innocenzo III aveva dichiarato che l’eresia era pari al concetto di lesa maestà punito con la morte o la confisca dei beni. Gli eretici erano quindi considerati da peccatori in criminali e tutti coloro che li proteggevano venivano scomunicati. Gregorio VII, manifestò le Dictatus Papae l’ampliamento del concetto di eretico secondo cui “ non doveva essere considerato cattolico chi non è d’accordo con la Chiesa romana”. In conclusione chi è contro il Papa è eretico, quindi criminale. La crociata divenne un’arma formidabile per i papi ierocratici.

DOMENICANI E FRANCESCANI: Uno dei maggiori problemi della Chiesa era il contenimento di movimenti pauperistico-evangelici. Questi erano laici che esprimevano esigenze legittime come la pratica evangelica della povertà e una partecipazione più attiva dei laici alla vita religiosa. Nei nuovi movimenti religiosi i confine tra ortodossi e eresia fu spesso labile, tanto che in alcuni casi il Papa accettò situazioni considerate eretiche. Il modo migliore per contenere la carica rivoluzionaria era di selezionare un numero limitato di nuovi ordini religiosi con il riconoscimenti di domenicani e francescani, che da movimenti spontanei vennero considerati come organizzazioni gerarchiche basate su una regola approvata dal papato. L’ordine dei domenicani venne fondato da Domenico di Guzmàn e fece della predicazione lo strumento per combattere le eresie. Domenico si impegnò contro i catari della Francia meridionale ricorrendo alla vita di povertà. Al principio del Duecento inoltre nacquero anche i Francescani che seguivano Frncesco d’Assisi che seguiva un avita basata sulla penitenza sulla povertà e sull’umiltà. Gli ordini mendicanti si diffusero in tutta Europa organizzandosi in una rete di insediamenti coordinati tra loro. A differenza dei monaci i mendicanti non si isolavano dal mondo ma abitavano in conventi. I francescani e i domenicani furono usati come tribunali dell’Inquisizione, dove gli inquisitori svolgevano le inchieste e emettevano sentenze contro gli eretici. Prima le inquisizioni erano affidate al vescovo locale ora invece dipendevano dal Papa. Dal 1235 il papato affidò l’Inquisizione ai domenicani affiancandolo in seguito ai francescani nel 1245. Nei secoli successivi l’Inquisizione si sarebbe trasformata in uno strumento di feroce disciplina spirituale e religiosa.

FEDERICO II Federico II veniva chiamato come il Maometto cristiano perché alla sua cote erano ammessi arabi, ebrei, cristiani tutti a pari titolo. Il suo è un regno multiculturale perché voleva che tutti si sentissero sudditi, dovevano avere rispetto e fedeltà nei confronti del sovrano. Facendo questo spera/crede di poter ottenere dai diversi gruppi culturali, dei contributi diversi. Federico possedeva sia il Trono di Sicilia che il Trono Imperiale disinteressandosi completamente della Germania che cede al figlio Enrico VI. Il nuovo pontefice fu Onorio III che lo consacrò imperatore nel 1220. Federico fu un uomo dalla molta intelligenza con una chiara concezione del potere. Nel regno di Sicilia emanò una serie di provvedimenti ricorrendo al principio secondo il quale tutti i poteri pubblici derivavano dal sovrano, affermando che le leggi da lui promulgate

dovevano prevalere su qualsiasi consuetudine. Procedette poi ad imporre la sua autorità. L’insieme di questi provvedimenti confluì nel Liber Augustalis che stabilisce che il suo regno è una monarchia assoluta e mette in ordine un sistema complicato di leggi. Nel 1222 i Saraceni di Sicilia si ribellarono all’imperatore e furono impiegati nell’esercito. Inoltre si costruirono nuovi porti per lo scambio commerciale. L’Italia era il centro dell’impero ed era inevitabile che volendo mantenere il controllo su di esso, ci fosse uno scontro con i comuni. Nel 1226 i comuni crearono la Lega Lombarda impedendo di unire le truppe di Enrico con quelle di Federico: una guerra vera scoppiò nel 1237 che proseguì fino alla morte di Federico. La penisola si divide quindi in due: da una parte i ghibellini (imperatore) e da una parte i guelfi (Papa).Il papa si schierò quindi contro Federico poiché costituiva una minaccia a causa del forte potere. I pontefici che combatterono Federico furono Gregorio IX e Innocenzo IV, ancora una volta si trattava dello scontro fra due concezioni universalistiche. Ad aggravare questa situazione ci furono delle scelte che Federico prese nel Regno di Sicilia come per esempio dopo l’incoronazione Federico aveva promesso a Onorio III di partire per la Terrasanta. Solo Gregorio IX lo costrinse a partire nel 1237 ma ci fu una grave pestilenza per cui non poterono partire. Il papa convinto che si trattasse un ennesimo pretesto, scomunicò Federico. Partì l’anno dopo trovando un’intesa diplomatica con il sultano del Cairo, il quale si impegnò a consentire il passaggio dei pellegrini a Gerusalemme. Il Regno di Sicilia fu invaso e scoppiò una rivolta dei feudatari pugliesi. Federico ottenne la revoca della scomunica , impegnandosi a non interferire nella nomina dei vescovi. Con la pace di Ceprano si ebbe lo scontro tra Federico e la Chiesa che fu rinviato. Fra il 1237 e il 1250 ci fu un periodo di vari scontri con comuni e pontefici. Federico fu scomunicato nel 1239 e nel 1245 quando decadde la sua carica imperiale. Morì nel 1250, data che segnò il fallimento del tentativo di sottomissione dei comuni e la fine della politica universalistica imperiale, portata avanti per l’ultima volta dalla dinastia sveva....


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