Fragile E Spavaldo, Charmet PDF

Title Fragile E Spavaldo, Charmet
Author martina gallotti
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Summary

PIETROPOLLI CHARMET G., Fragile e spavaldo. Ritratto dell'adolescente di oggi, Laterza, 2010...


Description

FRAGILE E SPAVALDO, ritratto dell’adolescente di oggi Questo libro è frutto di dialoghi, ricerche e colloqui con adolescenti e genitori, effettuati in luoghi e motivi diversi, per discutere della fragilità e della spavalderia dei ragazzi di oggi, con una nota psicoanalista. Si parla di fragilità con una tendenza narcisistica, poiché si è passati dal mito di Edipo a quello di Narciso che ha un costante bisogno di approvazione e riconoscimento dagli altri. Per questo i ragazzi di oggi sono fragili, poiché sono ancorati al consenso delle persone esterne. Ma si parla anche di narcisismo poiché i ragazzi hanno la convinzione che il proprio sé sia molto più importante degli altri, e quindi hanno come unico obiettivo della vita il successo: inteso come riconoscimento del loro intrinseco valore, unicità ed individualità. Per questo motivo si dedicano assiduamente allo sviluppo della loro bellezza fisica, mentale, sociale ed espressiva, perché sono esposti al rischio di sentirsi poco apprezzati, umiliati e mortificati da un ambiente che non dà loro il giusto riconoscimento. Si parla invece di spavalderia, intesa come sicurezza di sé interiore che però non è rumorosa ed esibizionista, ma si tratta della semplice convinzione che il proprio Sé, come abbiamo già detto, sia più importante degli altri e viene vissuta come normale amministrazione dei rapporti tra le persone, età e generazioni, che automaticamente perdono tutto il loro valore e la loro importanza. Con la spavalderia, viene così legittimato il narcisismo.

PARTE 1 Il nuovo adolescente prende perciò il nome di Narciso perché ha bisogno di vedere riflessa la propria immagine nello specchio sociale, nel consenso del gruppo, nella valutazione dei docenti e nell’affetto dei suoi genitori, proprio perché impiega tanto tempo nello sviluppo della sua missione di vita. Come nasce Narciso, e quindi come si passa dal mito di Edipo a quello di Narciso? Nasce sicuramente all’interno della famiglia, attraverso la relazione con i suoi genitori che ormai hanno cambiato il modello educativo e questo ha determinato l’importanza del progetto narcisistico.

Nel corso degli ultimi anni i genitori hanno modificato le idee guida e i sistemi di rappresentazione della funzione genitoriale poiché hanno cambiato la visione del loro bambino. Questo infatti non è più visto come il perverso polimorfo che ha bisogno di essere educato, civilizzato e acculturato, per la sua natura antisociale e selvaggia formata da istinti sessuali primitivi ma invece viene visto come il “cucciolo d’oro” il quale ha bisogno di costante amore, affetto, protezione e riconoscimento, poiché è anche quello che in realtà vorrebbero gli stessi adulti. Per questo motivo i genitori aiutano il proprio bambino a scoprire la sua vera natura, assecondano la sua indole e danno una mano nel far fuoriuscire il proprio talento dandogli le giuste risorse. Da questo nasce il nuovo modello educativo e relazionale verso i figli, in cui non ci sono più regole, castighi e rinunce come prima ma soltanto amore, e si obbedisce quindi non più per paura ma per amore. La cosiddetta “famiglia degli affetti” in cui i genitori evitano a mancanza ai figli, danno loro qualcosa prima che egli esprimesse un desiderio andando a formare degli adolescenti “sregolati” poiché senza regole si va a perdere la dimensione educativa. I vecchi genitori facevano invece riferimento al vecchio modello educativo che si basava sulla colpa e sul castigo: non perché i genitori non amassero i loro figli e volevano essere severi, ma semplicemente perché il bambino, visto come un perverso polimorfo, doveva essere educato nel provare un senso di colpa nei confronti di propri comportamenti sessuali o aggressivi. In questo modo il bambino imparava la sopravvivenza sociale, che gli avrebbe permesso di vivere una vita felice. Da questo momento in poi parleremo quindi di Edipo, a cui si fa riferimento la vecchia connotazione del bambino, e di Narciso, quello attuale, delineando le differenze sostanziali. Edipo era e doveva essere spaventato dai suoi impulsi, terrorizzato dalla minaccia di castrazione nel caso si fosse avvicinato alle sue fantasie sessuali ed aggressive, quindi era costantemente tormentato da sentimenti di colpa. Nel momento in cui egli entrava nel periodo dell’adolescenza, doveva fare i conti con i suoi desideri di natura sessuale e di libertà e autonomia, che venivano ovviamente limitati. Per questo motivo Edipo, che veniva più volte castigato e punito, alimentava in sé sempre di più la voglia di fuoriuscire dalla casa dei genitori: una

fuoriuscita ovviamente precoce se si prende come riferimento Narciso che invece ha una permanenza di sicuro più lunga. Edipo inoltre aveva l’obiettivo di stare il più vicino alla mamma, non aveva alcuna voglia di uscire di casa poiché era un bambino casalingo e mammone; Narciso invece è un bambino che ha un estremo bisogno di relazionarsi con gli altri bambini, ha voglia di giocare con loro e fare amicizia. È come se avesse una sorta di socializzazione precoce, che si sviluppa anche a causa della madre, che ormai con l’inserimento delle madri nel mondo del lavoro, è impegnata a lavorare e ha poco tempo da dedicare al suo bambino. Nel periodo adolescenziale invece il rapporto con la famiglia cambia: Edipo non tollera i genitori e in particolare la loro severità verso le sue fantasie perverse e la sua libertà; Narciso invece proprio nel periodo adolescenziale, caratterizzato da innumerevoli cambiamenti, necessita un tipo di tenerezza che gli psicoanalisti definiscono come “rispecchiante” cioè uno specchio speciale (rappresentato dai genitori) che gli rinvii la sua immagine ricca di valore affettivo, prezioso ed importante. Anche per quanto riguarda le regole e il contesto della famiglia possiamo trovare delle differenze: Edipo non partecipava all’elaborazione delle regole che doveva rispettare ma doveva obbedire e tacere, questo perché si trattava di regole fortemente collegate ai valori religiosi e culturali già esistenti, che quindi se avesse trasgredito avrebbe offeso Dio, lo stato e la comunità. I genitori di Narciso invece non gli impartiscono delle regole precise e stabilite, ma si tratta di regole che vengono negoziate ogni volta con lui (orari, collaborazioni domestiche, ecc) sulla base della cultura del dialogo. Si tratta di una differenza sostanziale poiché mentre Edipo aveva delle regole uguali e vigenti in tutte le altre famiglie, Narciso e la sua famiglia hanno a che fare con il “familismo morale” cioè decidono insieme le regole e queste valgono solo all’interno della loro famiglia, non possono quindi essere estese alle altre. Un’altra differenza sostanziale la troviamo sicuramente sotto l’aspetto del Super-Io: mentre infatti Edipo doveva fronteggiare sia il mondo esterno, con le sue regole, e sia il mondo interno (super-io) che lo sorvegliava e minacciava con terribili sentimenti di colpa per le trasgressioni, Narciso risulta invece doppiamente libero: libero sia all’esterno che all’interno. Il suo Super-io infatti non minaccia castighi e

non costringe a sentirsi in colpa in caso di trasgressione, ma piuttosto è taciturno poiché ha pochissimo da suggerire e si limita a svolgere una funzione protettiva in nome delle raccomandazioni fatte dai genitori. Narciso quindi non prova senso di colpa come Edipo, ma sicuramente dovrà imbattersi in un nemico più grande e cattivo: la vergogna. La vergogna rappresenta il vero nemico di Narciso, che a differenza di quello di Edipo (colpa) che si cancella abbastanza facilmente dopo aver chiesto scusa e accettato il castigo, la vergogna è pervasiva, continua e costante come una ferita che continua a bruciare. Questa nasce dall’impossibilità di raggiungere i propri obiettivi ideali, ma anche se non viene riconosciuto come egli desidera, e costringe chi la prova a compiere un arduo lavoro per riscattare la propria immagine. Anche per la costruzione del sé, il percorso risulta completamente differente: Edipo dovrà crescere e formarsi sulla base di scelte prestabilite (scuola, sport, abbigliamento) e il contesto non gli consente di esprimere se stesso poiché è caratterizzato da una forte autorità paterna e da principi e valori radicati; Narciso invece definisce la sua identità in un contesto che gli permette di esplorare, creare e cambiare, anche grazie al sostegno dei suoi genitori che lo incitano ad essere veramente se stesso e a non limitarsi. Così Narciso cerca se stesso sperimentando ad esempio nuovi look che potranno aiutarlo a completare il suo Sé (nuovo taglio, nuovo tipo di abbigliamento, tatuaggi, piercing, ecc.) =processo creativo.

PARTE 2 Pietropolli Charmet inoltre analizza delle interviste fatte a genitori, insegnanti e persone di istituzioni come la polizia, riguardo la loro rappresentazione di come funziona la mente adolescenziale e in particolare cosa caratterizza questa fase di vita. Da questo è emerso che l’adolescente viene considerato come un “animale pulsionale”, vittima degli istinti sessuali e aggressivi che lo mettono in conflitto con il mondo dei valori e delle relazioni educative. Charmet però arriverà a definire l’adolescente, non più come animale pulsionale ma come “animale simbolico”: infatti ciò che più di tutto caratterizza l’adolescenza è lo straordinario bisogno di simbolizzare il progetto futuro, cioè trasformare pensieri, parole, ma anche gli stessi cambiamenti corporei della sua età in nuove rappresentazioni che abbiano un senso e che siano capaci di costruire la base della sua nuova identità. Per questo motivo, i bisogni e le pulsioni sessuali e aggressive non rappresentano un ostacolo per

la sua crescita, ma anzi si pongono al servizio di questo stesso processo poiché gli indicano la strada giusta verso la via della costruzione del proprio Sé (scelte d’amore, d’amicizia, ideali tipici da seguire, ecc.). Il processo di simbolizzazione inoltre è strettamente connesso al processo creativo poiché l’uno nutre l’altro per portare a compimento l’obiettivo dell’adolescente: la parte creativa così risulta favorevole allo sviluppo del Sé grazie alla sua nota fantasiosa che permette di inventare soluzioni originali, liberarsi dall’omologazione e delimita i confini di un preciso disegno di chi si vorrebbe diventare. Cosa comporta però il fallimento del processo di simbolizzazione durante questo periodo? Secondo Charmet, questo fallimento provocherebbe dei percorsi atipici dell’adolescenza che vanno incontro a delle “condotte a rischio”. Questi tipi di condotte sono il frutto di una “fantasia di recupero maturativo” cioè la fantasia di potersi impadronire del successo e della fama con la forza o la violenza. Alcuni esempi più comuni sono i ragazzi che ricorrono ad azioni violente, come commettere dei reati, o come prendere parte al gruppo di bulli della scuola, per riuscire a diventare visibili socialmente; o come le ragazze che effettuano dei digiuni per giorni interi credendo di poter dimagrire e di risolvere così il problema con il loro corpo. Si tratta di adolescenti che non sono riusciti a costruire nella loro mente la rappresentazione di un sé futuro e una ricerca sana e serena del potere e del consenso, poiché credevano di non esserne capaci. Uno degli esempi invece che rientra tra le “condotte a rischio” più gravi con l’intenzione di sfidare la morte è la condotta auto-lesiva o il comportamento suicidale di adolescenti che trovano quasi fascino nell’incontro ravvicinato con la morte. Essi sentono il forte impulso di sperimentare la morte perché non riescono a simbolizzarla e per questo devono andarla a trovare concretamente attraverso degli atti autolesivi. Il loro obiettivo infatti non è quello di morire perché non sanno cos’è la morte, ma vogliono soltanto farsi del male per poter concretizzare il loro incontro con essa e poterla simbolizzare, proprio attraverso la sua apparizione reale nel corpo. La possibilità di ripresa evolutiva è però possibile grazie sia alla riattivazione del processo di simbolizzazione, che permette di ragionare e ricercare nuove rappresentazioni utili, e sia all’avviamento del processo

creativo, il quale permette di proporre nuove soluzioni ad antichi problemi.

PARTE 3 Per quanto riguarda il processo creativo, che viene definito come sperimentazione di nuove emozioni legate a una nuova idea che si insedia nelle mente, Charmet mette l’accento su due fenomeni di questo processo che risultano molto diversi dal percorso di creatività dei vecchi adolescenti.  

Il primo è la tendenza espressiva di sé attraverso prodotti culturali ed artistici; il secondo invece è l’intenzione che promuove questa tendenza.

In particolare, i giovani di oggi è come se fossero impegnati ad esprimere e liberare se stessi attraverso scritte sui muri, canzoni, immagini, ma anche attraverso il proprio corpo con l’uso di tatuaggi e piercing, e praticare sport. Alla base c’è appunto l’intenzione di voler liberare e far fuoriuscire il proprio Sé (costruzione di un nuovo soggetto), come una sorta di esigenza che mette in primo piano la verità affettiva interiore. Questo risulta ovviamente molto lontano rispetto alle vecchie generazioni, il cui atto creativo era figlio di bisogni e desideri completamente diversi, come l’avanzare cambiamenti o proteste politiche e sociali. Pertanto si ha così una vera e propria mutazione dei valori di riferimento e del motivo che spinge verso il processo creativo: si è passati dall’impegno civile all’impegno con il proprio sé. Charmet inoltre fa uso della teoria di Freud per spiegare il perché proprio in questo periodo della vita si attivi il processo creativo: secondo Freud infatti proprio nell’adolescenza nasce un prorompente incremento delle pulsioni sessuali, queste però non vengono soddisfatte a causa di una severa repressione da parte del dispositivo educativo e proprio per questo motivo nasce il problema per gli adolescenti di come soddisfare i propri eccitamenti.. visto che non possono farlo mediante il vero atto sessuale, essi si servono del meccanismo della sublimazione: sublimano le loro passioni mediante dispositivi socialmente apprezzabili: arte, musica, ecc.

La tendenza creativa così deriverebbe dall’aumento del desiderio sessuale che non potendo essere soddisfatto viene così sublimato in arte. Charmet si serve quindi di questa teoria per spiegare la nascita della creatività proprio durante l’adolescenza, anche se è assolutamente convinto che in realtà i ragazzi di oggi hanno poco da sublimare poiché possono soddisfare in maniera diretta i propri bisogni. Charmet inoltre afferma che la frenesia del processo creativo che caratterizza l’adolescenza è finalizzata per liberare se stessi e trovare la propria identità, inteso come progetto di costruzione di un nuovo oggetto: il sé futuro, l’intima essenza. C’è quindi uno sforzo creativo per creare qualcosa di nuovo sulla base dei cambiamenti imposti dalla natura, intrinseci dell’adolescenza: gli adolescenti cioè, si impegnano e si allenano per costruire un nuovo soggetto, per dar vita a nuove forme di sé che abitano nella profondità del proprio essere e sanno che ora è il momento di far entrare in scena un nuovo soggetto dotato di un nuovo corpo e che si allena costantemente per creare il proprio futuro.

PARTE 4 Un’altra caratteristica tipica dell’adolescente di oggi, di Narciso quindi, è sicuramente la sua importante capacità distruttiva intesa come processo secondo cui Narciso distrugge simbolicamente l’importanza dei valori della scuola, della famiglia, dell’amore e dell’amicizia poiché sono dipendenze pericolose che lo potrebbero distrarre nella sua missione. Si tratta di una distruzione che avviene nel suo scenario intrapsichico attraverso l’azzeramento di aspettative, interesse, valore e importanza verso quel particolare oggetto che ritiene non importante poiché non utile e conforme al suo progetto di vita. Per questo egli mostra disinteresse sociale, politico e indifferenza verso la scuola.. perché sono cose che non gli appartengono e non hanno nulla a che fare con la costruzione del proprio Sé. Questa capacità distruttiva simbolica quindi non fa riferimento ad un gesto di banale cattiveria verso il padre o la madre, ma anzi rappresenta uno strumento che apre le porte al processo creativo che lo motiva nella sua missione, non avendo altri mezzi per farlo. Per quanto riguarda invece il suo rapporto con la madre, Narciso anche qui attua il suo processo di distruzione mentale con conseguente diminuzione di importanza della loro relazione. Narciso non vuole distruggere la madre, ma soltanto la relazione che avevano avuto

fino a quel momento di dipendenza reciproca e vuole liberarsi di tutte le aspettative che la madre riversava verso quel piccolo bambino che ormai non è più, e che vuole invece costruire da solo il proprio futuro, sulla base di scelte indipendenti. Così quella sorta di promessa attuata dalla relazione madre/bambino viene automaticamente allontanata e distrutta con l’adolescenza che vuole e richiede di essere indipendente, attuando così uno dei suoi compiti evolutivi che prima o poi dovrà affrontare (separazione dai genitori). La mamma ora viene rappresentata in panchina, è un riserva che la si chiama in causa solo se serve per avere riconoscimento, fama e successo. Si ha così una vera e propria trasformazione e distruzione del “narcisismo infantile” che in questo periodo raggiunge forme estreme ed evolute di “narcisismo adolescenziale”, quasi egoismo, grazie alla sua capacità di distruggere e alla contemporanea attivazione del processo creativo che comincia a costruire il sé adolescenziale.

PARTE 5 Questa capacità distruttiva intrinseca di Narciso lo condanna però a rimanere solo e a non desiderare nulla in modo intenso, per questo motivo Narciso si annoia. In particolare la prima parte dell’adolescenza è normalmente dominata dalla noia poiché non si creano ancora nella sua mente quelle rappresentazioni di un’azione o di un comportamento, proprie del processo creativo, che lo convincano in modo tale da attivarsi per costruire il proprio futuro ed impegnare quindi il proprio presente. La noia crea così nell’adolescente un forte dolore poiché egli sente il bisogno e l’esigenza di azione, movimento, contatto e esperienza; e sarà proprio questo ciò che determinerà l’inizio del processo creativo verso un’azione nel campo mentale che sia in grado di combattere la noia. Narciso così è indotto a creare i primi abbozzi del nuovo mondo e in particolare della realtà affettiva e sessuale. Riguardo la sfera sessuale Narciso, che è mosso da una spinta sessuale, fa fatica ad accettarla poiché questa è voluta dal corpo (il quale lo spinge e lo induce verso comportamenti finalizzati all’accoppiamento) e crede che non sia una faccenda importante e veramente desiderabile. Per questo motivo interroga il proprio desiderio, si fa domande e cerca di comprendere a fondo per arrivare ad una risposta che accerti la sua veridicità e il movimento verso l’azione

sessuale. Grazie a questa fase di investigazione con l’aiuto del processo creativo, Narciso compie una raffinata definizione dei propri gusti, desideri e bisogni sessuali che lo portano ad una decisione precisa. Per quanto riguarda la sfera affettiva invece, il processo creativo, dopo aver sviluppato le linee della propria identità di genere, fa in modo di creare delle emozioni positive verso coetanei dello stesso sesso che, una volta scelto finirà per assumere il ruolo del “migliore amico/a”. Il migliore amico così risulta nato da un capolavoro e lo stesso Narciso lo considera come un’opera d’arte poiché la loro relazione è bellissima ed unica, e soprattutto perché, essendo un suo coetaneo, legittima il desiderio trasgressivo di avventura ed esplorazione. Il migliore amico determina così il miracolo della sua resurrezione, come una seconda nascita dal buio della noia: risveglia l’interesse per la scoperta, favorisce l’investimento verso iniziative specifiche dell’adolescenza, ma soprattutto insieme ne traggono dei reciproci vantaggi poiché occupano il tempo e combattono la noia insieme attraverso l’allenamento di imprese future. Nel momento di un bisogno doloroso quindi, come abbiamo notato, può affiorare la prospettiva di creare un nuovo oggetto, una sorta di “protesi mentale” che va in soc...


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