Fiducia - riassume tutto il corso io ho studiato su questi ed è andato benone PDF

Title Fiducia - riassume tutto il corso io ho studiato su questi ed è andato benone
Author Angelo Bello
Course Filosofia teoretica
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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riassume tutto il corso io ho studiato su questi ed è andato benone ...


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LA FIDUCIA CHE COSA E’? UNA CONDIZIONE CHE PERMETTE CHE LA RELAZIONE DI SVILUPPI. È UNA PROPRIETA’ CARATTERISTICA DEL SOGGETTO. È UN EVENTO. IL CLIMA DELLA FIDUCIA è UNA DIMENSIONE AEREA (VOLATILE-EFFIMERA), E’ OVUNQUE MA NON SI AFFERRA. È UNA DIMENSIONE TEMPORALE CHE NON ACCADE SOLO NEL PRESENTE, MA SI INTRECCIA AL PASSATO E AL FUTURO E A HA CHE FARE CON LE ASPETTATIVE. La basa comune della fiducia è costituita dall’AZIONE. La sue dimensioni vengono stabilite da EPOCHE, AMBITI, CULTURA E SISTEMA SOCIALE. I suoi elementi sono: ACCADIMENTO, CONOSCENZA E AZIONE. La dimensione costitutiva e ontologica della fiducia consiste nel fatto che definisce ciò che siamo, e ci precede. Ciò che siamo è TEMPO E RELAZIONE. La differenza tra FEDELTA’, FIDUCIA E AFFIDAMENTO. FEDELTA’: dimensione presente della fiducia. FIDUCIA: si lega ad una dimensione passata, qualcosa che ci precede. AFFIDAMENTO: si lega ad una dimensione futura, dotata di incertezza e apertura. Esempio del nuoto. Due grandi scenari di senso: mondo cristiano ed ebraico.

Ogni sistema è composto da elementi in relazioni tra interno ed esterno. Il sistema è dotato di una sua struttura tale da distinguersi dall’ambiente in cui opera. Dato che c’è assenza di una totalità non si può considerare l’ambiente come un presupposto del sistema, ed è difficile tracciare un confine tra sistema ed ambiente. Ogni sistema è pensato come una pluralità di relazioni. Luhmann dice che i sistemi non si organizzano sulla base di un equilibrio omeostatico, ma ciò che li tiene uniti è un disequilibrio dato che elementi nuovi irritano il sistema e lo costringono a ridefinirsi e così facendo lo tengono in vita. Il problema dei sistemi: l’irritazione è data dal contatto con qualcosa di esterno. Questa relazione non necessariamente produce una reazione. Il sistema può rispondere o meno a tale stimolazione che riceve. Si parla inoltre della Doppia Contingenza: Nessuno può prevedere l’azione dell’altro, ogni sistema ha le sue logiche. È chiuso. Accade frequentemente che dalle informazione che riceve da un altro non se ne faccia nulla, perché non è in grado di codificarle. Secondo l’autore ogni sistema ha una sua logica interna, un suo modo di dare senso alle azioni. Quindi i sistemi sono chiusi ma non sono isolati.

FEDE IN AMBITO EDUCATIVO Fede e Fiducia si definiscono a partire dall’esperienza. Nel rapporto di fiducia il soggetto si trova in relazione con un umano finito. Nel rapporto di fede il soggetto si trova a confrontarsi con un essere infinito. PRINCIPIO DIALOGICO DELL’EDUCATIVO - BUBER Il mondo educa attraverso l’educatore. L’educatore è colui che apre a delle possibilità. Comprendere è diverso da spiegare. Sono entrambi forme ed operazioni di conoscenza. Nella spiegazione si conoscono alcune parti. Mentre nella comprensione si definisce un incontro in cui apprendo l’altro come una totalità, perché non lo divido in parti. Secondo Buber non può avvenire una comprensione se avviene una divisione. CONTENERE: confermare una forma e dare senso a ciò che l’altro è. Tutto ciò significa dare fiducia. esempi: il pugno e la carezza PUGNO: come avvertimento e limite. CAREZZA: come provare a sentirsi attraverso la pelle dell’altro. Significa vestire i panni della reciprocità, in uno stato di perseveranza.

PROBLEMATIZZAZIONE DELLA FIDUCIA: Si passa dalla CERTEZZA al RISCHIO. La certezza ci permette di muoverci sentendoci a nostro agio. La nascita: nascere è come entrare in un mondo che ci precede, ossia essere ospitati in un mondo che presenta diverse possibilità. È una dimensione a noi antecedente, accogliente e indecidibile. Ognuno è unico nella sua nascita. Ognuno inizia così una singolare esperienza del mondo. Esiste una ospitalità preliminare a cui successivamente il soggetto darà svolta positiva o negativa. Essa costituisce il fondo da cui il soggetto potrà attingere per rigenerare nuova fiducia. Il pensiero di Natoli si avvicina a questa impressione. Fiducia. Fedeltà. Affidamento. Le dimensioni sociali: i legami sociali che ci precedono offrono certezza. Sono legami per lo più familiare legati alla cura e all’accudimento. È nella famiglia che il soggetto mostra se stesso per la prima volta ed incontra se stesso attraverso la fiducia che gli altri attribuiscono a lui, e mostrano nei suoi confronti. Erickson: parla del rapporto tra infanzia e società. Dalla fiducia di base alla sfiducia di base. Egli si chiede quale sia la condizione contraria alla certezza iniziale. Essa è legata al sentirsi accolto o meno. Quindi non è legata al fatto di fidarmi, bensì ad essere parte di qualcosa. La Fiducia di base parte dal presupposto che il senso esiste, e a partire da questo il soggetto riesce a sopportare le frustrazioni.

Morali: sono delle regole di condotta generate nel tempo.

Esistono due tipi di conoscenze nelle fiducia: la conoscenza cognitiva e quella pratica. La conoscenza cognitiva: prima si dubita e poi si crede. La conoscenza pratica: prima si crede e poi si dubita.

Instabilità: è data da ciò che c’è dentro di noi (precarietà) e da ciò che c’è fuori (contingenza). Il collasso è rappresentato dal confronto, oppure può avvenire al nostro interno quando c’è un elemento che mette a rischio la nostra totalità. Secondo Natoli il collasso non è mai totale, poiché abbiamo legami solidi che ci rigenerano. Il presupposto è la stabilità. Le crisi quindi secondo Natoli sono sempre locali, anche se possono essere estese. Esiste sempre un elemento da dove poter ripartire. Natoli è fiducioso, mente Luhmann ciò non avviene facilmente, perché la crisi può essere totale.

Chi è titolare della fiducia? Io o l’altro. Come si costituisce fiducia in sè? Come capacità di reggere la delusione nelle aspettative. Questa solidità permette di preservare l’integrità anche se un elemento entra in crisi. Essere titolare della fiducia è uguale a essere affidabili. Affidabile è colui che da prova di esserlo. Fiducia come qualcosa che si costruisce, legata alla sfida. Non è affidabile colui che non genera dubbio, ma colui che si inserisce nel rapporto con la capacità di reggere la delusione.

Natoli sviluppa il tema dell’amicizia, legando la fiducia a questa relazione, e la descrive come uno scheletro che da sostanza. Luhmann sostiene l’opposto, ossia che l’obiettivo sia l’utilità, ossia la presenza di una strategia.

In quanto educatori ciò non può realizzarsi. Natoli si pone la questione di come l’amicizia convenga pur non essendo utile. Infatti se l’altro intuisce che si hanno dei fini, la fiducia non emerge e non si realizza. Teorie sull’amicizia ereditate da Natoli, irrealtà derivano anche dalla filosofia di Aristotele e Montaigne. Ciò che conviene non è l’origine ma l’effetto. L’amicizia struttura il campo sociale, senza amici non ci sarebbe società. Dimensione pubblica: Natoli afferma che è una dimensione di alleanze, in cui i sentimenti fanno da collante sociale.

LUHMANN Egli considera la fiducia come la capacità di dare fiducia. La fiducia come qualcosa di complesso che il soggetto deve guadagnarsi. La fiducia come stabilizzazione del sé, come un processo caratterizzato da maggiore rischio. La dimensione personale e la dimensione sociale non si possono distinguere ma si devono inglobare in un’unica categoria. Solo così secondo l’autore possono essere interpretate. La fiducia si combina sempre con un elemento critico. Emerge anche una dimensione di crisi: significa scelta, distinguere e dividere. Tale definizione rimanda a quella offerta da Natoli, ossia di crisi come sbilanciamento. L’esito della crisi che solitamente viene visto come qualcosa di negativo, invece crisi come catastrofe, significa

Perciò mostra qualcosa di nascosto. La Zambrano sostiene che la crisi sia rivelatoria, mostrandoci qualcosa che sta nel profondo. Ad esempio: La solitudine rivela separatezza. L’irrequietezza rivela il nostro divenire. Questi sintomi indicano che siamo unici e in divenire.

Perché la crisi è una condizione? È sinonimo di complessità e differenziazione. Tale complessità determina come non sia possibile raggruppare tutti gli elementi in un unica coerente, perché c’è sempre qualcosa che sfugge. Secondo Luhmann nella crisi non esiste un punto di vista esterno. Un’altra caratteristica è il fatto che sia differenziata e funzionale. Differenziata: in quanto ha diverse funzioni tra le varie crisi. La funzione ci definisce di volta in volta ed ha a che fare con l’azione.

NATOLI L’autore si chiede perché nonostante le delusioni gli uomini continuino a fidarsi. La risposta dal capire dove nasce la fiducia. La fiducia è qualcosa di primariamente dato, una certezza originaria data dai legami, regole e credenze di cui la più importante sono gli scenari di senso e la fede religiosa. È qualcosa di cui non possiamo fare a meno. 1. Dalla certezza al dubbio: il bambino alla nascita si affida quindi la fiducia precede la fiducia stessa. Le relazioni primarie servono a garantire la sua stabilità. Le credenze si trasformano in capacità che vengono trasmesse diventano abitudine e incentivano l’azione. avendo fiducia in chi lo rassicura. In seguito affiderà fiducia a chi non lo delude. a dargli sicurezza sono le credenze che possono venire meno nel tempo, non tutte nello stesso istante. Un credenza per essere infranta deve essere colpita da qualcosa che viene da fuori (ad esempio: il contatto tra due culture diverse genera un conflitto che produce un cambiamento).

2. Fiducia e rischio: Il dubbio seleziona. Quindi la fiducia non viene mai meno in forma totale, perché continuiamo a fidarci e per farlo bisogna credere. Cred: forza magica. Attribuire a qualcuno la cred significa dargli fiducia. Atto di fiducia = consegnare qualcosa a qualcuno. Capita di accordare fiducia anche a chi non da certezza, in questo caso si parla di generosità. Ciò che motiva la fiducia è l’affidabilità. Accodare fiducia ha un doppio valore: significa depositare presso qualcuno qualcosa, anticipargli un bene senza certezze, ma perché si intravede in lui una capacità. Infondere fiducia significa guardare positivamente al futuro per fare ciò è necessario avere fiducia in se stessi.

3. Luogo, Mittente della Fiducia e Amicizia Avere fiducia: volere il bene dell’altro, ed essere per l’altro un bene. Secondo Aristotele ci sono diversi tipologie di amicizia. Può essere fondata sull’utile, sul piacere o sulla virtù. Sull’UTILE: le persone si vogliono bene perché sono utili. Sul PIACERE: ciò che suscita piacere. Sulle VIRTU’: solo in questo caso si può parlare di amicizia perfetta. Dove esiste il vizio non c’è amicizia. Fedeltà: l’amicizia non deve essere confusa con la passione. La fiducia è una disposizione dell’animo. FIDES PUBBLICA: fiducia pubblica - nell’antica Roma era alla base dei rapporti anche commerciali.

Fattori di fiducia e sfiducia: conflitto e cooperazione Intervengono le istituzioni che svolgono una doppia funzioni perché promuovono il bene e ci difendono dal male. Le istituzioni così facendo immettono fiducia nella società quando ciò non accade la società si sente in pericolo. Patto di cittadinanza: corruzione. La disonestà va a danno dell’intera società. La corruzione ha una sua travsersalità che distribuisce vantaggi. I mass media che vigilano sui fatti possono generare un clima di sana vigilanza e quindi determinare un clima di fiducia o di sfiducia. Natoli è fiducioso e pian che si possa ripartire per farlo bisogna partire da sè. Non si deve rinunciare alle critiche, ma il lavoro deve essere sociale, usando anche mezzi innovativi come la rete.

La fiducia si definisce in rapporto al futuro. Le credenze durano nel tempo solo se sono funzionali. La fiducia assume credenze e tradizioni religiose. Uno dei principali elementi della vita religiosa è la fiducia verso gli dei. Si tratta di una sottomissione spontanea a una potenza che si è certi abbia a forza di custodire qualcosa. Questo lo si vede bene nelle diverse intenzioni della preghiera che può essere di richiesta, protezione o timore della punizione.

LUHMANN

La fiducia come qualcosa di dato che può esserci oppure no. L’autore si pone al tema attraverso un approccio funzionale. Egli abbandona l’idea delle teorie che si basano su modelli statici e vede un approccio funzionale. Li sostituisce con concetti di ragionamento. Introduce nuove categorie di sistema: psichico, relazione e sociale. In questo modo si oppone a dei modelli tradizionali e pensando in termini di contingenza e utilità. Non esiste una dimensione unitaria in quanto c’è sempre qualcosa che sfugge, ma definisce il mondo come tutto e orizzonte ogni esperienza umana. Il mondo è il luogo di tutti i sensi possibili, Se il mondo fosse aperto i punti di accesso sarebbero plurali, ognuno di noi infatti è apertura sul mondo, diversa dalle altre, il mondo non può essere visto dalla parte dell’altro.

Per spiegare il rapporto che ci lega all’altro l’autore introduce due concetti: separazione radicale (ciascuno è separato) e la relazione (che permette ad ognuno di essere libero). Stati ed eventi: la fiducia si gioca nel presente e non domina il futuro. Essa è presentemente data, e si afferma nel “di hic et nunc”. La fiducia come riduzione della complessità, pur essendo un investimento a rischio, in quanto può portare a crescita o perdita. Ciò che è a rischio è un bene. L a fiducia è differente dalla speranza.

La fiducia implica di guardarsi intorno, ossia un investimento. Mentre la speranza è semplicemente una attesa. La fiducia rapporta alla possibilità, mentre la speranza si rapporta con l’impossibile. La fiducia come possibilità, mentre per Natoli come anticipazione di un bene.

BUBER IL PENSIERO DIALOGICO Deve essere inteso come relazione. Esso è esistenziale, in quanto sta sotto e non è legato alla parola. Buber dice che il dialogo va avanti nonostante l’interruzione, in quanto è il soggetto a chiedere che la relazione ci sia, ma l’obiettivo di cui ha bisogno è sapere che ci sia un rapporto di fiducia sensato con il mondo. Il mondo ha due volti a seconda dell’atteggiamento dell’uomo. 1. Io - Tu: relazione vera, senza il bisogno i definire l’altro perché è un rapporto espressivo. La relazione è tra l’io e il tu, dove tutti e due i poli sono interessanti, in caso contrario sarebbe solo conoscenza. 2. Io - Esso: una relazione che non prende parte al mondo. L’esperienza è in lui e non tra lui e il mondo, che fa lascia esperire ma non lo riguarda. In questo rapporto si obbedisce alle leggi del mondo, nel caso precedente ci liberiamo. Nel rapporto io-esso la libertà appartiene all’oggetto, e l’uomo non è libero può scegliere una cosa o l’altra. Tre sfere di esperienza delle relazione sopracitate in rapporto con il mondo: - Vita con la natura: relazione al di sotto della parola - Vita con gli uomini: relazione manifestata - Vita con le essenze spirituali: relazione muta ma è in grado di manifestarsi. L’incontro con il tu avviene per grazia ma è fondamentale che io gli rivolga la parola così la relazione è scegliere ed essere scelti. Mondo delle essenze: esempio opera d’arte. È deposito di memoria che viene risvegliato e non è semplice ma è una esperienza che riempie. Amore: i sentimenti si hanno, accade tra io e tu, chi non lo sa cerca di attribuirgli i sentimenti che prova. Si può odiare solo un aspetto della persona e chi si rifiuta lo può fare solo in un regime di limitatezza. L’uomo vive la maggior parte del proprio tempo in rapporti del tipo io - esso mentre sono poche le relazioni io-tu mangiando appaiono rivelano tutta la loro potenza. La parola è il mezzo in cui l’io risponde al tu. A volte il silenzio dice più della parola stessa tanto che il mondo delle relazioni non è fatto solo di parole ma anche di silenzi; le parole non sono all’altezza delle relazioni io e tu ma anzi si rischia di cadere nell’io-esso. In quanto alle parole umane riescono a spiegare l’esterno, non quello che l’uomo sente interiormente.

Il tu eterno è l’insieme delle possibilità. È l’incontro con l’essere incompiuto. Il tu viene incontro all’io e viceversa. La relazione è scegliere ed essere scelti. Secondo Buber nascita e creazione: la vita non continua semplicemente ma ogni bambino è evento e non può essere ridotto al piacere di dare forma a ciò che prima non c’era.

Parte educativa: riconoscere la forza creatrice vuol dire riconoscere l’istinto creativo. Ossia accompagnare il soggetto alla costruzione di una vera vita umana. La libertà del soggetto: il maestro non impone schemi rigidi ma esperienze a cui il soggetto attribuisce un senso. Si tratta di una guida e accompagnamento. La libertà è anzitutto responsabilità stando dentro la relazione. La trasformazione dell’istinto educativo in responsabilità è una ricomprensione e non una semplice conoscenza, ma un abbracciare l’altro nella sua totalità. Tutto questo è dargli fiducia. Esempi: abbraccio e pugno. Entrambi producono effetti diversi. La mancata risposta al pugno corrisponde alla libertà dell’altro, da il limite alla mia azione, mentre la carezza permette di sentirmi attraverso l’altro.

Differenze tra Natoli e Luhmann NATOLI

LUHMANN

FIDUCIA COME STABILITA’ E RISCHIO

CAOMPLESSITA’ E MAGGIORE RISCHIO E FIDUCIA PER UTILITA’

DUE DIMENSIONE DISTINTE PERSONALE E SOCIALE

CONCEZIONE SISTEMICA - CONCETTO DI MONDO

STABILITA’ COME CONDIZIONE NORMALE E CRISI COME MOMENTO PASSEGGERO

CRISI COME ELEMENTO STRUTTURANTE E INTERNO AL SISTEMA CRISI PRODUCE CRISI

FIDUCIA SERVE A UNIRE LA TOTALITA’

FIDUCIA SERVE A RIDURRE LA COMPLESSITA’ E IL RISCHIO

FIDUCIA DATO DI FATTO

FIDUCIA COME QUALCOSA DI PROBLEMATICO - IDENTITA’ DELLA FIDUCIA è DATO ALLA POSIZIONE CHE I SOGGETTI ASSUMONO NELLA RELAIZONE

FIDUCIA COME VALORE MORALE

FIDUCIA NON COME VALORE MORALE

FIDUCIA COME AFFIDAMENTO NELL’ALTRO

FIDUCIA COME UTILE - ATTINGERE DALL’ALTRO

FIDUCIA E’ STABILE NEL TEMPO

FIDUCIA COME VARIABILE NEL TEMPO...


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