Guittone d\'Arezzo- Tutt\'or ch\'eo dirò gioi,giova cosa (testo e parafrasi) PDF

Title Guittone d\'Arezzo- Tutt\'or ch\'eo dirò gioi,giova cosa (testo e parafrasi)
Author Emanuele Fiore
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Summary

Riassunto dettagliato del sonetto di Guittone d'Arezzo...


Description

TUTT’OR CH’EO DIRÒ GIOI, GIOIVA COSA Tuttor ch’eo dirò gioi, gioiva cosa,

Ogni volta che io dirò “gioia”, creatura gioiosa,

intenderete che di voi favello,

capirete che parlo di voi,

che gioia sete di beltá gioiosa

che siete gioia di una bellezza gioiosa

e gioia di piacer gioioso e bello:

e gioia di un piacere gioioso e bello,

e gioia in cui gioioso avenir posa,

e la gioia su cui si fonda un futuro felice,

gioi d’adornezze e gioi di cor asnello;

gioia di bellezza e gioia di un corpo snello,

gioia in cui viso è gioi tant’amorosa

gioia che io guardo e gioia che suscita tanto amore.

ched è gioiosa gioi mirare in ello.

Una gioia che è un felice godimento ammirarlo (corpo).

Gioi di volere e gioi di pensamento Gioia di volere, di pensare, di dire, di fare, e gioi di dire e gioi di far gioioso e di ogni comportamento gioioso: e gioi d’onni gioioso movimento. Per cui, gioiosa gioia, cosi desideroso Per ch’eo, gioiosa gioi, sí disioso Di voi mi trovo, che non sento mai la gioia, di voi mi trovo, che mai gioi non sento Se non nella gioia che voi date. se ’n vostra gioi il meo cor non riposo.

La poesia è intessuta costantemente di figure etimologiche (es. gioi'/ gioiva, gioia/gioioso al v. 4) e di ripetizioni (qualcuna anaforica, come ai vv. 4 e 5). Il tema centrale è quello della donna amata, vista come fonte di una felicità tanto forte da essere riecheggiata in ogni punto della poesia stessa: lei sola è sorgente di gioia, una gioia che trasmette con la sua vista, visto che come sempre essa è bellissima e capace di infondere sentimenti preziosi e positivi nell'uomo che la osserva. Metricamente, si tratta di un sonetto. Guittone esercitò, tra i rimatori toscani del Duecento, un suo magistero retorico; nel tentativo di arricchire e rinnovare gli artefici dell'arte, usò rime equivoche - così dette perché risultano da parole di suono uguale e diverso significato - le rime composte, le canzoni a replicazione e altre forme stilistiche. Questo è un sonetto costruito sulla replicazione di «gioia»: è soprattutto un gioco nel quale la gioia non rivela un'intima sincerità d'affet...


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