DAL CASALE ALLA TORRE: BREVI NOTE D'INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE TORRI NELL' AGRO ROMANO (1999) PDF

Title DAL CASALE ALLA TORRE: BREVI NOTE D'INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE TORRI NELL' AGRO ROMANO (1999)
Author Stefano Vannozzi
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DAL CASALE ALLA TORRE IL CASTRUM BREVI NOTE D’INTRODUZIONE ALLO STUDIO Alla fine del IX secolo, molti dei precedenti casali iniziano a munirsi di DELLE TORRI NELL’AGRO ROMANO apprestamenti difensivi, trasformandosi in un CASTRUM, ovvero un Castello o borgo fortificato. Per diverse vicende, molti cen...


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DAL CASALE ALLA TORRE BREVI NOTE D’INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE TORRI NELL’AGRO ROMANO di Stefano Vannozzi Nell’alto medioevo, a seguito del passaggio di molte proprietà e terreni alla chiesa romana, nelle campagne intorno alla città si assiste alla creazione e al restauro (fra VIII e X secolo d.C.) di villaggi rurali autosufficienti, disposti intorno a un piccolo oratorio o luogo di culto e denominati DOMUSCULTAE, e di altri centri minori, tutti imperniati intorno a piccole chiese locali da cui solitamente traevano poi il toponimo (ad esempio S. Vittorino, S. Giuliano, S. Primo e così via). Tali centri rurali, in particolare quelli posti nella parte orientale della campagna romana, oggetto del presente corso formativo di base, rimasero per lungo tempo nelle mani dei monaci Basiliani di Grotta Ferrata e dei Sublacensi; questi ultimi, li amministravano attraverso i più vicini monasteri urbani, come S. Paolo fuori le mura o S. Erasmo al Celio. Con il termine CASALEM, ricordato in numerosi documenti dell’epoca, non s’intende il solo fabbricato rurale, ma anche le strutture annesse e solitamente tutto il territorio a esso pertinente, cui noi oggi assegniamo generalmente il nome di “Tenuta” (TENIMENTUM).

IL CASTRUM Alla fine del IX secolo, molti dei precedenti casali iniziano a munirsi di apprestamenti difensivi, trasformandosi in un CASTRUM, ovvero un Castello o borgo fortificato. Per diverse vicende, molti centri castrali scompariranno poi nel corso del XIII-XV secolo a favore di abitati strategicamente più importanti disposti su rilievi o dorsali collinari prossimi a passi o tracciati viari principali: fattori che ne permetteranno la crescita e lo sviluppo da borgo a paese sino ai nostri giorni. Questi complessi presentano generalmente una pianta chiusa, verso l’interno, detta A CORTE, tipica dei casali dell’epoca. Spesso oltre alla cinta muraria più interna, se ne affianca una seconda a cingere il borgo sottostante come nel caso del distrutto Castel d’Osa (o Castellaccio – oggi Castelverde, RM).

IL CASALE TORRE Alla fine del XII secolo in pieno periodo di lotte intestine fra le famiglie baronali che si contendono il potere e fra il Comune di Roma e le città vicine, nascono e si perfezionano i primi casali agricoli provvisti

di piccoli apprestamenti difensivi e di un alto corpo turrito. Affiancata all’abitazione dei conduttori agricoli, si costruisce un’alta torre, simbolo di potere e controllo dell’ente proprietario sul territorio circostante. Intorno al casale, un’altra cinta difensiva detta REDDIMEN, protegge i fabbricati. La campagna viene a coprirsi così a “macchia di leopardo”, da una fitta rete di torri ridimensionata solo con il sopraggiungere del latifondo agli inizi del XVI secolo: già nel secolo seguente una buona fetta di questi casali-torre sarà gradualmente abbandonata riducendosi in breve tempo allo stato di rudere. E’ il caso ad esempio del casale di ROCCA CENCIA, di TOR CARBONE (entrambi posti fra le vie Casilina e Prenestina) e di quello di TOR JACOVA alle pendici di Monte Porzio Catone. Di tanti, restano ancora oggi, in contesti ormai stravolti dalle attività umane, i ruderi ormai fatiscenti, delle torri che si affiancavano a questi casali; in altri casi resta invece il solo ricordo perpetuato dalla toponomastica locale, come nel caso dell’anonima torre detta TORRACCIO DI TORRENOVA.

Esemplare è invece il caso di LUNGHEZZA, sopravvissuto nei secoli per la sua posizione a controllo dell’Aniene e passaggio obbligato per la Sabina. Trasformato in base alle diverse esigenze, da villaggio agricolo a casale fortificato, poi trasformato in Castrum, riconvertito in palazzo residenziale durante il rinascimento e nuovamente a centro agricolo fino alla prima metà del XX secolo.

IL CASALE DI BONIFICA Dopo il 1880, con l’emanazione di diverse Leggi per il “bonificamento obbligatorio” dell’agro romano e di relative pene pecuniarie e di esproprio ai proprietari contravventori o inadempienti, tutta la campagna è investita da un pullulare sempre più crescente di casali, casolari e centri colturali o di “colonizzazioni” collegati da nuove strade e tracciati viari (VIE DI BONIFICA). Ne sono un esempio per l’area di nostra indagine le attuali vie di TORRE SPACCATA, TOR TRE TESTE, TOR VERGATA, PASSO DEL LOMBARDO, TORRENOVA, DELL’ACQUA VERGINE, SALONE, VERMICINO, BORGHESIANA, ROCCA CENCIA solo per citare le principali. Molti proprietari ed Enti Religiosi, per evitare l’esproprio delle terre a favore di cooperative, si vedono costretti a risistemare i propri latifondi suddividendoli in piccole UNITA’ COLTURALI comprensive di relativo casale, da affidare a famiglie di coloni col sistema della mezzadria. Gli edifici di tale tipo sono pressoché identici fra loro, basati su un progetto unitari che varia solo nella disposizione e grandezza degli ambienti secondo l’estensione delle tenute. Generalmente a piano terra vi è la stalla per le mucche da latte (da cui VACCHERIA), mentre al primo piano, cui si accede da una scala esterna, trova posto la famiglia del fattore. Intorno al piazzale (ARA) trova invece posto il fontanile per gli animali, il fienile, la porcilaia con la concimaia e il forno per il pane.

Incontro tenuto per l’Associazione culturale “Amici di Gabii”, Corso di Formazione base per accompagnatore culturale, sezione II, “Torri, Castelli e Casali”, il 17.02.1999....


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