Curcio 1 - Riassunto Storia dell\'architettura PDF

Title Curcio 1 - Riassunto Storia dell\'architettura
Author Giovanni Pedrini
Course Storia dell'architettura
Institution Università Iuav di Venezia
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Appunti di storia 1 dai fioi per i fioi...


Description

GLI ORDINI ARCHITETTONICI Le origini degli ordini architettonici sono da ricercare in quelle che erano le antiche civiltà di Micene e Creta: fusto grande che sostiene la struttura sovrastante. I greci, come tutte le popolazioni che verrano dopo, hanno assimilato questi stili e li hanno modificati. Sono 3 gli ordini architettonici greci: dorico (uomo robusto e forte), ionico (donna bella e slanciata), e corinzio. I Romani a loro volta hanno assimilato questi ordini modificandoli. Secondo le tavole di Vignola esistono 5 ordini architettonici romani: tuscano (etrusco), dorico, ionico, corinzio (ordine che contrassegna l’imperatore) e composito (combinazione tra gli ultimi 2 ordini). Nelle tavole di Vignola a ogni colonna viene aggiunto un piedistallo appena sotto la base della colonna.

ordine dorico

ordine ionico

ordine corinzio

Tempio di Era, ordine dorico

Tavola dei 5 ordini di Vignola

Partenone, ordine dorico

VIAGGIO A ROMA: EPOCA CRISTIANA Con l’editto di tolleranza del 313 d.C. Costantino cambierà la situazione e renderà leggittimo il culto del Cristianesimo, riformando cosi anche l’architettura e il modo di pensare, vengono infatti create le prime basiliche. Si passa cosi dai templi alle basiliche.

SAN GIOVANNI LATERANO, 313 San Giovanni Laterano è la prima basilica cristiana. Non potendo costruirla in centro città, poichè la popolazione e sopratutto i senatori erano ancora fortemente legati al paganesimo, Costantino decise di costruirla nel suo territorio privato, quindi non nel suolo pubblico. La Basilica è composta da 5 navate e l’accesso è sul lato breve. Si iniziano a perdere le proporzioni tanto osservate, infatti le colonne sono prese a caso dagli scarti e dalle rovine dei vecchi edifici. Non è più presente un ordine architettonico.

Basilica San Giovanni Laterano

BASILICA DI MASSENZIO E COSTANTINO Sorge ai lati della Via Sacra, il modello di questa chiesa non viene assunto per future opere, infatti l’accesso era sul lato lungo. Le absidi erano sul corrispettivo lato opposto all’ingresso e sui due lati brevi con ampie vetrate denominate termali. Basilica di Massenzio e Costantino

BASILICA ULPIA Esempio di prima basilica con accesso sul lato lungo. Essa è composta da più navate e le colonne scandiscono i percorsi interni.

BASILICA DI SAN PIETRO IN VATICANO Su ordine di Costantino si inzia quello che sarà poi il lunghissimo iter di progettazione e costruzione della basilica di San Pietro. Caratteristica principale è il portico antistante la Basilica. San Pietro, che è una delle basiliche più grandi, presenta una novità: la pianta è a croce latina a differrenza delle 5 navate in San Giovannni.

Basilica di San Paolo, esterno

Basilica Ulpia

BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA Essa è stata eretta sul sepolcro di San Paolo, l’assetto è conseguente ad un incendio che l’aveva distrutta, si mettono appunto due soluzioni canoniche: transetto come volume indipendente con altezze diverse, e soluzione dell’arco di trionfo che distingue lo spazio del fedele da quello del rito.

Basilica di San Pietro in Vaticano

Basilica Ulpia, pianta

Basilica di San Paolo, interno

PERIODO PALEOCRISTIANO In questo periodo, la relazione tra corpo umano e templi salta, la trabeazione viene sorretta da una unione di ordini.

ROMANICO: SANT’AMBROGIO, MILANO, XI-XII Campata centrale presenta una volte a crociera con il peso dei costoloni che grava sui pilastri e quest’ultimi sorreggono anche le spinte provenienti dalle campate laterali. Nei punti dove bisognava contrastare la spinta vengono aggiunti gli archi rampanti all’esterno. Sant’Ambrogio

Cattedrale di Monreale in Sicilia

San Vitale, Ravenna

SAN MINIATO, FIRENZE, XI-XII SEC. La facciata di San Miniato è uno dei capolavori dell’architettura romanica fiorentina, ispirata a un classicismo solido e geometrico ripreso dalle tarsie marmoree degli edifici monumentali romani. La fascia inferiore presenta cinque archi a tutto sesto sorretti da colonne, questo è un netto richiamo alle basiliche paleocristiane che presentavano cinque navate, la fascia superiore invece è caratterizzata dalla presenza delle falde che scandiscono le navate, essa richiama più la chiesa classica a tre navate. Probabilmente Brunelleschi ha preso spunto da questo edificio per lo Spedale degli Innocenti, in san Miniato infatti notiamo che gli archi, sorretti dalle colonne, sono tangenti, o meglio sono leggermente sovrapposti con la trabeazione, il capitello inoltre è di ordine composito.

San Miniato, facciata

BATTISTERO DI SAN GIOVANNI, FIRENZE Impianto da far risalire all’età romana, si nota una specie di trabeazione anche se in realtà è solo una rappresentazione nella muratura: astrazione.

Battistero di San Giovanni

San Miniato, interno

FILIPPO BRUNELLESCHI (1377-1446) Primo tra i maggiori architetti del Rinascimento. Tecnico geniale, infallibile che riesce dove gli altri sbagliano. A Brunelleschi viene attribuita l’invenzione della prospettiva lineare che già esisteva in epoca medievale ma occorreva eliminare i riferimenti teorici superflui. La sua formazione è quella di un orologiaio, abituato a lavorare con molta precisione. Nel 1401 c’è il concorso per creare l’intera facciata del battistero di Isacco. Ghiberti e Brunelleschi partecipano creando cosi le formelle di Isacco. Lavoro affidato a entrambi ma Brunelleschi si rifiuta di lavorare con Ghiberti e quindi lascia il lavoro. In campo architettonico la sua prima grande opera fu la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, grazie a questa meraviglia da lui progettata e grazie all’invenzione della prospettiva, Filippo si può definire primo architetto moderno.

Formella di Ghiberti, scena più generale e complessiva, molto più statica

PROGETTO CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE, DAL 1418 Prima opera importante in cui l’architetto non è solo un consulente ma è unico responsabile della forma, della decorazione, della struttura e dell’organizzazione del cantiere. Quest’opera segna il passaggio di una nuova esperienza architettonica di cui Brunelleschi stesso sta elaborando i fondamenti metodologici. Cupola di Santa Maria del Fiore

Formella di Brunelleschi, rappresentazione di carattere più drammatico, più sensazione di spazio e tempo: prospettiva

Crocifisso di Donatello, Santa Croce, 1406-1408, sofferenza e agonia sottolineata dagli occhi semiaperti.

Crocifisso di Brunelleschi, Santa Matia Novella, più attenzione alle proporzioni umane

EVOLUZIONE DI SANTA MARIA IN FIORE Inizialmente con il nome di Santa Reparata, era una chiesa di piccole dimensioni. Con Arnolfo di Cambio la chiesa viene ingrandita, egli disegna anche la facciata della chiesa per la quale prepara la scultura: Madonna in trono. Viene modificato nuovamente l’assetto con Francesco Talenti, il quale la ingrandisce nuovamente.

Santa Maria del Fiore, sviluppo della pianta Santa Reparata Progetto di Arnolfo di Cambio Ingrandimenti di Francesco Talenti

RIFERIMENTI DI BRUNELLESCHI PER LA PROGETTAZIONE DELLA CUPOLA Brunelleschi andò più volte a Roma per studiare e riscoprire l’antico. Egli cerca sempre la regola che tiene insieme il tutto. Studia le soluzioni strutturali, misura cornici, piante, osserva con attenzione le proporzioni e materiali. Sono molteplici i riferimenti di Brunelleschi per la creazione della cupola. Dal Pantheon riprende la soluzione strutturale ovvero la diminuzione di inerte man mano che ci si alza da terra in modo da alleggerire i carichi. Ma Brunnelleschi non si ferma solo al Pantheon, trova ispirazione anche nel battistero di San Giovanni a Firenze e nel Battistero di Pisa, Campo dei miracoli. Il Battistero di Pisa, Dio ti salvi, 1153-1200, è composto da un doppio involucro. Nei due battisteri si nota un chiaro riferimento al Pantheon di Roma. Quindi quest’ultimo edificio si può considerare come la fonte più importante per Filippo.

Pantheon, pianta

Battistero Dio ti salvi, Pisa Pantheon, sezione

Pantheon, sezione

Battistero San Giovanni, Firenze

Pantheon, assonometria

Pantheon, vista interna

Madonna in trono, 12961302, Arnolfo di Cambio

LA CUPOLA Molteplici sono le proposte iniziali di progetto ad esempio riempire l’interno di terra per sorreggere la cupola durante i lavori e a lavoro compiuto chiamare la popolazione a toglierla. Brunelleschi utilizza dei sistemi nuovi di costruzione e si serve di nuove ingegnose macchine per il sollevamento dei carichi. Innanzi tutto utilizza mattoni disposti a spina di pesce per formare anelli concentrici autoportanti. Utilizza anche la doppia calotta prendendo spunto dal Pantheon e dal Battistero di Pisa. La doppia calotta prevedeva due involucri, uno più esterno e uno più interno. Tra i due involucri viene pensato un passaggio che, per mezzo di scale, permette la manutenzione della cupola. La cupola ha un impianto ottagonale costituito da costoloni primari e costoloni secondari. Brunelleschi non adotta una sola soluzione, anzi, le soluzioni da lui adottate sono molteplici.

lanterna in cima alla cupola

particolare intercapedine

macchine di sollevamento carichi progettata da Brunelleschi

LO SPEDALE DEGLI INNOCENTI Quest’opera è stata fatta nella periferia di Firenze, ideata per l’accoglienza degli orfani e presenta davanti una piazza per affari e avvenimenti pubblici. L’edificio è rialzato di 8 gradini con un porticato che invita all’accesso. La costruzione è stata affidata a Brunelleschi dal 1419 fino al 1427. Il suo progetto prevedeva: una pianta quadrata con i portici ai lati, un dormitorio sul lato destro e la chiesa sul lato opposto; solo successivamente fu aggiunto un dormitorio per orfane e servizi. Con l’aggiunta di questi 2 elementi si modifica anche l’assetto iniziale della facciata che da sulla piazza: vengono aggiunte due campate. L’assetto originale prevedeva campate a forma quadrata con il lato pari a 10 braccia fiorentine, essendo questo anche un valore imposto per l’altezza si andava così a creare una molteplicità di cubi tutti uguali tra loro. La volta di copertura è quella a vela con una struttura a baldacchino per sorreggerla. Il peduccio sottolinea il punto di confluenza delle spinte e serve a sostiturire le colonne. La trabeazione, in riferimento a quella di Roma, è all’antica: architrave, fregio e cornice. Il capitello della colonna che sorregge l’arcatura è di ordine corinzio. Tra trabeazione e capitello non vengono fatte decorazioni, anzi viene lasciato un foro che solo successivamente, nell’800, verrà riempito con rappresentazioni di orfanelli. L’ambiguità verso l’antico è che le colonne non portano una trabeazione ma un arco.

Spedale degli Innocenti

Spedale degli Innocenti, particolare arco tangente alla trabeazione

Spedale degli Innocenti, particolare decorativo

Spedale degli Innocenti, particolare capitello

SAGRESTIA VECCHIA DI SAN LORENZO, FIRENZE Chiamata in questo modo perchè è una cappella funeraria commissionata a Brunelleschi dai Medici, nella quale avranno sepoltura. La pianta è quadrata sia nella parte centrale che nella parte relativa all’altare e la copertura è a cupola. L’ingresso non è posto in asse con l’altare. Il riferimento principale per Brunelleschi è il Battistero di San Giovanni a Firenze; come in quest’opera, anche nella sagrestia vecchia, da dentro si può ammirare la cupola mentre da fuori no. Viene utilizzata ancora una volta la struttura a baldacchino, ma con una volta più complessa di quella a vela. Brunelleschi opta per mettere in evidenza la struttura, quindi si possono vedere costoloni, paraste. La contraddizione la si può notare sul lato opposto all’altare: sono presenti delle mensole incastrate nel muro: Filippo in questo caso va “fuori dagli schemi”. Le paraste sono scanalate e disposte ad angolo (metà parasta corrisponde essattamente alla larghezza delle arcate). La trabeazione corre tutta intorno all’edificio, sia sul corpo principale che sulla zona relativa all’altare. Nella scarsella, sul lato più esterno vengono utilizzate paraste filiforme. Le pareti della scarsella inoltre sono trattate in modo diverso rispetto alle pareti del corpo centrale: si notano le nicchie.

Sagrestia Vecchia, sezione

Sagrestia Vecchia, interno

Sagrestia Vecchia, pianta Sagrestia Vecchia, particolare parasta

RIFACIMENTO DELL’INTERNO DI SAN LORENZO, FIRENZE Il cantiere viene affidato a Brunelleschi nel 1421 e gli si affida solo il rifacimento della navata centrale. L’impianto della chiesa è a 3 navate, scandito da colonne di ordine corinzio a passo continuo che sorreggono archi tangenti alla trabeazione. I materiali principali sono: calce bianca e pietra serena. La prospettiva forte dovuta a questo filare continuo di colonne ci conduce direttamente al presbiterio. L’impianto risale all’antico di tipo basilicale con copertura piana cassettonata, con un ampio spazio sopra la trabeazione che permette il passaggio della luce. Nelle pareti delle navate laterali ci sono le paraste che ci fanno capire gli appoggi del baldacchino. Al posto dei pulvini, sopra le colonne troviamo un pezzo di trabeazione spezzata, un netto riferimento all’antico: basilica di Massenzio, basilica di Santa Costanza.

Chiesa di San Lorenzo, interno

Chiesa di San Lorenzo

Santa Maria Novella 1279- 1360

SANTA MARIA NOVELLA, 1279-1360 Si possono notare delle somiglianze tra San Lorenzo e Santa Maria Novella. La presenza di 3 navate con pilatri polistili che mettono in evidenza le spinte e gli sforzi strutturali sopportando cosi i carichi sia delle navate laterali che centrale. L’impianto è molto simile a quello di Fossanova. Tutto ciò fa intendere che Brunelleschi si rifà a modelli paleocristiani ovviamente introducendo le novità del suo tempo.

Riferimento: basilica di Santa Costanza

Chiesa di San Lorenzo, pianta Abbazia di Fossanova 1187-1208

CAPPELLA DEI PAZZI, FIRENZE, 1429 Molto simile alla Sagrestia vecchia nella struttura, ma con una differenza fondamentale, l’ingresso è posizionato al centro in asse con la scarsella. Presenza di due navate che si affiancano al corpo centrale, inoltre davanti alla cappella è presente un porticato. Il corpo quindi è cubico, affiancato da volte a botte. Le pareti laterali sono concluse con paraste scanalate.

SANTO SPIRITO, DAL 1440 Cappella dei Pazzi, pianta e sezione

Cappella dei Pazzi, facciata

Cappella dei Pazzi, interno

Santo Spirito

Santo Spirito, interno

Assetto formato da 3 navate: 1 centrale e 2 laterali. Rapporto ben studiato tra sistema longitudinale e transetto e le colonne scandiscono bene gli spazi. Su questa chiesa ha molta più liberta rispetto a San Lorenzo. All’inizio la facciata principale prevedeva 4 ingressi, poi per ragioni liturgiche sono stati ridotti a 3. La parasta usata in San Lorenzo, diventa in Santo Spirito una colonna affogata nel muro, inoltre viene utilizzato il pulvino tra capitello e arco. L’ordine delle navate laterali è lo stesso della navata centrale e i muri non son più di tamponamento, vengono infatti inserite infatti delle scarselle.

Santo Spirito

LEON BATTISTA ALBERTI, GENOVA 1404- ROMA 1472 Nato a Genova nel 1404 poichè il padre fiorentino, a causa di conflitti interni è stato esiliato, studia e gira molto per l’Italia. Si reca a Firenze solo nel 1428, quando i lavori della cupola di Santa Maria del Fiore erano già iniziati. Conosceva bene le leggi romane, aveva letto di Cicerone e non solo, questo perchè studiava diritto canonico. A Firenze entra in contatto con la corte papale, e quindi con Eugenio IV. Successivamente si trasferisce a Roma per motivi di lavoro dove poi mori nel 1472. Alberti ha molta stima per Brunelleschi, tanto è vero che la prima opera la dedica proprio a lui: “a Pippo Brunellesco”. Principalmente Alberti era un trattatista, infatti ha scritto 3 trattati di nota importanza: De pictura 1435-36, De Re Aedificatoria 1447-1452 (prima edizione), e De Statua 1450. Secondo Alberti, come per Vitruvio, l’architetto deve conoscere bene le cose, deve aver studiato, e deve essere medico (armonia del corpo umano). Il suo trattato più importante è De Re Aedificatoria il quale è composto da 10 libri e riguarda appunto l’architettura e l’arte del costruire (10 libri come il trattato di Vitruvio). Alberti, come Brunelleschi, pone molta osservazione all’architettura degli antichi fino ai minimi dettagli trovando cosi ragioni e leggi. Al contrario del trattato di Vitruvio, questa opera è priva di illustrazioni poichè l’architettura per Alberti, non si può ridurre a semplici schemi.

Ritratto di Leon Battista Alberti, De Pictura

De Re Aedificatoria

Statua ritraente Leon Battista Alberti, esterno galleria degli uffizi, Firenze De statua

COLONNA PER ALBERTI Alberti sottolinea più volte che la colonna per lui è il principale ornamento: un elemento decorativo. Egli sostiene che colonna e arco non possano essere messi assieme, cosa che invece Brunelleschi usa e introduce nel Rinascimento. Alberti prescrive la l’arco sopra un pilastro e la trabeazione sopra la colonna.

SAN FRANCESCO, TEMPIO MALATESTIANO 14471453 Federico di Montefeltro commissiona questo lavoro all’Alberti. I lavori iniziano nel 1447 e il compito è quello di trasformare la chiesa già esistente in un nuovo edificio. L’architettura dell’antica Roma è fondamentale per lui come riferimento. L’impianto esistente è gotico e longitudinale. Navata unica con successione di cappelle rettangolari. Alberti aveva pensato di introdurre una crociera a fine navata per posizionarci una cupola sopra lo si capisce anche dalla medaglia di Matteo De Pasti (1453). La cupola però non verrà mai fatta, in sostanza l’architetto fa un involucro esterno quindi una nuova struttura che cinge l’edificio già esistente. Il riferimento è netto rispetto al Colosseo, infatti per le facciate laterali utilizza archi impostati su pilastri. La facciata principale invece richiama molto l’arco di Costantino, si notano infatti i 3 arconi con le colonne che sorreggono la trabeazione. Le colonne che sono più propriamente dette semicolonne, e i loro capitelli non sono frutto della fantasia dell’architetto, ma sono i reperti ritrovati nell’antica città di Rimini.

Tempio Malatestiano

Tempio Malatestiano, facciata

Medaglia di Matteo De Pasti

Tempio Malatestiano, prospetto

Riferimento arconi del Colosseo

Tempio Malatestiano, pianta Riferimento Arco di Costantino

SANTA MARIA NOVELLA 1458-1460 Commissionato dai Rucellai, Alberti interviene su Santa Maria Novella facendo riferimento a San Miniato e quindi ai modelli fiorentini. L’architetto si innesta sull’architettura gotica preesistente e il risultato fu un capolavoro anche se appunto era molto condizionato dall’assetto iniziale. Egli inquadra l’accesso con una grande arcata e utilizza una piccola volta a botte prendendo spunto dall’arco di Settimio Severo. Sopra la trabeazione viene inserito un alto e grande attico con una serie di motivi geometrici decorativi stando fuori asse con le decorazioni del piano sottostante. Il netto riferimento è il Pantheon: non rispetto tra ordini superiori e inferiori. Per la facciata principale imposta due pilastri angolari che risvoltano, questo è un chiaro riferimento alla basilica Aemilia nel foro romano.

CAPPELLA RUCELLAI DAL 1461-1467 Utilizzo di volta a botte sostenuta da un lato per mezzo del muro e dal l’altro per mezzo di colonne. Contraddizione per l’Alberti poichè secondo lui le colonne devono essere motivo di ornamento e sostegno della trabeazione e possono affiancare il muro ma non sostituirlo. Oggi questa cappella è completamente cambiata poic...


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