Fondamenti di Psicologia della comunicazione(pdf) PDF

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Course Psicologia della comunicazione.
Institution Università di Bologna
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INTRODUZIONE La comunicazione umana ha molteplici dimensioni: - è un’attività eminentemente sociale - comunicare è partecipare e condividere i significati - è un’attività eminentemente cognitiva - è strettamente connessa con l’azione - non è disgiunta dalla discomunicazione Tra i modelli teorici della comunicazione si può fare riferimento a diversi approcci: 1) Un modello matematico legato alla teoria dell’elaborazione dell’informazione 2) Un approccio semiotico legato allo studio della comunicazione come processo di significazione 3) Un approccio pragmatico teso ad evidenziare il legame tra testo e contesto 4) Un approccio sociologico volta ad evidenziare i processi della vita quotidiana (microsociologia) o i processi inerenti le istituzioni e i media (macrosociologia) 5) Un approccio psicologico relativo ai giochi di relazione presenti nel processo comunicativo. Modello matematico di Shannon e Weaver: si basa sulla trasmissione di informazioni e prevede: 1. fonte (emittente) 2. segnale (messaggio) 3. trasmettitore (voce —> come si comunica) 4. canale (filo del telefono —> attraverso cosa si comunica) 5. destinatario (ricevente) 6. recettore (apparato acustico —> attraverso cosa viene recepito) 7. codice (lingua —> deve essere condivisa da tutti gli interlocutori e stabilita in partenza): l’emittente attua una codifica del messaggio (attribuisce al messaggio un codice) il destinatario procede a un’azione di decodifica dello stesso messaggio. Azioni entrambe possibili grazie al codice comune. Si parla di feedback per indicare la quantità di informazione che dal destinatario torna all’emittente, può essere positivo o negativo. Si parla di rumore per indicare l’insieme degli elementi ambientali che interferiscono con la trasmissione del messaggio.

APPROCCIO SEMIOTICO - Il processo della significazione La semiotica (o semiologia) è la scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale Per la semiotica, la comunicazione è un processo di significazione (= capacità di generare significati). Il processo di significazione mette in relazione tre elementi, presentati nel diagramma della significazione, tramandato da Aristotele e Tommaso D’Aquino e poi ripreso da Odges e Richards. Il diagramma della significazione pone in relazione tre elementi: - il simbolo = la parola, il segno - il referente = l’oggetto reale o l’evento comunicato - la referenza = il concetto dell’oggetto o dell’evento comunicato Perché la significazione abbia luogo è quindi necessario che siano presenti questi tre elementi. Il simbolo ha rapporto diretto solo con la rappresentazione mentale dell’oggetto comunicato. La semiotica è la disciplina che studia la natura e il meccanismo di significazione dei segni. Occorre innanzitutto chiarire cosa segno voglia dire. Due accezioni di segno: - segno come equivalenza: segno come unione di significato (contenuto) e significante (espressione). Si parla di segno come equivalenza perché vi è una piena e stabile corrispondenza tra espressione e contenuto. In quest’ottica bisogna parlare di funzione segnica poiché il segno va inteso non come realtà fisica, ma come relazione tra due funtivi. - segno come inferenza: secondo la teoria di Peirce il segno è un indizio, ovvero qualcosa che sta al posto di qualcos’altro. Perisce individua tre tipi di segni: • icone: intrattengono con l’oggetto reale una relazione di SOMIGLIANZA. • indici: intrattengono con l’oggetto reale una relazione di contiguità fisica

• simboli: intrattengono con l’oggetto reale una relazione di contiguità e vengono appresi, sono quindi arbitrari. Modello dell’inferenza: 1. necessita di un segno come inferenza, un indizio da cui trarre una conseguenza 2. prevede la costruzione di modelli mentali utili per individuare gli aspetti mancanti o carenti e di cogliere il senso dei messaggi 3. contribuisce a spiegare lo scarto fra ciò che è detto e ciò che è implicato da quanto è stato detto = un soggetto comunica di più di quanto dica 4. Il segno come inferenza rimanda alla nozione di contesto. In particolare, il segno come equivalenza comporta la nozione di codice, mentre il segno come inferenza comporta quella di contesto.

APPROCCIO PRAGMATICO La pragmatica studia il fenomeno della comunicazione da un punto di vista pratico: la comunicazione è innanzitutto un’azione. Pertanto viene studiato il rapporto che si viene a instaurare durante il fenomeno comunicazione, tra testo e contesto. L’approccio pragmatico - 2 teorie: a) Teoria degli atti linguistici (Austin e Searle) b) Principio di cooperazione e implicature conversazionali (Grice) 1. TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI (Austin) La pragmatica parte dalla teoria degli atti linguistici enucleata da Austin. Austin parte dalla concezione che il Parlare non sia soltanto un mettere in ordine un insieme di segni, un semplice atto di parola, ma un’azione con la quale si compie qualcosa e si produce un cambiamento, che coinvolge i soggetti, che vi partecipano. —> DIRE QUALCOSA è anche FARE SEMPRE QUALCOSA. 3 tipi diversi di azione mentre si parla: • atti locutori: ciò che si dice • atti illocutori: ciò che si fa quando si dice qualcosa • atti perlocutori: ciò che si vuole ottenere quando si dice qualcosa Qualsiasi scambio comunicativo verbale presenta: 1. Locuzione (enunciato) 2. Illocuzione/forza illocutoria (obiettivo, intenzione comunicativa, volontà) 3. Perlocuzione/effetti perlocutori (effetto dell'atto linguistico sull’interlocutore) e ha come scopo quindi, quello di creare un’effetto intenzionale sull’interlocutore. Austin, poi, distingue tra: 1. atti linguistici diretti: in cui la forza illocutoria corrisponde al significato letterale dell’atto 2. atti linguistici indiretti: in cui la forza illocutoria deriva dai modi non verbali di un atto (tono, intensità della voce etc.) 2. PRINCIPIO DI COOPERAZIONE (Grice) - Modello Inferenziale Il principio cooperativo descrive come un relatore e un ascoltatore, mittente e destinatario, durante un atto comunicativo, agiscono in uno stato di cooperazione. Entrambi compiono azioni comunicative costruttive e di accettazione dell’altro per comprendersi a vicenda. Enunciato: Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel momento in cui avviene, dall’intento comune accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei impegnato. L’enunciato viene declinato secondo 4 massime: 1. massima di quantità, quantità del contributo informativo: il contributo informativo deve essere conforme in quantità allo scopo conversazionale.

2. di qualità, veridicità del contributo informativo: il contributo informativo deve essere vero e fondato. Non bisogna dire ciò che si pensa essere falso. 3. di relazione, pertinenza del contributo informativo: il contributo informativo deve essere pertinente allo scopo conversazionale. 4. di modo, trasparenza del contributo informativo: il contributo informativo deve evitare espressioni oscure; deve essere chiaro e ordinato. L’osservanza e la violazione di queste 4 massime, regolano la LOGICA DELLA CONVERSAZIONE, la quale implica una distinzione tra ciò che è detto e ciò che è significato. Lo scarto tra quest’ultime viene per così dire colmato, da quelle che Grice chiama implicature conversazionali. Le implicature, da non confondersi con le implicazioni logiche, sarebbero delle informazioni supplementari, sempre inerenti il discorso che non rispettano le massime ma rispettano il principio di Grice, che vengono ad aggiungersi al significato letterale di ciò che è detto, per arrivare al significato di ciò che è significato e quindi implicato. Le implicature sono caratterizzate da 4 proprietà: 1. cancellabili 2. non distaccabili 3. calcolabili 4. non convenzionali Nello schema di Grice abbiamo in conclusione: - un mittente che vuole comunicare con un destinatario - questa comunicazione presuppone un’intenzione comunicativa da parte del mittente nei confronti del destinatario - il destinatario è in grado di leggere/interpretare l’intenzione comunicativa del mittente a seconda se si osservino o meno le 4 massime del principio di cooperazione. In particolare Grice ha osservato che: - il significato di un enunciato, all’interno del rapporto tra un mittente e un destinatario, presenta una distinzione tra ciò che è detto (sign. letterale) e ciò che è significato (sign. inferenziale). - il destinatario colma lo scarto tra ciò che è detto e ciò che è significato attraverso delle implicature conversazionali: informazioni supplementari che vengono aggiunte al significato letterale, e permettono il riconoscimento dell’intenzione comunicativa (sign. inferenziale dell’enunciato) del mittente. APPROCCIO SOCIOLOGICO La sociologia della comunicazione è una sotto branca della sociologia che studia la comunicazione come processo sociale. La sociologia della comunicazione viene suddivisa in: • microsociologia: studia i processi della vita quotidiana nella loro sequenza non sempre ordinata. • macrosociologia: studia i processi generali inerenti le istituzioni e le organizzazioni complesse in quanto costitutivi e strutturali della società. Nei riguardi della prima importanti contributi sono stati offerti da Goffman e da studi di orientamento postmoderno. MICROSOCIOLOGIA DI GOFFMAN Goffman si focalizza sullo studio delle condizioni di organizzazione sociale per la circolazione dell’informazione. Egli propone una “Sociologia delle occasioni”: studio delle circostanze in cui hanno luogo le esperienze quotidiane sociali ricorrenti. Egli sceglie per il suo studio, come luogo emblematico di interazione sociale, la conversazione e in particolare affronta come la dimensione sociale possa influenzare la conversazione. Una conversazione, secondo Goffmann, implica l’interazione sociale tra due individui e deve essere strutturata secondo regole ben precise, di volta in volta scelte dai partecipanti in base al frame (contesto) in cui si realizza lo scambio comunicativo. Sotto questo punto di vista la comunicazione è interazione tra più individui regolata da rituali rituali, dove con rituali si intende una sequenza di atti attraverso i quali un soggetto controlla e rende visibili le implicazioni simboliche del suo comportamento (ciò che il suo comportamento significa).

IL CONCETTO DI POSTMODERNO E LA GLOBALIZZAZIONE • postmoderno: inteso come riconoscimento dell’importanza della comunicazione e dell’informazione come merce di scambio • globalizzazione processo attraversato da diverse spinte e controspinte che altro non sono che le antinomie della società moderna Le spinte contraddittorie della globalizzazione mettono le basi per una maggiore riflessività, intesa come capacità di mettersi in questione. In questo senso la comunicazione diventa il luogo stesso della riflessività.

APPROCCIO PSICOLOGICO L’approccio psicologico allo studio della comunicazione ha esaminato come quest’ultima entra nell’esistenza dell’essere umano non solo come significazione (approccio semiotico), come trasmissione di informazioni (approccio matematico), e come connettivo di legami interpersonali (approccio sociologico e pragmatico), bensì anche come dimensione intrinseca (dell’essere umano) che fonda ed esprime l’identità personale di un soggetto —> la comunicazione è un atto di formazione e appropriazione della propria identità. Su queste basi Bateson propone il proprio modello. Secondo Bateson in ogni atto comunicativo il sogg. comunicante procede su due livelli: 1. livello di notizia: il contenuto di ciò che dice 2. livello comando: l’indicazione all’interlocutore di come intendere le cose che ha detto In questo senso il sogg. comunicante esercita sempre un certo grado di controllo su ciò che dice. Il livello della notizia ha luogo a livello della comunicazione, mentre il livello del comando ha luogo a livello della metacomunicazione (comunicazione che ha come oggetto se stessa). A livello della metacomunicazione infatti l’attenzione si sposta dall’informazione al comando che inevitabilmente veicola relazioni interpersonali. Nella prospettiva psicologica quindi la comunicazione diventa il contesto all’interno del quale si modificano e rinnovano i legami: infatti, ogni qualvolta qualcuno comunica qualcosa a qualcun’altro, egli contemporaneamente sta definendo se stesso e l’altro in quella specifica situazione di relazione. Questo processo viene a configurarsi come spirale ininterrotta di messaggi. Questa condizione di flusso ininterrotto alla base della comunicazione è il motivo dei conflitti interpersonali. Ancora Bateson si rese conto di quanto sia importante il ruolo della comunicazione nel regolare e costruire i legami interpersonali. In particolare individuò due diversi modelli: 1. relazione simmetrica: percezione dell’eguaglianza tra i partecipanti a un discorso 2. relazione complementare: percezione della diseguaglianza dei partecipanti a un discorso. —> la comunicazione è quindi la base costitutiva dell’identità personale. COMUNICAZIONE: 1. la comunicazione è un comportamento: un comportamento è qualsiasi azione motoria di un individuo, percepibile in qualche maniera da un altro. Fra comportamento e comunicazione vi è un rapporto di inclusione: ogni comunicazione è un comportamento, in quanto si esprime attraverso azioni manifeste; non tutti i comportamenti sono comunicazione, in quanto esistono numerose forme di comportamento che possono essere informative ma non comunicative. 2. la comunicazione è un’interazione: un’interazione è qualsiasi contatto (fisico o virtuale) fra due o più individui, anche involontario, in grado di modificare lo stato preesistente delle cose fra di loro. Fra interazione e comunicazione vi è un rapporto di inclusione: ogni comunicazione implica un’interazione, ma non ogni interazione implica una comunicazione. — > è uno scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cornice culturale di riferimento.

canale contesto EMITTENTE —————————> MESSAGGIO —————————> DESTINATARIO codifica decodifica (codice in comune) Funzioni: 1. funzione preposizionale: una proposizione è una frase di senso compiuto. Attraverso proposizioni l’essere umano è in grado di riferirsi alla realtà (funzione referenziale) e di descriverla (funzione predicativa). Ciò che viene comunicato è una conoscenza episodica (riguardante episodi del passato) e una conoscenza semantica (conoscenze di tipo generale senza coordinate spazio-temporali). Il proprio pensiero viene comunicato attraverso il linguaggio, un sistema di simboli caratterizzato da composizionalità. Il linguaggio è portatore di un significato. 2. funzione relazionale: la comunicazione ha come funzione quella di generare e definire le relazioni sociali. 3. funzione espressiva: comunicando esprimiamo noi stessi, le nostre emozioni, i nostri desideri e le nostre intenzioni EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE Per studiare il comportamento (in questo caso la comunicazione) si danno per acquisiti i quattro criteri di Tinbergen: Ancora oggi queste quattro domande sono alla base degli studi etologici (ETOLOGIA: scienza che studia il comportamento, le abitudini e costumi degli animali), e permettono di analizzare comportamenti anche piuttosto complessi che possono interessare l’individuo, o un’intera popolazione. 1. meccanismi di comportamento 2. ontogenesi del comportamento (ONTOGENESI: è la scienza che studia l'insieme dei processi mediante i quali si compie lo sviluppo biologico di un organismo vivente) 3. funzione adattativa di un comportamento 4. storia filogenetica del comportamento (FILOGENESI: è la scienza che studia la ramificazione dell’evoluzione di un gruppo di organismi o specie) La comunicazione è una qualità propria a tutti gli esseri viventi e non soltanto al genere umano. Per studiare l’evoluzione della comunicazione bisogna quindi prendere in considerazione anche la comunicazione animale. L’evoluzione della comunicazione è stata affrontata da 2 diversi punti di vista: 1. antropomorfismo: tende a sottolineare le somiglianze tra il sistema comunicativo animale e quello umano, rischiando di attribuire agli animali doti comunicative proprie dell’essere umano. 2. antropocentrismo: vede la comunicazione come un’attività privilegiata dell’essere umano Si può dire in generale che gli essere umani hanno un sistema comunicativo diverso da quello degli animali. Occorre individuare quali siano le somiglianze e le differenze attraverso una FILOGENESI DEI SISTEMI DI COMUNICAZIONE. Principali prospettive teoriche sulla comunicazione del regno animale: (le prime tre si basano sulla teoria evoluzionistica di Darwin, basata sulla selezione delle specie e sulla continuità filogenetica). 1. etologia tradizionale, che concepì la comunicazione animale come dispositivo fondamentale per la sopravvivenza della specie. I segnali comunicativi sono dei segnali ritualizzati che portano a delle azioni fisse. 2. etologia cognitiva, secondo cui anche gli animali sono in grado di decifrare i segnali comunicativi e quindi di comprendere gli scopi di un altro organismo. 3. ecologia comportamentale, secondo cui i segnali comunicativi non hanno lo scopo di manifestare quanto piuttosto di nascondere le informazioni sui propri scopi e quindi servono a manipolare il destinatario

4. approccio differenziale, ha avanzato l’ipotesi della discontinuità filogenetica fra la comunicazione umana e quella di altre specie. L’approccio differenziale vede il linguaggio come un sistema comunicativo privilegiato dell’essere umano. Alcuni studiosi si collocano nell’area dell’approccio differenziale: • Chomsky sostiene che solo gli esseri umani possiedono l’organo del linguaggio, frutto di una recente mutazione genetica. • Lieberman ha osservato che il tratto vocale degli esseri umani è sostanzialmente differente da quello degli altri animali. • Bickerton ha avanzato per l’homo erectus l’ipotesi di un protolinguaggio, un linguaggio di tipo elementare che, a differenza da quello usato dai primati, consentirebbe le rappresentazioni di tipo secondario. Il punto di vista scelto da libro segue in fede la teoria evoluzionistica di Darwin, evitando però sia ogni ottimismo evoluzionistico (miglioramento progressivo della specie), sia ogni discontinuità filogenetica (che ogni specie fa storia a sè). Ha come scopi quelli di riconoscere la specificità della comunicazione di ogni specie animale e di riconoscere le somiglianze comunicative. LA COMUNICAZIONE ANIMALE Capacità cognitive dei primati (le scimmie), condizioni sottese alla comunicazione: - mappa mentale del territorio (ottima memoria) - ottime capacità di categorizzazione degli oggetti - costruzione e impiego di strumenti - comprensione delle relazioni causali Queste abilità cognitive sono essenziali per la comunicazione. Conoscenza del mondo sociale, condizione sottesa alla comunicazione: - riconoscere gli individui della propria comunità (tramite le vocalizzazioni di ognuno) - capacità di prevedere le azioni degli altri membri del gruppo, in determinate circostanze che riguardano la comunità —> capacità di comprendere l’azione precedente e l’azione conseguente (comportamento). - capacità di riconoscere il grado di relazione che intrattengono con i propri consimili: relazione di parentela (ruolo importante nell’orientamento di azioni di attacco e di difesa), relazione di dominanza (orienta le condotte di vicinanza o di ritirata) e relazione fra terzi (riconoscimento delle relazioni di parentela di altri membri. Un particolare caso è quello dell’aggressione spostata: quando un membro è vittima di un attacco, spesso reagisce in modo aggressivo, dopo del tempo, con i piccoli dell’aggressore. Il riconoscimento del grado di relazione con altri individui regola il comportamento da prendere nei confronti degli altri membri. La conoscenza del mondo sociale, svolge un ruolo importante nell’ambito delle coalizioni e cooperazioni: - cooperazione per la competizione dove la dimensione sociale (dominanza) si unisce all’affiliazione. I conflitti sono riguardanti l’approvvigionamento del cibo, l’attività sessuale e il controllo del territorio. In ciascuno di questi tipi di conflitto, la coalizione può essere di tipo proattivo o reattivo. Nel primo caso si tratta di una coalizione per fronteggiare un membro più forte (es. membro debole...


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