IL Rinascimento - Riassunti prima parte esame PDF

Title IL Rinascimento - Riassunti prima parte esame
Course Storia dell'arte moderna
Institution Università degli Studi di Verona
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Riassunti prima parte esame...


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IL RINASCIMENTO -INTRODUZIONE

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secondo le zone e le discipline furono molte. Fu un periodo fondamentale per la storia d’Europa dal punto di vista artistico, culturale, scientifico e sociale. I protagonisti di quest’epoca hanno vissuto il Rinascimentocome un’epoca di cambiamento, maturando un nuovo modo di concepire il mondo e se stessi. La prima corrente fu l’Umanesimo, che si sviluppò a partire dal XIV secolo in ambito letterario, e che durante il rinascimento si perfezionò, cominciando a influenzare per la prima volta anche le arti figurative e la mentalità contemporanea. Agli albori del Rinascimento, l’ideale di perfezione della classicità “moderna” venne espresso in maniera esemplare dai tre dipinti de La Città Ideale, di autore ignoto, conservati a Urbino, Berlino e Baltimora. -ORIGINI DEL TERMINE

Il termine rinascita è una delle pochissime etichette storiografiche coniate in concomitanza con l’epoca che le ha prodotte, il termine chiaramente mirava a enfatizzare in maniera forzata l’originalità del nuovo modo di essere rispetto al passato. Questo termine fu usato per la prima volta da Giorgio Vasari, nel suo trattato “Vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani”, per indicare un ciclo artistico che tornava alle forme romano-latine liberandosi da quelle greco-bizantine. Il ciclo individuato da Vasari iniziava con Giotto, si affermava con Masaccio, Donatello e Brunelleschi, e raggiungeva il suo apice in Michelangelo, artista-genio capace addirittura di rivaleggiare con gli antichi, superandoli. Il vero e proprio termine Rinascimento è attribuibile allo storico francese Jules Michelet, il quale lo usò nel 1855 per descrivere la “scoperta del mondo e dell’uomo” avvenuta, appunto, nel 1400. L’immagine correlata al periodo storico post medioevale che il termine Rinascimento definisce è, quindi, dovuta agli studi storiografici dell’Ottocento. Lo storico svizzero Jacob Burckhardt, nel 1860, approfondì e connotò ulteriormente il significato del termine Rinascimento, descrivendolo come quella fase storica che, dopo un lungo periodo di oscura decadenza, diede vita alla coscienza e all’umanità moderne. Da questa descrizione fortemente connotativa risulta conseguenziale la tendenza al giudizio negativo comunemente espresso nei confronti del Medioevo. Il termine Medioevo fu coniato proprio durante l’Umanesimo da Flavio Biondo, per definire la fase storica oscura e di regressione che precedeva quella nella quale lui viveva, che, al contrario, era contraddistinta da un rinnovato fervore creativo e dalla ripresa di studi e modelli della letteratura e della cultura classica della Grecia e della Roma antica.

-PERIODO STORICO

Definire una data d’inizio del Rinascimento è difficile, poiché vi sono molte differenze tra le singole discipline artistico-culturali. Per convenzione comune, il Rinascimento e l’Epoca Moderna nascono con la scoperta del Nuovo Mondo, effettuata da Cristoforo Colombo nel 1492. Per la storia dell’arte, invece, l’anno d’inizio del Rinascimento viene collocato nel 1302 circa, periodo in cui Giotto raggiunse l’apice della sua arte innovativa, con l’anticipazione di alcune delle caratteristiche salienti del Rinascimento come l’uso dello spazio e i primi accenni di prospettiva. Il secolo successivo, il 1400, fu un periodo di grande trasformazione in ambito sociale, politico e religioso, che la gran parte degli storici indentificano come il punto di passaggio tra basso medioevo ed evo moderno. In ambito geopolitico ci furono diversi eventi traumatici: a oriente ci fu l’espansione dell’Impero Ottomano, mentre l’occidente fu caratterizzato dalla nascita degli Stati moderni di Francia, Inghilterra e Spagna, e dell’impero di Carlo V. I nuovi stati monarchici nazionali mostrano una riunificazione governativa tipica delle organizzazioni amministrative moderne, mentre, per alcuni aspetti, la rinascita del Sacro Romano Impero sotto Carlo V potrebbe essere vista come un ritorno all’organizzazione paneuropea tipica del Medioevo e delle epoche precedenti. La scoperta dell’America stimolò le espansioni coloniali delle potenze europee, che allargarono a dismisura l’orizzonte dei loro confini. I cambiamenti in ambito economico e sociale furono incredibili e diedero inizio a enormi trasformazioni in tutto il Vecchio Continente, accompagnate da squilibri e contraddizioni: da un lato, l’economia mercantile su scala mondiale guadagnò nuovi spazi e potere, mentre, dall’altro, le campagne restarono ferme alle impostazioni feudali tipiche dell’economia medioevale. Le rotte commerciali si spostarono verso l’Europa settentrionale e l’Oceano Atlantico, e il Mediterraneo perse parte della sua centralità. Tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV, si manifestò una decisa accelerazione in termini di evoluzione culturale e scientifica, il Rinascimento, che trovò il principale propulsore negli ambienti dell’alta società fiorentina. Da Firenze, grazie agli spostamenti degli artisti, il nuovo linguaggio e le nuove idee si diffusero al resto d’Italia, principalmente a Venezia e Roma, per poi raggiungere tutta Europa nel corso del XVI secolo. Prevalentemente nel centro e nel nord dell’Italia, e in qualche caso al sud, si svilupparono svariati poli rinascimentali di rilevanza assoluta: Ferrara, Urbino, Siena, Padova, Perugia, Vicenza, Verona, Mantova, Milano e Napoli. Fu da Napoli che, attorno alla metà del Quattrocento, le forme tipiche del Rinascimento arrivarono nella penisola iberica, mentre dal centro-nord raggiunsero le potenti corti del nord Europa. -IL TRAMONTO DEL RINASCIMENTO

Dopo la morte di Lorenzo de’ Medici nel 1492, si ebbe una prima crisi del Rinascimento fiorentino risolta con l’ascesa al potere di Girolamo Savonarola, il frate che diede inizio a un processo di rinnovamento del fervore e della tradizione religiosa che proseguì ben oltre la sua esecuzione al rogo del 1498. In seguito, il Rinascimento ebbe la sua definitiva fase di declino in concomitanza con quello politico ed economico che attraversò l’Italia nella prima metà del 1500, quando vennero meno quelle energie creative e quei sostegni finanziari che gli avevano dato lo slancio iniziale e che furono la sua forza. Le vicende politiche dell’Italia crearono caos e in certezza, facendo vacillare la fede nella capacità dell’individuo e favorendo il ritorno della superstizione, dell’attesa dell’aiuto divino e del senso d’instabilità ed ineluttabilità. Anche il pensiero politico rifiutò la logica chiara e lineare tipica di Machiavelli. Durante il XVI secolo il Tasso raccontò il ritorno del tormento dell’uomo, di nuovo prigioniero dell’angoscia del peccato e dell’immoralità: prendeva piede il soffocante stato d’animo della Controriforma. Bertrand Russell e altri studiosi hanno collocato la fine del Rinascimento al 6 maggio 1527, quando le truppe spagnole e tedesche furono protagoniste del Sacco di Roma. Per la maggior parte degli storici dell’arte e della letteratura, il passaggio dal Rinascimento al Manierismo avviene in Italia tra gli anni venti e gli anni cinquanta del Cinquecento, mentre nella musica la fine del movimento di rinnovazione è collocata più avanti, intorno al 1600. Altri identificano la fine del Rinascimento con la morte di Michelangelo, suo ultimo grande protagonista. Dal Rinascimento prese vita il Manierismo, da molti visto come vera e propria parte finale del Rinascimento stesso, che esportò in tutta Europa la maniera creativa dei grandi maestri italiani. -UMANESIMO E RINASCIMENTO

Umanesimo e Rinascimento non sono due correnti separate, hanno caratteristiche diverse, ma l’uno confluisce nell’altro. Movimento essenzialmente letterario, l’Umanesimo favorì la ripresa dei classici latini e il rinnovato interesse per lo studio del greco, precedendo di poco il Rinascimento. Agevolò lo studio delle humanae litterae contrapposte alle divinae litterae, e contribuì alla nascita della filologia. Già prima del 1453, anno della conquista di Costantinopoli da parte dell’esercito di Maometto II, iniziò l’esodo di molti intellettuali bizantini verso Italia, i quali contribuirono alla diffusione della cultura e della lingua greca classica, caduta nell’oblio da circa un millennio. Tra questi spiccò il cardinale Bessarione, che nel 1440 si trasferì prima a Firenze e poi definitivamente a Roma. Grazie alla neonata filologia, i testi classici greci furono riportati alle loro forme letterali originarie e reinterpretati in modo diverso rispetto alla tradizione medioevale. Il significato religioso attribuito alle metafore nei secoli precedenti fu sostituito con nuove interpretazioni, più legate al mondo reale e più prossime all’uomo. Ciò che distingue l’Umanesimo dal pensiero medioevale è il fatto di fondarsi su una nuova visione dell’uomo, individuo a se e non più esclusivamente legato alla divinità, inteso come essere naturale, in grado di muoversi e agire liberamente nell’ambiente in cui vive.

Nel pensiero rinascimentale, la visione della natura è retta da un ordine razionale e meccanico fondato su cause naturali, sebbene concepita da Dio. La vera conoscenza della natura, sempre secondo questa corrente di pensiero, si poteva ottenere solo abolendo i concetti di autoritarismo, siano essi di matrice laica o religiosa. La natura, non più legata a temi religiosi e liberata dal concetto di peccato, diventò uno dei temi più approfonditi degli studi dell’uomo: finalmente divenne possibile agire sull’ambiente e sul mondo, per trasformarlo tramite la volontà e per le esigenze dei singoli. Questa natura, anche se libera da considerazioni religiose e costrizioni, veniva comunque vissuta, per lo più, con senso di rimpianto e un velo di tristezza, evidenziando una certa distanza da quella propria del mondo classico, perfettamente naturalistica. -RUOLO DELL'UOMO NELLA SOCIETÀ

Secondo lo storico svizzero Burckhardt, durante il Rinascimento la visione dell’uomo e del mondo ebbe un’evoluzione rispetto a quella del Medioevo. L’individuo diventò per la prima volta un soggetto unico, particolare, capace di coltivare le proprie inclinazioni attraverso cui dominare la sorte e modificare la natura. La famosa frase “homo faber ipsius fortunae”, massima del letterato dell’antica Roma Appio Claudio Cieco, fu presa come manifesto dell’epoca rinascimentale, poiché dichiarava che l’uomo è artefice della propria sorte e lo rendeva, quindi, protagonista della nuova fase culturale. La valorizzazione di tutte le capacità dell’uomo, spirituali, fisiche e mentali, divenne elemento fondante della nuova corrente di pensiero e liberò dalle costrizioni moralistiche la ricerca del piacere fisico e della mondanità. Fu dato anche un nuovo e positivo valore alla dialettica e allo scambio di opinioni, facendo sì che buona parte della letteratura umanistica fosse in forma di dialogo, esplicito o implicito, con al centro la fiducia nella parola e la collaborazione civile. Il concetto della valorizzazione dell’individualità si diffuse facilmente ma rivoluzionò completamente il rassicurante sistema medievale, generando tratti d’incertezza nella vita delle persone. Sebbene rinascita e valorizzazione dell’individuo fossero probabilmente già presenti nel Medioevo, come evidenziò lo storico tedesco Burdach, gli interessi esclusivamente umani e lo spirito civile stimolarono la prima grande stagione dell’Umanesimo, soprattutto a Firenze, generando una nuova visione dell’uomo e della natura. Lo storico italiano Eugenio Garin ha identificato nella riscoperta dei classici il fattore determinante per la formazione civile e spirituale dell’individuo avvenuta con l’Umanesimo, e nella filologia umanistica lo strumento indispensabile per la definizione dello spirito critico e per la corretta classificazione delle fasi storiche. Per la prima volta nella storia dell’uomo, negli umanisti si formò la consapevolezza circa la distanza reale e concettuale dal mondo antico, nacque un nuovo gusto estetico, sebbene d’ispirazione

classica, e si radicò la coscienza del possesso delle innumerevoli ed eccezionali capacità che la natura ha donato all’uomo. Nonostante la consapevolezza individualistica fosse prerogativa di una circoscritta cerchia di intellettuali, gli ideali umanistici si diffusero e furono seguiti da gran parte della borghesia. D’altronde, proprio gli intellettuali provenivano dalle classi borghesi artigiana e mercantile, quindi cresciuti in un contesto nel quale l’etica civile era importante, e si erano formati in ambienti caratterizzati da concretezza, individualismo e competitività, dove il perseguimento della ricchezza e della vita attiva finalizzata allo sviluppo erano un dovere dell’uomo moderno. Anche gli artisti condivisero gli stessi valori umanistici, sebbene avessero un grado d’istruzione non paragonabile a quello dei letterati, e le opere delle arti visive dell’epoca ottennero grandissimo successo e appianarono le differenze di classe, poiché facilmente fruibili da tutte le categorie sociali. -MORTE E IMMORTALITÀ

Nell’uomo rinascimentale nasce un’angoscia che anche il mondo medioevale aveva, ma che risolveva con la religione. Per gli uomini del medioevo, la vita corporea, in vista di quella ultraterrena, assumeva un valore relativo, così come la morte, sentita come un passaggio necessario per accedere a una vita migliore ed eterna. Per gli uomini moderni del Rinascimento, invece, la morte diventò il termine assoluto della vita e dei piaceri che la stessa regala. L’esistenza dell’uomo, concepita in chiave naturalistica, si accompagnò alla paura della morte, vista come la naturale fine di una vita, appunto, naturale. Nei dipinti delle danze macabre del XV e del XVI secolo, emerge un forte senso della morte, rappresentato da scheletri che danzano e passeggiano mano nella mano con i personaggi raffigurati, appartenenti a diverse classi sociali. Nelle danze macabre, vita e morte sono sullo stesso piano, ballano insieme a testimoniare la futilità del tutto, in una danza che procede senza uno scopo preciso se non quello di danzare. Nella metafora, la vita è come una danza travolgente che termina quando la musica finisce e cala l’oscurità. Il mito della morte si accompagnò al desiderio di vincere la sua ineluttabilità, e l’immortalitàdivenne un’aspirazione dell’individuo più o meno dichiarata, altra caratteristica importante del pensiero rinascimentale. Gli uomini rinascimentali più legati ai retaggi dello spirito cavalleresco medioevale, ricercarono l’immortalità attraverso le grandi imprese militari; altri, invece, la perseguirono tramite le grandi opere artistiche. Nell’opera d’arte si mantenne il ricordo del committente, spesso assunto a protagonista dell’opera stessa, insieme con quello dell’artista che l’aveva realizzata. Non a caso, nel Rinascimento fu particolarmente fiorente la ritrattistica, che aveva proprio lo scopo di esaltare la persona e tenerla viva nel ricordo dei posteri. -L’ARTE RINASCIMENTALE

L’arte rinascimentale si sviluppò nell’area fiorentina agli inizi del 1400, da dove si diffuse a macchia d’olio prima nel resto d’Italia e, in seguito, in Europa. A partire dai primi decenni del XVI secolo cominciò una fase nuova, chiamata Rinascimento maturo, contraddistinta dalle esperienze di Leonardo da Vinci , Michelangelo e Raffaello. Il periodo successivo è chiamato Manierismo, da molti visto come movimento artistico a se stante. Nelle arti figurative le innovazioni del Rinascimento nacquero direttamente dal XIV secolo. Gli esperimenti ancora rudimentali sullo spazio, eseguiti da artisti come Giotto e Ambrogio Lorenzetti, furono ulteriormente sviscerati fino al raggiungimento di un punto d’arrivo di estremo rigore, producendo risultati rivoluzionari. Gli elementi che caratterizzarono il nuovo stile sono essenzialmente tre, tutti necessari e sufficienti per definire un’opera pienamente rinascimentale: 1) La definizione delle tecniche della prospettiva lineare centrica, necessarie per la gestione complessiva dello spazio e degli elementi che compongono l’opera d’arte; 2) L’accentuata attenzione alla rappresentazione dell’individualità dell’uomo, sia da un punto di vista anatomico che dei suoi sentimenti e delle sue emozioni; 3) Il rifiuto degli accessori di decorazione, con un deciso ritorno alla rappresentazione essenziale. il Rinascimento è stato, prima di tutto, un nuovo modo di immaginare e rappresentare la realtà del mondo nella sua totalità. Un esempio sono le opere di Paolo Uccello, come il San Giorgio e il drago del 1456, nel quale lo spazio è composto secondo le regole della prospettiva, sebbene i personaggi non siano disposti in profondità ma affiancati e privi di ombra. Altro esempio, ancor più rappresentativo, è la Crocefissione di San Pietro del 1426, opera di Masaccio, nella quale le dimensioni di tutti gli elementi raffigurati sono determinate dalla prospettiva. Per apprezzare la crescente attenzione nei confronti dell’individualità dei soggetti, invece, si può analizzare un confronto tra la Madonna in trono col Bambino e angeli musicanti, eseguita da Gentile da Fabriano tra il 1405 e il 1410, e la Sant’Anna Metterza, realizzata da Masaccio e Masolino da Panicale nel 1426: nella prima opera, il volume è creato con la sovrapposizione degli strati di colore che creano luci e ombre in maniera convenzionale, stesso discorso per quanto riguarda lineamenti ed espressioni; nell’opera di Masaccio e Masolino, invece, il disegno dei volti si basa sulle conoscenze anatomiche della struttura ossea, con una disposizione delle ombre non casuale o consueta ma studiata appositamente per la resa finale di quello specifico dipinto.

-LA PROSPETTIVA

Il problema prospettico fu il fattore più significativo del Quattrocento fiorentino e italiano in generale, diventato praticamente il simbolo della stagione. La prospettiva è, in estrema sostanza, un sistema per rappresentare un ambiente tridimensionale su di una superficie piana, e permette

di raffigurare oggetti, personaggi e paesaggi con le reciproche posizioni e distanze che hanno, o avrebbero, nello spazio reale a tre dimensioni. Filippo Brunelleschi, forse il principale artefice della nuova prospettiva lineare centrica, partì dalle nozioni della scienza ottica medievale per definire una tecnica replicabile, basata su regole matematiche e geometriche, per raffigurare virtualmente e fedelmente l’ambiente reale. Immaginò un nuovo concetto dello spazio, infinito, continuo e preesistente alle figure che lo occupano. Brunelleschi mise per la prima volta in pratica la sua teoria con dei disegni su delle tavolette, purtroppo smarrite ma a noi note grazie alla descrizione di Leon Battista Alberti. Una delle due tavolette raffigurava il Battistero di Firenze osservato da Santa Maria del Fiore. Per rendere l’effetto prospettico, occorreva guardare, tramite un foro sulla tavoletta, l’immagine della tavoletta stessa riflessa su uno specchio. Lo specchio doveva avere l’identica forma della tavoletta, e andava posto alla giusta distanza in modo da contenerla tutta. Con questo sistema era possibile calcolare le distanze con l’edificio, tramite l’uso della geometria e della matematica, e ottenere le giuste dimensioni e proporzioni da utilizzare nella rappresentazione che si voleva eseguire, inserendo anche oggetti e personaggi. Anche il punto di vista dell’osservatore veniva automaticamente inserito al centro della rappresentazione, ottenendo la riproduzione virtuale dello spazio reale. Semplificando un po’, il sistema si basava sul fatto che le rette parallele convergevano verso il punto di fuga, con il punto di vista che coincideva con il centro della composizione. Definendo il punto di vista e la distanza, divenne possibile stabilire oggettivamente, con calcoli matematici e tramite tecniche grafiche di facile applicazione, le proporzioni tra le distanze e le dimensioni delle figure rappresentate. La fortuna del metodo di Brunelleschi fu, in parte, dovuta alla facilità di applicazione, che non implicava nozioni di geometria o matematica troppo approfondite. Il metodo di Brunelleschi fu, infatti, acquisito dalle botteghe con grande se...


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