Fragile e spavaldo PDF

Title Fragile e spavaldo
Author Claudia Sorrentino
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Summary

Riassunto del libro Fragile e Spavaldo di Gustavo Pietropolli Charmet...


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Fragile e spavaldo Ritratto dell’adolescente di oggi 1. COME NASCE NARCISO Gli adolescenti di oggi sono convinti che il proprio sé sia molto più importante dell’altro: hanno sdoganato il narcisismo; il sé ha diritto naturale di esprimersi. Il successo è l’obiettivo a breve termine degli adolescenti attuali, cioè il riconoscimento del loro intrinseco valore. Gli adolescenti attuali non hanno motivi importanti per opporsi all’ecosistema culturale ed educativo in cui crescono; gli adulti sono una delle tante risorse, oltre ai coetanei. Non contestano, quindi, l’autorità, perché non le danno importanza. Hanno una missione da compiere, la costruzione dell’identità e quindi hanno bisogno di autonomia. Sembra pertinente dare il nome di narcisismo all’insieme di fantasie, pensieri, comportamenti e valori che derivano dalla scoperta di come il sé sia molto importante e, come non assecondarlo, significherebbe tradire la propria missione. Il nuovo adolescente prende il nome di Narciso, perché ha bisogno di vedere riflessa la propria immagine nello specchio sociale, nel consenso del gruppo, nella valutazione dei docenti e nell’affetto della madre e del padre. Tuttavia il contesto educativo è critico verso il narcisismo, perciò li disprezza; in realtà la televisione è al completo servizio di Narciso, la pubblicità lo corteggia; il mercato dei consumi si rivolge a lui consapevole che muove denaro, favorendo un’“adolescentizzazione” dei consumi. La debolezza di Narciso consiste proprio nella sua dipendenza dal riconoscimento da parte del mondo in cui vive che, se viene a mancare, gli provoca sofferenza; può quindi diventare violento e cattivo, perché incapace di identificarsi con le vittime del dolore che infligge. Narciso è molto permaloso e tiene conto della “bellezza”, quindi dell’ arte e delle espressioni umane che comunicano contenuti profondi, verso le quali è indotto dai propri bisogni profondi di creatività. Tutti sembrano d’accordo che il cambiamento del modello educativo familiare abbia giocato un ruolo fondamentale in questa trasformazione verso il narcisismo: Narciso nasce in famiglia, nella relazione con i genitori, che ultimamente hanno modificato le linee guida e i sistemi di rappresentazione della funzione genitoriale: non lo vedono più come un piccolo selvaggio da civilizzare, colpevole del peccato originale, non pensano che debba rinunciare alla soddisfazione dei propri bisogni sfrenati, non progettano di farsi obbedire per paura dei castighi. Non è nato un perverso polimorfo, ma un piccolo messia al quale non piacciono la sessualità né l’aggressività. I genitori sono indotti a pensare che il loro mandato sia quello di aiutare il bambino ad assecondare la propria natura. Nasce, quindi, il progetto educativo e relazionale di farsi obbedire per amore e non per paura dei castighi, abbandonando quello della colpa e del castigo, che era finalizzato a creare nella mente dei figli un potenziale sentimento di colpa verso il desiderio naturale che lo dissuadesse da comportamenti di natura sessuale o aggressiva. Da qui il figlio portatore del conflitto edipico cioè spaventato dai propri impulsi e dalla minaccia di castrazione. Edipo adolescente doveva affrontare desideri e fantasie proibite di natura sessuale o legate al desiderio di autonomia: doveva decidere se sottomettersi alla legge del padre o se tentare di affrontare la legittimità della sua natura profonda; se quest’ultima falliva si sfociava nella contestazione adolescenziale e dell’uccisione simbolica del padre o nella sofferenza nevrotica. Poi con la crisi dell’autorità del padre, l’inserimento massiccio delle donne madri nel mondo del lavoro, matrimonio e nascita del figlio sono stati differiti ha preso piede la cultura del narcisismo. Narciso è geneticamente predisposto a socializzare molto precocemente, non come Edipo che voleva stare il più vicino possibile alla madre; Narciso punta a giocare con gli altri bambini, va volentieri a scuola, poiché ha bisogno di diventare famoso e importante: è un animale sociale precoce. Il paradosso di Narciso è il suo grande bisogno dell’altro, di uno specchio sociale che confermi la sua unicità. Ciò lo spinge verso il processo creativo e l’uso delle arti. 1

Narciso è ritenuto fondamentale per la fondazione della famiglia, non come Edipo che era considerato un sovvertitore dell’ordine costituito. Narciso necessita della tenerezza rispecchiante, quindi si accorda con i genitori per gestire insieme il clima affettivo della famiglia. Edipo, invece, non partecipava all’elaborazione delle regole che doveva rispettare, molto rigide e doveva solo obbedire. I genitori di Narciso ritengono che non abbia bisogno di regole e sperano obbedisca per amore: questa condizione è definita familismo morale: ogni famiglia indice le sue regole ed esse valgono solo all’interno dello spazio domestico. L’assenza di modelli di riferimento forti consente a Narciso di mettersi alla ricerca della propria identità, dedicarsi al culto del sé: cerca sé stesso attraverso la registrazione delle emozioni che sperimenta; procede per tentativi ed errori, si contraddice. Il contesto è molto favorevole alla ricerca espressiva di sé, non interferisce con i suoi piani di crescita. Narciso è doppiamente libero: non solo il contesto in cui vive tace, ma anche il temutissimo Super-Io è taciturno nella sua mente; non minaccia castighi e non costringe a sentirsi in colpa. Edipo, invece, doveva fare i conti anche con la colpa che lo costringeva a chiedere scusa e ad accettare il castigo e forse tentava la strada dell’espressione artistica e del processo creativo per sublimare istinti, passioni e sensi di colpa. Narciso si trova alle prese con un insieme stratificato di aspettative e promesse, coniugate col ricordo dell’onnipotenza infantile; cerca successo, visibilità sociale, ma anche una realizzazione interiore. Tali obiettivi sono anche crudeli: se non vengono raggiunti, Narciso sperimenta la vergogna del proprio fallimento. Mentre la colpa si cancella chiedendo scusa e accettando il castigo, la vergogna produce una ferita narcisistica che continua a bruciare. 2. L’ADOLESCENTE DI OGGI: UN ANIMALE SIMBOLICO L’incremento delle pulsioni sessuali ed aggressive è un elemento che influenza decisamente il funzionamento mentale del soggetto e anche il concomitante sviluppo delle capacità cognitive regala alla mente dell’adolescente capacità di astrazione mai conosciute prima. Ciò che colpisce maggiormente è lo straordinario bisogno di simbolizzare , cioè il bisogno di trasformare in pensieri e parole un mondo caotico, per fare chiarezza su ciò che gli succede: deve prendere la trasformazione del suo corpo, l’acquisizione della capacità di accoppiamento sessuale e della capacità generativa e lo sviluppo delle masse muscolari e trasformarle in un’immagine mentale dotata di senso. Quasi mai l’adolescente è soddisfatto della propria capacità di simbolizzare il corpo e le sue pulsioni e allora si avventa sulle mode, costruisce idoli, talvolta cade in depressione. La caratteristica fondamentale della mente adolescente è quella di costruire nuovi simboli; si tratta anche di individuare nuove mete, in quanto i nuovi oggetti d’amore sono cruciali costruzioni simboliche (amico del cuore, amore adolescenziale, idoli). In suo soccorso sopraggiunge il processo creativo, attraverso il quale accelera la definizione dell’identità e inventa soluzioni più originali. Più che come animale pulsionale, l’adolescente è un animale simbolico. L’insuccesso nel processo di simbolizzazione è un’evenienza drammatica, una sorta di afasia simbolica, che può determinare un ricorso ad azioni violente o prevaricatrici (bullismo). Il fallimento nella simbolizzazione del progetto futuro può produrre il formarsi di una fantasia di recupero maturativo, cioè la fantasia di potersi impadronire di potere e fama con la forza o la violenza; a molte ragazze succede poi di dedicarsi a forme di digiuno per cercare di risolvere il problema del valore della loro femminilità manipolando violentemente il corpo, molti ragazzi consumano troppe droghe a causa di un fallimento nel processo di soggettivazione. Gli adolescenti, insomma, si dedicano a condotte considerate a rischio poiché mettono a repentaglio l’integrità fisica o il certificato penale, dovuti da un blocco della capacità di simbolizzare l’eventualità della propria morte, che li spinte a cercare la morte, a guardarla negli occhi.

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3. LA CREATIVITA’ DI NARCISO E’ diffusa la definizione di “nuovi adolescenti” a causa della diversità dei percorsi evolutivi sperimentati rispetto alle generazioni precedenti; “nuovi” perché incomprensibili da parte di genitori, docenti. Le nuove maschere sono dovute alle trasformazioni del loro contesto di crescita. Con il termine creatività si intende l’emozione che sperimenta il soggetto allorché nella sua mente si insedia una nuova idea da lui prodotta: un suono, un verso, un passo di danza, una parola. Gli adulti corrono il rischio, in caso si mancata consapevolezza del ruolo della creatività in adolescenza, di disconoscere alcune comunicazioni individuali o di gruppo, convincendo gli adolescenti che non vi sia possibilità comunicativa alcuna fra le due culture. Due fenomeni colpiscono: il primo è la grande diffusione generazionale della tendenza espressiva, dei tentativi di comunicare attraverso prodotti culturali e artistici; il secondo concerne l’intenzione che promuove questo impegno espressivo. Un tempo i giovani erano “creativi” per protestare, proporre un cambiamento, ora invece l’intenzione non è violenta. Ciò fa ipotizzare che gli adolescenti attuali siano più vicini alle esigenze dell’universo estetico che del mondo etico. Ai tempi di Freud si credeva che fosse l’incremento della pulsione sessuale a motivare la ricerca di espressione artistica, a causa della severa repressione della sessualità dell’epoca che li spingeva a trovare vie di soddisfacimento alternative: una forma di creatività vista come sublimazione. Tuttavia oggi i ragazzi possono fare a meno di sublimare perché più consapevoli di come fare se vivono un aumento della tensione sessuale o aggressiva. Un’altra interpretazione psicoanalitica, invece, sostiene che la vocazione artistica abbia come fonte di ispirazione il sentimento di colpa e che la creatività rappresenti un tentativo inconsapevole di riparare ai danni inflitti in fantasia ai genitori costringendoli a subire il trauma della sua crescita e il conseguente distacco da loro; gli adolescenti di oggi, però, non vogliono uccidere simbolicamente il padre e la sua legge, poiché non hanno più paura del castigo. Tutto ciò spinge verso l’ipotesi che il processo creativo nell’adolescenza non è finalizzato alla riparazione del Sé o dell’oggetto. Molto spesso nelle espressioni adolescenziali prevalgono suoni musicali, danza, manipolazione violenta e colorata del proprio corpo, la comunicazione virtuale, tutte modalità espressive meno soggette al pensiero razionale. L’oggetto è il futuro, il sé futuro e la destinazione. Tutto dipende dall’oggettivo bisogno di un cambiamento. La creatività serve a dare vita ad un soggetto nuovo. Molti adolescenti trascorrono la maggior parte del loro tempo ad allenarsi, nel tentativo di creare un sé eroico, mossi da presunti talenti nascosti, da un dovere nei confronti del campione che si ritiene di dover diventare. All’adolescente interessa ciò che diventerà, vuole saperlo e allenarsi per diventarlo, per essere certo di nascere come soggetto sociale visibile e prezioso. Altri invece non si allenano perché hanno cancellato per magia il tempo futuro e si sono relegati in un eterno presente: sono ragazzi senza futuro, infelici. 4. LA DISTRUZIONE DEI LEGAMI Spesso Narciso non è capace di rendersi autonomo dai propri genitori senza provocare dei danni nelle loro menti. La distruzione narcisistica ha un carattere crudele che la distruzione edipica non ha, poiché è caratterizzata da ambivalenza: egli vuole affermare la propria supremazia, ma la frustrazione delle sue istanze narcisistica gli provoca rabbia. Perciò deve distruggere ciò che lo minaccia. Narciso, fragile e spavaldo, deve quindi annullare l’importanza delle persone che lo circondano; deve disdire la discendenza da una famiglia che non lo merita. Agli occhi di Narciso il gruppo dei coetanei costituisce la maggiore preoccupazione, perché ha bisogno del proprio rifornimento narcisistico ; in alcuni casi riesce a conquistare il potere all’interno del gruppo, distruggendone le funzioni evolutive. Inoltre Narciso ha un bisogno disperato anche del nuovo oggetto d’amore eterosessuale, ma spesso è costretto a distruggerlo all’interno della propria mente a causa della sua dipendenza. 3

Narciso è dedito per sua natura ad estese distruzioni: la distruzione, però, è autoreferenziale e avviene in uno scenario intrapsichico, dove annulla l’importanza dell’altro; disinteresse sociale, indifferenza verso la valutazione scolastica, sono modalità tipiche del suo stile relazionale. Narciso non è innamorato dei genitori, né teme disapprovazione o abbandono; anzi sente di dover annichilire la sua relazione con la madre a causa delle insostenibili aspettative del bambino che è stato, rimaste insoddisfatte. Madre e figlio si appartengono ma fanno finta di nulla. Narciso adolescente adesso pensa al futuro ma sa che necessita di un rifornimento narcisistico, perciò si mette in condizioni di ottenere fama e successo. Il narcisismo infantile si trasforma ora in egoismo adolescenziale. 5. NARCISO E LA NOIA La peculiarità di Narciso consiste nell’attribuire agli altri importanza quasi nulla; è condannato per un periodo a rimanere solo e a non desiderare nulla intensamente, perciò si annoia. L’adolescente di oggi è spudorato: il reciproco accesso ai genitali tra maschi e femmine è rapido, precoce e facilita una sessualità non minacciata dalla paura di punizione che incombeva su Edipo. Egli è, però, incerto della veridicità del suo desiderio sessuale, assecondare troppo le istanze naturali è per lui squallido: così conquista una capacità di definizione dei propri gusti e bisogni. La prima parte dell’adolescenza è normalmente dominata dalla noia, perché i ragazzi non osano ancora avventarsi sulle attività sessuali; Narciso, perciò, disprezza qualsiasi attività che richieda un minimo di indipendenza, aggirandosi in una vita priva di mete e interessi. E’ quindi indotto a creare i primi abbozzi del nuovo mondo che successivamente popolerà di nuovi oggetti di amore. E’ legittimo ipotizzare che in questo processo sia ampiamente coinvolto il processo creativo: consiste nell’impasto di esperienze pregresse, relative all’importanza del compagno di gioco infantile, nel verificare la bozza del progetto futuro in termini di identità di genere e nell’amplificare le emozioni positive verso un coetaneo dello stesso sesso, l’amico del cuore, che risolve il problema della noia e spesso diventa un suo doppio. Per rinascere, per creare una protesi mentale, occorre un coetaneo che aiuti ad uscire dal guscio. 6. NARCISO E LA VERGOGNA L’adolescente di oggi è esposto al rischio della vergogna perché aspira all’esibizione sociale accompagnata dal successo, al contrario di Edipo che, invece, a causa del suo sentimento di colpa, non aveva nessun interesse a mettersi in mostra. Narciso, umiliato dalla vergogna, cerca inizialmente di sparire. Poi immagina la vendetta per ridurre l’intensità del dolore della ferita narcisistica, attraverso la quale verrà risarcito. Rimane evidente una certa parentela tra il processo creativo e il processo vendicativo, accomunati dalla costruzione mentale di sé futuri eroici. Questa impresa viene approvata dai suoi coetanei perché avvertono che serve a vendicare tutti. Anche nel sublime sforzo creativo con cui l’adolescente crea il nuovo sé e nuovi oggetti d’amore, Narciso si vendica del mortificante sogno infantile. Purtroppo queste ed altre iniziative non sempre sono sufficienti a cancellare la vergogna e si affaccia la fantasia di sposare la morte. Il corpo in adolescenza è utilizzato per esprimersi socialmente, per elaborare la propria identità di genere. La liberazione del corpo dal dominio della colpa lo ha avvicinato alle forti correnti espressive, esibizionistiche e manipolative del narcisismo e lo ha investito di estetica, di bisogni comunicativi: Narciso lo intaglia, gli infila metalli, lo tatua, lo dimagrisce, lo palestra, lo droga. Nei “nuovi adolescenti”, soprattutto nelle femmine, sorprende anche la creazione del corpo alimentare, grasso o magro. Spesso, poi appare il corpo impresentabile delle dismorfofobie che, vergognoso per la sua imperfezione, attiva condotte auto-lesive (cutting, piercing). In alcuni casi esse sono espressione di una vergogna profonda relativa al proprio contesto familiare, alla relazione al proprio stato sociale, qualità difficilmente governabili se non venissero simbolizzate in un distretto del corpo o attribuite ad un eccesso di grasso corporeo, nei disturbi alimentari. 4

Il più temibile di tutti è, però, il corpo “ non Sé”, disponibile a diventare l’oggetto alieno delle condotte auto-distruttive. Il corpo postpuberale non viene accettato come proprio e rimane sede di proiezioni. La scoperta della propria mortalità, inoltre, determina una segreta attribuzione di un significato positivo alla morte, usata come esperienza narcisistica di affermazione del dominio di Sé sulla finitezza del destino. Uccidersi significa recuperare il potere perduto. La sofferenza prevalente negli adolescenti è di tipo narcisistico , espressione di un tentativo di controllare la vergogna. Essendo debuttanti nelle relazioni sociali, gli adolescenti devono affrontare lo sguardo dell’altro. Manifestazioni come le manipolazioni violente del corpo (tagliarsi) spesso rappresentano il tentativo di controllare il dolore suscitato dalla vergogna relativa a piccoli traumi narcisistici subiti nell’esperienza scolastica, che seda il dolore della mortificazione e trasforma il dolore mentale in un modesto dolore fisico prodotto attivamente. E’ utile, perciò, aiutare l’adolescente ad incamminarsi verso la socializzazione e la condivisione: talvolta può servire incoraggiarli a dare valore iniziatico ad un evento come la festa dei diciotto anni per fare un passo avanti nella conquista della rappresentazione del proprio valore sociale. CONCLUSIONE Ci sono convinti denigratori degli adolescenti: giornalisti e televisione monumentalizzano le disfatte di piccoli gruppi isolati facendole diventare il segnale di una metamorfosi in atto. Questa denigrazione dell’ultima generazione di adolescenti esprime bene l’invidia degli adulti nei confronti di chi usa male il suo tempo futuro. Per questo, con la scuola si requisisce buona parte di esso. “Fragile” è l’aggettivo giusto per descrivere l’ambiguità in cui si trova il nuovo adolescente: non più sostenuto dalla legge morale e dal sentimento del peccato, deve affrontare ideali interiori spesso crudeli che gli prescrivono di essere bello, simpatico, caratteristiche tipiche del narcisismo. Se, però, l’adolescente fragile decide di esserci e di partecipare è molto efficiente; pensa e lavora solo se il clima relazionale è quello adatto a lui; sfoggia sensibilità e capacità introspettiva. La sottocultura dei mass media alimenta una rappresentazione che vede il nuovo adolescente disperato a causa della noia che lo affligge: essa parte dall’accusa loro rivolta (mossa dall’invidia) di godere di infiniti privilegi, sesso libero, libertà di movimento, annullamento dell’obbligo militare, ecc. Non sanno come gestire il loro tempo libero, perché hanno già fatto tutto e di corsa. La noia fa parte dell’adolescente fragile e spavaldo che, non volendo stringere rapporti di dipendenza, evita di coinvolgersi in situazioni troppo impegnative; perciò si orienta sul sé e questa posizione affettiva e cognitiva può spospingerlo verso la noia. In realtà il nuovo adolescente non si annoia, ma contempla la pochezza del mondo e si chiede come poterlo migliorare; si limita a cercare si soffrirne il meno possibile e, spesso, si costruisce un mondo parallelo, il gruppo di amici. La scarsa autostima, la ricerca del riconoscimento, del successo, del consenso sociale spinge l’adolescente verso il processo creativo, al quale però gli adulti non sanno come rispondere perché pensano si tratti di un passatempo; inoltre, essendo tali attività espressiv...


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