Gli indipendenti - riassunto Donald Winnicott PDF

Title Gli indipendenti - riassunto Donald Winnicott
Course Psicologia Dinamica
Institution Università degli Studi di Padova
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riassunto Donald Winnicott...


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È considerato tra i principali teorici delle relazioni oggettuali e appartiene agli indipendenti britannici. Nasce a Plymouth nel 1986, si laureò in medicina e si dedicò alla cura dei bambini. In tutta la sua opera l'idea centrale è quella di offrire alle persone uno spazio fisico e psichico dove ricevere un rifornimento affettivo che permetta di riattivare un percorso evolutivo deviato a causa di cure materne insufficienti. Il suo pensiero fu influenzato dal lavoro clinico che svolse durante la seconda guerra mondiale come consulente psichiatra con bambini evacuati; si rese conto dell'importanza che gli apporti ambientali avevano sullo sviluppo. Si occupò inoltre di pazienti adulti psicotici con lo scopo di esplorare gli stadi primitivi dello sviluppo emozionale del bambino. La Klain costituì un riferimento molto importante nella sua formazione, anche se ci furono delle divergenze, in particolare sull'esistenza di una pulsione di morte innata e sul ruolo svolto dalla madre nello sviluppo del bambino. Alla fine prese le distanze sia dal modello di Anna Freud che da quello della Klein. Il suo desiderio era quello di presentare le proprie idee in modo aperto, senza appartenere per forza ad uno schieramento. Le sue idee furono caratterizzate dalla costante attenzione all'interazione tra i bisogni di sviluppo del bambino e la capacità materna di soddisfarli.

IL SE' E L'IO

Importante è distinguere due concetti fondamentali per il pensiero di Winnicott: - Il sé (self): esiste inizialmente un sé centrale, presente già alla nascita che, grazie alle cure materne, può svilupparsi e diventare un sé individuale. Esso è costituito da diversi aspetti della personalità, ha il significato di esperienza soggettiva; è il modo che la persona ha di percepirsi introspettivamente, conduce alla consapevolezza di se stessi. - l'io (ego): anch'esso presente fin dalla nascita ma non ancora sviluppato, ha il ruolo di raccogliere le esperienze interne ed esterne e di organizzarle. Esso permette l'emergere dell'esperienza soggettiva; ha bisogno di una dipendenza dall'io della madre per svolgere le sue funzioni di organizzazione; la forza dell'io del bambino è direttamente proporzionale alla capacità della madre di rispondere ai bisogni fisiologici ed emotivi del bambino. (le cure materne consentono una continuità con l'essere che è fondamento della forza dell'io). N.B. quest'esperienza consente di vivere le richieste dell'es come qualcosa che gli appartiene, perché in questo momento il bambino non sa distinguere se le fonti sono interne o esterne e in mancanza della forza dell'io queste pulsioni dell'es possono causare problemi per lo sviluppo dei meccanismi mentali primitivi.

LA DIPENDENZA ASSSOLUTA

È uno stato in cui il bambino si trova all'inizio della sua vita, qui egli non ha nessuna nozione che esista qualcosa oltre a se stesso e non ha nemmeno consapevolezza delle cure materne. Il pensiero sullo sviluppo emozionale per Winnicott, è centrato sulla natura specifica del rapporto madre-bambino, quest'ultimo è visto in termini di un'organizzazione dinamica individuo-ambiente, perché non si è ancora formato un sé individuale. Il passaggio da uno stato di integrazione con l'ambiente ad uno di separazione è permesso dalla qualità e dall'esperienza dell'interazione con la madre. La madre riveste quindi un ruolo primario nello sviluppo del bambino, da lei dipende il futuro del neonato. Secondo Winnicott il bambino non può nemmeno essere contemplato nella sua unità perché non esiste come entità assestante.

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LA MADRE

È fondamentale che ella si sintonizzi con il bambino offrendogli tutto ciò di cui ha bisogno. Questa capacità di sintonizzarsi coincide con la preoccupazione materna primaria: un particolare stato mentale , che ha origine alla fine della gravidanza e rimane fino a qualche settimana dopo il parto; essa consiste in una malattia normale, che nasce dal ricordo inconscio dell'inizio della propria vita. (la mamma e il bambino si identificano una nell'altro). La madre normalmente devota: (o sufficientemente buona) è un concetto introdotto da Winnicott che indica come la capacità di adattarsi ai bisogni del figlio appartenga alla maggior parte delle madri. Ella è sufficientemente buona quando è in grado di fare del suo meglio per rispondere ai bisogni del figlio. La madre sufficientemente buona sa inoltre riemergere dallo stato di preoccupazione primaria una volta che si è creato una relazione tra l'io della mamma e quello del bambino. (questo permette al bambino di separarsi creando una persona distinta). Lo scopo del ruolo della madre è quello di far sviluppare nel bambino la consapevolezza di se, essa avviene gradualmente ed è facilitata da alcune funzioni materne: la madre è capace di contenimento: è la capacità che ha la madre di fungere da contenitrice delle angosce del bambino. - Holding: Il bambino nasce in un mondo in cui si fondono lo spazio interno ed esterno e da questo stato emergerà una rudimentale integrazione a partire dalle percezioni sensoriali e motorie. In questa fase l'holding è la principale funzione materna; fa riferimento al riparare il bambino da eventi che potrebbero essere traumatici per la continuità dell'esistere. - Handling: il manipolare; la collocazione della psiche è una conquista che avviene nel corso del tempo. La personalizzazione: fa riferimento all'insediamento della psiche nel corpo e al processo che porta il sé a dimorare nel corpo (= il proprio corpo è sé). Il raggiungimento della personalizzazione è legato alla funzione di contenimento della madre di manipolare il bambino e il suo corpo. Un'adeguata manipolazione permette al bambino di riconoscere il corpo come parte e sede del sé. - Object presenting: la fase successiva è quella della realizzazione (= valutazione del tempo e dello spazio e delle altre qualità della realtà) consiste nello sviluppo della capacità di avere relazioni oggettuali, cioè di riuscire a percepire un oggetto oggettivamente. Questa maturazione dipende dall'ambiente che deve permettergli di vivere una fase di esperienza di onnipotenza (ovvero fargli credere che è lui ha creare l'oggetto). A permettere questa illusione è la madre, con la funzione di "offerta dell'oggetto" che fornisce l'oggetto quando il bambino è pronto a crearlo, ne sente il bisogno. (ha fame e la mamma lo nutre). N.B. la madre deve attendere il giusto per fornire l'oggetto, anticipare o posticipare troppo creerebbe dei problemi.

IL PADRE

Nella fase della preoccupazione primaria il ruolo del padre è quello di fornire una copertura protettiva in primis alla madre e successivamente alla diade madre-figlio, sollevando così la madre dalle incombenze esterne, permettendole di rivolgersi interamente al bambino. Per Winnicott esistono tre aree di influenza del padre sulla crescita del bambino: - Nella unzione di sostegno alla madre (contribuisce a creare un ambiente facilitante); - Nel rapporto tra i genitori (che se è felice e saldo costituisce una sorta di sicurezza sociale); - Nel ruolo di terzo, all'interno di una relazione più diretta. N.B. egli costituisce la prima persona con cui il bambino può scoprire l'esistenza di un essere umano diverso da sé stesso, diventando un modello per la sua integrazione. Questo perché la madre conserva comunque una qualità di oggetto soggettivo restando disponibile per un ritorno allo stato di dipendenza assoluta quando il figlio ne senta il bisogno.

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LA DIPENDENZA RELATIVA

Consiste nell'emergere della capacità di distinguere il non-me dal me. Essa si sviluppa intorno ai primi sei mesi di vita; riguarda il bambino cresciuto in un ambiente sufficientemente buono, egli diventa più consapevole delle cure materne e dei suoi bisogni, si fa strada una relazione tra madre e figlio come persone interne. Affiora una coscienza, il bambino inizia ad essere capace di relazionarsi a oggetti percepiti oggettivamente; si va costituendo un sé come unità integrata. La dipendenza relativa permane fino ai due anni circa, il passaggio a questo stato avviene quando la madre riemerge dalla preoccupazione materna primaria e il bambino inizia ad avere meno bisogno di una necessità totale dell'altro. L'uscita dalla preoccupazione primaria avviene attraverso un naturale de-adattamento ai bisogni del figlio e si manifesta con graduali fallimenti materni: mancanze che se avvengono nel momento adeguato, facilitano il processo di disillusione che permette al bambino di sperimentare i propri bisogni.

FENOMENI E OGGETTI TRANSIZIONALI

Il bambino inizialmente vive in una realtà completamente soggettiva, dove tutto è sotto il suo controllo onnipotente (onnipotenza soggettiva) in questa realtà il bambino crede di creare la madre attraverso i suoi desideri. Gradualmente dovrà abbracciare una visione dello spazio condiviso dove la madre esiste indipendentemente da lui. Winnicott individua tra le due forme di realtà, una terza area detta spazio transizionale il quale è percepito sia oggettivamente che soggettivamente, permette al bambino di spostarsi verso una realtà oggettiva condivisa senza esserne traumatizzato; fanno parte di questa fase gli oggetti transizionali: oggetto materiale capace di soddisfare la rappresentazione del bambino di un qualcosa relativo al possesso e all'unione con la madre; aiuta il bambino nel suo sviluppo psicologico, è il primo oggetto assimilato dal bambino come non-me, rappresenta l'unione con la madre e ne permette il distacco.

CAPACITA' DI PREOCCUPARSI: VERSO L'INDIPENDENZA

Per percepire il mondo in modo oggettivo, il bambino deve aver fatto esperienza di oggetti che sopravvivono alla sua distruttività, questo gli permette di sviluppare una preoccupazione verso l'oggetto. Secondo Winnicott per il bambino, inizialmente, esistono due madri: - Madre-oggetto: riguarda la madre come proprietaria di oggetti parziali che possono soddisfare i bisogni del bambino. - Madre-ambiente: fa riferimento al genitore come parte dell'ambiente totale, presente e capace di proteggere il bambino dal mondo esterno ; si prende cura di lui. Verso i tre anni si ha la graduale riunificazione della madre, che è all'origine della capacità del bambino di preoccuparsi. N.B. per Winnicott i comportamenti distruttivi sono vitali, sono l'espressione di un'attività spontanea; nel momento in cui il bambino rivolge gli attacchi alla madre (intorno ai 2 anni), il fatto che essa sopravviva favorisce il riconoscimento della realtà condivisa.

IL FALSO SE

Con questo termine Winnicott indica le situazioni in cui il paziente avverte un senso di non esistenza, di inutilità soggettiva. Esso deriverebbe da un insoddisfacente rapporto primario madre-figlio. I bisogni che non sono stati soddisfatti sono quelli di onnipotenza, creazione e distruzione.. Il falso sé è un se privo di energia soggettiva, non è creativo, accondiscendente.. Esso si configura come una patologia legata ad un deficit nell'ambiente del bambino; non si parla più di teoria del conflitto ma teoria del deficit, che presuppone la carenza o l'assenza di importanti elementi dello sviluppo.

IMPLICAZIONI CLINICHE

W è interessato soprattutto al trattamento dei pazienti con disturbi del falso se. Nel trattamento analitico W. Considera centrale la regressione, intesa come possibilità di risperimentare la dipendenza, cioè come un ritorno organizzato alla dipendenza primitiva in cui il paziente può trovare una nuova forza dell'io e progredire verso l'indipendenza. Il fattore curativo è un ambiente capace di fornire quelle facilitazioni che permettono di riavviare i processi che si erano fermati nella crescita; il comportamento dell'analista deve quindi essere sufficientemente buono così che il falso sé si consegni all'analista. Il lavoro clinico crea uno spazio transizionale tra paziente e analista, molto importante è anche i concetto di controtransfert, considerato come un comportamento legittimo.

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