Il barocco della dissimulazione onesta torquato accetto poesie del 600[325] PDF

Title Il barocco della dissimulazione onesta torquato accetto poesie del 600[325]
Author Giorgia Serafino
Course Letteratura italiana
Institution Università di Bologna
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Battistini...


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Si studia il Barocco perché il ‘600 è considerato il secolo meno studiato, altresì lo stesso vago concetto di modernità è passato dal ‘500 (Rinascimento) al ‘600 (Barocco). Nel ‘600 iniziò a diffondersi un sapere più universalistico, associando scienze letterarie a naturali; tale secolo va infatti studiato come una mescolanza tra scienza e letteratura, separandoli si sfocia all’ingenuità. Galileo fu uno dei primi, letterato e scienziato. Egli, con il metodo scientifico, approda ad una visione globale e aperta di una nuova cultura. Da quel momento la cultura crea una forma di precarietà sfociata odiernamente con il relativismo: due paradigmi vengono a contatto, il paradigma Aristotelico “terra al centro dell’universo” si sgretolava; il paradigma Copernicano “eliocentrico” fece da contrasto. Le stesse teorie Galileiane non potevano essere verificate, ciò creò un periodo di smarrimento e vuoto. Il termine “Barocco” ha come valenza di declino, decadenza; tale periodo ha fatto venir meno le certezze, regnò il caos, il disordine. L’appellativo di “Barocco” ha una valenza negativa che giudica in malomodo tale periodo storico e fu usato dai postumi (‘700). La stessa etimologia della parola “Barocco” ha varie spiegazioni:  Sillogismo difettoso della scuola Aristotelica in quanto non arriva ad una correlazione inequivocabile. E’ un sofismo, un falso ragionamento.  Dal portoghese: perla difettosa, imperfetta  Dal napoletano: raggiro, imbroglio inganno (meno plausibile) Fino al ‘600 la Bibbia era considerata come Il Libro di tutte le conoscenze scientifiche e fisiche. Nel ‘600 si dirà che Dio è fatto ad immagine e somiglianza dell’uomo e la concezione dell’uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio viene meno. Il ‘600 ha l’ossessione della morte. Due paradigmi si scontrarono, quello Aristotele-Tolemaico con il Copernicano-Galileiano. Leggi Aristoteliche:  Egli distinse terra e cieli affermando che quest’ultimi erano formati da quintessenza, un quinto elemento creato per colmare il vuoto presente.  Egli affermò che la terra era al centro dell’universo.  Egli affermò che l’universo era finito. Con il Siderius Nuncius, Galileo affermò:     

La Terra non era più al centro dell’universo. La terra non era più l’unico pianeta abitabile. Non vi erano più differenze tra la Terra e gli altri pianeti, l’ipotesi Biblica dell’unicità era errata. L’universo è infinito. I principi fisici applicabili alla Terra erano applicabili anche ai cieli.

Con la scoperta del cannocchiale e il conseguente microscopio si posero le basi alle realtà macroscopiche e microscopiche, proprio quest’ultima ampliarono la “grande catena degli esseri” di Platone. Si ebbe anche una diversa concezione del moto:  Aristotele sosteneva che il movimento fosse dato dal fine, i corpi tendevano a ricongiungersi al proprio fine, alla propria casa. Era scienza animistica, ogni cosa aveva un’anima. o Es: Perché la calamita attrae il ferro?  Simpatia o Perché l’olio non è miscibile con l’acqua? Antipatia

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 Galileo sostenne che il movimento fosse invece generato da una causa, le leggi che governano la natura sono irreversibili Segue la fine dell’antropocentrismo: l’universo non ha più al centro l’uomo. Lo stesso Dante, tempo prima, affermò che i cieli riversano sull’uomo le loro forze, approda così ad una sorta di antropocentrismo. La scoperta delle Americhe destò grande stupore, tale stupore si tramutò ideologicamente in una negazione della centralità dell’uomo, ciò aiutò la fine dell’antropocentrismo. L’uomo iniziò a percepire i propri limiti. Tutto ciò, come già detto, crea un disorientamento rispetto alle credenze di allora. Dalla caduta dei paradigmi Aristotelici si cadde nel dubbio, nella precarietà. John Damme espresse così il disorientamento dell’epoca: Co s ì , d a l l as u ap r i mao r ai l mo n d od e c a d d e , l as e r af ul ’ i n i z i od e l g i o r n o , eo r al ep r i ma v e r eel ee s t a t i c h ev e d i a mo s o n oc o mefi g l i d i d o n n ed o p oi c i n q u a n t ’ a n n i El an u o v afi l o s o fi ame t t et u t t oi nd u b b i o , l ’ El e me n t od e l f u o c oèi n t e r a me n t ee s t i n t o ; i l So l eèp e r s o , el at e r r a , el ’ i n g e g n od i n e s s u nu o mo p u òi n d i c a r g l i d o v ec e r c a r l o . Ea p e r t a me n t eg l i u o mi n i c o n f e s s a n oc h eq u e s t omo n d o èe s t i n t o , q u a n d on e i p i a n e t i , en e l fi r ma me n t o , n ec e r c a n ot a n t i n u o v i ; v e d o n oc h eq u e s t o s i ès g r e t o l a t ot o r n a n d oa i s u o i a t o mi . T u t t ov ai np e z z i , s c o mp a r s ao g n i c o e s i o n e , o g n i g i u s t os o s t e g n oeo g n i r e l a z i o n e : p r i n c i p e ,s u d d i t o , p a d r e , fi g l i os o nc o s ed i me n t i c a t e . (An anatomy of the world, 1611)

Pascal (forse il padre dell’esistenzialismo) fu uno dei primi filosofi a sostenere l’ellissi: figura con due fuochi, bipolare; il cerchio e la perfezione classicista erano ormai superati. Egli descrisse la debolezza dell’uomo se paragonato con la grandezza dell’universo, sottolinea però l’estrema importanza della consapevolezza della grandezza umana per la sapienza, le scoperte, il pensiero. « Unn o n n u l l ac i c o n s o l ap e r c h éu nn o n n u l l ab a s t aa da ffli g g e r c i » (Blaise Pascal, Pensées, n. 269). Nel ‘600 vi era una forte contrapposizione, l’uomo viene infatti posto tra gli angeli e le bestie, fragile come un giunco ma con il dono di pensare, è la creatura più vile ma al tempo stesso più nobile. « L ’ u o mon o nèc h eu n ac a n n a , l ap i ùf r a g i l ed i t u t t al an a t u r a ; maèu n ac a n n ac h ep e n s a . No no c c o r r ec h el ’ u n i v e r s o i n t e r os i a r mi p e ra n n i e n t a r l o : u nv a p o r e , u n ag o c c i ad ’ a c q u ab a s t aau c c i d e r l o . Ma , q u a n d ’ a n c h el ’ u n i v e r s ol o s c h i a c c i a s s e , l ’ u o mos a r e b b ep u rs e mp r ep i ùn o b i l ed i c i òc h el ou c c i d e , p e r c h és ad i mo r i r e , er i c o n o s c el as u p e r i o r i t à c h el ’ u n i v e r s oh as ud i l u i ; me n t r el ’ u n i v e r s on o nn es an u l l a » (Blaise Pascal, Pensées, n. 377).

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Il ‘500 è il secolo della classicità, forma che avvalora i modelli e le regole. Il ‘600 apprezza l’originalità, l’uscita dalle regole, intendibile quasi come un periodo anti-classicista. A fine ‘600 nacque un movimento anti-barocco, l’Arcadia, il cui obiettivo era quello di riportare al classicismo ogni canone letterario e artistico, distruzione dell’originalità e delle stranezze in se. Al contrario del Romanticismo, alla ricerca dell’originalità attraverso il patos e le emozioni, il ‘600 cercava un’originalità comprensibile solo a livello intellettuale.

Fino al ‘500 c’era l’idea della Vis Veri (la forza del vero), la verità veniva impressa su una “tavoletta di cera” (la nostra mente). L’individuo era perciò passivo e inerme dinnanzi alla verità, la quale veniva imposta con la sua stessa forza. Lo stesso Dante alla fine della Commedia, viene “catturato da Dio” senza poter avere voce in capitolo (passività). Con il ‘600 si capì che la natura e di conseguenza la verità, intricata com’è, può essere percorsa, stanata e scoperta dall’uomo. La natura è la selva, l’uomo la scopre e la stana. Crolla così la passività, lo scienziato aveva l’obbligo di stanare la natura schiva, nascosta (ruolo attivo). Ciò causò una sorta di dialettica “sentimentale”, di fronte alla disperazione per la verità che non si impone più con la sua forza, si contrappone la verità che va cercata, presa e accolta. Vi era un atteggiamento teoretico: cambia il concetto di verità e il relativo modo per ottenerla. Aristotele, sostenitore della verità imposta con la sua stessa forza (tavoletta di cera), riconosceva l’esigenza umana del conoscere, impossibile senza la verità. Con la concezione galileiana della verità, sopra descritta, è possibile dedurre come la verità richiedesse un ruolo attivo, non una passività dell’uomo: la “tavoletta di cera” si sgretola. Lo scienziato, segugio com’è, deve stanare la verità. Curtins, in Letteratura Europea e Medioevo Latino, disse che diversi topoi (luoghi, metafore) permangono nel tempo, da Omero a Goethe: un topos rimasto fino ad epoche recenti era quello del mondo come libro, diversi sostenevano che il mondo sia un libro aperto da comprendere. Nell’Apocalisse si parla proprio di questo, l’uomo deve srotolare e comprendere il mondo; proprio questo accadrà con Galileo, il quale sosteneva che la conoscenza va scoperta, la natura esplorata e compresa. Il cannocchiale si pose a favore di tutto ciò. Galileo abbandonò la concezione biblica e approdò, come già detto, ad una democratizzazione del sapere, il libro è aperto a tutti, basta solo conoscere l’alfabeto. Nella Bibbia si affidava alla provvidenza il permesso di aprirlo.

I miti, secondo alcuni, rappresentano caricature di fatti storici realmente accaduti. Tutti i miti classici sono esempi di hybris (presunzione, superbia), il credere di potere più di quanto è consentito all’uomo. L’obiettivo dei miti classici era proprio quello di distruggere l’hybris, gli uomini non possono mettersi al pari degli dei (vedi Prometeo e Icaro). Veniva infatti condannata la curiosità, fino al ‘500 si ebbe quanto descritto. Nel ‘600 tutto si rovescia, Prometeo assume il ruolo di salvatore, di esempio, egli voleva infatti sfidare gli dei per curiosità, per sfamare il suo bisogno di sapere. A favore della distruzione dell’hybris, Giordano Bruno riprende il mito del cacciatore Atteone, trasformato in cervo da Diana e sbranato a causa del suo nuovo aspetto dai suoi stessi cani. Atteone viene ora considerato come un esempio di ricercatore, di esploratore.

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Galileo affronta con profondità l’ingegno: la facoltà dell’uomo di stabilire connessioni, di vedere relazioni tra concetti, cose e oggetti apparentemente diversi. Figura ingegnosa era anche la metafora, figura di sintesi, convergenza, nel ‘600 diventa una sorta di antidoto verso il sentimento di dispersione causato dal nuovo modo di concepire la realtà, la verità, la natura. Na c q u eg i ài nu nl u o g oa s s a i s o l i t a r i ou nu o mod o t a t od an a t u r ad ' u n oi n g e g n op e r s p i c a c i s s i moed ' u n ac u r i o s i t às t r a o r d i n a r i a ; ep e rs u ot r a s t u l l oa l l e v a n d o s i d i v e r s i u c c e l l i , g u s t a v amo l t od e l l o rc a n t o , ec o ng r a n d i s s i mame r a v i g l i aa n d a v a o s s e r v a n d oc o nc h eb e l l ' a r t i fi c i o , c o l l as t e s s ' a r i ac o nl aq u a l er e s p i r a v a n o , a da r b i t r i ol o r of o r ma v a n oc a n t i d i v e r s i , et u t t i s o a v i s s i mi . Ac c a d d ec h eu n an o t t ev i c i n oac a s as u as e n t ì u nd e l i c a t os u o n o , n ép o t e n d o s i i mma g i n a rc h ef u s s ea l t r o c h eq u a l c h eu c c e l l e t t o , s i mo s s ep e rp r e n d e r l o ; ev e n u t on e l l as t r a d a , t r o v òu np a s t o r e l l o , c h es o ffia n d oi nc e r t ol e g n of o r a t oemo v e n d ol ed i t as o p r ai l l e g n o , o r as e r r a n d oe do r aa p r e n d oc e r t i f o r i c h ev i e r a n o , n et r a e v aq u e l l ed i v e r s ev o c i , s i mi l i aq u e l l ed ' u nu c c e l l o , mac o nma n i e r ad i v e r s i s s i ma . St u p e f a t t oemo s s od a l l as u an a t u r a l c u r i o s i t à , d o n òa l p a s t o r e u nv i t e l l op e ra v e rq u e l z u f o l o ; er i t i r a t o s i i ns es t e s s o , ec o n o s c e n d oc h es en o ns ' a b b a t t e v aap a s s a rc o l u i , e g l i n o n a v r e b b ema i i mp a r a t oc h ec i e r a n oi nn a t u r ad u emo d i d af o r ma rv o c i ec a n t i s o a v i , v o l l ea l l o n t a n a r s i d ac a s a , s t i ma n d o d i p o t e r ei n c o n t r a rq u a l c h ea l t r aa v v e n t u r a . Edo c c o r s ei l g i o r n os e g u e n t e , c h ep a s s a n d op r e s s oau np i c c o l t u g u r i o , s e n t ì r i s o n a r v i d e n t r ou n as i mi l v o c e ; ep e rc e r t i fi c a r s i s ee r au nz u f o l oop u r eu nme r l o , e n t r òd e n t r o , et r o v òu nf a n c i u l l o c h ea n d a v ac o nu na r c h e t t o , c h ' e i t e n e v an e l l ama nd e s t r a , s e g a n d oa l c u n i n e r v i t e s i s o p r ac e r t ol e g n oc o n c a v o , ec o nl a s i n i s t r as o s t e n e v al os t r u me n t oev i a n d a v as o p r amo v e n d ol ed i t a , es e n z ' a l t r ofi a t on et r a e v av o c i d i v e r s eemo l t os o a v i . Orq u a l f u s s ei l s u os t u p o r e , g i u d i c h i l oc h i p a r t i c i p ad e l l ' i n g e g n oed e l l ac u r i o s i t àc h ea v e v ac o l u i ; i l q u a l , v e d e n d o s i s o p r a g g i u n t od ad u en u o v i mo d i d i f o r ma rl av o c ee di l c a n t ot a n t oi n o p i n a t i , c o mi n c i òac r e d e rc h ' a l t r i a n c o r av en e p o t e s s e r oe s s e r ei nn a t u r a . Maq u a l f ul as u ame r a v i g l i a , q u a n d oe n t r a n d oi nc e r t ot e mp i os i mi s eag u a r d a rd i e t r oa l l a p o r t ap e rv e d e rc h i a v e v as o n a t o , es ' a c c o r s ec h ei l s u o n oe r au s c i t od a g l i a r p i o n i ed a l l eb a n d e l l en e l l ' a p r i rl ap o r t a ? Un ' a l t r av o l t a , s p i n t od a l l ac u r i o s i t à , e n t r òi nu n ' o s t e r i a , ec r e d e n d od ' a v e rav e d e ru n oc h ec o l l ' a r c h e t t ot o c c a s s el e g g i e r me n t el ec o r d ed ' u nv i o l i n o , v i d eu n oc h ef r e g a n d oi l p o l p a s t r e l l od ' u nd i t os o p r al ' o r l od ' u nb i c c h i e r o , n ec a v a v as o a v i s s i mos u o n o . Maq u a n d op o i g l i v e n n eo s s e r v a t oc h el ev e s p e , l ez a n z a r eei mo s c o n i , n o n , c o mei s u o i p r i mi u c c e l l i , c o l r e s p i r a r ef o r ma v a n ov o c i i n t e r r o t t e , mac o l v e l o c i s s i mob a t t e rd e l l ' a l i r e n d e v a n ou ns u o n op e r p e t u o , q u a n t oc r e b b ei n e s s ol os t u p o r e , t a n t os i s c e mòl ' o p i n i o n ec h ' e g l i a v e v ac i r c ai l s a p e r ec o mes i g e n e r i i l s u o n o ; n ét u t t el ' e s p e r i e n z eg i à v e d u t es a r e b b o n os t a t eb a s t a n t i af a r g l i c o mp r e n d e r eoc r e d e r ec h ei g r i l l i , g i àc h en o nv o l a v a n o , p o t e s s e r o , n o nc o l fi a t o , mac o l l os c u o t e rl ' a l i , c a c c i a rs i b i l i c o s ì d o l c i es o n o r i . Maq u a n d oe i s i c r e d e v an o np o t e r ee s s e rq u a s i p o s s i b i l ec h e v i f u s s e r oa l t r ema n i e r ed i f o r ma rv o c i , d o p ol ' a v e r e , o l t r eai mo d i n a r r a t i , o s s e r v a t oa n c o r at a n t i o r g a n i , t r o mb e , p i ff e r i , s t r u me n t i d ac o r d e , d i t a n t eet a n t es o r t e , es i n oaq u e l l al i n g u e t t ad i f e r r oc h e , s o s p e s af r ai d e n t i , s i s e r v ec o nmo d o s t r a n od e l l ac a v i t àd e l l ab o c c ap e rc o r p od e l l ar i s o n a n z aed e l fi a t op e rv e i c o l od e l s u o n o ; q u a n d o , d i c o , e i c r e d e v a d ' a v e rv e d u t oi l t u t t o , t r o v o s s i p i ùc h ema i r i n v o l t on e l l ' i g n o r a n z aen e l l os t u p o r en e l c a p i t a r g l i i nma n ou n ac i c a l a , ec h e n ép e rs e r r a r l el ab o c c an ép e rf e r ma r l el ' a l i p o t e v an ép u rd i mi n u i r ei l s u oa l t i s s i mos t r i d o r e , n él ev e d e v amu o v e r e s q u a mmen éa l t r ap a r t e , ec h efi n a l me n t e , a l z a n d o l ei l c a s s od e l p e t t oev e d e n d o v i s o t t oa l c u n ec a r t i l a g i n i d u r emas o t t i l i , ec r e d e n d oc h el os t r e p i t od e r i v a s s ed a l l os c u o t e rd i q u e l l e , s i r i d u s s ear o mp e r l ep e rf a r l ac h e t a r e , ec h et u t t of ui n v a n o , s i nc h e , s p i n g e n d ol ' a g op i ùad e n t r o , n o nl et o l s e , t r a fi g g e n d o l a , c o l l av o c el av i t a , s ì c h en éa n c op o t éa c c e r t a r s i s ei l c a n t od e r i v a v ad aq u e l l e : o n d es i r i d u s s eat a n t ad i ffid e n z ad e l s u os a p e r e , c h ed o ma n d a t oc o mes i g e n e r a v a n oi s u o n i , g e n e r o s a me n t er i s p o n d e v ad i s a p e r ea l c u n i mo d i , mac h et e n e v ap e rf e r mop o t e r v e n ee s s e r ec e n t oa l t r i i n c o g n i t i e di n o p i n a b i l i . (G. Galilei, Il saggiatore, [1623], a cura di L. Sosio, Milano, Feltrinelli, 1965, pp. 126-128)

L’uomo della novella galileiana è il nuovo stereotipo dello scienziato, figura contrapposta se paragonata con la concezione della pre-età moderna. Se presa in considerazione la singola terminologia, analizzando la locuzione “canti diversi” riportata all’inizio, Galileo desiderava sottolineare la nuova natura universalistica del sapere. L’intera novella può essere intesa come una favola se studiate le forme verbali utilizzate all’inizio. I primi sentimenti di meraviglia sono dati dall’osservazione oggettiva tipica di uno scienziato. La natura e la ricerca, nella novella, viene intesa come un qualcosa di non statico, di movimentato. Il finale

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della novella non è una resa ma è una constatazione: il sapere non è divino ma ha dei limiti, il sapere tanto più si estende più l’ignoranza emerge. Constatazione sul barocco: si espansero i campi di visione di molteplici persone, arrivarono animali nuovi, piante nuove, una nuova consapevolezza della sfera terrestre, l’uomo è solo uno dei tanti esseri presenti ma ha estrema fiducia in tutto ciò che è alla sua portata. Si instaura così un rapporto per così dire “centripedo” della natura, in quanto elemento che tende ad infinito e non rappresentabile sistematicamente dati i nuovi, molteplici esseri animati che la compongono; si instaura invece un rapporto “centrifugo” sull’uomo, il quale, data l’infinita grandezza e complessità della natura e l’universo più in generale, sente limitarsi le proprie capacità, estendibili però seppur in maniera limitata, con lo studio e la ricerca. Il Non Plus Ultra (non oltrepassare il limite), diventa poi Plus Ultra. Come nel rapporto già descritto tra natura e uomo, la prima è considerata complessa, oscura e nascosta, molteplice e varia. L’obiettivo umano era quello di dare un senso a tutte le molteplicità mediante lo studio e il sapere di tutto ciò che la natura offre. Si necessitava perciò di ricondurre tutte le dedizioni in un’armonia, in un senso. Proprio a favore di ciò il barocco è noto per la forte tendenza all’enciclopedismo, nata proprio in questo secolo, di tipo inclusivo (Wunderkammer). L’obiettivo era quello di aggiungere, di sommare, di riempire ogni spazio vuoto presente per poter contrastare con un’antitesi la dispersività dell’universo e delle nuove credenze. Le enciclopedie presenti nel ‘600 erano di tipo pansofico, contenevano in sé tutto il sapere. E’ importante sottolineare l’esistenza di diverse tipologie di mappamondi (“il picciol mondo” di Marino). Vi fu una generale mescolanza di generi nella letteratura come antitesi del ferreo classicismo, dei generi fortificati del sonetto, della ballata. Nacque il poema eroicomico (dimensione comica e eroica), la tragicommedia (tragedia con finale a lieto fine a mo’ di commedia). Nella fine del ‘600 si andò a formare il romanzo, genere anarchico formatosi nei periodi anticlassicisti, emergendo infatti nei periodi post-classici. I primi romanzi apparirono già nell’età Alessandrina (età che segue il periodo greco antico, da Alessandro Magno) e nel periodo medioevale da dove emerge il romanzo cavalleresco. Analogo discorso nel ‘700-‘800, con l’affievolirsi del romanticismo, emerge il romanzo moderno.

Per Aristotele la nascita della metafora (figura polisemica: intendibile in tanti modi) era dovuta ad un espediente matematico. Nel ‘600 riprese forma perché esprimeva sintesi. Ivon Richards offre un’interpretazione della metafora piuttosto adatta all’epoca barocca.

Achille è un leone (TENORE)

(MEZZO/VEICOLO)

GROUND  Sememi (significati minimi)

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La metafora barocca cerca di avere un ground quanto più stretto...


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