L\' Egitto NEL Periodo Protodinastico E NELL\' Antico Regno PDF

Title L\' Egitto NEL Periodo Protodinastico E NELL\' Antico Regno
Course Egittologia
Institution Università degli Studi di Milano
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riassunto l'Egitto nel periodo predinastico...


Description

INDICE 1. FONTI

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2. IL PERIODO PROTODINASTICO

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3. L'ANTICO REGNO

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3.1. La III dinastia 3.2. La IV dinastia 3.3. La V dinastia 3.4. La VI dinastia

pg. 13 pg. 14 pg. 19 pg. 22

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L'EGITTO NEL PERIODO PROTODINASTICO E NELL'ANTICO REGNO 1. LE FONTI La suddivisione tra Antico, Medio e Nuovo regno, creata negli anni '40 dell'800, sebbene ancora utilizzata, è oggi messa in discussione, in particolare per il III millennio a.C. Gli Egizi non hanno lasciato tratti storici basati su un'interpretazione obbiettiva degli avvenimenti, in quanto per loro la storia è una ripetizione ciclica degli eventi che sono accaduti nel passato, quindi l'interpretazione del presente deve essere ricercata nella tradizione veicolata da oralità e scrittura. La “negazione” della storia serve a giustificare le diverse situazioni riconducendole alla ripetizione di un modello preesistente: il cambiamento significa solamente la restaurazione dell'ordine dopo una temporanea vincita del caos. Questo ha spinto gli Egizi ad estendere il quadro temporale al tempo degli dei, trasformandoli in re e quindi storicizzandoli. Il mito fa dunque parte della storia, per questo l'ideologia egizia è improntata a vedere la storia come la ripetizione di archetipi e di modelli. Ogni nuovo regno è un nuovo inizio del mondo, come la ciclicità della natura: il giorno e la notte, le piene del Nilo e le secche, sono cose che si ripetono in continuazione, pur non essendo mai identiche. Da questa fiducia nasce la convinzione della sopravvivenza nell'aldilà. Gli eventi iniziano ad essere trasmessi tra la fine del IV e l'inizio del III millennio a.c., quando vengono disposti registri sui monumenti con brevi annotazioni scritte. La Tavolozza delle città1 del re Scorpione è uno dei primi documenti storici lasciateci dagli Egizi, ovvero fissa nel tempo e nello spazio un avvenimento specifico. Ne va comunque sottolineato il carattere celebrativo, che sarà alla base di altri documenti. Lo stesso vale per la Tavolozza del re Narmer rinvenuta a Ierancopoli e oggi conservata al Cairo, presenta la raffigurazione di una serie di eventi e personaggi posti due sue registri paralleli 2. La presenza reiterata del nome del sovrano e le iscrizioni brevi che accompagnano gli altri personaggi, conferiscono una valenza storica ai fatti rappresentati, sebbene la Tavolozza possa anche solo essere un documento celebrativo del potere regale e del ruolo del vincente, quale sempre sarà il faraone, che sia o meno una realtà storica. Questi documenti commemorativi riflettono la crescita del sentimento dello stato. Ne è la prova il fatto che in questo periodo iniziano a incidere su placchette d'avorio, osso o legno che venivano attaccate alle giare (e poi incise sulle stesse giare o sui vasi), il nome dei sovrani o dei principali avvenimenti, presi singolarmente e non nella loro continuità, accaduti in ogni anno del regno3. I nomi dei sovrani delle prime due dinastie si possono trovare su vasi presenti ritrovati nelle tombe della necropoli di Abido oltre che su vasi fatti depositare dal re Djoser nella propria piramide a Saqqara. I manufatti, insieme all'edificio, costituiscono un riconoscimento retrospettivo della monarchia e un programma per il futuro. Sono una fonte per il periodo protodinastico insieme a impronte di sigillo. Di questi, due in particolare sono provenienti dalla necropoli di Umm el-Qaab ad Abido presentano una la lista dei sovrani della prima metà della I dinastia, l'altra la lista completa degli otto sovrani di questa stessa dinastia a partire da Narmer. I nomi degli anni dovevano essere classificati regno per regno e riassunti in liste dagli scribi sulla pietra, così da mantenerne la conservazione. Questo è dimostrato dalla Pietra di Palermo, un frammento di stele dove si enumerano i sovrani delle epoche più antiche della storia egizia, dalla I 1 Conquista e distruzione di città a opera del re nel Delta occidentale o la creazione di alcune di queste città. 2 Guarda documento: descrizione delle opere faraoniche 3 I singoli anni venivano individuati come “vittoria sugli Asiatici”, “uccisione dell'ippopotamo” ecc. e servivano come punto di riferimento cronologico.

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dinastia a parte della V accompagnate da fatti essenziali avvenuti nei vari regni4 o dal computo dei censimenti5, sebbene siano presenti delle lacune. Le prime tre dinastie sono molto concise, associando ad ogni regno una festa importante o un'impresa compiuta dal sovrano e l'altezza del Nilo.6 Ci sono più informazioni sulla IV e V dinastia anche se restano principali quelle relative alle feste, considerati veri e propri avvenimenti storici: per esempio la festa-sed7. Gli annali sono caratterizzati da una ripetitività selettiva e da una semplificazione degli eventi, ma possono risultare più chiari allo storico contemporaneo grazie alla comparazione tra fonti scritte e archeologiche. Al regno di Neferirkara corrisponde la Tavoletta di Giza8 in cui sei nomi di sovrani sono seguiti da una lista lacunosa di ventisei o ventisette divinità9 e di ventotto proprietà funerarie regali10. I nomi di Khufu (Cheope) e dei suoi figli Radjedef, Rakhaef, Hordjedef e Rabaef compaiono in un graffito risalente al Medio Regno inciso sulle rocce dello wadi Hammamat11, la presenza dei cartigli fa pensare che abbiano tutti regnato tranne gli ultimi due. Perciò sembra che il graffito non si tiene conto della realtà storica, ma nel ricordo popolare. Questa tradizione ricompare anche nel Papiro Westcar risalente alla metà del II millennio a.C.12. Altre menzioni di regnanti dell'Antico Regno13, si riflettono nella Profezia di Neferty, risalente alla XII dinastia ma che si colloca all'epoca di Snefru14, estremamente conosciuto grazie alla iscrizioni del Medio Regno quale promotore delle attività minerarie della zona. All'inizio del Nuovo Regno abbiamo un altro racconto, Il Racconto di Neferkara e del generale Sisene in cui si parla negativamente del re Neferkara, da associarsi a Pepy II della V dinastia, il cui regno costituì l'inizio di un periodo critico nella storia egizia del III millennio a.c.15 La VI dinastia è meglio conosciuta oggi che in passato, grazie alla scoperta negli anni '90 di annali simili alla Pietra di Palermo, l a Pietra di Saqqara-sud. Iscritti su una lastra riutilizzata come coperchio del sarcofago di Ankhenespepy IV, rinvenuta a Saqqara-sud, la Pietra di Saqqara-sud.16 Altre notizie su sovrani del III millennio a.C. Si ricavano anche da altri documenti ufficiali, come il Papiro dei Re, conservato a Torino, è un documento del Nuovo Regno di epoca ramesside, che fa un elenco di dei e semidei a cui è attribuito regno sull'Egitto e che vede Menes come fondatore della monarchia egizia. Questo testo è molto importante perché è basato senza dubbio su liste ufficiali dei sovrani. Un'altra lista è incisa su una parete del tempio di Sethi I ad Abido e sono presenti i nomi di 76 sovrani il primo dei quali è anche in questo caso Menes. 4 Modo evenemenziale: riguarda gli eventi, gli avvenimenti 5 Modo Numerico 6 Si menzionano anche le commemorazioni di regno dei sovrani, il conteggio di bestiame, oro e materiali preziosi, la misurazione di terreni in vista delle offerte da presentare ai templi o di esenzioni delle imposte, a realizzazioni e la dedica di statue del sovrano o di divinità, la fabbricazione di navi, il compimenti di spedizioni o la stesura di inventari dettagliati. 7 Durante questa festa il sovrano rinnova le proprie energie 8 Guarda: descrizione delle opere faraoniche 9 La prima è Sokar sotto la cui egida era posto il culto degli antenati regali 10 Servivano ad approvvigionare il culto dei sovrani defunti nominati nella lista 11 Lunga valle, circa 200km, nel deserto orientale 12 Guarda: descrizione delle opere faraoniche 13 Più fonti ideologiche che storiografiche 14 Che mette per iscritto il racconto che gli viene narrato, cosa che lo avvicina molto ai suoi funzionari. Cosa insolita. 15 Guarda: descrizione delle opere faraoniche 16 Guarda: descrizione delle opere faraoniche

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Un altro elenco era inciso nella tomba di Tjunroy, un alto funzionario di epoca ramesside sepolto nella necropoli di Saqqara. La Tavola di Saqqara17 è attualmente conservato al museo del Cairo. Va ricordata infine la Lista di Karnak o Camera degli antenati18. A questi documenti va aggiunta l'opera molto posteriore Ta Aiguptiaka19, redatta in greco da Manetone, un sacerdote Egizio del III secolo a.c. Si legge che dopo il regno degli dei e semidei, governarono l'Egitto 30 dinastie di sovrani, il primo dei quali è Menes. Manetone non specifica legami di sangue nella dinastia, ma associa invece ad ognuno di essi una località: la I e la II a This, presso Abido, la III e la IV a Menfi, la V a Elefantina, la VI, VII e VIII nuovamente a Menfi. Sul Papiro dei Re, i re del III millennio a.C. sono divisi in due gruppi: il primo corrisponde alle dinastie I-V di Manetone, il secondo alle dinastie VI-VIII. La Pietra di Saqqara-Sud conferma la divisione tra IV e VI dinastia dovuta allo spostamento del centro della capitale a Men-nefer, la Menfi vera e propria posta qualche chilometro a sud. È interessante notare che i funzionari che avevano avuto l'onore di ricevere le lettere dal sovrano, le ricopiavano sulle pareti delle loro tombe a testimonianza eterna del privilegio loro accordato 20. Queste iscrizioni sono estremamente interessanti, dal momento che le lettere, originariamente redatte su papiro, sono andate perdute, così come altri testi che dovevano essere depositate negli archivi reali: per esempio abbiamo traccia di alcuni decreti che vennero incisi sulla pietra e posti all'ingresso dei templi. A partire dalla V dinastia, le autobiografie incise nelle tombe divengono più ampie e articolate; molte sono autobiografie ideali, che aiutano a comprendere la mentalità e i valori dell'epoca, in quanto il protagonista sottolinea la propria rettitudine nei confronti del prossimo, la propria fedeltà al sovrano e le ricompense da questi ricevute; in alcune di esse si conserva il ricordo dei successi e promozioni di un dato funzionario. A volte i fatti narrati sono comprovati da altre fonti scritte e archeologiche: durante il regno di Neferirkara sembra consolidarsi una certa coscienza del passato e il desiderio di lasciarne una traccia scritta, come provano la Pietra di Palermo e la Tavoletta di Giza , che lasciano l'idea di un sovrano benevolo e apprezzato21. Una fonte molto importante per la ricostruzione della storia della VI dinastia sono l'autobiografia di Uni22 e di Herkhuf 23. La presenza egizia al di fuori dei confini naturali del paese è confermata anche dal ritrovamento di oggetti di produzione egiziana, talvolta iscritti a nome dei sovrani, in regioni che vanno dalla zona siro-palestinese a quella nubiana. Oltre duemila brevi iscrizioni graffite forniscono informazioni essenziali sulle persone che dirigevano o supervisionavano i cantieri, sulle squadre che vi lavoravano, sulle date e sul modo di esecuzione di certi lavori. Nel tempio solare di Niuserra ad Abu Ghurob, vi erano scene che illustravano aspetti della natura e comportamenti degli animali nelle diverse stagioni dell'anno, accompagnate dalla lista delle province dell'Egitto raffigurate sotto forma di uomini e donne offerenti: da un lato esse aiutano a capire la visione egizia del mondo, dall'altro servono a ricostruire la topografia del paese del III millennio a. C. 17 18 19 20 21

Conteneva una lista di 57 nomi di re, oggi ridotta a una cinquantina a causa di danneggiamenti alla pietra. Guarda: descrizione delle opere faraoniche Guarda: descrizione delle opere faraoniche È il casi di Rhashepses, sepolto a Saqqara, che fece trascrivere la lettera del re Izezi. Si veda l'autobiografia di Uashptah dalla quale emerge l'importanza della medicina a corte o di Rauer, che il re perdonò per avergli sfiorato il sandalo. 22 Conservata al Cairo, scritto su tomba, dove si segue la sua carriera durante i regni di Teti, PepyI e Menrea I 23 Dirige spedizioni in Nibia al fine di procurarsi ebano, avorio, incenso, pelli di leone, piume di struzzo ecc.

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Nel complesso funerario di Sahura ad Abusir si trovavano invece rilievi raffiguranti spedizioni nelle regioni Libiche, in Nubia e a Punt, e la sconfitta dei popoli confinanti. Tali scene sembrano confermate da alcune menzioni nella Pietra di Palermo, anche se probabilmente sono espressioni del mito del “re vincitore eterno dei nemici” e affermano visivamente il suo potere universale. Dal regno di Unis, ultimo sovrano della V dinastia, a quello di Ibi, della VIII dinastia, le camere interne delle piramidi dei sovrani, e di alcune regine, sono coperte di iscrizioni chiamate Testi delle Piramidi. Si tratta del gruppo più consistente di testi del III Millennio a.c. in cui si fa costantemente riferimento a un passato mitico più che storico. Tra le fonti figurate, le statue rappresentano in modo quasi sempre idealizzato il titolare della tomba, talvolta accompagnato da moglie e figli, con anche statuette raffiguranti i servitori che preparano la birra, il pane ecc. La decorazione delle tombe è costituita da scene ripetitive ispirate alla vita quotidiana: si deduce che certi temi devono sia riflettere precise esigenze culturali e religiose, sia riprodurre scene effettive di vita nei campi, nelle abitazioni o nei laboratori artigianali; possono quindi illuminarci sulla vita della popolazione. Le brevi iscrizioni illustrative forniscono nomi e titoli del possessore della tomba, dei membri della sua famiglia e dei suoi dipendenti; sono fonti essenziali per la ricostruzione della struttura statale egiziana. Tuttavia non sono ancora chiari il significato di certi titoli e l'evoluzione di alcune cariche, ma nonostante tutto, abbiamo un quadro abbastanza chiaro dell'amministrazione egiziana nel III millennio a. c., mentre non sono sufficienti a fare piena luce sugli avvenimenti storici del periodo. Molto importante è anche lo studio dei resti umani, da cui si possono dedurre dati antropologici di grande interesse, relativi alle caratteristiche fisiche della popolazione, alla longevità, alle malattie, all'alimentazione ecc. Un esempio significativo di studio comparato di fonti diversi e quello che è stato compiuto nell'ultimo decennio a Giza. La localizzazione delle tombe e soprattutto l'analisi dei corpi rinvenuti, hanno fatto supporre che le persone qui sepolte, la cui colonna vertebrale e i cui arti erano spesso deformati, avessero effettuato lavori particolarmente faticosi, come appunto quelli richiesti nella costruzione delle piramidi. Per arrivare a una più ampia ricostruzione della storia egizia del III Millennio a.c., occorre quindi confrontare fonti dirette di natura diversa24. Per quest'epoca, il ricorso delle fonti indirette serve invece quasi esclusivamente a comprendere quali aspetti di questo periodo erano stati percepiti dagli autori stranieri, in particolare greci e romani. Un certo numero di informazioni lo abbiamo dalle storie di Erodoto, che oltre a descrivere la situazione geografica dell'Egitto e gli usi e costumi dei suoi abitanti, dedica parte della sua trattazione alla storia del paese. La sequenza cronologica dei sovrani non corrisponde alla realtà ed è interrotta da divagazioni su argomenti disparati, ma si nota la distinzione, già operata dagli egizi, tra i regni degli dei e quelli degli uomini. Individua in Menes il primo sovrano-uomo e gli attribuisce la fondazione di Menfi e quella del locale tempio di Ptah. Tratteggia in modo negativo e fantasioso la regina Nitocris, identificabile con la Netikerti che regnò alla fine della VI dinastia. Si sofferma sulla figura di Cheope, presentandolo come un tiranno megalomane ed empio, dando ampio spazio alla descrizione della sua piramide e alle tecniche costruttive utilizzate, benché non verosimili. 24 scritte figurative archeologiche

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In modo negativo è presentato anche Chefren ,mentre Micerino appare come un sovrano mite, colpito da sventure che lo portano a divenire lascivo è alcolizzato. Del primo gruppo di Re dell'Egitto, che si chiude con Nitocris, Erodoto scrive che non si raccontava di alcuna opera illustre, un'affermazione che si ritrova quattro secoli dopo anche con Diodoro Siculo. Questi nella sua Biblioteca Storica, sostiene che 52 successore di Menes non avrebbero realizzato nulla degno di nota. È probabile che i sovrani di quel periodo avevano lasciato pochi documenti espliciti e visibili a ricordo delle loro azioni militari, costruttive, di governo ecc. e il loro ricordo era stato tramandato oralmente o tramite testi letterari, fino a diventare una leggenda lontana dalla realtà. Anche Diodoro dedica parte della sua opera alla descrizione delle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, così come faranno Strabone (verso la fine del I secolo a.c.), e Plinio il Vecchio (I secolo d.c.). Questi autori forniscono notizie più o meno ampie e credibili sulla localizzazione delle piramidi, le loro dimensioni, i materiali e le tecniche usate, la loro attribuzione e la loro funzione chiaramente individuata da Strabone come sepolcrale.

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2. IL PERIODO PROTODINASTICO Gli avvenimenti che si verificarono tra la fine del IV e l'inizio del III Millennio a. c. sono solo parzialmente conosciuti e danno luogo a ipotesi e interpretazioni discordanti e contraddittorie, tuttavia le componenti ideologiche che si individuano nella preistoria e nella protostoria dell'Egitto, costituiranno dei modelli per tutta la durata della sua storia e si esprimeranno in quella continuità e organicità che caratterizza la civiltà egizia. Nel periodo chiamato Naqada III seguiranno l'espansione del Delta e l'integrazione con le comunità locali, che porteranno alla formazione di un unico stato governato da sovrani e raggruppati dagli storici nella cosiddetta “dinastia zero”. Ne fanno parte Ka e il “Re Scorpione”25. La scrittura geroglifica appare già ben sviluppata caratterizzata da segni geografici e fonetici sottomessi alle stesse regole che caratterizzano la scrittura egizia di epoca posteriore, ed è utilizzata a fini economico-amministrativi e anche magico-religiosi. Sono spesso menzionate le località del Basso Egitto come luoghi sacri o di provenienza delle merci, il che prova stretti legami commerciali e politici tra il nord e il sud del paese. Il re scorpione è presentato anche con in mano una zappa, come funzione cerimoniale per un progetto di irrigazione artificiale. Sul registro superiore del reperto sono raffigurati i nemici vinti sotto forma di uccelli-rekhyt impiccati a stendardi relativi a diverse regioni d'Egitto26. Queste scene potrebbero essere soltanto simboliche e mostrano: da una parte che la transizione da irrigazione naturale a irrigazione artificiale era già avvenuta alla fine dell'epoca predinastica, dall'altra che i conflitti dovevano avere avuto luogo durante la fase formativa dello Stato Egizio. In questa epoca si assiste a un allargamento degli orizzonti culturali dell'Egitto tramite un'intensificazione dei contatti commerciali, ma forse anche degli scontri con la Palestina meridionale e con la bassa Nubia. Ieracompoli situata sulla riva occidentale del Nilo, al nord-ovest di Edfu, fu capoluogo dell'Alto Egitto durante la dinastia zero e probabilmente del III nomo dell'Alto Egitto nel III millennio a.C. La località era sacra a Horo ed era di un'importanza fondamentale nella mitologia egizia; sono portate alla luce resti di insediamenti predinastici e dinastici circondati da una cinta muraria, un importante complesso religioso e varie necropoli, una di queste, la Località 6, comprendeva ricche sepolture appartenenti all'élite dirigente, vissuti tra la fine del periodo predinastico e la dinastia zero. Sono stati trovati anche i resti del più antico tempio Egizio a tutt'oggi scoperto. forse da identificarsi con il nome di Per-ur ovvero “La grande Casa”. Il tempio cittadino principale, di impianto protodinastico, è dedicato a Horo e presentava un tumulo artificiale di sabbia rivestito di pietra27. Un altro centro di culto dinastico doveva trovarsi a Koptos, dato che sono state ritrovate tre statue colossali di un Dio della fertilità28, databili tra la dinastia zero o l'inizio della I. Si pensa fossero in 25 Forse da identi...


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