Economia aziendale tra tradizione e innovazione Carlo Bagnoli PDF

Title Economia aziendale tra tradizione e innovazione Carlo Bagnoli
Author Giacomo Vittadello
Course Economia Aziendale
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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CAPITOLO 1 L’ECONOMIA AZIENDALE L’economia aziendale è una scienza che elabora le conoscenze utili per il governo economico di organizzazioni e sistemi sociale all’interno dei quali si svolge un’attività economica. L’economia Quasi tutte le decisione che vengono prese hanno un riflesso “economico” più o meno significativo. È consueto collegare al termine “economia” quelli di “valore”. La rilevanza economica di una determinata risorsa tende essere misurata in termini quantitativi usando un metro monetario. L’economia ha per oggetto lo studio dei fenomeni e risorse a cui è possibile associare un determinato valore (economico). Una risorsa liberamente accessibile non presenta alcun valore economico, in quanto nessuno sarebbe disposto a pagare un prezzo per essa. Al contrario, una risorsa difficilmente reperibile e estremamente richiesta assume un elevato valore. Una determinata risorsa acquisisce valore nel momento in cui ad essa è associato un certo livello di utilità e risulta presente in misura scarsa per il soddisfacimento di un determinato bisogno. Un bene acquisisce valore sulla base di sue direttrici: • La facilità con cui è possibile disporre del bene; • L’utilità ad esso associato. Quando una risorsa non è presente in misura illimitata si è disposti a pagarla in misura tanto maggiore quanto più elevata è l’utilità ad essa associata. La misura con cui una determinata risorsa soddisfa un bisogno è una valutazione strettamente personale. Il comportamento umano rappresenta l’elemento cruciale che guida la formazione dei valori nei nostri sistemi economici. La centralità della persona e i bisogni umani La vita dell’uomo è caratterizzata dal sorgere di bisogni e dalla ricerca del loro appagamento in un ambiente esterno, un bisogno può essere definito come uno stato d’insoddisfazione che si desidera eliminare. L’attuale contesto economico si basa sulla continua ricerca di nuove e più affinate modalità con le quali soddisfare i bisogni dell’uomo. Per comprendere le modalità di soddisfacimento dei bisogni è fondamentale classificarli: • Bisogni naturali e bisogni sociali; • Bisogni primari e bisogni secondari; • Bisogni individuali e bisogni pubblici. Sono considerati naturali i bisogni suscitati dalla componente biologica dell’uomo, es. nutrirsi, vestirsi, abitazione, ecc. I bisogni naturali rappresentano esigenze strettamente collegate alla sopravvivenza dell’uomo e devono essere garantiti a qualsisia persona a prescindere dal rango sociale. I bisogni sociali si caratterizzano per essere più strettamente connessi alla sfera psicologica e spirituale delle persone, per il loro soddisfacimento si arriva a costruire vere e proprie società umane. I bisogni primari rappresentano dei bisogni essenziali al fine di garantire alla persona un’esistenza nel rispetto della dignità umana, rientrano i bisogni naturali e alcuni bisogni sociali. I bisogni secondari rappresentano bisogni di ordine inferiore, legati al miglioramento della qualità della vita, questa categoria di manifesta solitamente in sistemi economici e sociali evoluti e progrediti. I bisogni individuali sono quelli avvertiti da una singola persona nella sua sfera privata. I bisogni pubblici sono avvertiti all’interno di una determinata collettività di persone.

La realizzazione di qualsiasi attività economica richiede la presenza di un attento studio sui bisogni che tale attività intende soddisfare. La “teoria dei bisogni” è orientata per fornire le conoscenze necessarie per definire lo svolgimento dei processi di produzione dei beni e dei servizi e le relative modalità di consumo. Le teorie si fondano su una serie di ipotesi: • La presenza di una gerarchia dei bisogni; • La dinamicità dei bisogni, i gusti e le preferenze tendono a cambiare con il tempo; • L’impiego di un certo livello di razionalità nella scelta. La razionalità assoluta (studi economici), l’uomo appare sempre coerente e in grado di valutare oggettivamente tutte le alternative. La razionalità limitata (matrice aziendalista), l’uomo non è in grado di identificare e confrontare tutte le possibili alternative a disposizione. I beni economici per il soddisfacimento dei bisogni Con il termine “bene” si intende qualsisia risorsa che l’uomo può destinare, direttamente o in via mediata, al soddisfacimento di un bisogno. Si possono distinguere i beni primari e beni secondari: i primi sono collegati al consumo per il soddisfacimento dei bisogni primari, mentre i secondi sono funzionali all’appagamento di quelli voluttuari. Quando è necessario il concorso di più beni congiuntamente per la realizzazione di un bisogno si parla di beni complementari. Se un bisogno può essere soddisfatto da più beni alternativi si parla di beni fungibili. Quando un bene può presentare caratteristiche differenti rispetto a quelle di analoghi prodotti offerti da imprese concorrenti si parla di beni differenziabili. Se il bene non può essere realizzato con le stesse caratteristiche da parte di tutte le imprese si parla di beni non differenziabili. I beni utilizzati per soddisfare direttamente i bisogni sono noti come beni di consumo, mentre quelli usati per produrre altri beni sono beni strumentali. Se il bene può essere impiegato più volte nell’attività di consumo o di produzione si tratterà di beni durevoli o a fecondità ripetuta, viceversa, si tratterà di beni non durevoli o a fecondità semplice. I beni privati sono destinati a soddisfare bisogni individuali e sono realizzati da soggetti privati, mentre i beni pubblici sono rivolti a soddisfare i bisogni pubblici e sono realizzati da soggetti pubblici. Uno stesso bene può essere realizzato sia da soggetti pubblici che privati. I beni economici sono presenti misura scarsa rispetto alle esigenze espresse dalle persone, mentre i beni non economici, o beni liberi, non sono soggetti al limite di scarsità e quindi sovrabbondanti in natura. I processi decisionali individuali Le scienze economiche hanno rappresentato la persona umana usando l'immagine dell’homo oeconomicus orientato esclusivamente alla massimizzazione dei propri redditi e della propria ricchezza e sempre in grado di valutare razionalmente le proprie scelte. Il modello di razionalità assoluta si basa su una serie di assunti: • La persona ha perfettamente chiaro l'obiettivo da ottimizzare; • Ha a disposizione, immediatamente e gratuitamente, tutte le informazioni relative alle possibili scelte alternative; • Tutte le alternative sono prontamente confrontabili; • La persona che decide è unica e agisce in modo isolato; • La persona sceglie sempre, in assoluto, l'alternativa migliore una volta ponderate tutte le possibili opzioni a disposizione, poste a fondamento del modello di razionalità assoluta ma nella realtà si realizzano solo parzialmente. La teoria comportamentista arriva a dimostrare che il decisore si caratterizza per avere una limitata:

• Conoscenza delle alternative perseguibili, le informazioni non sono immediatamente disponibili per una persona; • Capacità di trattamento delle informazioni, Il che porta a prendere in considerazione solo alcune delle alternative conosciute; Capacità di definire un sistema completo e coerente di preferenze, cosicché la persona non è in • grado di confrontare puntualmente tutte le alternative teoricamente percorribili. Le caratteristiche, i pregi ed i limiti che differenziano l'essere umano rispetto all'incisore dotato di razionalità assoluta ci impongono di rivedere il processo decisionale descritto con riferimento all'homo oeconomicus. Il modello che si contrappone a quello secondo il quale le scelte derivano da processi decisionali iterativi e sequenziali che si ripetono sino a quando la persona giunge ad una scelta ritenuta “soddisfacente”. La descrizione del processo decisionale si distingue con riferimento alla decisione individuale e alla decisione presa all'interno di gruppi. Con riferimento al decisore individuale, tale processo si articola nel seguente ciclo: • La persona avverte un bisogno e definisce un insieme di attese iniziali che dovranno essere soddisfatte; • Prende avvio una prima ricerca esplorativa; • Difficilmente si arriva prendere una decisione immediata, si inizia un processo di aggiustamento delle aspettative; • Inizia una nuova fase di ricerca volta ad individuare altre possibili soluzioni; • Questo processo porta ad una valutazione sequenziale e iterativa delle diverse alternative; • Il processo si conclude con l’effettuazione della scelta nel momento in cui la persona valuta troppo costoso continuare la ricerca. L’individuazione delle preferenze e delle attese individuali non dipende solamente dalle caratteristiche dei beni necessari a soddisfare i bisogni, ma risente di una serie di variabili, quali: • Le esperienze personali vissute in passato “capitale personale”; • I comportamenti delle persone che compongono la rete di conoscenze e di rapporti sviluppati negli ambienti sociali che si frequentano abitualmente “capitale sociale”; • L’homo oeconomicus presuppone une visione negativa del mondo, delle persone e dell’economia identificando l’uomo come persona egoista che pensa esclusivamente a sé stesso al fine di incrementare la propria ricchezza individuale. Il benessere individuale include, oltre al benessere economico personale, anche una serie di altre considerazioni come lo stare bene con gli altri. In altri termini, il nostro benessere è spesso maggiore quando è condiviso. Osservazione della realtà e dei comportamenti delle persone che ci circondano si muove in un continuum che presenta ai suoi estremi due atteggiamenti sostanzialmente antitetici: • Da un lato, troviamo una serie di comportamenti egoistici attuati dalle persone al fine di massimizzare il proprio tornaconto personale; Dall'altro lato, vediamo che accanto a comportamenti opportunistici le persone adottano anche • atteggiamenti altruistici. Scelte basate su comportamenti altruistici producono vantaggi anche ad altri imponendo talvolta sacrifici da parte di chi agisce. L'atteggiamento altruistico presuppone che le persone perseguono il bene comune. I due tipi di comportamento appaiono ovviamente incompatibili, in quanto mossi da finalità tendenzialmente in contrasto tra di loro e quindi difficilmente conciliabili. Il modello della razionalità assoluta si dimostra sostanzialmente coerente solo con la prima forma di comportamento. L'attuale sistema economico è pervaso da una forte presenza di una particolare tipologia di organizzazioni composte da persone che agiscono motivate da una spinta prevalentemente di natura altruistica.

Le persone che adottano comportamenti altruistici sono tendenzialmente appagate dal solo fatto di aiutare altre persone, riscontrando nei propri gesti un'utilità che deriva dal benessere generato a terzi. Il comportamento umano potrebbe arrivare a produrre un vantaggio individuale che si associa ad un vantaggio anche per gli altri, generando quindi a livello di sistema una creazione di valore complessivo, è definito intelligente. All'estremo opposto, si trovano invece comportamenti che generano congiuntamente un danno individuale che si associa anche a un danno prodotto nei confronti di altre persone portando ad un evidente distruzione di valore a livello di sistema. Risulta interessante prendere in considerazione gli effetti di alcuni comportamenti che generano effetti contrapposti come martire o sprovveduto e o quello dell'egoista puro. La somma algebrica dei danni e dei vantaggi generati potrebbe presentare sia un saldo positivo che negativo. Quando il saldo è positivo significa che il comportamento adottato dalla persona ha contribuito alla creazione di valore complessivo per il sistema. Al contrario, se il saldo del martire o dell'egoista puro dovesse risultare negativo si giungerebbe a una complessiva distruzione di valore a livello di sistema. I processi decisionali collettivi Quando una persona fa parte di un gruppo diventa il centro di un sistema di attese di comportamento da parte di altri individui che si interseca con la propria visione del comportamento che dovrebbe attuare. Ogni gruppo prevede per l'individuo che ne fa parte delle aspettative di comportamento. Tali aspettative definiscono un ruolo. • Il comportamento di ciascuna persona è influenzato contemporaneamente da più insiemi di attese; • Possono nascere tensioni dalle incompatibilità tra le attese di differenti ruoli. Nelle organizzazioni il processo decisionale emerge dalle interazioni tra le diverse unità operative. La maggior parte dei processi decisionali nelle organizzazioni fanno riferimento a scelte ripetitive o programmate basate su routine organizzative. Per quelle non programmate, l'organizzazione deve invece ripiegare sulle proprie capacità, più o meno sviluppate: • Di agire in modo intelligente; • Di adattamento al contesto specifico in cui deve agire; • Di sviluppare le soluzioni più adatte in relazione al problema da affrontare. Negli studi di management è stato sviluppato un interessante modello, il garbage can model, che si pone proprio l'obiettivo di descrivere gli aspetti qualificanti dei processi decisionali collettivi: • All'interno delle organizzazioni si susseguono quotidianamente problemi e questioni che richiedono soluzioni e di conseguenza decisioni. Molto spesso non si è in grado di affrontare e risolvere tutti i problemi che richiedono una soluzione. Questo per due ordini di ragioni: A) il numero di problemi da risolvere è talmente elevato che non si ha tempo a sufficienza per affrontarli tutti; B) ciò si interseca con la necessità di condividere la decisione con altre persone o di attendere una decisione che proviene da un livello gerarchico superiore, sia essa individuale o collettiva; • Ciò comporta che le decisioni da prendere sono in concorrenza reciproca. Affrontare il problema A, significa talvolta non avere tempo per discutere il problema B. La concorrenza tra le decisioni dipende da due aspetti, entrambi di natura “economica”: A) il processo decisionale impegna persone, tempo ed energie per periodi più o meno estesi e pertanto "decidere" ha un costo; B) l'applicazione delle decisioni che derivano dai processi decisionali richiedono l'impiego di risorse.

• Una volta individuato un problema non è sufficiente trovare una buona soluzione. Affinché il problema sia risolto è necessario che si creino le condizioni ideali per arrivare a prendere la decisione e adottare la soluzione proposta: in altri termini è necessario definire quello che il modello in esame chiama "l'occasione di decisione". L'occasione di decisione richiede la presenza di tre elementi fondamentali: il problema, le soluzioni e le persone tenute a decidere; • Il problema viene percepito prioritario. L’economia aziendale L'economia aziendale è una scienza sociale che elabora le conoscenze e le teorie utili per il governo economico di enti, organizzazioni e sistemi sociali di ogni ordine e grado all'interno delle quali si svolge un’attività economica. Si è soliti associare il termine economia allo studio di formule e prescrizioni normative valide "erga omnes" che consentono di identificare la scelta migliore, che ottimizza l'impiego delle risorse a disposizione. La classificazione all'interno delle "scienze sociali" discende dal fatto che l'economia aziendale si occupa, in primis, di studiare il comportamento dell'uomo all'interno delle diverse organizzazioni in cui opera. L'economia aziendale non è rappresentabile attraverso semplici funzioni volte a fornire un'interpretazione del comportamento umano su basi meramente matematiche. Questo tipo di approccio non riuscirebbe a spiegare per quale ragione, di fronte al medesimo problema, persone diverse elaborano soluzioni diverse o presentano differenti "gusti e preferenze" rispetto ad un medesimo prodotto. Gli studi aziendali si distinguono per la centralità attribuita all'essere umano, alla persona e ai gruppi di persone nello svolgimento dell'attività economica. L'attività economica è svolta dalle persone a favore delle persone L'eventuale creazione di valore e di ricchezza che da essa deriva non deve essere considerato il fine dell'agire economico, bensì il mezzo per il soddisfacimento dei bisogni umani. L'uomo per soddisfare le proprie esigenze agisce insieme ad altri esseri umani con i quali formano dei gruppi sociali. Lo svolgimento dell'attività economica trova realizzazione all'interno di una vasta gamma di stabili organizzazioni che definiamo aziende. Le aziende coordinano il lavoro e le competenze di individui diversi, consentono di raggiungere risultati non perseguibili dalle persone che agiscono singolarmente. L’appartenenza alla categoria delle scienze sociali pone al centro dell’economia aziendale lo studio del comportamento umano e le relative scelte nello svolgimento dell’attività economica. L’uomo non è mai del tutto “economicamente razionale” e di fronte a problemi analoghi prende decisioni differenti. L’attività economica: produzione vs. consumo di beni L’attività economica può essere definita come l’attività con cui si producono e si consumano beni non disponibili liberamente in natura. Definiamo “produzione” l’attività che consente di ottenere beni attraverso il lavoro, mentre “consumo” l’attività di impiego dei beni per la diretta soddisfazione dei bisogni. • I beni economici servono a soddisfare bisogni umani; • Sia l’attività di consumo che l’attività di produzione dei beni viene svolta in prevalenza nell’ambito di organizzazioni (società umane); L’attività di produzione di beni economici si realizza principalmente con il lavoro svolto dalle persone. Dal lavoro dipende la possibilità di soddisfare i bisogni umani.

La realizzazione di un’attività di produzione e consumo sottende una creazione di utilità e quindi di valore a favore dei soggetti per la quale è stata realizzata. È conveniente svolgere una determinata attività economica se il valore dei risultati conseguiti (output) è superiore al corrispondente valore dei fattori impiegati per ottenere tali risultati (input). Le organizzazioni rappresentano società umane nel momento in cui l’attività realizzata genera un incremento di valore sorge la necessità di decidere in che modo distribuire tale valore tra tutti i soggetti per i quali l’attività economica è svolta e che sovente hanno contribuito alla relativa creazione. La distribuzione del valore costituisce un momento fondamentale che si affianca sempre alla produzione e al consumo. L’azienda per lo svolgimento dell’attività economica Società umane, quando assumono regole e strutture di comportamento relativamente stabili, prendono il nome di organizzazioni o istituti. In tute le organizzazioni si svolgono attività di produzione e/o consumo di beni economici. L’attività di un’organizzazione potrebbe essere analizzata sotto un profilo: • Sociologico, per la tipologia di relazioni che si creano tra i soggetti che lo compongono e le loro evoluzioni nel tempo; • politico/etico/religioso, in ragione delle finalità sociali; • Giuridico, in relazione alle norme dell’ordinamento statale; • culturale/antropologico, per il variegato insieme dei costumi, degli atteggiamenti, dei valori e delle abitudini delle persone che operano al suo interno; Ecologico, per l’impatto che determina nell’ambiente naturale; • • Tecnologico, in relazione alle caratteristiche tecnicoingegneristiche delle strutture e degli impianti. L’analisi della dimensione economica rappresenta una delle tante prospettive di indagine, la cui realizzazione richiede il contributo e l’interazione con altri profili di indagine. Si parla di azienda quando l’organizzazione diventa oggetto di analisi per la dimensione economica che la qualifica. La relazione tra “azienda” ed “organizzazione” riflette quella tra “attività economica” e “attività umana” nella quale la prima costituisce una particolare dimensione della seconda. In qualsiasi organizzazione è presente lo svolgimento di attività economica anche se non tutte sono state costituite per perseguire finalità di natura economica. La dimensione economica di un’organizzazione non deve essere confusa con le finalità che la stessa organizzazione persegue, le quali potrebbero anche assumere natura prevalentemente non economica. Le principali classi di aziende oggetto dell’economia aziendale Normalmente il termine azienda, viene considerato sinonimo di impresa. Deve considerarsi azienda qualsiasi organizzazione all’interno del ...


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